Si dice che un colpo di .357 sia efficace come due di 9x19/21, in effetti non è così quando si usano munizioni calibro 9 espansive di ultima generazione, mentre quando si tratta di usare su entrambi le munizioni i proiettili blindati che tanto piacciono a chi ci governano il .357 Magnum mostra i suoi veri muscoli. In questo articolo ho voluto usare due armi di eccellenza, una è quella che viene considerata la migliore rivoltella al mondo, la Korth tedesca, l’altra è Coonan, la semiautomatica più portatile in .357 Magnum mai esistita, essendo di fatto una 1911 col fisico palestrato. Quindi il Top dei due generi nello stesso calibro; poi per non farvi mancare nulla le ho confrontate con una 1911 in .45 ACP. Sia la Coonan sia la 1911, (un modello Desert Storm prodotto dalla filippina Shooters Arms Manufacturing) sono state leggermente customizzate e personalizzate, mentre il Korth è rimasto originale avendo gli scatti di serie già eccellenti. Le dimensioni sono praticamente sovrapponibili in lunghezza e peso, ovviamente il revolver è più largo per via del tamburo.
.357 Magnum contro .45 ACP: due classici a confronto
Si può discutere all’infinito se sia corretto o meno considerare pistole in singola azione come le 1911 ancora valide e utilizzabili per difesa personale o per un uso di polizia/militare, ma queste sono scelte, e visto che a oltre 111 anni dalla sua nascita si continua ad utilizzarle anche per questi usi è inutile parlarne ancora almeno in questo articolo. Così come si potrebbe discutere ancora sulla validità o meno dei revolver negli stessi contesti. Fatto sta che se volete un’arma in calibri Magnum o Super Magnum con una ergonomia adatta a tutte le mani, scatti ad azione mista o solo doppia azione, la scelta pratica di moltissimi va ai revolver e non alle semiautomatiche. Non per nulla negli USA negli ultimi anni grazie a nuove leggi più permissive per il porto d’armi da difesa, i revolver stanno godendo di una seconda giovinezza, al punto tale che essendo la richiesta troppo elevata rispetto all’offerta la S&W, poi seguita da altri produttori, ha alzato i prezzi.
Nonostante questo, la gente continua a comprarli, apprezzandone la precisione certa, l’altissima affidabilità per impieghi civili, la semplicità e sicurezza d’uso attiva e passiva, ma soprattutto una ergonomia che perdona molti errori. E comunque provate andare a caccia con un grosso revolver (in Italia è vietato) e poi con una Desert Eagle: di sicuro preferirete il revolver, così come potrete portarvi agevolmente un piccolo revolver .357 in tasca o nella fondina di servizio ma non di certo una semiautomatica di pari calibro. Però un revolver con canna da 4” (101 mm) ha dimensioni sovrapponibili ad una 1911 con canna da 5” (127 mm). Anche le prestazioni sono praticamente sovrapponibili perché a causa della lunghezza della camera di cartuccia, di fatto la Coonan ha un tratto rigato di soli 90 mm, quindi in pratica sfrutta la carica di lancio per un tratto ben più breve. Mentre se avesse un tratto di rigatura di 104 mm come col revolver svilupperebbe una velocità molto ben superiore perché i revolver hanno uno spazio vuoto tra canna e tamburo che causa una perdita di pressione e quindi di velocità di spinta del proiettile. Quindi prestazioni simili, se non addirittura superiori nella semiautomatica ma in genere non superiori al 5%, pertanto poco o nulla influente sulle prestazioni finali.
Ascesa e declino (fino a un certo punto) del .357 Magnum
La Coonan era una ditta americana che produceva 1911 di alta qualità e la sua Modello B in calibro .357 Magnum eccelle anche per qualità dei materiali, visto che deve resistere ad un esuberante calibro Magnum e non ad un tranquillo .45 ACP. Inoltre, la lunghezza dell’impugnatura ben superiore a quella di una .45 ACP non piaceva a chi ha mani molto piccole, problema che esiste anche con le LAR Grizzly e IWI/IMI/Magnum Research Desert Eagle. Armi che conosco bene in quanto fui dimostratore per le armi IMI all’EXA 1984 e rappresentante della ICE, importatore LAR e Korth, a fine degli anni ‘90.
Oggi come è oggi il .357 Magnum ormai è passato dai fasti del 1935 quando era il calibro più potente al mondo, voluto dall’FBI per combattere i gangster armati spesso anche di armi da guerra. Fino all’avvento del .44 Magnum fu anche il top per la caccia con arma corta a cinghiali e cervi e fu il calibro preferito ad uso di polizia negli USA negli anni 70 e 80, usato da legioni di poliziotti armati di revolver. Oggi, tuttavia, è relegato principalmente all’uso in revolver di piccole dimensioni per porto occultato. Ma questo perché?
Le cause sono ormai quasi sempre le stesse:
- Ridotto numero dei colpi rispetto a moderne semiautomatiche di calibri meno potenti, anche se con munizioni idonee un colpo di .357 è potente come due di 9mm o .45.
- Le poche semiautomatiche prodotte sono costose e ingombranti.
- Tecniche di impugnatura a due mani e posizioni di tiro a due mani derivate dalle mode del tiro dinamico che lo rendono poco controllabile, poco affidabile con i revolver perché il pollice sinistro può andare a rallentare o fermare la rotazione del tamburo, causando anche problemi allo scatto, possibilità di ustionarsi il pollice o ferirsi se lo si tiene troppo vicino all’area tra canna e tamburo, pericolo lieve col .357 ma grave col .44 Magnum e col rischio di farselo amputare nel caso di calibri super Magnum come i Casul e .460, .500 S&W et similia! Questa però è colpa di buona parte degli istruttori, soprattutto americani, che non sapendo insegnare più di una tecnica di impugnatura o preferendo standardizzare le lezioni. A prova di ciò, anni fa ebbi da ridire proprio su questo su Facebook con l’istruttore americano Robert Pincus che appunto non faceva differenze tra revolver e semiautomatiche e pretendeva pure di aver ragione, fregandosene che poi gli allievi finita la lezione sotto il suo controllo, poi a casa loro avrebbero potuto farsi male o far inceppare le loro armi. Inoltre, questa tecnica basata sulla posizione di tiro Enos - Letham di fatto riduce di molto il controllo del rilevamento già con semiautomatiche di medio calibro, ma va molto peggio con revolver Magnum. Del resto, i revolver, a parte il Rhino di Chiappa hanno tutti l’asse della canna molto più alto delle semiautomatiche e quindi risultano ancor meno gestibili! Comunque, adottare tecniche di impugnatura nate per pistole pesanti in .38 Super auto (9x23) e .45 ACP a canne lunghe, compensate e frenate non va bene di certo nemmeno su Desert Eagle e Grizzly!
- Maggior costo delle munizioni
- Minor velocità di ricaricamento nei revolver.
- Rumore e vampa dello sparo.
Il .357 Magnum ha più potere di penetrazione rispetto al .44 Magnum e .50 Action Express, è una questione di fisica! È il più gestibile tra i Magnum più diffusi in Italia ma è anche quello meno potente.
Da istruttore, quando qualche GPG mi chiede se sia il caso di sostituire il suo revolver in calibro .357 Magnum con una semiautomatica, gli chiedo se sa sparare meglio con le semiautomatiche, e la risposta è quasi sempre NO! Questo accade perché l’ergonomia dei revolver induce molto meno agli errori che portano a sparare in basso. Certo che se in singola azione tutti ci sparano benissimo, nel tiro in doppia azione le cose cambiano perché quasi nessun istruttore sa più insegnarlo, e questo accade anche negli USA. Infatti, anche nelle competizioni di tiro dinamico, IDPA, et similia i risultati degli agonisti sono comparabili tra revolver e semiautomatiche. Inoltre, essendo il .357 Magnum quasi due volte più potente rispetto ad una munizione standard con palla blindata, un tamburo 6 colpi equivale a 12, 7 a 14, 8 a 16. E quanti hanno avuto conflitti a fuoco in cui hanno sparato 16 colpi? Sebbene sarebbe meglio avere a fini preventivi caricatori da 30 colpi, quando va bene chi si difende ha possibilità di sparare solo uno o al massimo due o tre colpi, quindi tanto vale farlo bene, con precisione e potenza.
Ho conosciuto ricchi imprenditori che hanno portato Coonan per molti anni per difesa personale, e quando le armi sono diventate vecchiotte (la produzione terminò nel 1989), sono passati ad altre 1911 in calibri classici. All’epoca la moda di impugnare come certi agonisti del tiro dinamico non era ancora diffusa e quindi ci sparavano bene.
Nelle prove al tiro che ho effettuato senza allenamento (sono anni che non riesco ad allenarmi come si deve), come potete vedere nei video, sia con la semiautomatica sia con il revolver il rilevamento è ben controllabile e nella Coonan il rinculo è ben ammortizzato rispetto alla Korth. Una volta sparato con queste Magnum ritornare al seppur potente .45 ACP è quasi come passare da una moto ad un motorino.
Come è ben evidenziato nei video, l’effetto sui materiali metallici (acciaio antiproiettile) è assolutamente incontestabile e per giunta le Fiocchi con palla da 158 grani usate nella nostra prova sono spesso 10/30% meno potenti rispetto a cartucce americane. Il buon vecchio .45 ACP con palle da 230 grani ricaricato a potenza medio alta, come potete vedere, annaspa dinanzi al .357 che schiaffeggia i piatti metallici facendoli volare più distanti a terra. Incontestabili anche gli effetti esplosivi dovuti all’idrodinamica sulle bottigliette d’acqua gassata.
Video: Rivalutiamo il .357 Magnum, sfida tra revolver e 1911
Concludendo: il .357 Magnum è ancor ben lontano dal pensionamento: con le giuste tecniche e posizioni di tiro e impugnatura è ben gestibile, divertentissimo sia in revolver sia in pistola semiautomatica. Le vampe nel tiro notturno anche se abbagliano un po' sono comunque tollerabili e il fatto che sia stato calibro d’ordinanza in moltissimi dipartimenti di polizia negli USA lo dimostra. Il suo tiro utile e preciso è ben oltre i 50 metri e non dico altro sulle sue possibilità balistiche se no rischio di non venir creduto. Rumore di sparo e vampa sono assolutamente intimidatori, comunque inserire cartucce a salve come primo colpo da sparare è pratica da sempre diffusa nei revolver.
Con tutti i cinghiali che affollano ormai le nostre città e i lupi alle porte in periferia ritengo che oggi il .357 Magnum sia una cartuccia di rivalutare anche da parte delle polizie locali e ambientali. Se poi non trovate un istruttore che vi sappia insegnare a sparare bene in doppia azione col revolver e a come gestire i calibri Magnum nel tiro celere, contattatemi (hunteresniper@libero.it) perché una lezione base dura solo un paio d’ore.
Si ringrazia il poligono 1 Gun Bank di Lograto (BS) per averci messo a disposizione tempo e spazi.
Schede tecniche
Produttore | Coonan Arms | Korth | Shooters Arms Manufacturing |
Modello | B | Combat Inox 4 | Desert Storm |
Calibro | .357 Magnum | .357 Magnum | .45 ACP |
Alimentazione | caricatore da 7 colpi | tamburo da sei colpi | caricatore da 8 colpi |
Scatto | azione singola | azione singola e doppia | azione singola |
Mire | mirino fisso con riferimento in nylon, tacca regolabile | mirino fisso, tacca regolabile | mirino e tacca regolabili |
Lunghezza canna | 127 mm | 101 mm | 127 mm |
Materiale fusto | acciaio | acciaio inox | acciaio con finitura cromata |
Peso | 1190 grammi (senza caricatore) | 110 grammi | 1050 grammi |
Note | arma reperibile sul mercato dell'usato | arma reperibile sul mercato dell'usato | circa 800 euro |