La pistola venduta al prezzo più alto nel corso dell’asta di Hermann Historica “Armi antiche e moderne” e che ha segnato il record di 58.000 euro era una Modello 35 di preserie, con numero di matricola 12, prodotta negli stabilimenti polacchi di Radom all’inizio del 1935. Un altro esemplare di Vis 35 prodotto nel 1938 è stato venduto a 4600 euro, niente male per una pistola che fino a poco tempo fa era poco considerata dal mercato dei collezionisti, almeno da noi in Italia.
La pistola “Radom” Vis 35, orgoglio polacco: ma cosa significa Vis?
Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale molti eserciti europei avevano iniziato a rivedere il proprio armamento, sulla scorta dell’esperienza diretta o studiando gli eventi bellici. Questo valeva anche per la Polonia, ricostituita per volere degli alleati nel 1918, con funzione di stato cuscinetto tra Russia e Germania. Il neonato esercito polacco venne equipaggiato la carabina KbK Wz. 1898, di fatto un Mauser K98 costruito negli arsenali di Danzica, quindi si dovette selezionare la pistola d’ordinanza. Dopo una serie di test inconcludenti, che coinvolsero aziende come Mauser, Breda e Skoda, lo Stato Maggiore decise di dare fiducia a un innovativo progetto sviluppato in Polonia dagli ingegneri Piotr Wilniewczyc e Jan Skrzypiński all’inizio degli anni Trenta. Al termine del consueto iter fatto di prototipi, esami e modifiche, la pistola Vis 35 fu promossa ed entrò in produzione nel 1935 presso la Fabryka Broni (fabbrica di armi) di Radom: nel 1936 fu adottata ufficialmente dall’esercito polacco.
La sigla VIS inizialmente avrebbe dovuto esser scritta WIS, per alludere alle iniziali dei progettisti Wilniewczyc e Skrzypiński, ma i militari polacchi richiesero di modificarla in Vis per richiamare il termine latino che significa “forza”.
Spesso si allude alla Vis 35 come a una copia della 1911 camerata in 9 Luger, e in effetti molti elementi estetici richiamano la pistola americana, ma dal punto di vista meccanico, in realtà è più simile a una Browning HP 35, arma di cui è contemporanea e che sicuramente Wilniewczyc e Skrzypiński avevano avuto modo di studiare.
La Vis 35 è una pistola semiautomatica in calibro 9 Luger con scatto in sola singola azione con chiusura geometrica. Il caricatore monofilare ha la capacità di 8 cartucce e in controtendenza con la moda europea del tempo, il suo pulsante di sgancio si trova a ridosso del grilletto. La pistola è dotata di sicura automatica sul dorso dell’impugnatura e abbatticane sul carrello. Non sono previste altre sicure manuali. Gli organi di mira sono costituiti da una tacca di mira a V registrabile e da un mirino ricavato di pezzo dal carrello, collocato al temine di una bindellina finemente zigrinata. Come si usava all’epoca le mire erano tarate di fabbrica sulla distanza di 25 metri. La canna misura 115 millimetri, per una lunghezza della pistola di 205 millimetri. Il peso della pistola con caricatore vuoto è di 1025 grammi. L’impugnatura, dall’inconfondibile profilo scampanato, monta una coppia di guancette in bachelite con il logo FB (Fabryka Broni) e negli esemplari della prima serie presentava una fresatura che permetteva il fissaggio del calciolo/fondina. Successivamente questa finezza costruttiva fu abbandonata, probabilmente per sveltire la produzione dell’arma.
Il sistema di chiusura è piuttosto diverso da quello della Colt 1911: la prima cosa che si nota smontando la pistola è che manca la bielletta incernierata sotto la camera di cartuccia, sostituita da uno zoccolo ricavato di pezzo dal materiale della canna, molto simile a quello della FN HP35. Anche il gruppo di recupero è decisamente diverso, con un’asta guidamolla dotata di ammortizzatore interno, inoltre non troviamo il bushing.
Interessante notare come sia presente un abbatticane, solitamente presente sulle pistole con scatto ad azione mista, mentre la VIS 35 è in sola singola azione. A quanto pare questa modifica fu richiesta da un ufficiale di cavalleria che faceva parte della commissione esaminatrice del progetto, preoccupato per la possibilità di spari accidentali durante gli assalti al galoppo, quando una delle mani del cavaliere era impegnata a tenere le briglie. Oggi questo dettaglio sembra assolutamente anacronistico, ma al tempo fu tenuto in grande considerazione, tanto da essere incluso nella versione definitiva.
Un’altra particolarità che ha fatto spesso associare la meccanica della VIS 35 con quella della Colt 1911 è la leva presente sul lato sinistro del fusto, in posizione analoga a quella della sicura della 1911. E qui entrano in gioco le notevoli differenze tra i due progetti; nella VIS 35 infatti questa leva serve per lo smontaggio della pistola che inizia arretrando il carrello e bloccandolo in posizione di smontaggio proprio sollevando questa leva. Si deve quindi tirare in avanti l’asta guidamolla che sporge dalla parte anteriore del carrello e questo permetterà di sfilare senza alcuno sforzo il traversino. A questo punto si abbasserà la leva di smontaggio disimpegnando il carrello che potrà quindi essere separato dal fusto. La procedura di smontaggio è quindi piuttosto diversa da quella della pistola americana.
Una pistola molto apprezzata anche dal nemico, che la semplificò
Gli esemplari appartenenti ai primi anni di produzione si distinguono per il livello di lavorazione e finitura che va dal buono all’eccellente, che si trova su ben pochi prodotti analoghi. Dopo l’invasione della Polonia da parte dei nazisti, che dimostrarono di apprezzare particolarmente la precisione e l’affidabilità della VIS 35, la produzione riprese per rifornire di pistole alla marina, ai paracadutisti e gli agenti della Polizia Militare. Ribattezzata P35, la Vis 35 costruita sotto il controllo tedesco fu sottoposta ad alcune modifiche e semplificazioni, la più evidente delle quali fu la rimozione della leva di smontaggio (sostituita da una ingegnosa modifica al cane che poteva essere usato per bloccare il carrello in apertura). Tuttavia, il costante aumento dei ritmi di produzione e soprattutto il comprensibile scarso impegno delle maestranze coatte (che in certi casi sfociò in un palese sabotaggio) fecero crollare progressivamente la qualità delle lavorazioni. Gli esemplari prodotti durante l’occupazione sono quindi afflitti da assemblaggi e finiture di livello sempre più scadente. A un certo punto, per evitare che le pistole finissero nelle mani dei partigiani polacchi, vennero prodotte senza la canna: questa veniva fabbricata in Austria dalla Steyr, che procedeva anche all’assemblaggio finale dell’arma. Quando nel 1945 l’Armata Rossa iniziò ad avvicinarsi pericolosamente a Radom, l’intera catena produttiva fu smantellata e trasferita alla Steyr in Austria, che completò la costruzione di qualche migliaio di pistole, riconoscibili per il suffisso K nella matricola e per le guancette in legno rozzamente rigate. In totale si stima che siano state prodotti circa 49.000 esemplari dalla Fabryka Broni prima dell’invasione della Polonia, mentre il numero di pezzi prodotti sotto il controllo nazista è di circa 310/380 mila unità.
La Vis 35 con matricola 12 venduta da Hermann Historica nel 2021
Nel corso della più recente vendita all’incanto organizzata dalla casa d’aste tedesca Hermann Historica, un esemplare di preserie della Vis 35 è stato venduto alla cifra record di 58.000 euro, una cifra un tempo impensabile per una pistola d’ordinanza tutto sommato marginale rispetto ai soliti best seller come le Luger, le Borchardt e le Mauser. Quello che ha spinto l’anonimo collezionista a sborsare una cifra del genere è sicuramente l’eccellente stato di conservazione della pistola e il numero di matricola 12 che indica il suo stato di pistola “pilota”. Rispetto al modello definitivo c’è qualche dettaglio differente, primo fra tutti l’assenza dell’abbatticane e poi le guancette, che sono in legno zigrinato e verniciato. Inoltre, il cane è di tipo pieno, privo quindi del caratteristico foro passante. Sul lato sinistro del carrello è rullata la scritta “Panstwowe Wytwórnie Uzbrojenia / Fabryka Broni w Radomu” ovvero “Fabbrica d’armi statale di Radom”.
Un altro esemplare di Vis 35 venduta all’asta per la bella somma di 4600 euro è invece indicativa della grande cura con cui venivano costruite in serie queste pistole prima dell’invasione tedesca. L’esemplare è stato prodotto nel 1938 e riporta il numero di matricola 27746. Sul lato sinistro del carrello riporta i marchi “F.B. RADOM VIS wz35 1938r pat Nr. 15567” che circondano la sagoma dell’aquila polacca. L’impugnatura è del primo tipo, ovvero con fresatura per calciolo/fondina. Viste le eccellenti condizioni di conservazione è lecito supporre che l’arma non sia mai stata usata in combattimento.
Oggi seguire le aste di armi online è molto più semplice rispetto a molti anni fa, quando tutto era stampato su carta e spedito per posta. I siti delle grandi case d’aste specializzate in armi come quello di Hermann Historica sono dei veri e propri musei online, da visitare anche solo per il piacere di ammirare pezzi di grande interesse. Noi lo facciamo spesso e continueremo a farlo, proponendovi i pezzi dalla storia più interessante. Restate sintonizzati!
Scheda tecnica
Produttore | Fabrika Broni di Radom (Polonia) |
Modello | Vis 35 |
Tipo | pistola semiautomatica |
Calibro | 9 Luger |
Funzionamento | chiusura geometrica |
Scatto | singola azione |
Sicure | automatica sull'impugnatura, abbatticane |
Mire | tacca registrabile, mirino fisso |
Caricatore | monofilare da 8 colpi |
Lunghezza canna | 115 mm |
Peso | 1025 grammi |