I revolver ad azione singola, che ricalcano le forme della Colt 1873, sono senza dubbio le armi corte più conosciute. Le abbiamo viste innumerevoli volte nei film western e, prima che certi psicologi plagiassero i genitori, tutti i bambini ne hanno posseduta una copia a salve, con cui giocare a indiani e cowboy. Il successo di vendite di quest’arma dura imperterrito probabilmente perché quando si diventa grandi, quello che cambia è solo il costo del giocattolo e chi ha potuto divertirsi nell’infanzia con le armi giocattolo, da grande probabilmente continua a farlo con le armi vere. I cloni delle 1873, come del resto gli originali, hanno qualche problema. La molla a due rebbi del grilletto e quella del bocciolo sono a lamina e ogni tanto si rompono. Si sostituiscono facilmente e costano poco ma la loro predilezione sembra quella di rompersi mentre si sta effettuando una gara.
Esiste un rimedio: acquistare una Ruger New Vaquero. Presenti sul mercato dalla metà degli anni ʼ50, i revolver Ruger sono sempre stati apprezzati per la loro robustezza. Il primo revolver Ruger, somigliante alla Colt 1873, fu il Vaquero presentato nei primi anni ʼ90. Il Vaquero, prima versione, era molto massiccio e consentiva di caricare il .45 Colt in maniera esasperata. Quando le gare di tiro western iniziarono a prendere piede, il Vaquero risultò troppo pesante per le competizioni e così la Ruger nel 2005 presentò il modello New Vaquero dalle dimensioni simili a quelle della classica Colt. Il revolver può essere fornito nel calibro .357 Magnum o nel classico .45 Colt, sono inoltre disponibili canne lunghe 140 mm o 117 mm, come quella dell’arma in prova. In catalogo è offerta una versione provvista di una speciale brunitura.
Il New Vaquero è fornito in una valigetta polimerica resistente e comoda per il trasporto. Nella confezione troviamo un lucchetto di sicurezza dalle dimensioni generose, una busta che contiene il bossolo di prova utilizzabile negli USA a fini legali, il manuale d’istruzioni “english only” e la chiave, in duplice copia, della sicura collocata all’interno dell’impugnatura. Il revolver è fornito di un disco giallo che si interpone tra la parte posteriore del cilindro e lo scudo di culatta. Questo accessorio serve da avviso di arma scarica. Sebbene l’acciaio inox all’epoca del far west non esistesse, erano prodotti dei modelli nichelati. La finitura della Ruger, molto lucida, richiama alla mente il nichel dei modelli originali e non fa rimpiangere l’acciaio al carbonio. Ruger, da tempo ha in catalogo armi inox con finitura nera. Mediante un particolare processo l’acciaio inox, che non è possibile brunire, è ricoperto da una speciale vernice che simula la brunitura e addirittura la tartarugatura del castello. Tale verniciatura richiede da parte dell’utilizzatore una certa attenzione. Al contrario il revolver lasciato in bianco, consente di utilizzare l’arma senza troppe preoccupazioni.
Eventuali leggeri graffi, possono essere ripresi con una lucidatura che riporterà l’arma come nelle condizioni originali. Più l’acciaio sarà lucido e più la finitura somiglierà a quella nichelata. Sarà minore la preoccupazione per quanti volessero caricare le cartucce con polvere nera per rispettare le specifiche dell’epoca. Le scritte, dovute per motivi legali sulle armi prodotte in America, sono state discretamente rollate sotto la canna. Le guancette, in plastica nera zigrinata, creano un piacevole contrasto con l’acciaio lucido dell’arma. Sarà perché l’abbiamo sempre maneggiata dall’età di 5 anni, seppure in forma di giocattolo, ma a nostro parere le linee della New Vaquero sono quanto di più accattivante possa esistere riguardo un’arma corta.
Meccanica
La meccanica della Ruger Vaquero non ha molto in comune con quella degli originali. Anche dal primo esame visivo si nota che lateralmente sul telaio le viti sono state sostituite da perni che hanno la prerogativa, non indifferente, di non svitarsi. Tutti i problemi che affliggono la meccanica Colt è stata brillantemente risolta. La piccola molla a due rebbi, che serve il fermo del tamburo e il grilletto, responsabile di molti guasti meccanici, è scomparsa ed è stata sostituita da una robusta molla a filo di diametro surdimensionato.
Il bocciolo, che negli originali era dotato di una molla a lamina estremamente fragile, nella Ruger è spinto da un nottolino caricato da una molla a spirale che ne rende praticamente eterno il funzionamento.
Ben manovrabile il cane che presenta una zigrinatura superiore. Il grilletto è ampio e offre un buon appoggio al dito.
Nei precedenti modelli, bastava ruotare di poco il tamburo per provocare il disallineamento con la finestra d’espulsione. Poiché il tamburo non ruotava al contrario, occorreva rifare tutto il giro per scaricare o caricare l’arma. Questa era la dannazione dei tiratori SASS che sembra abbiano fatto la fortuna dei gunsmith americani che si arricchivano modificando le vecchie Ruger per renderle competitive. Nel New Vaquero il problema è stato brillantemente risolto applicando in corrispondenza dei denti del cilindro un nottolino che, fuoriuscendo dallo scudo di culatta, permette di bloccare il tamburo allineandolo con la finestra di caricamento e l’asta d’espulsione dei bossoli.
Sono spariti i 4 click che si sentono armando il cane nei revolver dell’epoca e cloni odierni. Per caricare la Vaquero si deve aprire lo sportellino laterale. Lo sportellino aperto impedirà l’arretramento del cane mentre il tamburo potrà ruotare liberamente in senso orario consentendo le manovre necessarie. Un provvidenziale “click” avvertirà che la camera del tamburo è allineata per le fasi di carico/scarico. Per scaricare l’arma, il revolver si avvale ancora dell’asta di espulsione, caricata con una molla a spirale, collocata sul lato destro della canna. Il sistema, laborioso è necessario, a causa del tamburo che lavora sul perno di rotazione, imperniato nel telaio del revolver e trattenuto in sede tramite un pulsante elastico. Nel 1873, il sistema hand ejector era di là da venire.
Tutti i revolver Ruger hanno il percussore flottante alloggiato nel castello. La percussione può avvenire solamente per l’interposizione di una barretta metallica, la transfer bar, che viene traslata verso l’alto interponendosi tra il percussore e il cane solo quando quest’ultimo sta per sfuggire al dente di scatto, permettendo la trasmissione del necessario impulso cinetico alla capsula. Non appena il grilletto è rilasciato, la barra di sicurezza torna in posizione di riposo, impedendo spari accidentali in caso di caduta dell’arma o di urti ricevuti dal cane. Questa sicurezza meccanica consente pertanto di caricare senza rischi tutte le sei camere del tamburo. All’interno dell’impugnatura, per fortuna ben nascosta sotto le guancette, è collocata la sicura che blocca il cane, azionabile tramite una chiavetta.
La cartuccia .45 Colt, è nata nel 1873 e originariamente era caricata con 40 grani di polvere nera. Adottata all’epoca dall’esercito, dopo diciassette anni di onorato servizio, fu sostituita in favore della debole .38 Long Colt.
Dopo la prima esperienza bellica, avvenuta nelle Filippine, dove la .38 L C si rivelò assolutamente inadatta, l’esercito si affrettò a dotare i soldati della nuova cartuccia .45 ACP (11,4 mm). Forse questo spiega l’avversione degli Americani per qualsiasi calibro al di sotto degli 11 mm.
La cartuccia .45 Colt, utilizzando polvere infume, con una palla del peso di ben 255 grani e una velocità media di 265 m/s, riesce a sviluppare circa 60 Kgm di energia cinetica mentre il caricamento originale, di 40 grani di polvere nera, riesce a spingere la classica palla di piombo da 255 grani, a una velocità massima di 293 m/s, sviluppando 72 Kgm di energia cinetica.
Niente male per la “nonna” che tra l’altro è dotata di un’ottima precisione. Da ricordare che in commercio sono disponibili cartucce denominate “cowboy action load”, utilizzate nelle gare di tiro western. Queste cartucce, dotate di bassa velocità – 230 m/s – con palle in piombo da 250 g, generano comunque un’energia cinetica pari a circa 43 kgm. Le cartucce cowboy action load sono caratterizzate da un rinculo ridotto e in virtù della loro bassa pressione di esercizio, possono essere impiegate negli originali dell’epoca, anche i più vissuti, senza paura di incidenti.
Le rosate ottenute alla distanza di 15 m, non più larghe di 3 cm, hanno dimostrato che l’arma è precisa fuori da ogni dubbio, per il risultato sono state di aiuto le mire più ampie di quelle degli originali. Lo scatto già buono, può essere migliorato sostituendo le molle e lucidando i piani di scatto ma ricordiamo che nelle gare di tiro western i bersagli oltre a non essere mai posti a distanze eccessive, sono anche discretamente larghi, non esiste il bull’s eye (il bersaglio regolamentare di pistola libera). La filosofia del tiro western è: tutti si devono divertire.
L’arma è destinata principalmente all’impiego ludico nelle gare di tiro western. Nel tiro informale nel poligono, il revolver può dare soddisfazioni anche alla classica distanza di 25 m. L’estrema facilità d’uso e l’affidabilità dell’arma, unita alla precisione e stopping power della cartuccia, testata non solo sui campi di battaglia ma anche nei saloon del vecchio west, fanno affermare che il New Vaquero possa essere utilizzato efficacemente per difesa abitativa. Da considerare che il costo del New Vaquero non è eccessivo e in Europa si aggira sui 650 euro. In questo la “peacemaker” concilia prezzo potenza e affidabilità.