La pistola-mitragliatrice CS/LS5 è stata presentata nella sua forma definitiva all'edizione 2012 del CIPATE – il simposio sugli equipaggiamenti e le tecnologie per le forze dell'ordine e per gli impieghi anti-terrorismo che si tiene annualmente a Pechino, capitale della Repubblica Popolare Cinese.
Il suo primo prototipo era stato presentato ad una precedente edizione del medesimo Expo, già nel 2009, nel tentativo di creare una “pistola-mitragliatrice da Polizia” che fosse alternativa alla tedesca Heckler & Koch MP5 sia per i corpi dello Stato locali che per i mercati di riferimento dell'industria armiera cinese – in particolar modo i paesi del sud-est asiatico e dell'Africa.
La CS/LS5 è prodotta dalla Chongqing Jianshe Industry Co., Ltd. − azienda privata i cui prodotti ad esclusivo impiego professionale sono distribuiti dal colosso statale cinese Norinco.
Il recentissimo modello civile della pistola-mitragliatrice CS/LS5, battezzato SMG9 e prodotto sotto il marchio SDM - Sino Defense Manufacturing, viene distribuito in esclusiva sui mercati civili europei dalla Prima Armi di Pinasca, in provincia di Torino.
Pur idealmente concepita come carabinetta, o “mini-Rifle” per usare la terminologia del tiro dinamico sportivo, la SMG9 è classificata in Italia come pistola semiautomatica date le proporzioni fra lunghezza totale e lunghezza di canna, e sul nostro mercato è venduta in calibro 9x21mm IMI.
Sinora l'azienda del torinese ne ha importati pochissimi esemplari – un primo lotto di prova per la bancatura – alcuni dei quali sono stati poi effettivamente immessi sul mercato. Il lancio in serie è previsto per i prossimi mesi, ma noi di all4shooters.com siamo riusciti ad ottenere una SMG9 per un'approfondita analisi ed una prova a fuoco in anteprima. Attualmente il mercato civile italiano è l'unico in tutto il mondo ove quest'arma sia disponibile.
Analisi Tecnica
La SDM SMG9 si contraddistingue subito, a prima vista, per il suo aspetto accattivante, in parte spigoloso, in parte morbido e moderno.
Ciò è dovuto all'impiego di polimeri rinforzati, di colore nero, nella realizzazione del calciolo, del semicastello inferiore – ospitante la catena di scatto e il pozzetto del caricatore – e dell'astina in due parti, in netto contrasto con l'acciaio stampato di cui è fatto il semicastello superiore.
A tenere insieme queste due componenti è un perno passante posizionato sul retro del semicastello superiore medesimo; quando viene rilasciato, le due parti di separano in maniera estremamente semplice.
A quel punto lo smontaggio procede rimuovendo dal semicastello superiore la molla di recupero e poi l'intero gruppo-otturatore – la cui foggia ricorda quella dell'otturatore di un AK – poi, tramite la rimozione di un ulteriore perno passante, svincolando prima la metà inferiore, poi quella superiore dell'astina.
Ad arma smontata risulta chiarissimo come, nonostante la vaga somiglianza della SMG9 con la citata Heckler & Koch MP5, l'arma della SDM non impieghi un sistema di funzionamento a rulli.
Si tratta infatti di un'autentica mosca bianca nella sua categoria: una SMG a recupero di gas.
La valvola di fuga dei gas si trova alla base del palo della mira anteriore, e su di esso s'innesta, all'estremità anteriore della sua corsa, la bussoletta che scorre entro la parte superiore dell'astina polimerica su cui è montata la manetta d'armamento.
La pressione dei gas genera la spinta all'indietro che si trasmette su tale bussoletta e poi sul tubo anteriore del gruppo-otturatore, innescando il ciclo di riarmo. Sulla SDM SMG9, il sistema di presa gas non pare essere regolabile; sulla CS/LS5 a raffica, invece, esso può essere settato su diversi livelli a seconda che si impieghino munizioni ad alte pressioni, pensate per essere più efficaci contro avversari muniti di giubbotto antiproiettile, o che si vogliano montare moderatori di suono o adattatori per l'impiego di artifici antisommossa. È proprio questo il motivo che ha spinto i progettisti a distaccarsi dalla più classica chiusura labile.
L'arma non presenta un sistema che mantenga l'otturatore in apertura a caricatore vuoto (Hold-Open), ma la manetta d'armamento stessa scorre su una guida simile a quella della MP5, che a fine corsa presenta uno scasso verso l'alto che consente al tiratore di bloccare manualmente l'otturatore in apertura se necessario.
Il semicastello inferiore ospita anche la sicura manuale laddove sulla CS/LS5 a raffica si troverebbe il selettore del tiro – ovvero solo sul lato sinistro, direttamente sopra l'impugnatura – e due diversi comandi per lo sgancio del caricatore: un pulsante ovale inserito in uno scasso circolare e protetto da Fencing laterali sul lato sinistro, pensato per essere utilizzato col pollice della mano sinistra mentre si stringe il caricatore medesimo; ed una leva piatta collocata tra la base del ponticello del grilletto e il pozzetto del caricatore, da spingersi verso il basso col pollice della mano destra per l'impiego tattico.
Ovviamente la cosa si può invertire, sicché la SDM SMG9 risulta adeguatissima, almeno sotto questo punto di vista, all'uso da parte dei tiratori mancini.
I caricatori bifilari in polimero nero opaco, con base ed elevatore nel medesimo materiale, necessitano di un'energica spinta per entrare in sede, e quando sganciati non cadono liberamente verso il basso se completamente vuoti.
L'impugnatura a pistola della SDM SMG9 presenta scanalature laterali antiscivolo, un accenno di incavo per il pollice su entrambi i lati, ed un tappo sull'elsa che consente di accedere al corpo cavo per utilizzarlo come custodia per batterie, kit di pulizia ed altri oggetti utili al tiratore.
Al semicastello inferiore s'innesta anche, tramite una placca metallica, il robusto calciolo in polimero rinforzato con poggiaspalla in gomma.
Sulla parte superiore, vicino al cardine, il calciolo presenta un pulsante che ne consente la chiusura sul lato destro dell'arma; quando ripiegato, il calcio non intralcia il funzionamento dell'arma né l'espulsione dei bossoli, nonostante vada a trovarsi molto vicino alla finestrella.
Anche per riaprire il calcio è necessario premere il pulsante. Alla placca metallica del calcio, sul lato destro, è integrata la maglia posteriore per l'aggancio della cinghia di tracolla; quella anteriore è solidale alla base del mirino anteriore.
In tema di organi di puntamento, la mira anteriore è realizzata in maniera spartana, protetta da un anello con apertura superiore, ed è regolabile in elevazione tramite l'uso di un qualsiasi strumento sufficientemente sottile e appuntito, anche di fortuna; la mira posteriore, protetta da alette, è a sua volta regolabile in maniera assimilabile più a quella di un AR-15 che non alle mire a tamburo tipiche dell'MP5 che pure erano presenti sui prototipi della pistola-mitragliatrice CS/LS5 del 2009.
Di fronte alla mira posteriore, la SDM SMG9 presenta una rotaia MIL-STD-1913 “Picatinny” macchinata dal pieno sul semicastello, lunga circa 11 centimetri, che consente l'installazione di sistemi di puntamento ottici o opto-elettronici.
Altre tre rotaie Picatinny più corte – 3,5 centimetri di superficie utile, 5,5cm con la base di montaggio – sono installate ad ore 3, 6 e 9 sulla porzione inferiore dell'astina polimerica tramite viti Torx (o Allen che dir si voglia) a testa piatta ed ampia.
Nonostante le dimensioni ridotte, tali rotaie sono più che adeguate al montaggio della maggior parte degli accessori che un tiratore possa desiderare di installare sulla propria SDM SMG9, ma hanno un lato negativo rappresentato da alcuni spigoli vivi che possono rappresentare un problema in fase di maneggio rapido; inoltre la posizione della rotaia sul lato sinistro rispetto alla guida della manetta d'armamento può far sì che qualsiasi accessorio ivi posizionato risulti d'intralcio.
Il suggerimento di chi scrive è di usare accessori poco ingombranti o di usare una chiave Torx per rimuovere le rotaie non utilizzate.
Attenzione, in fase di maneggio, anche allo spigolo tra la fine della corsa della manetta d'armamento e lo scasso anteriore che lo mantiene in apertura: anche questo è infatti piuttosto vivo.
Lunga in tutto 46 centimetri a calcio ripiegato e 69 cm a calcio aperto, la SDM SMG9 presenta una canna in acciaio rotomartellato con sei principi di rigatura destrorsi ad un passo adeguato a stabilizzare praticamente tutti i caricamenti calibro 9x21mm IMI.
In prossimità della volata, oltre al marchio che identifica la canna come ritubata per l'italica cameratura, sono presenti due anelli d'alleggerimento che sulla CS/LS5 dovrebbero fungere, nelle intenzioni dei progettisti, come punto d'aggancio per un silenziatore proprietario della cui effettiva esistenza al momento non ci sono prove certe.
Abbiamo testato la SDM SMG9 in un poligono di tiro privato nel nord della Sardegna in una giornata soleggiata di fine luglio.
Nonostante la ditta produttrice dichiari la pistola-mitragliatrice CS/LS5 “ideale” per l'ingaggio di bersagli anche su distanze variabili tra i 50 e gli 80 metri – s'intenda, utilizzando le munizioni calibro 9x19mm DAP92-9 ad alta pressione sviluppate per le Forze Armate cinesi! – abbiamo preso in considerazione le possibilità d'utilizzo pratico di questo genere d'arma per il tiratore medio nel nostro Paese ed abbiamo dunque effettuato il nostro test su bersagli standard da pistola posizionati a 20 metri.
In occasione della prova, la nostra SMG9 era in configurazione da "Entry Weapon" – munita di impugnatura anteriore CAA Tactical MGRIP, torcia tattica NexTorch TL1 e ottica a punto rosso Vortex SPARC.
La SDM SMG9 al tiro
La SDM SMG9 ha dato eccelsi risultati nel tiro mirato all'imbracciata, con rosate strette sia con le Fiocchi “Top Target” che con le ottime GECO 9x21 con palla da 124 grani: tutti i colpi sono finiti nel nero, con rosate molto centrali, anche quando abbiamo provato a sparare due caricatori in sequenza con le Fiocchi “Black Mamba”, decisamente più vivaci.
Ci ha certamente aiutati poter contare sull'assistenza di un tiratore esperto, che ha potuto sfruttare al meglio gli accessori di cui l'arma era munita per ottenere una maggiore stabilità.
Avremo avuto solo fortuna? Può darsi; tenteremo, a breve, dei nuovi test con altre tipologie di munizioni e in condizioni differenti per verificare questi risultati effettivamente sorprendenti.
Certo che, se le nostre prove future dovessero confermare quanto visto sinora, ci troveremmo di fronte ad un gioiellino che nulla avrebbe da invidiare a prodotti ben più blasonati.
A ciò contribuiscono anche il peso (circa 2,5 chili a vuoto, 2,7 chilogrammi con caricatore da 15 colpi) e la buona rigidità del calcio, che rendono il rinculo percepito praticamente nullo e garantiscono un'ottima controllabilità anche nel tiro rapido.
Conclusioni
La SDM SMG9 è classificata attualmente come arma comune, e dunque venduta in una confezione spartana che comprende un solo caricatore permanentemente limitato alla capacità di 15 colpi; la Prima Armi sta attualmente tentando di ottenere una classificazione da arma sportiva, che aprirebbe la strada alla distribuzione di caricatori da 29 colpi e la renderebbe un'ottima alternativa per l'impiego in diverse specialità di tiro sportivo e tattico/operativo.
Nella sua classificazione attuale, tuttavia, la SMG9 è utilizzabile per il porto difensivo, e in quanto tale si potrebbe configurare come un'ottima alternativa per le Guardie Particolari Giurate che (lasciando a casa la pistola, visto l'obbligo di portare una ed una sola arma in servizio) vogliano dotarsi di un'arma dal potenziale deterrente più “deciso” per impieghi sensibili quali, ad esempio, il trasporto valori.
Per gli impieghi di difesa abitativa o di semplice tiro al poligono, la SDM SMG9 fa concorrenza diretta alle varie incarnazioni della piattaforma MP5 oggi presenti sul mercato, nonché alla blasonatissima CZ Scorpion EVO-3 A1 e alle svizzere B&T TP9 ed APC, ma con una differenza: pur portando visibili i segni di una realizzazione più spartana, la SMG9 sarà proposta ad un prezzo maggiormente abbordabile da parte del tiratore-medio. Il che, di questi tempi, non è affatto da trascurare.