L’interpretazione corretta della sigla commerciale è la seguente: le prime due lettere indicano la destinazione d’uso principale e, in lingua inglese, possono comporre la formula “Police Pistol”, cioè “Pistola da Polizia”; la lettera “Q”, indica invece la particolare tipologia dello scatto denominato “Quickdefence”, traducibile con la formula “rapida difesa” o “pronta difesa”.
La sigla “M2” si può tradurre in “Modello 2”, cioè dotato di sgancio caricatore a pulsante, reversibile, posto sommariamente in corrispondenza del punto di incontro tra l’impugnatura e la guardia del grilletto.
La PPQ è prodotta in versione “full size” con canna da 5” o in versione standard con canna da 4” ed ha le seguenti caratteristiche di ingombro e peso: 18 cm di lunghezza totale, altezza di 13,5 cm, spessore di 3,4 cm. Il peso, con caricatore vuoto inserito, è pari a 710g.
Cambiando i dorsalini variano le dimensioni dell’impugnatura: in configurazione standard i valori, espressi in mm, relativi alla misurazione della circonferenza alla sommità e alla base dell’impugnatura sono rispettivamente di 134/140; con il dorsalino piccolo di 132/137; con quello più grande di 142/144.
Si tratta di pistole semiautomatiche con fusto polimerico con slitta porta-accessori tipo MIL-STD-1913, caricatore standard da 15 colpi, sistema di chiusura “stabile” tipo Browning-Petter modificato, percussore lanciato con sistema di scatto ad azione singola, sicure al grilletto, al disconnettore, al percussore.
Il colpo camerato viene segnalato, visivamente ed al tatto, dalla possente unghia estrattrice.
Le armi sono commercializzate nei calibri 9x19 Parabellum, 9x21 IMI, .40 S&W.
L’ispezione visiva dell’esemplare di prova, oltre ad evidenziare il perfetto stato di manutenzione, ci ha permesso di apprezzare in modo particolare la qualità delle finiture ed anche il manuale d’istruzioni è davvero completo ed esaustivo.
Le manipolazioni in bianco hanno permesso invece di apprezzare la funzionalità ergonomica del prodotto soprattutto per quanto concerne le manovre di carico, con una salda presa del carrello e di inserimento del serbatoio, grazie al pozzetto di inserimento ben conformato, che favorisce la manovra intuitiva.
Il pulsante di sgancio del serbatoio è di buone dimensioni e posizionato in modo da essere facilmente raggiungibile, anche da chi ha mani piccole, con il pollice della mano forte ma, almeno nell’esemplare utilizzato, è risultato assai leggero.
Fondamentale invece l’ausilio del manuale professionale di manutenzione per armieri per comprendere l’esatto disegno del particolare sistema di scatto in singola azione, che già nelle manipolazioni in bianco ha fatto nascere un dibattito relativo ai correlati vantaggi e svantaggi.
La corsa totale del grilletto è di 7mm; la precorsa ha una lunghezza di 5mm e, per annullarla, necessita di una pressione pari a circa 1,5Kg; esercitando una pressione di 2,5Kg si fa partire il colpo dopo un’ulteriore corsa di 1mm. Il collasso al retroscatto è di 1mm circa e, dopo aver raggiunto il punto di fine-corsa, basta rilasciare il grilletto di soli 2,5mm per raggiungere nuovamente il punto di sgancio.
La precorsa, molto fluida, si riesce ad annullare agevolmente ed intuitivamente ma la differenza di peso con la seconda corsa, pari ad 1 Kg soltanto, se da una parte avvantaggia decisamente l’elevata celerità di tiro, dall’altra rende più difficile la gestione delle scatto sotto stress. Il rischio? La partenza di colpi non intenzionali.
Prova pratica di tiro
Per verificare l’esattezza di questa precisa ipotesi è stato deciso di affidare l’arma a tiratori di diversa esperienza e sensibilità, seguendo il protocollo di prova di Tirooperativo.it che prevede esercizi che sottopongono a particolare stress la fase di ingaggio bersaglio alla luce degli studi fatti sulla dinamica degli scontri a fuoco.
Altra particolarità costruttiva della PPQ M2 la camera di scoppio, del tipo bi-conico con risalto, conformata in modo tale da migliorare l’espulsione dei gas verso la volata, riducendo la quantità di residui di sparo che fuoriescono dalla culatta a beneficio della pulizia dell’arma e dell’affidabilità.
I bossoli di risulta riportano conseguentemente, per espressa affermazione del costruttore, un particolare segno di “cinturazione” a metà circa della lunghezza.
Le prove sono state eseguite in un campo di tiro privato, all’aperto, opportunamente allestito.
Le armi sono state alimentate con munizioni commerciali Fiocchi cal.9 x 21 con palla LRNCP da 124 grn come standard di riferimento ed altri prodotti assemblati con metodo casalingo.
Nel tiro mirato a 12 e 25m la PPQ M2 ha evidenziato una notevole precisione ma, già in questa fase, si sono verificati degli inceppamenti: in un caso, fotografato, vi è stato un insufficiente arretramento del carrello con conseguente trascinamento della nuova munizione in avanti ed impuntamento dell’ogiva in camera di scoppio; in altri casi invece ben due tiratori hanno azionato, inconsapevolmente, il comando di sgancio.
L’esercizio di tiro in movimento prevedeva invece ingaggi rapidi con cambi caricatore e simulazione degli inceppamenti.
In questa fase l’arma si è comporta molto bene: la linea di mira è risultata sempre ben fruibile, al pari della siluette nel caso in cui le condizioni di puntamento diventino particolarmente difficili. Il ridotto perso del grilletto impone un allenamento costante per evitare partenze non volute durante il “reset”. Tali fenomeni sono riconducibili, come avevamo avuto di notare in fase di manipolazione in bianco, alle geometrie di scatto dell’arma, più adatte a tiratori esperti.
Simulando gli inceppamenti il disegno dell’arma consente una solida impugnatura del carrello per una rapida espulsione della cartuccia inesplosa nei casi di “missfire” e “stove pipe”.
L’esercizio di estrazione da fondina, ingaggio rapido e allontanamento a 3m ha rivelato le ottime doti dell’arma nel tiro puntato.
Nei tiri dietro copertura alta, media e bassa (autoveicolo) l’arma ha evidenziato, come riportano due tiratori della nostra equipe, un’altra particolarità: l’impugnatura è solida e molto intuitiva ma c’è un leggero sbilanciamento verso la volata. L’arma tuttavia, nel suo complesso, si è comportata egregiamente, anche tirando nelle posizioni più insolite. In questa fase si è verificata, com’era prevedibile, qualche partenza di colpo non voluta.
Ultimo esercizio quello del tiro rapido di 15 colpi da posizione statica, che ha fatto registrare un tempo massimo pari a 3,63 sec, un medio di 3,17 ed un ottimo 3,01 nelle mani di Nunzio Buzzanca. Il valore medio è di 3,27 sec.
In conclusione possiamo affermare che la Walther PPQ M2 sia un prodotto capace di esprimere prestazioni ottime nelle mani di operatori molto esperti.
Per garantire maggiore sicurezza in condizioni di stress si potrebbe appesantire lo sgancio di circa un chilogrammo ma anche aumentare la pressione necessaria allo sgancio del caricatore, premesso che il produttore propone la PPQ con due diversi dispositivi di comando.
Il corredo accessori è veramente ricco, con l’offerta di fondine, torce, dispositivi di puntamento laser etc.
Si tratta senza dubbio, dunque, di un ottimo prodotto per il combattimento che ben completa la gamma commerciale Walther, davvero ricca, ma necessita anche di moltissimo addestramento.