Le ragioni operative di questa necessità sono diverse, una delle principali è il mantenimento dell’anonimità, durante operazioni coperte dietro le linee nemiche, di un gruppo di operatori delle forze speciali, anonimità che verrebbe meno con il rinvenimento di bossoli di armi in calibro diverso da quelle del nemico. Inoltre per una squadra di Forze Speciali che debba operare a lungo senza rifornimenti poter usare munizioni e caricatori rinvenuti sul posto, come successe durante l’assedio di Tora Bora in Afghanistan, sarebbe un vantaggio logistico non da poco.
Gli Statunitensi, per rispondere i requisiti del programma SPC, produssero un’arma totalmente nuova, il KAC SR47, un M4 pesantemente ridisegnato in moltissime componenti che lasciava intatta soltanto l’ottima ergonomia dei comandi della creatura di Stoner.
Beretta, invece, ha potuto approfittare del disegno completamente modulare dell’ARX160 e della flessibilità del sistema operativo di quest’arma per introdurre una conversione che, senza stravolgere il disegno generale e senza dover creare un’arma apposita, ma anzi mantenendo gran parte dei pezzi della versione in 5.56, rende l’arma polimerica “made in Gardone” non solo in grado di sparare il calibro sovietico ma di accettare i caricatori standard dell’AK47 senza doverli modificare.
Era una possibilità già annunciata da Beretta quando, nel marzo del 2009, aveva presentato l’arma all’UTTAT, assieme a un altro calibro per operazioni speciali, il 6,8 SPC.
Ora questa possibilità è diventata una realtà concreta.
L’arma in 5.56 viene convertita nel nuovo calibro cambiando la canna, il gruppo otturatore e il piccolo semicastello inferiore che include il gruppo scatto, l’impugnatura e il pozzetto del caricatore con l’aggancio modificato per i caricatori del AK47.
L’operazione, vista la semplicità e la modularità dell’ARX160, può essere fatta sul campo dal soldato stesso, con l’accortezza di ritarare le mire per la nuova munizione, e mantenendo la memoria muscolare per operare il fucile, risparmiando quindi sui costi d’addestramento che occorrerebbero per un nuovo sistema.