Mil-Spec. Costruito a specifiche militari, una formuletta magica che da sempre si usa per descrivere, nella pubblicità, e quasi sempre a sproposito, qualsiasi prodotto civile che si vuole far passare per più prestante, robusto e, insomma, generalmente migliore rispetto alla media.
Nessuna categoria merceologica ne è esente. Automobili, attrezzature sportive e per il tempo libero, utensili da lavoro, nel passato persino componenti audio HI-FI…
Le armi non fanno eccezione, anzi: ogni azienda ha almeno uno se non più prodotti, da caccia, sportivi o per difesa personale, che vantano finiture, materiali o il superamento di test a norme militari. Ma al di là di tutto questo, tra gli appassionati e i tiratori che usano e prediligono le armi basate sulla piattaforma AR15, il Mil-Spec ha un significato completamente diverso da quello degli annunci pubblicitari e del marketing.
Prima di tutto, non esistono, e non possono neanche esistere armi civili basate sulla piattaforma AR15 che siano “a specifiche militari”.
Un’ordinanza è costruita in accordo ad un assieme di standard militari, che oltre il semplice progetto dell’arma (i cosiddetti TDP, Technical Data Package), riguarda ogni passo della costruzione, finitura, collaudo, gestione logistica e amministrativa, manutenzione, impiego e durata nel tempo dell’arma.
La configurazione dell’arma fa parte delle specifiche e se anche una sola parte è fuori specifica, l’intera arma lo è. Solo gli M16 e gli M4 nelle loro varianti e versioni ufficiali, sono davvero Mil-Spec.
D’altro canto, però, gli esperti di questa piattaforma hanno usato e usano il termine “Mil-Spec” liberamente, riferendosi espressamente alle armi semiautomatiche civili. E quindi?
In breve, per gli appassionati, che un Black Rifle sia Mil-Spec significa che l’arma è compatibile con tutti gli accessori, parti di ricambio, e caratteristiche specifiche contraddistinte da questa definizione; e che quindi, se ad esempio voglio sostituire la testina otturatrice, o il gruppo di scatto, so che nella mia carabina una parte Mil-Spec funzionerà perfettamente.
In più, le specifiche sono state concepite per stabilire un criterio minimo di qualità e prestazione; quindi, una parte costruita Mil-Spec garantirà anche un livello di qualità e durata che potrebbe essere ampiamente superato da una parte commerciale non a specifiche… oppure, no.
Video: Il Mil Spec nei Black Rifle
Andiamo con ordine
Colt acquista da ArmaLite il progetto AR-15 nel 1959 (che nasce a fuoco selettivo) e, a causa del poco successo iniziale delle vendite militari, pensa di offrirlo sul mercato civile in versione semiautomatica. Già dal gennaio del 1964, una versione approvata dal Dipartimento del Tesoro americano è messa in vendita come Colt AR-15 Sporter. Con quest’arma, Colt inaugura tutta una serie di modifiche che servono a rendere difficile convertire gli Sporter civili a raffica.
Senza fare una storia delle varie modifiche nei vari Sporter nel tempo, modifiche che hanno avuto l’apice assoluto da metà degli anni ’90 fino al 2004 con lo Assault Weapon Ban di Clinton, e che da allora sorprendentemente si sono via via rilassate, vediamo in linea generale in cosa consistono.
Lower Receiver: Pivot Pin sostituito da un vitone di diametro diverso e disassato, per cui è impossibile montare un upper militare; i fermi della leva di sicura fresati via; il montaggio irreversibile di un blocco di acciaio che previene l’impiego di un portaotturatore militare e del disconnettore (da fine 1989 a metà anni ’90); porzione del lower in corrispondenza del disconnettore lasciato “pieno”.
Scatto e sicura manuale: tutte le parti modificate o realizzate appositamente, con i perni (dal 1991 a fine 2009) di diametro maggiorato.
Upper: mancanza del Sear Cut davanti al Take Down pin per consentire il corretto funzionamento del disconnettore a raffica; disassamento della sede del Pivot Pin; sulla presa di gas (FSB), l’attacco della baionetta è tagliata via.
Portaotturatore: modificato nella parte posteriore inferiore in vari modi fino addirittura a tagliarlo completamente, con la porzione dietro al percussore ulteriormente fresata per prevenire una modifica con raffica slam fire.
Canna: cameratura per il .223 Remington anziché il 5.56 NATO, passo di rigatura diversa, nel caso dell’M4, canna da 16” anziché 14.5”; dal 1994 fino a pochi anni fa, nessuna filettatura in volata, salvo i modelli LE.
Non tutte queste modifiche sono presenti contemporaneamente.
La definizione “Mil Spec” relativa agli AR nasce nel momento in cui, scaduti i brevetti Stoner e Colt nel 1977, sul mercato statunitense cominciano ad apparire le armi basate sul disegno generale AR-15. Alla fine del 1977 lo AR-15 non è un’arma poi così popolare o diffusa: il numero totale di Colt Sporter – le uniche armi AR disponibili - venduti dal ‘64 al ‘77 è di 79,433 unità (nel mondo!). Paradossalmente, è la concorrenza che renderà nettamente più popolare gli AR di Colt, che a cominciare dal 1979, venderà esponenzialmente più armi di quanto abbia mai fatto prima.
Tra il 1977 e il ‘79 appaiono sul mercato, a fianco alla relativamente esigua disponibilità di parti originali militari (surplus, parti usate e ricambi “overrun” di contratti militari di Colt, Hydra-Matic, Harrington-Richards e altri), una grande quantità di parti copiate offerte da piccoli produttori indipendenti (Sarco, Gunsmoke Enterprises, Nesard…). La compatibilità tra le varie parti è quanto meno dubbia, così come la qualità, che varia dal mediocre al pessimo. Allo stesso tempo, altri produttori offrono sul mercato l’unica parte, fino a quel momento assente, che consente la produzione di armi AR-15: il lower receiver solo semiautomatico, che per la legge USA, costituisce l’arma. Gli AR non-Colt in questo periodo sono tutti “kit guns” e sono di bassa qualità. Sono società come SGW (che poi diventerà Olympic), Sendra, Quality Parts Company (poi Bushmaster) che forniscono parti e kit, e poi, a partire dal 1980, armi complete; “AR-15” è un marchio registrato di Colt ancora oggi, per cui le denominazioni sono abbastanza fantasiose, ad esempio Bushmaster con i suoi XM15.
È fondamentale notare che tutte le armi non-Colt prodotte non sono basate sui modelli civili di Colt, e pertanto non seguono nemmeno il pattern Colt di modifiche per la differenziazione dai modelli militari. Anzi; useranno per quanto possibile, e per quanto concesso dal BATF (Bureau of Alcohol, Tobacco and Firearms) il pattern “militare”, rendendo possibile l’uso di parti militari, come gli upper receiver, e in alcuni casi modificate per renderle capaci solo del tiro semiautomatico.
Ad esempio, il cane, con l’appendice posteriore per l’aggancio al disconnettore a raffica fresato via, e il portaotturatore, fresato nella parte posteriore per lo stesso motivo.
Ma già dai primi anni ’80, grazie al meccanismo delle gare di appalto militari per ricambi e accessori, molte delle specifiche più generiche furono pubblicate, e addirittura di volta in volta intere porzioni del TDP sono state consegnate a più produttori, che dal canto loro hanno ridisegnato più e più volte i progetti delle singole parti. Una miriade di aziende, vicine agli ambienti militari, ha avuto modo di visionare e trarre vantaggio dal TDP di Colt. Persino l’intero TDP Colt dello M4 è stato improvvidamente elargito ad oltre 20 aziende per la gara degli accessori SOPMOD.
Nei primi anni 90 si delinea una situazione “particolare” … il fenomeno AR-15 è ormai esploso, con oltre un milione e mezzo di armi vendute (ben 590.000 solo di Colt), e il TDP è stato silenziosamente passato di produttore in produttore, con il risultato che tutte le parti prodotte da queste aziende sono “misteriosamente” compatibili tra loro. Si creano liste di armi ed accessori che “seguono le specifiche”, che sono quindi “Mil-Spec”.
Gli appassionati compilano in questo periodo una lista delle caratteristiche “Mil-Spec”, che rappresentano i requisiti più desiderati, che alleghiamo a questo articolo. E poi, esplode il famoso Assault Weapon Ban del 1994, che ha fatto vendere più “armi d’assalto” di qualsiasi altra cosa facendo letteralmente arrivare a vendere milioni di armi alla sua scadenza, portando agli attuali 10-15 milioni di AR nei soli Stati Uniti. Il Black Rifle è stato poi costruito in molti altri Paesi – compreso il nostro – con ulteriori milioni di esemplari nel mondo. Oggi, i produttori di accessori, parti di ricambio e armi complete che dichiarano l’eventuale rispondenza “Mil-Spec” non lo fanno per richiamo pubblicitario ma semplicemente per stabilirne la compatibilità.
Concludendo, avere un Black Rifle che abbia più caratteristiche “Mil-Spec” possibile non significa avere un prodotto migliore, ma semplicemente più compatibile; esistono moltissime armi che possiamo definire “spin-off” della piattaforma AR-15, ma che se ne discostano notevolmente, come gli HK MR223, SIG Sauer 516 e gli MCX, i POF-Usa, Ruger SR-556… non certo per questo sono peggiori, anzi.
Nella tabella a fianco trovate l’elenco delle caratteristiche “Mil-Spec” per Black Rifle, piattaforma AR-15 e M4 civili; queste sono le caratteristiche più importanti per mantenere la compatibilità “Mil-Spec”. Si può andare ben più in profondità (ad esempio, per quanto riguarda i perni conici del FSB), ma si esce dagli scopi divulgativi dell’articolo!
Caratteristiche “Mil-Spec” per Black Rifle (piattaforma AR-15 e M4 civili)
Otturatore | realizzato in acciaio trattato con pallinatura e verificato al magnetoscopio (MPI) e successivamente sottoposto a prova di pressione forzata (HPT); finitura fosfatata tipo M (al manganese); estrattore con molla a 5 spire, inserto nero O-ring |
Portaotturatore | con cromatura a spessore all'interno della sede otturatore e del Gas Key, finitura fosfatata tipo M, con le due viti di montaggio del Gas Key correttamente crimpate, nessuna fresatura nella parte posteriore |
Canna | interamente fosfatata tipo M prima del montaggio del FSB, con camera di cartuccia e anima cromata a spessore, camera con quote 5.56, verificata al magnetoscopio (MPI) e successivamente sottoposta a pressione forzata (HPT), con filettatura in pollici 1/2x28" in volata per lo spegnifiamma; il gruppo presa gas (FSB) deve essere marcato "F" per gli upper flat top e avere l'attacco per la baionetta. |
Upper receiver | (tutti i tipi) forgiato in Ergal 7075-T6 e finitura esterna anodizzata secondo MIL-A-8625E Tipo III nera opaca o grigia opaca, e finitura interna in lubrificante solido in film secondo MIL-L-8937D; i perni Pivot e Take down di tipo standard (non colt); fresature M4 per la rampa di alimentazione del Barrel Extension; fresatura nella parte inferiore Sear Relief Cut. |
Lower receiver | (tutti i tipi) forgiato in Ergal 70-75-T6 e finitura esterna anodizzata secondo MIL-A-8625E Tipo III, diametro dei perni del FCG (scatto) standard di .154". Nessuna modifica che blocchi l'uso dei portaotturatori M16; perni Pivot e take down di tipo standard (non colt). Il lower receiver extension, o buffer tube, deve essere in ergal 7075-T6, interamente ottenuto per asportazione di truciolo, 5 posizioni, fori per l'evacuazione dell'acqua, avere fondello dritto e un diametro di 1.14". Per confronto, un buffer tube commercial ha il diametro di 1.17", non è interamente macchinato, e ha generalmente il fondello inclinato. Il buffer tube deve usare un dado a castello con blocco. |