Possente, muscoloso e aggressivo, il revolver 629 Hunter Plus del Performance Center di Smith & Wesson costituisce il sogno più o meno proibito di un'ampia pattuglia di appassionati. Troppo ingombrante e potente per essere considerato strumento da difesa personale, come la sigla indica chiaramente nasce per l'impiego venatorio sui grandi mammiferi americani e ben si presta all'impiego come arma di back up in occasione delle più pericolose cacce africane.
Essendone vietato l'uso venatorio per le restrizioni legislative imposte dalla legge, alle nostre latitudini trova come sua destinazione ideale il tiro di precisione in poligono. E il collezionismo.
Per descriverlo partiamo dal telaio che, come nel Model 29 da cui discende, è quel tipo N (large heavy frame) impiegato sin dal 1908 per forgiare alcune tra le armi più prestanti di Smith & Wesson, tutte di calibro non inferiore al .357 Magnum. Il modello 29 di cui il 629 costituisce un'evoluzione (la cifra “6” che lo caratterizza indica che si tratta di una variante in acciaio inossidabile) rappresenta uno dei capisaldi della produzione moderna del marchio americano.
Lanciato nel 1957 come prima arma camerata per – l'allora – inedito calibro .44 Magnum, è rimasto in produzione fino alla fine degli anni '90 per poi essere riproposto in vari allestimenti, buon ultimo quello della linea Classic; ad onor del vero, una volta che il calibro .44 Magnum sviluppato da Elmer Keith fu messo in produzione da Remington, Smith & Wesson fu battuta sul fil di lana da Ruger, che pochi mesi prima della commercializzazione del revolver 29 lanciò il suo Super Blackhawk, versione del Blackhawk rinforzata per resistere alle pressioni del nuovo calibro. La differenza concettuale tra le due armi sta nel fatto che, mentre quest'ultima adottava l'azione singola, la Smith & Wesson disponeva dell'azione mista.
Il calibro .44 Magnum fu quello che fece la fortuna dell'ispettore Callaghan, nella classica interpretazione del grandissimo Clint Eastwood; allo stesso tempo, potremmo dire che Callaghan e la sequenza delle 5 pellicole del ciclo Dirty Harry siano stati gli artefici del grande successo del calibro e del modello 29 che lo adottava. All'uscita della prima pellicola nelle sale, Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo (1971), il modello 29 sarà investito da un enorme e duraturo successo commerciale.
Il modello 629, nello specifico, va ad inserirsi nel filone delle armi “sartoriali” predisposte dal Performance Center, il laboratorio super specializzato che, all'interno dell'azienda, realizza versioni speciali di armi già a catalogo o nuove armi contraddistinte da caratteristiche d'eccellenza. La Hunter Plus altro non è se non l'ultima declinazione del modello 629, disponibile in vari allestimenti più tradizionali, che il centro d'eccellenza di Smith & Wesson ha già declinato nelle varianti Hunter e Stealth Hunter.
Basato sul castello N di cui già abbiamo parlato, si distingue a livello di finiture superficiali per un inedito contrasto tra vari componenti (Two-Tone secondo la terminologia del produttore); costruito interamente in acciaio inossidabile, presenta tutto il fusto e la quasi totalità della canna ricoperti da una verniciatura nera semi-opaca estremamente gradevole ed aggressiva. Dettagli lasciati grezzi nella classica finitura inox sono il tamburo e il pulsante che ne permette lo svincolo, il grilletto e il cane.
Il telaio risulta molto ben dimensionato rispetto al calibro; fino a non molto tempo fa, il tipo N costituiva quello più massiccio della produzione S&W e solo di recente è stato in qualche modo superato dal tipo X (extra large) pensato per i calibri mostruosi che le tendenze più recenti hanno voluto camerati in armi corte (.460 S&W Magnum e .500 S&W Magnum). Il profilo del telaio in corrispondenza dell'impugnatura è quello denominato round butt che ormai da tempo ha sostituito lo squared butt, più squadrato. Le guancette adottate sono di tipo combat, molto compatte, con un accenno di risalti anatomici che facilitano l'impugnatura nelle serie di tiro veloci, specie in doppia azione.
La chiusura è affidata a un doppio meccanismo che blocca entrambe le estremità dell'asse di rotazione del tamburo: in posizione posteriore, un perno che protrude dall'asse centrale del tamburo impegna una sede dello scudo posteriore (recoil shield) garantendo la prima chiusura e lo svincolo del tamburo stesso (è qui infatti che interviene il pulsante di sgancio, quando azionato dall'operatore). In posizione anteriore, una sferetta caricata elasticamente posta davanti al giogo va ad impegnare una sede ricavata sul fusto, costituendo così la seconda chiusura. Il sistema si rivela compatto, ben realizzato ed efficace.
L'azione di scatto del revolver Hunter Plus costituisce uno dei punti di forza dell'allestimento. Realizzata manualmente dal Performance Center, è estremamente fluida e pulita sia in azione singola che doppia; in termini di pulizia dello scatto è da segnalare la presenza di un trigger stop fisso, solidale alla lama del grilletto, che evita quel fenomeno chiamato “collasso di retroscatto” che può inficiare la precisione del tiro specie nelle serie sparate in doppia azione. Per rimanere nella zona “meccanica” dell'arma spiccano un paio di dispositivi che concorrono a garantire la sicurezza dell'utente.
Anzitutto è presente lo hammer block, la barra di intercettazione che si frappone tra cane e percussore quando la percussione non sia comandata da una corretta pressione sul grilletto, eliminando quindi l'eventualità che l'innesco sia colpito per azioni indipendenti dalla volontà dell'operatore (arma che cada, rottura della molla del cane o altri incidenti simili). In secondo luogo è presente una serratura a chiave, posta sul castello, in grado di bloccare azione di scatto e tamburo.
Questo sistema è ormai presente praticamente su tutta la linea Smith & Wesson in omaggio al core business dell'azienda che ha rilevato la proprietà nel 2001, quella Saf-T-Hammer Corporation famosa per la produzione di sistemi di sicurezza per armi. Il dispositivo è sgradito ai puristi ma si è rivelato un'efficace “assicurazione” contro chi (privati cittadini e vari stati), con varie azioni legali intentate contro l'azienda americana, portò a qualche compromesso di troppo e alla decadenza del marchio negli anni '90. Durante la precedente gestione, in mano alla britannica Tomkins PLC, Smith & Wesson firmò un patto scellerato con l'amministrazione Clinton che sarà rifiutato in blocco dagli appassionati con pesanti ricadute sul marketing e la diffusione del marchio. La sicura semi-permanente di Saf-T-Hammer ha avuto il pregio di tutelare l'azienda e recuperare l'interesse da parte del mercato.
Tornando al nostro revolver, le 5 rigature della canna di tradizione Smith & Wesson garantiscono un'ottimale stabilizzazione del proiettile, aiutate in questo dai due fori di compensazione tipo Mag-Na-Port. Il sistema, prodotto dall'omonima azienda in Michigan, si basa sull'azione di due deflettori trapezoidali, inclinati di circa 40°, posti a un centimetro dalla volata. La loro azione è in grado di ridurre la percezione di rinculo di un valore compreso tra il 15 e il 20%.
In conclusione, il revolver Hunter Plus conferma le aspettative che è lecito riporre in un'arma del Performance Center di S&W. Ben rifinito, dotato di tutti gli accorgimenti delle armi alto di gamma del produttore, è estremamente preciso e sufficientemente gradevole alla vista. L'unica pecca che si può individuare, forse per un eccesso di critica, sta nella discutibile scelta delle proporzioni del disegno; la lunga canna da 7 pollici e mezzo (191 mm) contrasta in maniera non esattamente gradevole con le ridotte dimensioni dell'impugnatura. Di dubbio gusto anche la lunga lama del mirino, per di più dipinta in rosso, che stona su un'arma che rappresenta lo sviluppo di un modello che più classico non si può.