Il “mitra” italiano moderno per eccellenza, il modello PM-12 e varianti seguenti di casa Beretta, è ormai divenuto unʼicona del mondo armiero, con tutta la fama e la popolarità che ne derivano, anche in termini di apparizioni cinematografiche e... riproduzioni. Non sono in molti, al di fuori della comunità degli appassionati “storici” del MilSim, infatti, a sapere che nellʼepoca “dʼoro” delle prime riproduzioni SoftAir, quando lʼindustria era basata essenzialmente solo in Giappone, le repliche erano tutte a gas ed erano realizzate con dovizia di particolari solo da due o tre aziende (Marushin, Tanio Koba o MGC, per dirne un paio), la Beretta PM-12S divenne presto uno degli emblemi di quei capolavori: come tutte le repliche degli anni ʼ80 e primi anni ʼ90 impiegava un caricatore in lamierino stampato con un ampio elevatore, e i pallini erano caricati uno ad uno in finti bossoli di plastica che poi venivano inseriti proprio come veri proiettili nel caricatore medesimo, e venivano espulsi quando si faceva fuoco. Quelle splendide repliche avevano numerosi punti deboli che le rendevano poco adatte al “Combat”, alla “Guerra simulata” come la conosciamo oggi: il sistema a gas tendeva a consumare prestissimo le guarnizioni, i bossoli venivano espulsi rapidamente in ogni direzione e potevano facilmente rompersi o perdersi − in ogni caso rendendo la SoftAir permanentemente inutilizzabile. Resta il fatto che si trattava, e si tratta ancora, delle migliori repliche mai costruite: sul mercato dellʼusato e dei collezionisti, per un esemplare in buone condizioni, le quotazioni sono astronomiche, anche perché a causa delle leggi sulle armi in vigore in Giappone, notoriamente ultrarestrittive, il mercato interno assorbì la maggior parte della produzione, peraltro quasi tutta ancora oggi impiegata dallʼindustria cinematografica dato lʼaltissimo livello di realismo.
Lʼavvento sul mercato della Tokyo Marui, la prima azienda a lanciare repliche a funzionamento elettrico, e poi di altre compagnie quali KWC, KSC e via a seguire, non segnò la fine delle realtà produttive citate (esistono ancora tutte, a eccezione della ModelGunCorp., che chiuse i battenti prima nel 1994 poi, dopo una breve rinascita come “New MGC”, definitivamente nel 2007), ma decretò decisamente una virata della tipologia di prodotti e soprattutto di tecnologie costruttive verso modelli un poʼ meno raffinati e ricercati, che però risultassero più affidabili e solidi per lʼimpiego nelle “scaramucce”, che diventavano via via sempre più popolari. Molti dei modelli che avevano segnato lʼepoca di questa particolare tipologia di repliche SoftAir sparirono; alcuni furono ripresi anni dopo con altri sistemi di funzionamento, altri no, e purtroppo fu questo il caso della Beretta PM-12S, surclassata nel mercato delle SMG SoftAir dalle repliche di modelli quali UZI, MP5, e più avanti FN P90 e altre ancora più moderne. Troppo a lungo è parso che la “nostrana” concorrente dellʼUZI e delle altre pistole-mitragliatrici postbelliche, la prima arma a cui un italiano istintivamente pensa quando si parla di “mitraglietta” anche perché dalle nostre parti la si vede in giro tutti i giorni nelle mani di Polizia, Carabinieri e delle altre Forze dell'Ordine, non interessasse più allʼindustria del SoftAir. Unʼautentica pena in particolare per i collezionisti, se non per gli “Skirmishers” abituati già da tempo a sostituire (come peraltro accade sui veri campi di battaglia) le SMG con le carabine.
Un deciso cambio di rotta si è visto a partire dallo SHOT Show di questʼanno, quando la UMAREX, azienda tedesca da sempre attiva nel settore delle armi ad aria compressa, proprietaria della leggendaria casa armiera tedesca Carl Walther GmbH e da qualche anno lanciatissima anche sul mercato del SotfAir, ha presentato i primi prototipi di una sua versione della “mitraglietta de noantri”, prototipi peraltro prontissimi alla commercializzazione, già belli confezionati nel “Package” che contraddistingue le repliche “Budget” della UMAREX (perché di una replica a basso prezzo si tratta... ma come tutte le repliche “budget” prodotte dalla UMAREX, è comunque un prodotto di qualità!). Il lancio commerciale si è avuto in occasione dellʼedizione 2012 dell'expo IWA di Norimberga, durante la quale è stato anche ufficializzato lo status di replica con licenza di produzione Beretta, che pertanto porta i marchi della holding di Gardone Val Trompia. Al momento in cui leggete questʼarticolo, la replica UMAREX della Beretta PM-12S è già in vendita nei negozi o sul web a un prezzo veramente irrisorio: in Europa si aggira più o meno sui 30 euro.
La replica della Beretta PM-12S offerta dalla UMAREX funziona a colpo singolo con ripetizione a molla, ed è realizzata interamente in plastica, con meccanismi in metallo; ciò la rende estremamente leggera, appena 555 grammi di peso totale, cosa che potrebbe far storcere il naso ad alcuni appassionati del SoftAir nella forma delle repliche più realistiche e “Heavy Duty”. Ciò non deve trarre in inganno: come si diceva, le repliche della gamma “budget” proposte dalla UMAREX sono di qualità mediamente superiore alle loro controparti commercializzate da numerose aziende della concorrenza: le si potrebbe persino paragonare alle “Spring-Operated” più famose della giapponese Tokyo Marui, quali la CZ-75 o la Glock 17, note per la loro solidità e la loro affidabilità totale, nonché per le eccezionali prestazioni.
Mettiamo subito le mani avanti: oltre al peso leggero, la Beretta PM-12S della UMAREX ha dei tratti distintivi che la contraddistinguono per quella che è, cioè una replica “budget”. Tanto per cominciare, la ripetizione dei colpi non avviene tramite lʼarmamento della manetta posizionata sul lato sinistro del castello, come nellʼarma vera, che in questa SoftAir è inerte: la manetta dʼarmamento è costituita dallʼimpugnatura anteriore, che corre su una guida e devʼessere tirata indietro sino a fine corsa e poi rilasciata per camerare il pallino; si tratta insomma di un movimento “a pompa”. Scelta forse opinabile dal punto di vista estetico e del realismo, ma comprensibile se si pensa che in una replica interamente in plastica leggera si potrebbe voler evitare di caricare troppi pesi e troppe energie su componenti di piccole dimensioni quali sarebbero il manettino laterale e le sue guide.
La Beretta PM-12S della UMAREX è inoltre sovradimensionata rispetto allʼarma reale, ma solo per quanto riguarda gli ingombri longitudinali, e ciò appare chiaro soltanto se si volessero mettere a confronto le due: la replica risulta allora visibilmente più lunga, ma in realtà è una questione di millimetri: lʼarma originale è lunga circa 42 cm a calciolo ripiegato, mentre la replica UMAREX è lunga più o meno 43 cm.
Terzo, la PM-12S della UMAREX è priva della stampella pieghevole; il tiro mirato è da effettuarsi dunque tendendo lʼarma con la sola forza delle braccia (cosa peraltro possibile, dato il peso irrisorio), oppure con la cinghia di tracolla in tensione, dato che essa è provvista delle apposite magliette, seppure in plastica.
Quasi tutti gli altri comandi sono, diciamo così, a posto: le tacche di mira, seppur non regolabili, riprendono lʼassetto di quelle dellʼoriginale SMG; il selettore del tiro è confacente a quello dellʼarma vera, anche se, trattandosi di una replica a colpo singolo, ha solo due posizioni e funge soltanto da sicura manuale; la sicura a pressione sullʼimpugnatura è presente, anche se non funzionante; e lo sgancio del caricatore avviene previa la pressione di una levetta piatta sul retro del fondello, sotto la guardia del grilletto. Il caricatore, realizzato in plastica con un elevatore in sintetico e molla metallica, è munito di una colonna dʼalimentazione frontale e di un serbatoio posteriore, come ormai tutti i caricatori delle repliche a molla. La colonna frontale ospita ventuno pallini, contro i 145 del serbatoio. Una volta che la colonna frontale è vuota non sarà necessario torturarsi inserendo i pallini uno ad uno: a serbatoio pieno basterà spingere completamente in basso la molla dellʼelevatore ed eseguire un movimento rotativo, e i pallini contenuti nel serbatoio vi saranno automaticamente inseriti.
La Beretta PM-12S della UMAREX è dotata di Hop-Up fisso e non regolabile, e da ciò deriva una certa deviazione, peraltro visibile, del pallino verso lʼalto in fase di traiettoria. La precisione è comunque buona sui venti metri circa, più che ideale per chi voglia usare questa replica per il “Plinking” informale o per addestrarsi al tiro in previsione dellʼimpiego di MilSim di gamma anche più alta. L'energia alla bocca è registrata e certificata dal costruttore come inferiore agli 0,5 Joules, il che la rende, com'è ovvio, di libera vendita e detenzione in Italia, e anche di libera importazione dai paesi dell'Unione Europea (con la recente entrata in vigore di nuove norme comunitarie e nazionali sulle SoftAir, lʼimportazione diretta da paesi extraeuropei diventa sempre più sconsigliata, al fine di non incorrere quantomeno in spiacevoli disguidi doganali). Lʼazienda produttrice commercializza questa replica in due versioni: quella completamente nera e nellʼormai trita versione trasparente, la cui produzione si rende indispensabile per la commercializzazione in quei paesi ove le repliche eccessivamente realistiche sono soggette a fortissime restrizioni di legge.
A conti fatti, la Beretta PM-12S della UMAREX può costituire certamente un buon acquisto per tutti i principianti... ma non solo. Se le caratteristiche sopra descritte potranno far inarcare più di un sopracciglio tra i puristi del “Combat”, coloro il cui interesse per il SoftAir è spiccatamente collezionistico non potranno fare a meno di acquistarne una. Dopotutto si tratta della “nostra” M12, ed è lʼunica attualmente in produzione per il mercato del MilSim. Il che non è poco.