Attesa dagli estimatori del sistema Glock, la pistola G42 è il secondo modello dotato di caricatore monofilare proposto dalla casa austriaca dopo la G 36 in .45.
Le dotazioni dell’arma conservano la meccanica di base delle pistole Glock, le migliorie apportate sulla 4^ generazione e qualche modifica dovuta alle dimensioni dell’arma.
Presentata sul mercato nel 1982, la pistola Glock ha dato l’avvio all’impiego dei polimeri e del percussore semilanciato, sistemi già usati in passato ma che non avevano riscosso successo nelle armi corte da fuoco.
Anche in questo modello dalle dimensioni ridotte ma che sembra riduttivo definire back up, sono assenti sicure manuali. A differenza di altri modelli in calibro .380 Auto, che si avvalgono del sistema di chiusura a massa, la Glock G42 utilizza la medesima chiusura Browning modificata con tutti i benefici che essa comporta.
Si tratta di un’arma concepita per il porto occulto e non a caso è denominata slimline.
La piccola 42 può essere impiegata non solo come pistola di riserva ma anche in particolari situazioni, come arma primaria, quando per mantenere un basso profilo è vitale celare l’arma, visto il minimo peso e ingombro.
Concepita per la difesa personale, come arma back up, l’autonomia di fuoco di quest’arma è limitata a soli 6 colpi che con quello eventuale portato, pronto, nella camera di cartuccia sale a 7 cartucce.
Questa dotazione permette, statisticamente parlando, di risolvere problematiche relative alla difesa personale e abitativa... Se si pensa di avere grossi problemi scegliamo un’arma più grossa.
Arrivata alla 4^ generazione, l’arma è fornita di una molla di recupero telescopica che consente di contenere maggiormente rilevamento e rinculo rispetto i modelli precedenti.
Viste le dimensioni dell’impugnatura sono assenti i dorsalini forniti con le altre configurazioni di pistole Gen 4.
Da tenere in considerazione che la G42, impiegata come arma back up, non richiede ulteriore addestramento per quanti utilizzano armi full size o compact della stessa marca.
Le pistole Glock, oltre a essere note per i pochi pezzi di cui si compongono - solo 33, (quello che non c’è non si rompe - H.Ford) - si avvalgono di un sistema di chiusura a corto rinculo di canna, sistema Browning modificato con la parte della canna posteriore prismatica che attua la chiusura adattandosi nella finestra d’espulsione del carrello. Dopo aver arretrato il carrello si provoca un parziale arretramento del percussore.
L’armamento completo e il successivo sgancio del percussore avviene solamente agendo sulla leva di scatto.
Notare che il percussore pre armato non è dotato dell’energia cinetica sufficiente a provocare lo sparo della cartuccia presente nella camera di cartuccia. La piccola G42 ha delle minime differenze rispetto le sorelle maggiori.
Lo slide lock di nuova concezione è servito da una molla a spirale anziché da una a torsione. Altre minime differenze si notano nel barilotto della sicura al percussore, nell’elemento che tiene la molla del grilletto, e nel guidamolla dell’estrattore.
Lo scatto delle pistole Glock ha la prerogativa di essere sempre uguale.
L’operatore, esercitando sempre la stessa pressione sulla leva di scatto, a differenza delle pistole a scatto misto, è facilitato nell’apprendere e memorizzare come premere il grilletto, evitando strappi specialmente durante la partenza del primo e secondo colpo.
Il peso dello scatto della Glock può essere modificato a piacere grazie ai molti kit disponibili in commercio.
Lo scatto di serie delle pistole Glock è concepito per la difesa, quindi ha una resistenza adeguata a evitare la partenza di colpi indesiderati all’utilizzatore sottoposto a stress.
Chi è abituato a scatti leggeri dovrà fare l’abitudine al sistema Glock o ricorrere ai vari kit per alleggerire il peso di scatto. Il peso di sgancio dello scatto del modello in prova si è attestato su 3,290 Kg, in linea con quanto richiesto a un'arma da difesa back up.
Prive di sicure manuali, le Glock sono dotate di tre sicure automatiche. Sicura automatica al percussore, al grilletto contro trazioni laterali ma soprattutto cadute accidentali dell’arma, ulteriore sicura attuata dalla parte posteriore della leva di collegamento del grilletto che, quando quest’ultimo è armato, impedisce al percussore di avanzare.
Un’arma così concepita permette di essere portata in piena sicurezza con il colpo in canna e non richiedendo di dover agire su leve manuali, consente un immediato tiro di risposta.
Le mire della Glock 42 ricalcano in miniatura quelle delle sorelle più grandi. Anche se una pistola di queste dimensioni non è certo concepita per il tiro mirato, i congegni di mira, ben proporzionati, consentono di ottenere delle buone rosate su bersagli posti a distanze ben oltre quelle solite in ambiti difensivi.
Il calibro 9x17mm (.380 Auto, 9 corto, 9 Browning e molti altri nomi) impiegato nella Glock è dotato di buona precisione, ha una energia cinetica di circa 25 Kgm e rientra tra le cartucce adatte a essere impiegate per difesa personale.
La bassa energia cinetica posseduta conferisce al 9 Corto minore penetrazione, rendendo questo calibro adatto all’impiego in ambito urbano e abitativo, limitando danni collaterali nel caso la palla attinga bersagli di scarsa consistenza come a esempio alcune zone del corpo umano.
Come accennavamo, la G42 è una Glock in miniatura ideata per essere occultata.
Le dimensioni facilitano chi ha la mano piccola a discapito di quanti hanno mani oversize che sentono maggiormente la mancanza di un appoggio per il dito mignolo e parte dell’anulare.
Le dimensioni del modello non hanno permesso di ricavare la slitta Picatinny a causa del corto dust cover.
Sinceramente non ne sentiamo la mancanza. L’impugnatura è semplificata rispetto le sorelle maggiori, risultando assenti gli incavi anteriori. È presente la zigrinatura migliorata come quella degli altri modelli di 4^ generazione. Tutti i comandi son facilmente raggiungibili. La leva arresto carrello è protetta da una palpebra che impedisce l’azionamento involontario della stessa durante il tiro.
La Glock G42, come tutte le armi e soprattutto per quelle che estremizzano le loro dimensioni, richiede un periodo di adattamento all’impugnatura e allo scatto, decisamente più resistente degli altri modelli.
Dopo il dovuto allenamento l’arma beneficia di tutte le prerogative delle pistole Glock: grilletto dotato di una corsa corta, sia in fase di trazione, sia in fase di riaggancio dello scatto, contenimento del rinculo e rilevamento, precisione, affidabilità e facilità d’uso.
L’arma, visto il rinculo contenuto, è perfetta per essere impiegata nel tiro a una mano che, viste le dimensioni ridotte della G42, dovrebbe essere l’unico da adottare per evitare, sotto stress, di posizionare - con effetti disastrosi - la mano debole davanti la volata.
Prova a fuoco
Sembra che le prime Glock G42 abbiano avuto problemi di alimentazione con alcune cartucce a caricamento debole. Il modello in prova, testato con munizioni Geco non ha dato problemi. Quello che raccomandiamo, durante i primi tiri, è di impugnare saldamente l’arma.
Come ogni altra arma da difesa, prima di portare la pistola al fianco è bene testare arma e cartucce, caricatore compreso. Per la prova abbiamo usato cartucce Geco FMJ con palla da 95 grani.
La rosata della Glock G42, testata entro 12 metri, distanza ben oltre quella ove avvengono statisticamente gli scontri a fuoco, considerata la linea di mira dell’arma è buona. Quello che stupisce è il rinculo e rilevamento ridotto che consente di sparare in successione tutti i colpi contenuti nel caricatore con estrema facilità.
La nostra opinione sulla pistola Glock G42 è assolutamente positiva; i suoi punti di forza sono la meccanica semplice e collaudata, l'affidabilità, precisione e l'estrema occultabilità e leggerezza; inoltre, se usata come back up, in coppia con Glock full size, non richiede adattamento mentale a diversa meccanica.
