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Tutto è iniziato nei primi anni ʼ50 quando Elmer Keith, appassionato di cartucce energiche, allungando il bossolo di 6 mm della .44 S&W Special, cartuccia risalente al 1907, ideò la .44 Magnum. Keith diede così vita a una delle più potenti e precise cartucce tutt’oggi disponibili. La .44 Magnum, sviluppata commercialmente dalla Remington in collaborazione con la Smith & Wesson, fu impiegata nei revolver della fabbrica di Springfield che, per sopportare le pressioni generate dalla potente cartuccia, utilizzavano il massiccio telaio N.
All’inizio il revolver era denominato semplicemente “The .44 Magnum”, solo nel 1957 assunse la denominazione “29 model”, reso famoso dalla serie cinematografica dell’ispettore Callahan. Il modello 629, oggetto di questa prova deriva dal capostipite modello 29 di cui conserva la meccanica, tranne alcune varianti. Tra le versioni disponibili, il massimo dell’accuratezza è riscontrabile nella serie della Performance Center, linea di punta della Smith & Wesson, che dal 1990 produce modelli con finiture estetiche e meccaniche accurate le quali contemplano numerosi controlli e aggiustaggi a mano.
Il revolver Smith & Wesson modello 629, è costruito impiegando l’acciaio inox al quale è data una gradevole finitura satinata. Nel modello in prova sono applicate delle guancette in noce che si intonano piacevolmente con l’inox opaco. Sebbene i revolver ne siano ricchi, in questo caso gli spigoli vivi sono praticamente assenti. Ogni linea è ben raccordata e la mano dell’utilizzatore non dovrà fare ricorso a guanti protettivi durante l’uso dell’arma. Gli unici spigoli sono quelli delle zigrinature – perfettamente eseguite – presenti nella sommità del cane, nel pulsante di apertura del tamburo e nelle guancette che recano inoltre gli intagli di presa per le dita, aumentando l’ergonomia dell’arma.
Il grilletto largo e liscio favorisce il tiro in doppia azione. Il grilletto è inoltre dotato di un perno, regolato in fabbrica, che elimina il collasso di retro scatto. Il modello in prova ha la canna da 2 ½” ma certamente l’effetto non è quello di una modello 36 chief special. Il telaio N e il tamburo senza scanalature, benché la configurazione sia “snub nose”, rende il revolver decisamente voluminoso. Il revolver Smith & Wesson modello 629, è dotato di scatto in singola e doppia azione. Il tamburo è dotato di 6 camere.
La meccanica del revolver si avvale della molla del cane a lamina. La rotazione del tamburo avviene in senso antiorario. In seguito all’arretramento del cane, il bocciolo agendo sui denti dell’estrattore stellare del cilindro ne provoca la rotazione. Lo scatto in singola azione dell’esemplare testato, grazie alle cure dei tecnici della Perfomance Center, è risultato estremamente leggero e netto mentre è emerso ancora di più il lavoro di aggiustaggio manuale, scattando in doppia azione. Lo scatto fluido, uniforme, senza incertezze e sorprendentemente morbido ha permesso di ottenere risultati eccellenti durante le prove di tiro. Il percussore, a differenza dei modelli meno recenti, non è più applicato sul cane ma è ora imperniato sul castello. La chiusura posta sul pistone dell’asta di rotazione, è stata spostata sul giogo del tamburo ed è attuata da una sfera che si adatta in un recesso ricavato posteriormente nel copri canna.
I revolver della Smith & Wesson, compreso il modello 629, sono dotati di una sicura detta “hammer block”, consistente in una stanghetta che impedisce al percussore di raggiungere la capsula della cartuccia fino a quando il grilletto non è stato premuto. È presente l’ulteriore sicura che blocca il meccanismo dell’arma, attivabile manualmente tramite una chiave fornita in dotazione. La serratura è applicata sul lato sinistro del castello del revolver, posta in prossimità del pulsante di apertura del tamburo.
Per quanto riguarda i congegni di mira, il revolver è perfettamente regolabile per ogni esigenza del tiratore. Il mirino, essendo inserito in una fresatura a coda di rondine, è regolabile in deriva mentre la tacca di mira è quella classica, utilizzata dalla Smith & Wesson, regolabile micro metricamente sia in alzo sia in deriva. Il mirino è inoltre dotato di un inserto arancione che, in alcune condizioni luminose, velocizza l’acquisizione del bersaglio.
L’arma, esteticamente ineccepibile, attirerà senz’altro molti appassionati e collezionisti, sebbene l’impiego pratico presenti qualche problema. Scartato l’uso come arma da caccia, consentita con l’arma corta in un limitato numero di stati, la canna da 2 ½”, potrebbe far azzardare l’ipotesi di uso per difesa personale.
È da considerare che il telaio N, ora chiamato non a caso “Large”, la lunghezza complessiva di quasi 20 cm e il peso di 1122 g, dovrebbero far riflettere sulla effettiva comodità di una simile utilizzazione. Nessun problema come impiego per difesa abitativa, considerando tra l’altro l’utilizzo delle più tranquille cartucce .44 Special, perfettamente intercambiabili nei revolver che impiegano la .44 Magnum. Ambedue le cartucce, molto amate dagli americani, sono più apprezzate per la precisione che per la potenza. La .44 Special è ancora definita la cartuccia per revolver più precisa disponibile sul mercato.
La munizione .44 Magnum ha una velocità media alla bocca di 480 m/s. La palla classica impiegata, del peso di 240 grani pari a 15,6 g, spinta a tale velocità sprigiona poco più di 180 kgm di energia cinetica. Sicuramente a noi sembra eccessiva per difesa personale e abitativa. Un’energia simile, nelle normali abitazioni, potrebbe facilmente provocare danni imprevisti. Al tiratore è richiesta una destrezza adeguata per riuscire a dominare il rinculo dell’arma. Sparare senza cuffie, in un ambiente chiuso, una simile cannonata farebbe saltare i timpani, senza contare che, sparando al buio, l’effetto flash della vampa di bocca farebbe rimanere abbagliati per diversi secondi.
Più docile rispetto al Magnum, il calibro .44 Special, è comunque dotato di una notevole energia cinetica. Ricariche esasperate possono quasi uguagliare le prestazioni della sorella maggiore. Cariche di fabbrica, possono spingere la palla da 240 grani a circa 280 m/s, sviluppando un’energia viva non indifferente di oltre 60 Kgm. A differenza delle pistole semiautomatiche, l’assenza di molle di recupero, permette di utilizzare nei revolver cartucce ricaricate in vari modi. È possibile abbassare a piacimento le prestazioni cinetiche e disporre in questo modo di cartucce adatte alla difesa abitativa e personale o tranquille cartucce da allenamento in poligono.
Abbiamo testato l’arma con le cartucce Geco .44 Magnum. Non siamo nuovi a esperienze con altre armi in questo calibro e ben ricordiamo il temibile rinculo dato dalla cartuccia impiegata. Consapevoli dell’effetto della .44 Magnum sulla mano del tiratore, abbiamo collaudato il revolver in una galleria di tiro con bersaglio posto a 15 m, impugnatura a due mani, senza utilizzo di guanti di protezione. Abbiamo ottenuto delle rosate eccellenti tirando in azione singola ma soprattutto siamo riusciti a contenere la rosata, tirando in doppia azione, grazie alla fluidità dello scatto messo a punto dai tecnici della Performance Center. Naturalmente il boato e il rinculo è stato, per così dire, formidabile, per non parlare della vampa di bocca che, a detta dei presenti posti lateralmente, si prolungava per oltre un metro davanti alla canna. Dovrebbe essere chiaro che il revolver modello 629 soprattutto quello con canna da 2 ½”, non è un’arma per principianti, specialmente se utilizzato con munizionamento a piena carica. Consigliamo a coloro che volessero utilizzarlo come arma da tiro informale al poligono ed eventualmente per difesa abitativa, di iniziare con le cartucce .44 Special che, in quanto a energia cinetica, non sono assolutamente da sottovalutare. Per eliminare, in parte, la sensazione del rinculo potrebbe essere utile sostituire le guancette in legno con altre più grandi e in gomma.
Spesso gli oggetti si possiedono solo per il piacere di averli, attirati dalla loro estetica, particolarità meccanica o rarità. La Smith & Wesson modello 629 della Perfomance Center .44 Magnum con canna da 2 ½”, a nostro avviso, fa parte di quelle armi che, pur avendo delle problematiche rispetto al calibro esuberante e alle dimensioni non proprio contenute, racchiude delle caratteristiche tali da renderla appetibile al collezionista o all’appassionato, desideroso di provare l’emozione di utilizzare un’arma importante e fuori dall’ordinario.
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