ARX160: Beretta sceglie il polimero

Nel Marzo 2009, superate di slancio le prove di omologazione presso lʼEI, fu ufficializzata lʼadozione del nuovo fucile dʼassalto ARX160 con una cerimonia tenuta presso l’Ufficio Tecnico Territoriale degli Armamenti Terrestri di Nettuno.

Lʼarma, testata in Afghanistan lo stesso anno da unità scelte dell'EI, ha ricevuto report lusinghieri, che hanno indotto Beretta, nel 2010, alla produzione di una versione speciale, lʼARX160SF.

Nel maggio del 2011, il 16° Stormo dellʼAeronautica Militare Italiana, sito a Martina Franca, è stato il primo ente operativo a ricevere ufficialmente in dotazione l'ARX160.

L’arma non ha più le linee fin troppo spigolose dell’AR70/90, ed è dotata di due canne: quella standard da 16” e una da 12” “per impieghi speciali”.

Beretta ARX160  
Il futuro e il presente in 5.56 di casa Beretta a confronto: ARX160 e SC70/90

Dotate di uno spegnifiamma con 5 sfoghi radiali superiori e la parte inferiore chiusa, caratteristica oramai diventata molto comune nelle armi occidentali per evitare, nel tiro da terra, di sollevare nuvole di polvere rivelatrici della posizione del tiratore, sono realizzate per rotomartellatura a freddo, hanno l’anima cromata e una rigatura a 6 principi destrorsi con passo 1:7 ottimizzata munizioni 5.56 NATO. L’ARX160 può essere riconfigurato per il CQB sul campo e dall’operatore stesso montando la canna da 12”. La cosa si ottiene tramite l’azionamento di due pulsanti che si trovano sul fusto: abbassandoli entrambi la canna viene sfilata dalla parte anteriore completa di gruppo gas e di barrel extension.

A circa metà della canna troviamo il gruppo presa gas da cui sporge un corto pistoncino.

LʼARX160 usufruisce di un sistema a recupero di gas con pistone a corsa corta modificato, meccanica riscoperta con ottimi risultati in armi recenti come l’H&K G36, ma che ha padri illustri come la M1 Carbine o lʼM14.

Beretta ARX160  
Lo ARX160 nella versione sviluppata per il programma Soldato Futuro dell’Esercito Italiano. È dotato di ottica ICWS e di lanciagranata GLX160, a sua volta dotato di collimatore GLFCS

Questa soluzione facilita il cambio della canna, perchè sull’ARX160 l’asta di armamento è assente, sostituita da un prolungamento monolitico integrale con il portaotturatore, con il vantaggio ulteriore di spostare le masse in movimento in avanti rispetto alla camera di cartuccia.

Altri vantaggi di questo sistema sono la mancanza di vincoli tra canna e il sistema gas, che evita interferenze con il regime vibrazionale della canna e scadimenti della precisione dell’arma, o che gas caldi e residui di varia natura vengano soffiati direttamente nell’azione.

Beretta ARX160  
Vista laterale destra della versione con canna da 12” e calcio in apertura
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Vista laterale della versione con canna da 12” e calcio in chiusura

La canna, dalla parte della culatta, come già accennato, è provvista di barrel extension contenente le mortise di chiusura, unica altra parte, assieme a canna e otturatore, sottoposta ad alte pressioni. L’otturatore vero e proprio presenta sette alette di chiusura disposte radialmente, secondo l’ormai classico schema Stoner, più altre due alette di rinforzo presenti sugli estrattori.

Il plurale nella parola “estrattori” non è un errore: l’otturatore dell’ARX160 ne ha ben DUE, uno per lato, situati rispettivamente a ore 9 e ore 3. Spicca per la sua assenza, invece, l’espulsore.

Gli estrattori sono ciascuno caricati da una molla e da un’asta di rinvio che sporge posteriormente. Nel momento in cui avviene l’apertura dell'otturatore, la cartuccia viene trattenuta da ENTRAMBI gli estrattori agganciati al fondello. Quando l’otturatore arretra, una delle due aste posteriori incontra una piastrina metallica collocata posteriormente nel castello e viene compressa, provocando il movimento in avanti di un'estrattore. La cartuccia, non essendo più trattenuta da un lato del rim, si muove dalla parte opposta, spinta dall’estrattore opposto che ora funge da espulsore, e viene eiettata dall'arma con un angolo di circa 45° in basso e in avanti. A seconda del posizionamento della piastrina si ha l’espulsione da un lato o dall’altro.

Beretta ARX160  
Smontaggio da campagna dellʼarma

L’otturatore è un massello di acciaio lavorato CNC che ospita al suo interno il percussore e reca longitudinalmente delle fresature che servono sia a evitare che la morchia possa bloccare il movimento dell’otturatore sia a trasformare, tramite camma, il movimento traslante del porta otturatore in un movimento rotatorio dell’otturatore stesso.

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Vista della testa dellʼotturatore. Si noti la posizione longitudinale della manetta di armamento, indispensabile per lo smontaggio, e la protuberanza del corpo del portaotturatore

Il portaotturatore si sviluppa notevolmente in lunghezza: anteriormente questo è dovuto al fatto che la lunga protuberanza piatta sostituisce l’asta di armamento e riceve l’impulso dato dal pistoncino del sistema gas, accumulando la necessaria inerzia per il funzionamento. Superiormente la massa del porta otturatore alloggia molla e asta guida molla, mentre la lunga porzione posteriore, dalle pareti esterne lisce e squadrate, alloggia l’otturatore vero e proprio.

Appena dietro la testina dell’otturatore, il porta otturatore reca la piccola manetta di armamento. Il castello, interamente realizzato in tecnopolimero color antracite antiriflesso, si può dividere in due sottogruppi principali: il semicastello superiore che ingloba anche l’astina e ha fissata la calciatura ripiegabile e regolabile, e il semicastello inferiore con il gruppo scatto e il pozzetto del caricatore.

Beretta ARX160 
Parte posteriore del portaotturatore, con le aste che agiscono sui due estrattori che sporgono

Sbloccato il calcio e ripiegatolo sul lato dell’arma, si può accedere alla leva di smontaggio; basculando il semicastello superiore si può rimuovere l’otturatore e liberare completamente il semicastello inferiore. Sorprendentemente l'otturatore non scorre su rotaie metalliche annegate nel polimero, ma sul polimero stesso, grazie alla scelta di un materiale di derivazione aerospaziale capace di notevole resistenza allo sfregamento.

Le forme prive di spigoli del castello servono a evitare la formazione di cricche nel polimero. Lʼarma reca superiormente una rotaia Picatinny in alluminio a tutta lunghezza, mentre l’astina reca numerose feritoie ovali per la ventilazione della canna.

Lateralmente, proprio dietro al gruppo gas, ci sono altre due piccole rotaie Picatinny, sempre in lega di alluminio e una quarta è montata inferiormente per tutta la lunghezza dell’astina.

Beretta ARX160   
Particolare del gruppo di scatto e dellʼalloggiamento del caricatore

La parte terminale di quest’ultima è un semplice “T rail” proprietario e serve per l’aggancio del lanciagranate da 40 mm GLX160.

Le mire tradizionali, di tipologia “flip up”, sono considerate dall'Esercito Italiano mire di backup e non più sistema di mira primario.

Il mirino anteriore, a palo, è registrabile in altezza e deriva, la mira posteriore, a “disco e diottra”, presenta un disco dotato di aperture preimpostate che, ruotato sulla distanza voluta, consente di ingaggiare bersagli fino alla distanza massima di 600 metri.

Appena dietro la radice dell’astina, dove comincia il castello vero e proprio, troviamo i due bottoni simmetricamente disposti ai lati per lo smontaggio rapido della canna e uno dei 6 punti di aggancio per la cinghia in dotazione all’arma.

Beretta ARX160  
Vista laterale della versione standard con installato il lanciagranate GLX160

Una delle caratteristiche che colpiscono di più osservando l’arma è il castello con la doppia finestra di espulsione. Circa a metà di ciascuna finestra è presente una rientranza: serve a marcare il punto dove posizionare la manetta d’armamento per poterla posizionare da uno dei due lati: allineando la manetta al riferimento e TRAZIONANDOLA verso l’esterno si blocca l’otturatore e la manetta è libera di girare di 180°.

Beretta ARX160 
Lo spegnifiamma dellʼARX160. Le fessure dietro gli sfoghi principali servono per accentuare lʼeffetto smorzatore di rilevamento

Basta portarla dal lato voluto e SPINGERLA di nuovo in posizione per bloccarla. La doppia finestra, apparentemente, offre un doppio ingresso alla sporcizia durante l’uso operativo, ma analogamente a quanto fatto per il G36, le pareti lisce e piatte del portaotturatore dell’ARX160 scorrono a filo delle finestre di espulsione, sigillandole.

Posizionato proprio davanti alla cerniera sul lato destro e al bottone di sgancio per ripiegare il calcio sul lato sinistro, troviamo il foro che serve per azionare il selettore del lato di espulsione dei bossoli.

Realizzato in polimero e sagomato come una grossa L, il calcio dell’ARX160 è costituito da due profilati in polimero che scorrono l’uno dentro l’altro.

Quello anteriore è incernierato per poter ruotare il calcio in chiusura. La rotazione è congegnata in modo da non ostruire la finestra di espulsione.

Beretta ARX160  
Il mirino di emergenza anteriore ripiegabile in polimero, registrabile in altezza

Il tiratore, inoltre, può modificare la LUNGHEZZA della calciatura agendo su un pulsante sotto la calciatura, bloccandola su 4 differenti posizioni per adattarla alla presenza di protezioni balistiche.

Il calciolo si può estrarre completamente dalla parte posteriore della calciatura, rivelando l’esistenza di un compartimento tubolare di stivaggio per batterie o kit di manutenzione.

Il castello inferiore contiene il gruppo scatto e il pozzetto del caricatore. La particolarità dell’ARX160 è che lo sgancio non solo è attuabile con la pressione del dito indice da entrambi i lati dell’arma, ma anche attraverso un pulsante multifunzione presente alla base della guardia del grilletto. Lo stesso pulsante ha un’appendice che sporge leggermente all’INTERNO della guardia del grilletto: se quest’appendice viene premuta con l’indice, sblocca l’otturatore rimasto aperto dopo l’ultimo colpo.

Beretta ARX160  
Mira dʼemergenza posteriore, con la diottra a disco, in posizione di tiro

Per evitare sganci accidentali ciascun pulsante è protetto da costolature ricavate direttamente dal polimero. Il caricatore è lo stesso dell’AR70/90 da 30 colpi STANAG 4179.

Il gruppo scatto è singola azione a cane interno con selezione della modalità di  fuoco; il selettore, presente su entrambi i lati, ruota complessivamente di soli 90° per una migliore ergonomia e ha solo tre posizioni: sicura, marcata dalla lettera “S”, colpo singolo, contrassegnata dal numero “1”, e raffica, contrassegnata dalla lettera “R”.

Il semicastello presenta un’impugnatura a pistola di forma piuttosto semplice e pulita, recante uno zigrino sui fianchi e delle scanalature verticali sul backstrap. L’impugnatura è cava e chiusa inferiormente da uno sportellino, punto di stivaggio per il kit di pulizia dell’arma.

Beretta ARX160  
Tiro a raffica nel tunnel di prova nella sede Beretta a Gardone Val Trompia. Nella foto ci sono tre bossoli in volo ma lʼarma non accenna a muoversi


La Prova a Fuoco

La prova a fuoco si è svolta presso il poligono coperto della Beretta a Gardone Val Trompia, dotato di linee di tiro fino a 100 metri.

L’arma si rivela compatta, leggera, facile da imbracciare, piacevolmente sbilanciata in avanti. L’impugnatura a pistola offre una salda presa e rende istintivo il puntamento.

Beretta ARX160  
Sezione centrale dellʼARX160: i comandi sul lato sinistro dellʼarma sono la sicura-selettore di fuoco e, immediatamente davanti al ponticello, il bottone di sgancio del caricatore, entrambi ambidestri
Beretta ARX160  
ARX160 con lʼotturatore in posizione aperta, per evidenziare la presenza delle due finestre di espulsione, una per lato

La mano debole trova la giusta collocazione, appena davanti al caricatore, sulla copertura in polimero che copre il rail sotto l’astina anteriore. Le scanalature presenti sull'astina consentono una presa agevole e salda. Il calcio si regola facilmente grazie al sistema di ritegno del calciolo. Negli esemplari di serie gli scatti del selettore sono stati sensibilmente migliorati, e anche con le mani guantate è facile selezionare la modalità di fuoco desiderata. Il disegno del selettore permette il suo azionamento senza muovere minimamente la presa della mano forte sull’impugnatura.


Con le armi messe in sicurezza, simuliamo delle irruzioni usando le porte di accesso alle linee di tiro: l’arma va in punteria con immediatezza, i cambiamenti di fronte per coprire i settori ai lati dell’entrata sono fatti senza alcuno sforzo. Anche il cambio di impugnatura è agevole, grazie al buon bilanciamento, all’assenza di spigoli vivi e al peso ridotto di entrambe le versioni.

Il dito indice trova istintivamente il bottone di sgancio anche per chi, come noi, è abituato all’ergonomia degli AR15.

Beretta ARX160  
Uno dei rail Picatinny di cui lʼarma è munita, per consentire lʼaggancio di eventuali accessori

Il pozzetto del caricatore, invece, è decisamente migliore di quello di un AR15: le morbide curve nel polimero offrono un ampio invito rendendo facile l’inserimento del caricatore in velocità.

Sull’ARX160 è possibile fare tutto con il dito indice della mano forte, alla cui portata, oltre al grilletto, si trovano sia il bottone di sgancio laterale che il bottone interno alla guardia del grilletto che manda in chiusura l’otturatore, rendendo possibile al tiratore economizzare al massimo i movimenti lasciandolo concentrato sul settore di tiro davanti a sé.

Riempiamo un numero cospicuo di caricatori e cominciamo. La cameratura della prima cartuccia avviene in maniera morbida e senza impuntature, al punto di dover controllare se l’arma è pronta al fuoco più di una volta. Invece l’alimentazione avviene sempre, segno che l’ARX160 non maltratta le cartucce.

Beretta ARX160  
Pozzetto del caricatore dellʼARX160. Visibile, nella parte inferiore del ponticello, il bottone multifunzione che serve per lo sgancio caricatore e per bloccare lʼotturatore in apertura

Lo scatto è netto, con una lunga precorsa e un lieve collasso di retroscatto.

Il polimero dellʼARX160 assorbe il rinculo dando una confortante sensazione di docilità nonostante il kg in meno rispetto all’AR70/90. L’ARX160 si rivela incredibilmente stabile: in semiauto, esplodendo in rapidissima successione una decina di colpi, riusciamo e tenere mirino e diottra allineati e a martellare il bersaglio a una cinquantina di metri davanti a noi. Mettiamo il selettore su “full auto”: la cadenza di tiro ci permette di tirare raffiche controllate di tre colpi con facilità. Anche in questo caso riusciamo a tenere allineate le mire, perché le vibrazioni indotte dall’arma vengono smorzate dal polimero.

Beretta ARX160 
Calcio aperto e calciolo regolabile in estensione bloccato in una delle posizioni possibili, per adattarlo alla corporatura e allʼequipaggiamento del tiratore

Spariamo raffiche di tre colpi avanzando lentamente verso il bersaglio per quattro o cinque passi, simulando così un fuoco di copertura: gli impatti disegnano un cono di apertura ridotta, il movimento non induce problemi di controllo dell’arma durante la raffica grazie all’ergonomia indovinata.

Ripetiamo tutte le prove con l’ARX160 corto: anche con 4 pollici in meno di canna il rilevamento non aumenta e l’arma rimane controllabile. Proviamo a sparare a in “full auto” tre caricatori da 30 di seguito, dando una bella scaldata alla canna da 12”: non arriva alcun calore alle mani, si vede solo il fumo dell’olio presente nell’arma levarsi in volute grigiastre dalle feritoie dell’astina, mentre il polimero dell’ARX160 non fa una piega. Mettiamo il bersaglio agli 80 m, dove i riflettori presenti in galleria possono illuminare efficacemente il bersaglio e montiamo al volo un’ottica Burris 4x con reticolo centrale illuminabile sull'ARX160 con canna da 16”.

Beretta ARX160  
Calcio in fase di chiusura. In questo modo è visibile la piastra di aggancio che unisce la parte superiore dellʼarma al gruppo inferiore che contiene lo scatto

Tirando con il solo appoggio anteriore, l’arma raggruppa in maniera piuttosto costante e riproducibile denunciando, di quando in quando, la sindrome da primo colpo.

Avviciniamo il bersaglio ai 25 m e tiriamo raffiche di 5 colpi usando cartucce SS109  con le stesse modalità del tiro agli 80 m: anche qui i raggruppamenti sono soddisfacenti, con una leggera dispersione degli impatti.

Per lo smontaggio da campagna dell’ARX160 si procede come segue: dopo aver verificato che l’arma sia scarica, la si mette in sicura, si porta l’otturatore all’altezza della rientranza sulla finestra di espulsione e si tira la manetta di armamento verso l’esterno, sbloccandola e ruotandola in maniera che sia in linea con l’asse di traslazione dell’otturatore. Si chiude sul lato destro la calciatura scoprendo la piastra di svincolo posteriore.

Avendo l’accortezza di azionare il selettore oltre il punto in cui l’arma è in sicura, si preme la piastra di svincolo sganciando il gruppo scatto inferiore, che ora può ruotare verso il basso ed essere separato dall’arma. Per completare lo smontaggio si estrae il gruppo otturatore: restano così solo tre sottogruppi, che semplificano grandemente la manutenzione.

Conclusioni

L’arma di base si adatta a tutte le esigenze del soldato di fanteria con soluzioni semplici e intelligenti, la manutenzione appare poco difficoltosa. Per ergonomia e flessibilità è perfettamente in grado di tenere testa alle concorrenti europee e statunitensi, dandoci decisamente l’impressione che stavolta i nostri ragazzi con le stellette verranno dotati di uno strumento adatto a svolgere i compiti che l’Esercito gli chiede.

SCHEDA TECNICA

Produttore  

 Beretta Defense Technologies – Via Pietro Beretta, 18
Gardone Val Trompia (BS), Italia  - www.berettadefence.com

Modello 

 ARX160

Tipologia

 Fucile d'assalto modulare a fuoco selettivo (colpo singolo e raffica)

Cadenza di tiro

 650 colpi/min

Calibro

 5,56mm x45 NATO

Chiusura     

 Funzionamento a recupero di gas tramite pistone a corsa corta con otturatore          rotante

Canna

 Da 12” e 16” (305 e 406 mm) con passo 1:7, anima cromata

Alimentazione 

 Caricatore bifilare compatibile STANAG 4179 da 30 colpi

Scatto

 Singola azione ad otturatore chiuso con cane interno, a fuoco selettivo (colpo singolo e raffica libera)

Sicure

 Manuale sul selettore che interviene sulla catena di scatto

Organi 

di mira

 Mire metalliche ribaltabili amovibili, slitte standard Picatinny 1913 per collimatori ottici

Materiali  e finiture

 Canna, otturatore e dettagli in acciaio, semicastelli e calciatura in tecnopolimero caricato con elementi strutturali metallici, slitte Picatinny in lega di alluminio

Lunghezza totale

 Con canna da 16”, 900mm con calciatura aperta, 820 mm con calciatura chiusa, 700 mm con calciatura piegata sul lato

Peso a vuoto

 3000 g


Gallerie fotografiche