Una delle attività più pericolose che un operatore di polizia si può trovare ad effettuare durante lo svolgimento delle attività istituzionali è quella dell’ammanettamento di un soggetto sia esso collaborativo o ostile. Viene spesso sottovalutato il momento in cui ci si trova ad una distanza inferiore sicuramente a quella di “normale” sicurezza, in cui una reazione del soggetto potrebbe crearci non poche problematiche.
Analizzato lo scenario è bene non sottovalutare mai l’individuo con il quale andiamo ad approcciare e a cui dovremmo apporre le nostre manette, strumento di contenimento, che limitata la libertà personale e che può essere di varie tipologie e materiali.
Le stesse trovano impiego non solo in attività di polizia giudiziaria (casi di arresti, di resistenza, di pericolo di fuga, ecc.), ma possono essere necessari anche in trattamenti sanitari obbligatori o per tutelare altresì la propria o l’altrui incolumità rapportandosi con un soggetto pericoloso.
Particolari disposizioni sull’utilizzo delle manette si possono trovare ad esempio nell’ambito delle traduzioni dei detenuti.
Manette a cerniera
Le classiche manette sono costituite da due bracciali in acciaio o leghe, collegati da una catena a due o massimo tre anelli e presentano ambedue un attacco a snodo. Esistono anche manette collegate tra loro attraverso un cardine e sono dette nel gergo comune “a cerniera”.
In commercio si trovano anche manette in polimero o miste acciaio e polimero. Di recente sono state immesse sul mercato manette in alluminio.
Oltre alle manette rigide gli operatori possono vedere nell’equipaggiamento individuale o di reparto fascette contenitive, di cui per la maggiore se ne trovano in materiale plastico o termoplastico, ma anche in velcro come ad esempio le fasce di contenimento utili per bloccare anche arti inferiori o collegare soggetti già in precedenza ammanettati.
Alcuni cinturoni da uniforme presentano scanalature per l’alloggiamento di fascette.
Il vantaggio principale di questa tipologia di strumenti è dato dal peso e dalle dimensioni contenute che ne permettono una comodità decisamente rilevante nel porto.
Particolare importante delle manette è il blocco, che deve essere sempre inserito una volta apposte le stesse ad un soggetto.
Tale sistema infatti impedisce al bracciale di continuarsi a stringere sul polso del soggetto e quindi di creare danni e lesioni.
(Soggetti autolesionisti potrebbero serrarsi le stesse al fine di provocare il sanguinamento e poi riversarsi legalmente contro l’operatore di polizia).
Uso delle manette: apertura e chiusura
Una volta applicate al soggetto, le manette non devono risultargli larghe in maniera da permettergli di sfilarsele, vanno strette nella gusta misura senza serrarle troppo, fin quanto non consentono al soggetto di rotare i polsi all’interno degli anelli.
Successivamente va apposto il blocco, mediante la pressione di una spina che si trova all’interno di un piccolo foro posto sul lato stretto del fusto della manetta.
Per inserirlo bisogna utilizzare lo spinotto che si trova sulla chiave di apertura, nell’estremità opposta.
Per rimuoverlo basta inserire la chiave nella serratura della manetta e rotare in senso contrario a quello di normale apertura ed il blocco si sgancia (in questa fase il bracciale è libero di stringersi e non di aprirsi, il che assicura all’operatore di lavorare in sicurezza qualora non le voglia rimuovere).
Per aprirle poi basta rotare in senso contrario e la parte di bracciale mobile si sgancerà a mezzo della molla di trattenimento posta all’interno del fusto, che in questo caso ritirerà i denti di ritenuta permettendo allo stesso bracciale dentato di arretrare.
Anche se trattasi di un semplice sistema di serratura e ritenzione ogni tipologia di manetta ha bisogno di una sua chiave, spesso ad un occhio non attento potrebbero sembrare uguali, ma in realtà alle volte addirittura non riescono ad accedere nell’occhiello della serratura o girano a vuoto non permettendo lo sgancio.
Ogni operatore quindi deve portare al seguito sempre la relativa chiave delle manette che utilizza e tenerla a portata di mano come tutti gli altri strumenti di servizio.
(Tenere la chiave delle manette attaccata all’anello del correggiolo sul calcio della pistola è una delle cose da evitare). Esistono sul mercato appositi agganci per portare la chiave delle manette attaccata al cinturone.
Alla stregua degli altri strumenti in dotazione le manette necessitano di una periodica manutenzione e pulizia, come le parti meccaniche di essere lubrificate al fine di essere sempre efficienti nel momento del bisogno.
Le manette possono presentare un numero di matricola a cui corrisponde l’operatore assegnatario che nel caso di smarrimento o furto quindi deve obbligatoriamente darne comunicazione al responsabile del servizio e farne denuncia.
Il prezzo delle manette in commercio varia molto in relazione alla tipologia ed ai materiali utilizzati.
Le rigide oscillano tra i 30 ed i 140 euro al paio, mentre le fascette di tipo professionale hanno prezzi contenuti al di sotto dei 15 euro ma sono prodotti usa e getta in quanto una volta apposte per essere rimosse. devono essere tagliate.