Recensione del fucile a pompa in calibro 12 Kel-Tec KSG

Kel-Tec KSG
Il Kel-Tec KSG è stato pensato specificamente come arma per lʼimpiego operativo da parte del personale di Polizia

Sono pochi i punti fermi nel mutevole panorama degli armamenti a impiego professionale; uno di questi è sicuramente il perdurare della popolarità del calibro 12 tra gli operatori militari e, soprattutto, di Polizia. Lʼimpiego delle munizioni in piombo spezzato per usi di Pubblica Sicurezza ha avuto origine negli USA, ove mise solide radici prima ancora dellʼinvenzione della cartuccia metallica prima e in materiali consumabili (cartone, plastica) poi, e dalla seconda metà del XX secolo in poi si è radicata anche in Europa, in alcuni luoghi più di altri (es. in Francia è diffusamente impiegato sia dalla Police che dalla Gendarmerie, mentre in Italia è “dotazione speciale”), ma oggi praticamente nessun corpo di Polizia dubita più dellʼimportanza e dellʼutilità degli shotgun per unʼampia varietà dʼimpieghi, che spazia dal Door Breaching al controllo sommosse fino alla saturazione su distanze brevi. Ovviamente non va ignorato il fatto che i fucili ad anima liscia continuano a essere anzitutto unʼarma civile, anche nelle loro forme più “aggressive”, e sono anzi tra le armi più potenti disponibili ai comuni cittadini; tantʼè che nel Vecchio come nel Nuovo Continente sono milioni i tiratori che se ne avvalgono per la difesa abitativa e per gli usi sportivi al di fuori della classica caccia e del tiro al piattello; e centinaia di migliaia sono gli operatori della sicurezza privata che ne fanno uso per proteggere gli Asset a cui sono demandati.

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La volata, sotto la quale sono visibili i tappi frontali dei due serbatoi gemelli da sette colpi ciascuno

La Kel-Tec CNC Industries Inc. con sede a Cocoa (Florida), fondata nel 1995 dallʼingegnere svedese naturalizzato americano George Kellgren, si è recentissimamente lanciata nel campo degli shotgun a impiego tattico-operativo nell'ambito della sua recente campagna dʼinnovazione che lʼha portata ad abbandonare la sua classica “fossilizzazione” nei campi delle carabine di piccolo calibro e delle pistole tascabili per esplorare quello delle armi lunghe da difesa e da servizio; dopo le carabine pieghevoli della serie SU-16 calibro .223-Remington, pensate per lʼuso di pattuglia da parte degli agenti di Polizia in servizio motociclistico, a “stretto giro di posta” è arrivato il fucile semiautomatico Bull-Pup RFB calibro .308-Winchester, ancora una volta pensato come arma da pattuglia per le Forze dellʼOrdine data la canna da 18 pollici. Nel 2011, lʼazienda ha lanciato sul mercato un fucile a pompa calibro 12 improntato alle linee generali tipiche della produzione Kel-Tec, realizzato seguendo i principi classici che accomunano tutti i più recenti ritrovati di George Kellgren e facendo uso dei macchinari, delle tecnologie e dei materiali d'ultimissima generazione in possesso dell'azienda.

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Il GSG-41 cal.410, che George Kellgren intendeva lanciare nel 1993, può essere considerato il precursore del KSG

Il “Kel-Tec Shotgun” (KSG, appunto) è stato sviluppato come concetto di arma ad anima liscia ad alta capacità con misure compatte, adatte per lʼimpiego dallʼinterno di un veicolo, negli spazi ristretti di un edificio o nelle situazioni di combattimento urbano; come vedremo, per “incarnare” il concetto in unʼarma di produzione seriale pratica da impiegare, la Kel-Tec si è ispirata ad alcune soluzioni impiegate su un modello dʼarma già esistente e in commercio da qualche anno, il NEOSTEAD NS-2000 proposto dalla sudafricana Truvelo; ma non si deve dimenticare che nel 1993, prima che il NEOSTEAD fosse progettato da Tony Neophytou e Wiltmore Stead, George Kellgren era pronto al lancio di unʼarma denominata GSG-41, un compattissimo “Pump-Action” ad alta capacità calibro 36 (.410) alimentato tramite un caricatore amovibile da dodici colpi, che grazie al design Bull-Pup poteva vantare una lunghezza totale di 66 cm. pur mantenendo una canna con strozzatore cilindrico lunga ben 60 cm.; è appunto il concetto del GSG-41 che col KSG la Kel-Tec pare aver voluto revitalizzare, seppure in maniera ampiamente aggiornata, tanto che le similarità tra lʼarma in cal.410 (che rimase solo in stadio di prototipo, stante la chiusura dellʼazienda Grendel Inc. che Kellgren gestiva allʼepoca) e il KSG oggi in produzione seriale si fermano appunto ai livelli concettuali.

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Il KSG in versione “Standard”, visto dal lato sinistro. Lʼimpostazione dellʼarma ricorda molto quella del ben noto “Neostead”, ma le differenze sono numerose e non trascurabili, a cominciare da un peso inferiore e un sistema di caricamento a ciclo convenzionale (non invertito) con un peso dellʼastina molto più basso rispetto allʼarma sudafricana
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Attraverso la feritoia di caricamento e dʼespulsione si accede alla leva di selezione dellʼalimentazione

Sono invece molto più pronunciate le similarità col NEOSTEAD sudafricano, interessante arma per la difesa abitativa e della proprietà e gli impieghi professionali impostata in maniera “semi-Bullpup”, con otturatore a ciclo invertito (lʼastina dʼarmamento si muove avanti e indietro, anziché indietro e avanti, per camerare il colpo), alimentazione sequenziale tramite due serbatoi tubolari gemelli ad apertura basculante posizionati sopra la canna, ed espulsione tramite una singola finestrella inferiore.

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Uno spessore in metallo sulla culatta protegge il viso del tiratore da conseguenze negative in caso di eventuali quanto improbabili spari fuori batteria, e può essere dotato di spessori in sintetico che fungano da poggiaguancia

Il KSG è stato progettato con tecnologie CAD e CAM per il disegno 3D di ultimissima generazione, e ciò è reso ovvio dal design aggressivo e futuristico che è tipico dei prodotti Kel-Tec. Per la produzione, l'azienda di Cocoa si avvale di macchinari a controllo numerico, in particolar modo di laser per il taglio di precisione dei materiali metallici. Proprio in metallo, lavorato per macchinatura e piegatura di precisione, è realizzata la culatta, al cui interno viene a trovarsi la camera di scoppio e che per questo è particolarmente spessa, onde impedire che in caso di malfunzionamento il tiratore possa rimanere ferito al viso.

Altresì realizzati in acciaio inossidabile sono i due serbatoi tubolari affiancati, solidali posteriormente alla culatta medesima, così come la canna, che è collocata sopra di essi ed è realizzata in acciaio 4140 al cromo-molibdeno, per una lunghezza totale di 457 mm, e munita di strozzatore cilindrico integrale. La rotaia MIL-STD-1913 Picatinny che corre sopra di essa, e che funge da punto dʼinstallazione per qualsiasi riferimento di mira metallico o ottico giacché il KSG viene prodotto e venduto senza mire di sorta, è macchinata in alluminio 7075-T6.

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Lʼimpugnatura del KSG, come il calciolo, è realizzata in Zytel, con texture poligonale antisdrucciolo; i due fori sulla sommità servono a ospitare, in fase di smontaggio da campo, i perni passanti che tengono lʼarma insieme, per evitare di perderli
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La sicura a due posizioni ha la forma di un pulsante a traversino, e interviene sulla catena di scatto bloccando lʼingaggio della barra di trasferimento

La rotaia MIL-STD-1913 Picatinny che corre sopra di essa, e che funge da punto dʼinstallazione per qualsiasi riferimento di mira metallico o ottico giacché il KSG viene prodotto e venduto senza mire di sorta, è macchinata in alluminio 7075-T6.

Sono invece realizzate in Zytel, con rinforzi in fibra nelle parti più soggette a stress, l'astina di caricamento, il semicastello inferiore comprendente la guardia del grilletto e lʼimpugnatura, e il calcio, che è posteriormente munito di un Butt-Pad in gomma. Astina e calcio sono muniti di intagli per lʼaggancio di una cinghia di tracolla.

In particolare il semicastello inferiore funge da sede per la maggior parte delle parti mobili dellʼarma, in particolare per lʼotturatore, che è unico nel suo genere: in forma di un pacchetto metallico monolitico, ospita solidamente assicurate al suo interno tutte le componenti di piccole dimensioni, tra cui il peculiare sistema dʼestrazione che mantiene il controllo del bossolo fino alla sua uscita completa dalla camera di scoppio, che dunque il tiratore non deve più temere di perdere quando procede allo smontaggio da campo dellʼarma per la pulizia o la manutenzione ordinaria.
Il semicastello inferiore ospita anche il grilletto, a sua volta realizzato in polimero, collegata al cane interno tramite una barra di trasferimento realizzata per tranciatura di precisione. Una sicura manuale a traversino posizionata sopra la guardia del grilletto medesima, a portata di pollice, va a investire la barra di trasferimento bloccandone la traslazione e impedendo la partenza del colpo.

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Il grilletto con scatto in azione singola è protetto da una guardia polimerica dal design piuttosto convenzionale

Dietro lʼimpugnatura, sotto il calcio, è presente anche lʼapertura unica che funge al contempo da finestra di caricamento e dʼespulsione, e dà accesso a entrambi i serbatoi tubolari, ciascuno dei quali ha una capacità di sette o sei cartucce a seconda che s'impieghino munizioni “Standard” con bossolo da 70mm/2,¾” o “Magnum” con bossolo da 76mm/3”; la camera di scoppio può contenere un colpo extra, portando dunque la capacità totale a tredici cartucce cal.12 “Magnum” o quindici cal.12 “Standard”, e può anche essere caricata manualmente. Il caricamento dei serbatoi si effettua sbloccando manualmente ciascuno dei due tramite la levetta di selezione, che va spostata da una parte o dallʼaltra a seconda di quale dei due sʼintenda riempire. Lʼinserimento della cartuccia in camera avviene nella maniera classica degli shotgun: spingendo indietro lʼastina, anchʼessa realizzata in Zytel caricato in fibra di vetro e munita inferiormente di una corta rotaia MIL-STD-1913 “Picatinny” per accessori tattici, due barre di trasferimento metalliche ottenute per tranciatura di precisione arretrano lʼotturatore, che nel suo movimento provvederà ad armare il cane oltre che a estrarre dal serbatoio “aperto” una cartuccia che verrà inserita in camera quando lʼastina sarà spinta nuovamente in avanti e lʼarma mandata in chiusura.

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Lato destro del Kel-Tec KSG. Tutte le parti plastiche, di colore verde oliva in questo esemplare fotografato in occasione dello SHOT Show 2012, sono realizzate in Zytel rinforzato in fibra di vetro. Alla culatta triangolare, in pesante acciaio, può essere applicato uno spaziatore in sintetico che funga da poggiaguancia
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Il cuore del KSG: il particolare otturatore realizzato tramite macchinari al laser dʼultima generazione, che integra pressoché tutte le parti mobili necessarie al funzionamento dellʼarma

Una volta esploso il colpo, lʼesecuzione di un nuovo ciclo comporterà lʼespulsione del bossolo esausto dalla camera di scoppio; esso si verrà a trovare libero allʼinterno della finestra dʼalimentazione/espulsione, e cadrà in basso spinto dal suo stesso peso e dalla forza di gravità. La collocazione della finestra e il sistema dʼespulsione dei bossoli esausti rendono il Kel-Tec KSG completamente ambidestro: può essere impiegato senza problema da parte di utenti mancini e destrimani, che non devono adattarsi a posizioni di tiro per loro innaturali o scomode; il tiratore può esercitarsi a sparare indipendentemente dalla spalla destra o dalla sinistra, o in situazioni dʼimpiego operativo può cambiare posizione a seconda della copertura da sfruttare senza che ciò pregiudichi la sua capacità dʼimpiegare lʼarma proficuamente; e in caso dʼemergenza si può anche far fuoco “dal fianco”, tenendo il calcio dellʼarma premuto sotto il braccio, senza che si vengano a creare intoppi o malfunzionamenti del normale ciclo dellʼarma.

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Il selettore del serbatoio: con la leva posizionata su uno dei due lati si sceglie quale serbatoio alimenterà il fucile, mentre posizionandola in maniera “neutrale” al centro si bloccherà lʼalimentazione
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Il calciolo del KSG è munito di uno spaziatore in gomma che riduce i livelli di rinculo percepiti

Il sistema di selezione dellʼalimentazione, posizionato in corrispondenza della finestrella di caricamento/espulsione, rappresenta unʼaltra innovazione del design del KSG, e lo rende particolarmente adatto allʼimpiego professionale, caratterizzato da esigenze mutevoli nei tempi che corrono, fatti di combattimenti asimmetrici in campo militare e di necessità dʼimpiego scalare della forza in campo di Pubblica Sicurezza. Nientʼaffatto complicato, questo sistema è costituito da una semplice levetta metallica a foggia di Y, realizzata con macchinari di precisione, che viene posizionata davanti all'ingresso dei due tubi di caricamento, e svolge il ruolo di “cancello”. La levetta può assumere due posizioni laterali e una centrale, o “neutra”. In questʼultima posizione bloccherà semplicemente l'apertura e lʼaccesso alle cartucce da entrambi i serbatoi, fungendo da ulteriore misura di sicurezza quando lʼarma non è in uso oppure consentendo il caricamento manuale di una cartuccia in camera; posizionato da un lato o dallʼaltro, invece, lascerà aperto, e consentirà lʼalimentazione solo da, uno dei serbatoi tubolari, chiudendo lʼaltro. Ciò permette allʼoperatore, sia egli civile o professionale (guardia giurata, agente di Polizia, o semplice cittadino che si affidi allo shotgun per la difesa abitativa o della proprietà), di caricare lʼarma al contempo con munizionamento letale e non-letale, e scegliere quale dei due impiegare col semplice movimento di un comando a seconda delle necessità del momento. Ovviamente il KSG è costruito in base a criteri di resistenza e robustezza che lo rendono in grado di gestire qualsiasi tipo di caricamento calibro 12 da 70mm o 76mm, ivi compresi i “Breacher” per lo sfondamento delle porte o altri tipi di munizioni da impiegarsi per usi di Polizia.

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Una rotaia Picatinny sul castello superiore consente lʼinstallazione di organi di puntamento metallici o opto-elettronici, in questo caso un red-dot Micro-T1 della svedese Aimpoint

Tutte le prove di tiro realizzate sinora dagli esperti statunitensi e dai pochi operatori professionali e utenti civili che hanno avuto accesso al KSG (essendo stato lanciato alla fine del 2011, la sua distribuzione non ha ancora raggiunto i massimi livelli, vista e considerata anche lʼaltissima domanda che la Kel-Tec deve soddisfare per questo e per tutti gli altri prodotti della sua gamma, che assorbe al massimo le sue capacità produttive), parrebbero confermare le prime impressioni sulla versatilità e sullʼaffidabilità dell'arma: a una capacità di rapidissima ripetizione dei colpi si affianca unʼeccellente controllabilità con qualsiasi tipo di munizionamento; lʼimpiego ambidestro non crea alcun problema e le dimensioni ridottissime rendono semplice il brandeggio anche negli spazi più ristretti; la collocazione dei comandi ne assicura lʼuso semplice e intuitivo. Alcuni degli utenti iniziali, in particolar modo civili, hanno effettivamente lamentato problemi dʼestrazione ed espulsione dei primi colpi, peraltro rapidamente risolti in sede di rodaggio, tuttʼal più con lʼapplicazione di lubrificante o con minori interventi meccanici.

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Il KSG in smontaggio da campagna: lʼintera operazione richiede pochi secondi, lʼunico attrezzo necessario è la punta di un proiettile, e consente di scomporre lʼarma in quattro componenti-base, tra cui lʼotturatore indipendente. Si notino i due perni che tengono insieme lʼarma, posizionati nei loro ritegni cavi nellʼimpugnatura in modo da non perdersi in fase di “Field-stripping”; un ulteriore disassemblaggio può essere effettuato svitando i tappi frontali dei serbatoi tubolari di caricamento con lʼimpiego di una moneta, per estrarre elevatori e molle

Anche lo smontaggio da campagna del KSG è semplice come lʼimpiego a fuoco. A otturatore aperto, si rimuovono due perni passanti situati posteriormente sul semicastello inferiore, che tengono insieme lʼarma; per rimuovere il primo si può impiegare la punta di un proiettile da fucile a canna rigata, una penna o altro strumento appuntito, per il secondo si può impiegare come attrezzo il primo.

Kel-Tec KSG
Lʼastina del fucile a pompa KSG è a sua volta realizzata in polimero, e comprende una scina MIL-STD-1913 “Picatinny” per lʼinstallazione di accessori tattici, come questo foregrip angolare di concezione Kel-Tec, ispirato allo AFG della MagPul

Una volta rimossi, essi trovano posto in due fori cavi localizzati nellʼimpugnatura, previsti appositamente per evitare di perdere queste due componenti fondamentali in fase di smontaggio da campagna. Si procede dunque a svincolare il semicastello inferiore medesimo, il calciolino, e a rimuovere lʼotturatore monolitico. Il “Field-stripping” basico, che da solo consente all'utente-base lʼaccesso a ogni parte del KSG che possa aver bisogno di pulizia, lubrificazione o intervento meccanico poco complicato in seno alle più classiche operazioni di manutenzione ordinaria, è così completo. Uno smontaggio leggermente più approfondito si può effettuare seguendo pedissequamente le istruzioni contenute nel manuale operativo, fornito in dotazione con lʼarma o scaricabile dal sito della Kel-Tec CNC Industries Inc.; tra le operazioni di disassemblaggio approfondito autorizzate per lʼutente vi è lo smontaggio dei serbatoi tubolari, che avviene svitando i due tappi frontali tramite lʼimpiego di una moneta. Per precauzione, tuttavia, lʼazienda raccomanda che ogni smontaggio più approfondito, in particolare per quanto riguarda lʼotturatore, sia da effettuarsi solo da armaioli autorizzati e competenti; ogni intervento sulle parti sensibili effettuato senza lʼassistenza di un professionista farà decadere la garanzia.

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In occasione dello SHOT Show del 2012, la Kel-Tec ha lanciato due nuove varianti del KSG ulteriormente ridotte nelle dimensioni, dedicate specificamente alle unità di Pubblica Sicurezza

In conclusione, ci sentiamo senzʼaltro di dichiarare che il Kel-Tec KSG rappresenti attualmente una delle migliori e più interessanti alternative sul mercato degli shotgun per impieghi professionali e difensivi. Aspettiamo dunque una sua importazione in Italia, che non dovrebbe presentare soverchi problemi trattandosi di un'arma a canna liscia. Dal punto di vista dell'impiego, il KSG ha molti punti di forza, prima di tutti lʼimpostazione Bull-pup che consente di mantenere una canna da diciotto pollici, con quel che ne consegue in fatto di gittata e precisione, su unʼarma lunga in tutto ventidue pollici, dunque estremamente brandeggiabile anche in spazi ristretti; lʼalta capacità, non penalizzata, come in altri modelli, dallʼassetto poco convenzionale dei serbatoi che ne rendano difficile la ricarica; e lʼimpostazione classica dellʼastina di caricamento, che non rende necessario un addestramento specifico allʼimpiego. Il KSG modello base risulterà dunque molto interessante tanto per utenti finali sul mercato civile quanto per operatori di Polizia e sicurezza privata; in particolare per il mercato professionale, infine, in occasione dello SHOT Show 2012 la Kel-Tec ha lanciato due varianti specialistiche del KSG, denominate rispettivamente “Patrol” e “Tactical”, che al prezzo di un'autonomia inferiore (due colpi in meno per il “Patrol”, quattro per il “Tactical”) offrono dimensioni ancor più ridotte e alcune componenti aggiuntive, tra cui una volata filettata per lʼinstallazione di un rompifiamma in alluminio macchinato da impiegarsi per le operazioni di sfondamento o unʼimpugnatura frontale solidale all'astina di caricamento e comprendente una sede per lʼinserimento di una torcia tattica.


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