Nel corso delle nostre visite nelle armerie, ci capita spesso di imbatterci in armi poco conosciute e un po’ misteriose, magari rimaste accantonate in un angolo della cassaforte per anni, e delle quali si sono perse le informazioni storiche. Oggi ricostruire la storia di un’arma, ma anche di un’auto o di una fotocamera d’epoca è molto più facile rispetto a trent’anni fa, quando non c’era Internet e i libri sulle armi erano pochi, costosi e necessariamente poco completi. Le fonti di informazione erano poche: oltre ai libri c’erano le riviste straniere, non necessariamente più attendibili delle nostre, e la memoria del solito amico/armiere che sa tutto, ma poco altro. Siamo rimasti abbastanza sconcertati, quindi, quando Paolo Silvano dell’armeria Berrone di Alessandria ci ha chiamati per dirci che aveva tra le mani un revolver di cui, testuali parole, “...non so nulla”. Ora, Paolo Silvano che “non sa nulla” di un’arma è un concetto al quale non siamo abituati e per noi profondamente innaturale. Abbiamo deciso quindi di aiutare Paolo nella sua ricerca di ulteriori informazioni su questa pistola a tamburo prodotta dalla FNA di Brescia alla metà degli anni Cinquanta.
In realtà non ne sappiamo nulla nemmeno noi, ma possiamo contare sui nostri appassionati lettori, certi che qualcuno di loro possa avere qualche informazione in più su questo revolver decisamente ben fatto rispetto alla concorrenza dell’epoca, e che avrebbe sicuramente meritato miglior gloria.
Un revolver bresciano, ma dal cuore americano
La Fabbrica Nazionale di Armi aveva sede a Brescia ed ebbe vita abbastanza breve, visto che fu costituita nel 1937 su iniziativa dell’I.R.I. attorno alla preesistente Pietro Lorenzotti. Grazie agli eventi bellici la sua espansione fu frenetica, tanto che nel 1943, in piena Seconda Guerra Mondiale la FNA poteva contare su 3mila dipendenti. Alla fine del conflitto la sua smobilitazione fu lenta ma inarrestabile, e dopo qualche tentativo di sopravvivere producendo armi per il mercato civile (soprattutto fucili da caccia) e parti conto terzi, la FNA chiuse i battenti nel 1957.
Il nostro revolver fu costruito negli ultimi mesi di attività dell’azienda e riporta la data 1956. Si tratta di una pistola a tamburo di fattura eccellente, con meccanismo di sparo in doppia azione e castello a cinque viti di tipo Smith & Wesson, canna da quattro pollici e una capacità di 6 cartucce calibro .32 S&W Long. Il sistema di blocco del tamburo è invece di tipo Colt, con un comando a campana piuttosto stilizzato ma ben eseguito. Gli organi di mira sono quelli tipici di un revolver militare o da polizia, con una tacca ricavata fresando il telaio e con un mirino a mezzaluna ricavato di pezzo dalla canna. Le guancette sono in plastica nera, fittamente zigrinate e decorate su entrambi i lati con un medaglione che riporta il marchio FNA.
Curioso notare come in rete ci siano le foto di un revolver FNA analogo e nello stesso calibro, ma con canna da due pollici in vendita presso una casa d’aste americana, che viene definito dallo stesso venditore “con finiture mediocri”, mentre l’esemplare che abbiamo potuto esaminare è lavorato e rifinito decisamente bene, con una brunitura eccellente; unica nota stonata sono alcuni segni di utensile all'interno degli sgusci di alleggerimento del tamburo. Il fatto che le scritte relative al modello, del calibro e della matricola siamo eseguite a mano suggerisce che l’arma in questione non sia di serie, altrimenti sarebbe stato approntato un rullo per stampigliare le scritte in serie. Sulla parte superiore del telaio, oltre al nome del costruttore troviamo inciso il numero di brevetto 493589, ma una ricerca online non ci ha dato alcun risultato.
Si tratta in definitiva di un revolver “Made in Italy” fortemente ispirato ai modelli americani (ma quale non lo era all’epoca?) leggero e molto ben costruito, camerato in un calibro non potentissimo, ma adeguato alle esigenze di chi portava l’arma per difesa personale. Se avete informazioni in più su questo revolver o su qualcosa di simile, potete condividerle con noi nei commenti a questo articolo (su Facebook) oppure scrivendo a info@armeriaberrone.it