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La divisione GDATP (“Armament and Technical Products”) della General Dynamics, impegnata nello sviluppo di sistemi d'arma per la fanteria, è da sempre impegnata in prima linea nellʼanalizzare le necessità del combattente e fornire a esse una risposta pronta e affidabile. In occasione dellʼexpo “NDIA Joint Armaments Conference, Exhibition & Firing Demonstration”, tenutasi dal 15 al 17 maggio scorsi presso Seattle (WA - U.S.A.), la GDATP ha presentato la sua soluzione a un problema alquanto sentito dagli operatori militari statunitensi impegnati in Afghanistan: la mancanza di unʼarma di supporto di squadra con maggiore gittata, in grado di ingaggiare con efficacia bersagli anche oltre i mille metri (distanze incontrate non di rado tra le montagne e nelle pianure dellʼAsia centrale) mantenendo un sicuro potere dʼarresto, e restando leggera e pratica da portare in spalla, in modo da risultare disponibile alle truppe appiedate che spesso non possono contare sullʼappoggio delle mitragliatrici calibro .50/12,7x99mm, tipo Browning e altre, montate su fuoristrada HMMWV e altri veicoli che il più delle volte hanno soverchi problemi ad arrampicarsi sui sentieri di montagna afghani. La soluzione è stata denominata LWMMG: “Lightweight Medium Machinegun” (mitragliatrice media alleggerita).
Sviluppata in un arco di tempo inferiore allʼanno, la LWMMG è una mitragliatrice dʼappoggio a impiego generale funzionante a sfruttamento diretto del rinculo basata su un sistema di funzionamento proprietario (e non, come inizialmente speculato, una versione modificata della FN MAG/M-240B), con pacchetto di scatto a fuoco selettivo (che consente il tiro semi-automatico o a raffica libera) e schema dei comandi ripensato in termini di praticità ed ergonomia. Lʼarma deriva la sua denominazione dal largo impiego di leghe metalliche ad alta tecnologia e materiali di sintesi nella sua costruzione, che in congiunzione col calciolo collassabile contribuiscono a mantenere il peso totale dellʼarma entro gli 11 kg.; veramente pochissimi per un sistema che a pieno carico impiega un nastro da duecento colpi calibro .338-Norma Magnum, una munizione decisamente inusuale per una mitragliatrice, ma senzʼaltro valida per quanto riguarda gittata e potere dʼarresto, di gran lunga superiore per prestazioni al canonico 7,62x51mm-NATO.
Lunga un metro e ventiquattro centimetri, con una canna da 24 pollici (60,9 cm), la LWMMG è in grado di sparare queste munizioni da 300 grani sinora “confinate” allʼimpiego su fucili di precisione a una gittata massima di oltre 5000 metri e una portata utile di 1700 m: a un chilometro, la LWMMG resta in grado di perforare un veicolo con blindatura leggera o un giubbotto antiproiettile di classe III, di fatto colmando il gap esistente tra le armi di supporto leggero e le mitragliatrici pesanti. La velocità ciclica relativamente bassa, 500 colpi/minuto, contribuisce a mantenere lʼarma controllabile e ridurre il consumo di munizioni e il riscaldamento della canna (che pure è del tipo a sgancio rapido, onde poter procedere velocemente a unʼeventuale sostituzione). Priva di organi di mira metallici, la LWMMG della General Dynamics viene fornita di una rotaia MIL-STD-1913 “Picatinny” lungo il castello superiore per lʼinstallazione di ottiche di puntamento; altri accessori possono essere installati ai due lati dellʼastina e sotto di essa per il tramite di scine Picatinny di lunghezza inferiore. La compatibilità con vari tipi dʼinterfaccia tra cui i treppiedi M192 e altre consente di installare lʼarma su veicoli e altri tipi di supporto fisso.