Con sede a Polameno, in provincia di Brescia, la fabbrica d'armi Olmi non è un nome conosciuto tra gli appassionati − anche perché sinora non ha mai prodotto in proprio armi complete. Tuttavia da oltre quarant'anni l'azienda lavora come fornitrice di parti realizzate con macchinari di precisione a controllo numerico per alcune delle realtà più importante del settore armiero italiano, prima tra tutte la Beretta, cosa che le ha consentito di acquisire sia il Know-How necessario alla progettazione e alla produzione di armi da fuoco e componenti, sia le tecnologie più all'avanguardia. All'edizione 2013 di EXA, lo scorso aprile, l'azienda ha colto il mercato di sorpresa presentandosi con uno Stand piuttosto importante, nel quale venivano esposti i prototipi di quella che forse ha rappresentato la più importante novità di tutta la fiera: un nuovo revolver, il modello 963-MF, la cui costruzione rispecchia in pieno la natura dinamica ed altamente tecnologica della fabbrica Olmi. Certamente il revolver, come tipologia d'arma, non è esattamente il prodotto che più immediatamente si associa alla produzione armiera italiana moderna − fatta eccezione per alcune caratteristiche "variazioni sul tema", quali i MA.TE.BA. e i Chiappa Rhino − e non è l'assetto tecnico a rendere caratteristico lo Olmi, che rimane un normale revolver con scatto in doppia azione costante, cane esterno e possibilità d'armamento manuale per il tiro in azione singola, come un qualsiasi Smith & Wesson o Ruger. Ma sta proprio quì la genialità dell'azienda.
La Olmi ha infatti concepito la sua arma partendo da alcuni solidi presupposti. Anzitutto, ancora oggi il revolver è un'alternativa molto popolare, in Italia come nel resto d'Europa e financo negli Stati Uniti, per chi cerchi un'arma poco impegnativa sotto i punti di vista dell'addestramento e della manutenzione, e che sia sicura da tenere sempre pronta al fuoco e semplice ed immediata da impiegare in caso d'emergenza. Non si contano le Guardie Particolari Giurate che ancora usano i revolver, così come i privati cittadini che ne detengono non solo per la pratica degli sport del tiro, ma anche per la difesa personale ed abitativa. Dunque, anziché modificare un principio di funzionamento sperimentato ed ancora perfettamente valido, la Olmi ha ben pensato di rendere la piattaforma del revolver, se possibile, ancor più solida ed affidabile, e soprattutto più comoda per chi necessiti di averla al proprio fianco tutto il giorno.
Ciò non poteva prescindere dal migliorare le procedure produttive, anzitutto scegliendo materiali che, garantendo pari solidità rispetto a quelli normalmente impiegati nella costruzione di questo genere d'armi, risultassero al contempo altrettanto pesanti da garantire una buona stabilità al tiro e ben più leggeri, in modo da ridurre il peso totale dell'arma finita e non renderne il porto troppo scomodo e penalizzante rispetto a quanto accade normalmente con le più moderne pistole semi-automatiche. Per questo la Olmi ha abbandonato quasi completamente l'impiego di acciaio inossidabile, preferendo realizzare il grosso della struttura del revolver mod.963 MF in ERGAL, la lega d'alluminio aeronautico ben nota nell'industria armiera soprattutto per il suo uso da parte della Beretta nella produzione dei fusti delle pistole serie 92/96/98, ma anche su altri modelli di altre aziende. Ovviamente, quando si parla di ERGAL e della sua lavorazione, bisogna sempre distinguere in base alle varianti e alle procedure produttive... e la Olmi ha distinto bene, selezionando la lega d'alluminio 7075-T651 − anche più solida di quella con cui normalmente si forgiano i Receiver dei fucili e delle carabine della serie AR-15/M16/M4 e similari − con la quale i fusti dei revolver 963 MF, comprensivi di struttura di scheletro del calcio, vengono realizzati dal pieno, macchinati da blocchetti di materiale (Billet) tramite macchinari d'alta precisione a controllo numerico. Una procedura forse più impegnativa, tanto a livello di tecnologie quanto di costi, rispetto alla forgiatura o alla microfusione, ma che rispetto a queste impedisce che vengano a formarsi nella struttura delle micro-bolle d'aria che possono influire negativamente, a lungo andare, sulla solidità del prodotto finito.
Nello stesso materiale, e con la stessa procedura, è realizzato il fodero ventilato che intuba la canna, la quale dunque non viene a trovarsi direttamente a contatto con possibili agenti esterni dannosi, cosa che ne garantisce una durata di vita più lunga. Dal pieno sono persino realizzati i legni dell'impugnatura, per la precisione a partire da un massello che viene modellato ergonomicamente e su cui vengono incise le zigrinature laterali e la testa di Atena, la dea-guerriera greca protettrice anche della saggezza e delle arti, che rappresenta il logo dell'azienda. Realizzati in acciaio inossidabile, nel revolver Olmi, sono invece le parti più piccole, ottenute ancora una volta tramite macchinari di precisione a controllo numerico: cane, grilletto e meccanismi; i pulsanti d'apertura del tamburo; le viti delle guancette dell'impugnatura e le mire metalliche regolabili; ed ovviamente il tamburo e la canna, altri due elementi che si contraddistinguono per innovazione e per qualità. Le canne − disponibili in versioni da due pollici e mezzo, quattro pollici e sei pollici − sono realizzate in Germania dietro ordinazione dalla ben nota Lothar Walther, leader mondiale nel settore, con l'impiego di acciai Krupp, un nome che certo non ha bisogno di presentazione. Il tamburo, invece, è disponibile con sei o sette camere di scoppio, a seconda che l'impiego principale dell'arma sia il tiro sportivo o la difesa personale, ruolo nel quale un colpo in più può fare la differenza soprattutto nelle fasi concitate di un conflitto a fuoco oppure quando l'operatore non sia particolarmente esperto.
In ogni caso, i tamburi di diversa capacità sono intercambiabili, così come lo sono le canne, che possono essere svitate dalla loro sede e rimpiazzate con altre di lunghezza superiore o inferiore. Cosa ancora più importante, tra la canna e il fusto sarà possibile inserire degli spaziatori in acciaio inossidabile, offerti dall'azienda, per aumentare o ridurre il Gap esistente tra essa e il tamburo e dunque la vampa che normalmente nei revolver trova sfogo tramite quello spazio. Il sistema di apertura del tamburo, che prevede l'azione contemporanea dei pollici della mano forte e della mano debole su due pulsanti posti rispettivamente dietro lo scudo e di fronte al tamburo medesimo, sul lato sinistro dell'arma, può penalizzare un po' i tempi del processo di ricarica, ma è stato in realtà pensato come ulteriore misura di sicurezza, per impedire che una presa malferma o scorretta, da parte magari ancora una volta di un utente poco esperto, oppure l'appoggio dei pollici sullo scudo − tecnica piuttosto in voga tra i tiratori sportivi − possa determinare uno sgancio accidentale del tamburo, parziale o totale, con conseguenze negative che possono spaziare dalla semplice "cilecca" alla ben più disastrosa detonazione fuori batteria.
Tutto sommato, pare che la scelta della Olmi di distaccarsi così nettamente dalle procedure più classiche per la produzione di questa categoria d'armi abbia pagato: il revolver modello 963 MF risulta pesare a malapena dai 645 agli 860 grammi a vuoto a seconda della lunghezza di canna, e resta perfettamente in grado di gestire anche i caricamenti più vivaci nei calibri in cui verrà offerto − segnatamente il .38 Special, il .357 Magnum e, più avanti, il .44 Magnum. Lo Olmi 963 MF sarà offerto di fabbrica con finitura protettiva GK − un processo nanoceramico codificato MIL-STD ed utilizzato dalle Forze Armate USA − che oltre ad essere disponibile in una serie di tonalità che vanno dal nero al grigio, dal bianco al verde oliva, dal color sabbia fino al dorato, risulta particolarmente impervio all'umidità, agli agenti atmosferici, agli elementi aggressivi e più in generale ai graffi e all'usura. La Fabbrica d'Armi Olmi conta di distribuire il revolver modello 963 MF a partire dalla seconda metà del 2013, ad un prezzo indicativo per unità che dovrebbe attestarsi sui 1000€: più di un Taurus, certamente, ma meno di quanto si paghi al giorno d'oggi per uno Smith & Wesson, e soprattutto un prezzo più che adeguato ai livelli qualitativi e di lavorazione di questo spendido prodotto.