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L'ufficio per la progettazione degli strumenti GUP KBP, con sede nella città russa di Tula ed inquadrato nel consorzio ROSTEC, non è nuovo alla progettazione e alla produzione di lanciagranate e lanciarazzi spallabili.
Oltre ad essere un importante produttore di sistemi d'addestramento per l'uso del lanciatore RPG-7 (PUS-7V), la KBP ha lanciato già alla fine degli anni '80 il modello RPO-A "Shmel", noto per la sua testata da 93mm con carica termobarica.
Più recentemente, proprio il concetto dello RPO-A "Shmel" è stato ripreso dalla KBP che ha immesso sul mercato una versione avanzata e ricaricabile, denominata RPO-M PDM-A "Shmel-M" e caricata con un razzo da 90mm.
Proprio quest'ultima variante è servita come base per lo sviluppo del lanciarazzi compatto multiuso che la KBP ha presentato per la prima volta in occasione dell'expo INTERPOLITEX dell'ottobre dell'anno scorso, e che quest'anno, grazie all'EUROSATORY di Parigi, per la prima volta veniva esposto fuori dai confini russi: lo MGK "Bur".
La sigla MGK sta per "Sistema lanciagranate compatto" (in russo: Малогабаритный Гранатомётный Комплекс), e come i suoi predecessori è stato pensato per l'uso contro il personale nemico trincerato, contro strutture con fattore di protezione non elevato e contro veicoli con corazza leggera.
Il sistema "Bur" consta essenzialmente di due componenti: l'unità di tiro e il tubo di lancio.
L'unità di tiro, realizzata in polimero, comprende il grilletto, un guardamani rastremato, una sicura manuale, un'impugnatura a pistola, ed un punto d'installazione per sistemi di puntamento ottici o optoelettronici, visori termici o all'infrarosso, telemetri laser e quant'altro, ovviamente su slitta proprietaria con sistema di aggancio e sgancio rapido.
Il tubo di lancio, apparentemente realizzato in fibra di vetro, viene fornito dall'azienda produttrice pre-caricata con una granata a razzo da 62mm in grado di ingaggiare bersagli fissi o mobili con precisione sino a circa 650 metri di distanza, contro quasi 950 metri di gittata totale.
Due tipi di carico pagante sono disponibili: uno più convenzionale, con testata a frammentazione e carica d'esplosivo ad alto potenziale (HE-FRAG); ed uno termobarico, ovvero utilizzante l'ossigeno presente nell'area-bersaglio per saturare la zona di fiamme a temperature elevatissime e generare un'onda d'urto molto potente, in grado di distruggere strutture, veicoli, ed ovviamente neutralizzare definitivamente il personale ostile in pochissimo tempo.
Col tubo di lancio montato sull'unità di tiro, il KBP MGK "Bur" risulta lungo circa 75 centimetri e pesante poco meno di cinque chili, a seconda del tipo d'ottica di puntamento utilizzata.
Si tratta senz'altro di uno dei modelli più compatti e leggeri della sua categoria, cosa che gli conferisce delle eccellenti doti di maneggevolezza, portabilità e possibilità d'utilizzo entro spazi ristretti (purché la superficie sia almeno di 30m² per evitare che la vampata posteriore risulti pericolosa).
Una volta fatto fuoco, lo MGK "Bur" può essere ricaricato: l'operazione si effettua sganciando il tubo di lancio vuoto dall'unità di tiro ed agganciandone uno nuovo. Il procedimento − che molti lettori troveranno familiare, in quanto ricalca la procedura di ricarica del lanciarazzi Panzerfaust-3 in dotazione alle Forze Armate italiane e di molti altri paesi occidentali − si effettua in pochissimi secondi e può essere portato avanti senza servente. L'unità di tiro può essere riutilizzata per cinquecento volte di fila.
Per facilitare ulteriormente il compito degli operatori, la KBP propone uno zaino che consente di trasportare, oltre all'unità di tiro con un tubo di lancio già inserito, altri tre tubi di lancio pronti.