Nagant M1895

Nagant M1895 
Una posizione del tamburo nel sistema Nagant...
Nagant M1895 
...e lʼaltra

L’arma che sarebbe diventata il Revolver Sistemy Nagana Obrazets 1895 Goda fu progettata in Belgio da Emile e Leon Nagant e adottata da numerosi Paesi sia pure, in tutti i casi salvo uno, senza la sua caratteristica più nota. Ma l’adozione più vasta e duratura, completa di tamburo avanzante, fu quella da parte della Russia, in seguito Unione Sovietica. La Russia produsse in proprio il revolver a partire dal 1898, tre anni dopo l’adozione, e la continuò fino a oltre la Seconda guerra mondiale. Benché il revolver M1895 fosse stato dichiarato obsoleto nel 1930, infatti, la produzione continuò ed ebbe termine intorno al 1950. Non per questo la storia dell’arma ebbe termine. Sulla piattaforma Nagant, nel dopoguerra, furono sviluppati revolver sportivi sia in calibro .22 LR sia nel tradizionale 7,62 Nagant. Inoltre il revolver risulta in uso da parte della polizia ferroviaria e ancor oggi è possibile, fuori Mosca, vederlo al fianco di alcune guardie armate. È interessante notare che in questi casi l’arma ha almeno il doppio degli anni dell’uomo che la porta, se non il triplo o addirittura il quadruplo. 

Nagant M1895 
La vista frontale mostra chiaramente i recessi delle camere del tamburo che ne consentono la chiusura ermetica

Come mai lo Stato Maggiore russo, estremamente conservatore, abbia deciso di sostituire lo Smith&Wesson in calibro .44 Russian resta un mistero. Il vecchio revolver era stato spedito in Russia dal generale Gorloff, addetto militare negli Stati Uniti, e aveva incontrato il favore del governo, tanto che ne furono ordinati 20.000. Non abbiamo traccia, per contro, del come il “nuovo” revolver sia stato conosciuto in Russia. I fratelli Nagant avevano delle aderenze a San Pietroburgo e magari un po’ di denaro era passato di mano. Non lo sapremo mai, anche se possiamo fare delle congetture. Forse, oltre ad aderenze a San Pietroburgo, i fratelli disponevano di informazioni utili. Ad esempio, una carabina ad avancarica del tamburo esposta nell’Armeria Reale di Torino, costruita da un armaiolo ginevrino e datata 1872, presenta la particolarità del tamburo avanzante. Il meccanismo è parzialmente bloccato e non è stato possibile esaminarne appieno il funzionamento. Di smontare l’arma e riportarla a condizioni di efficienza ovviamente non se ne parla nemmeno, visto che a occuparsi di armi sono le Sovrintendenze, i cui esperti qualcosa sanno di storia dell’arte, ma quasi nulla di armi. Peccato. Sarebbe stato interessante stabilire se i fratelli Nagant fossero arrivati in modo autonomo alla loro soluzione o se avessero “tratto ispirazione”, per così dire, da un lavoro precedente. Magari anche da un lavoro di Pieper, come alcuni sostengono. 

Nagant M1895 
Vista laterale destra
Nagant M1895 
Lo sportellino di caricamento in posizione di apertura

Da un punto di vista tecnico i revolver Nagant erano già datati al momento dell’adozione. Non solo, per fare un esempio, il nostro Bodeo modello 1889 aveva il sistema Abadie per facilitare la ricarica, ma con lo stesso dispositivo, in Austria, erano stati sperimentati revolver nel ’93 e ’94. Inoltre il mondo armiero era in fermento. Tre anni prima la Colt aveva realizzato un revolver con tamburo basculante lateralmente, presentato poi all’esposizione di Columbus nel 1893.

A favore del progetto dei fratelli Nagant stava l’errata convinzione che il gap tra canna e tamburo fosse un problema da risolvere. 

Nagant M1895 
La volata. Si nota la linea di fede per il mirino: i russi mettevano punzoni ovunque. Inizialmente il mirino era a mezzo dollaro, ma in seguito fu fatto così e anche tutti i vecchi revolver zaristi furono modificati

È vero che la fuga di gas tra canna e tamburo determina un decremento della velocità, ma in termini pratici esso è trascurabile o quanto meno non giustifica un meccanismo complesso. Per avere un miglior risultato sarebbe stato sufficiente usare una cartuccia più potente della deboluccia 7,62 Nagant. Come del resto fecero tutti, visto che il sistema non fu adottato da altri. Peraltro il sistema con sigillo del gap consentiva l’uso di un silenziatore, che fu quasi immediatamente progettato dai fratelli Mitin e adottato col nome di dispositivo Bramit sia dalla NKVD sia, durante la Seconda guerra mondiale, da alcuni Corpi speciali dell’esercito. Nella lunga vita dell’arma qualche Nagant silenziato, modificato in officine clandestine, fu ancora trovato in mani Vietcong durante la guerra del Vietnam. 

Nagant M1895 
La bacchetta ha una tacca che ne impedisce l’uscita allo sparo

L’arma è un revolver a telaio chiuso con tamburo non basculante della capacità di sette colpi. Caricamento e scaricamento si effettuano attraverso uno sportellino sul lato destro, una cartuccia per volta. L’espulsione dei bossoli avviene per mezzo di una bacchetta che, quando non è in uso, è collocata all’interno dell’asse del tamburo, dal quale è estratta e collocata in posizione, ruotandone il supporto intorno alla canna, al momento dell’uso. Per evitare che la bacchetta si muova all’atto dello sparo, in essa è praticato uno scasso in cui si alloggia la testa di una molletta, posta di lato al supporto. L’arma originale era ad azione mista, ma il governo Zarista dispose che molti esemplari fossero convertiti alla sola azione singola. Quelli che mantennero la doppia azione furono assegnati solo agli ufficiali e alla polizia.

Nagant M1895 
La bacchetta si allinea alla camera del tamburo ruotando un elemento mobile assemblato alla canna: in questo momento la bacchetta è completamente arretrata dentro una camera

L’Armata Rossa farà produrre solo armi in azione mista, e convertirà anche molti dei revolver a sola azione singola. Del revolver, circa 20.000 esemplari furono acquistati tra il 1895 e il 1899, prodotti sia dalla Nagant & C. sia da Pieper e venduti da Nagant. Peraltro la Russia aveva acquistato brevetto e macchinari per costruire l’arma a Tula, dove la produzione ebbe inizio – pare con i soli modelli a singola azione – tra il 1898 e il 1899 per continuare con lo stesso modello fino al 1917. Da quel momento in poi furono costruiti solo revolver ad azione mista, fino a un totale di oltre 1.100.000 pezzi. Difficile determinare la quantità esatta, anche perché ogni anno le matricole ripartono da zero. L’ultima produzione avvenne a Izhevsk, dove fu trasferita dopo l’adozione della pistola semiautomatica di Fëdor Tokarev. 

Nagant M1895
Vista laterale sinistra
Nagant M1895 
Il cane, a rimbalzo. Lo scasso serve ad alloggiare l’elemento scorrevole, che funge da sicura. Se il grilletto non è premuto e l’elemento scorrevole dislocato, il percussore non può raggiungere l’innesco
Nagant M1895 
Il calcio è in bachelite, zigrinato. La zigrinatura posteriore per migliorare la presa non è un’invenzione che dobbiamo al tiro dinamico

Il tamburo avanzante a cui si è accennato aveva lo scopo di usare tutta l’energia dei gas di sparo per spingere la palla. Armando il cane, sia in singola sia in doppia azione, una culatta mobile avanza sospingendo il tamburo. La particolare munizione ha un bossolo particolarmente lungo che sopravanza la palla, molto affondata. Quando il tamburo avanza, spinto dalla culatta mobile, la bocca del bossolo entra nella culatta della canna. L’espansione del bossolo al momento dello sparo sigilla il gap tra canna e tamburo. Rilasciando il grilletto il tamburo arretra e può così ruotare. Il recupero di potenza così ottenuto non giustifica affatto, come si è detto, un simile meccanismo. Tuttavia la meccanica è più semplice di quanto si possa pensare.

La culatta mobile è un elemento forato per il passaggio del lunghissimo percussore e incernierato nel castello. Questo le consente di ruotare intorno al perno fino a sporgere da un’apertura praticata nello scudo. Dietro la culatta mobile, in uno scasso del castello può scorrere verticalmente un elemento che è mosso dal grilletto. Questo elemento, insinuandosi dietro la culatta mobile, la costringe ad avanzare, sicché essa sospinge il tamburo, il cui albero molleggiato gli consente di avanzare nella misura voluta. Al contempo, l’elemento che spinge la culatta mobile fa anche da sicura automatica. Si disloca solo con la pressione sul grilletto e solo quando è nella sua posizione superiore permette al percussore di raggiungere l’innesco. Altrimenti il cane andrebbe a picchiare contro l’elemento scorrevole e ne verrebbe arrestato. 

Nagant M1895 
Rimuovendo la vite sul fianco destro, sopra l’impugnatura, si ottiene la separazione della cartella e oltre metà dell’impugnatura

Tutto ciò aggiunge qualche complessità alla meccanica, ma non tanta quanto si penserebbe. C’è da rimanere ammirati per la semplicità della soluzione adottata, con così poche parti in movimento. D’altra parte anche il castello è semplificato. Il ponticello del grilletto è separato da esso, assicurato a un perno e tenuto in sede da una vite. Nel suo essere così rétro, il Nagant è peraltro un buon revolver, affidabile e preciso, che si guadagnò sul campo la sua notorietà. Elevata, quest’ultima, al punto che nell’ex Unione Sovietica il vocabolo “nagant” era sinonimo di revolver. 

Nagant M1895 
Un primo piano della meccanica con il cane incoccato sulla singola azione. Gli spazi sono risicati ma il saltarello della doppia azione non interferisce mai con l’appendice superiore del grilletto. La finitura può essere rustica, ma la costruzione è accuratissima

Le finiture del revolver M1895 sono quelle delle armi russe, ma non è detto che ciò sia obbligatorio. Ad esempio il revolver Husqvarna d’ordinanza svedese resta una delle armi meglio finite in un periodo in cui le buone finiture erano la consuetudine in quasi tutti i Paesi. La costruzione del nostro M1895 peraltro è superba, mantenendo anche in questo le caratteristiche delle armi russe. La meccanica presenta aggiustaggi a mano, testimoniati dal numero di matricola riportato sulla molla. La robustezza, collaudata nell’inverno russo e nel fango del disgelo, è addirittura leggendaria. Quanto all’azione, che molti definiscono addirittura perversa, è questione di abitudine.

Lo scatto in singola azione è duro, d’accordo. Ma è pulitissimo, senza impuntamenti o grattamenti di sorta, con un’uscita appena leggermente roll-over che consente di spremere dall’arma tutta la non poca precisione di cui è capace. Va ripetuto, ancora una volta, che il colpo di dito – lo “strappo – non dipende dal carico del grilletto. Altrimenti qualcuno dovrebbe spiegare come sia possibile strappare tirando di Pistola Libera, con pesi di scatto anche di pochi grammi. Lo scatto in doppia azione risente dell’elemento a saliscendi che deve insinuarsi dietro la culatta mobile. Ma provando a togliere quell’elemento e saggiando la doppia azione, la si trova tanto pulita e filante che ancor oggi molti costruttori potrebbero prenderne esempio. 

Nagant M1895 
La culatta mobile. Si vede la fessura in cui si adagia l’elemento scorrevole
Nagant M1895 
Alcuni testi sostengono che l’asse molleggiato del tamburo, nei revolver sovietici, non sia estraibile. Pare che si sbaglino

L’arma resta, nel suo costo tutto sommato modesto, un esempio affascinante di arma militare e di progettazione fin de siècle. Per spararci, fonti americane riferiscono di aver provato il .32 S&W Long o addirittura il .32 Magnum. Il revolver è senza dubbio sufficientemente robusto, anche se forse il .32 Magnum lo stressa. La conseguenza della scelta è di ottenere bossoli gonfiati, ma se non avete intenzione di ricaricarli non c’è problema. Un problema, peraltro, è nel tempo per ricaricare l’arma. Dovete aprire lo sportellino, estrarre e ruotare la bacchetta, allineare a essa una camera e spingere la bacchetta per estrarre il bossolo. Riportare in avanti la bacchetta e ripetere l’operazione su ciascuna delle 7 camere. A questo punto la bacchetta può essere riposta nel suo alloggiamento e si introdurranno sette cartucce, a una a una. Si chiude lo sportellino e l’arma è nuovamente pronta al fuoco. Non bisognerà dimenticare, al compimento dell’ultima operazione, di rivolgere un reverente pensiero al comportamento cavalleresco dell’avversario, che avrà aspettato tutto quel tempo prima di spararvi di nuovo. 

7,62 Nagant      

La munizione calibro 7,62 Nagant, ovvero 7,62x38R, è un’arzilla vecchietta di oltre cent’anni che rappresenta a tutt’oggi un concetto unico. La sua particolarità sta nella conformazione del bossolo e nell’alloggiamento della palla in esso che creano un sistema di “sigillo” il quale, al momento dello sparo, causa un accrescimento della pressione all’interno del bossolo e della velocità alla bocca del proiettile.

Nagant M1895 
Munizioni Fiocchi

Questa strana cartuccia fu ideata nella Russia zarista per l’arma da fianco d’ordinanza (il revolver Nagant M1895); la scelta cadde sul calibro 7,62 per semplificare le procedure di fabbricazione delle canne e delle munizioni dato che l’allora fucile d’ordinanza, il Mosin-Nagant M91 in calibro 7,62x54R, aveva lo stesso diametro di camera. Ai tempi dell’URSS, poco prima della Seconda guerra mondiale, si decise la sua sostituzione con la munizione 7,62x25 Tokarev e la pistola TT33 ma, sempre per la sua particolare conformazione, la cartuccia 7,62 Nagant si rivelò molto utile nell’utilizzo in revolver Nagant modificati per l’uso silenziato (cosa più unica che rara nel panorama armiero), allungando di qualche anno la sua vita di servizio.

Oggi non è facile trovare in commercio questo tipo di munizione. Si dice che la Wolf, branca “commerciale” della fabbricante d’armi e munizioni russa TSNIITOCHMASH, lo introdurrà presto nella sua linea; ma per ora si può trovare solo qualche sparuta cartuccia marcata CCCP, di fabbricazione sovietica e risalente agli anni ʼ50 o giù di lì. La munizione più facilmente reperibile è quella della Fiocchi, della linea “Old Times”: si tratta di munizioni Full Metal Jacket da 98 grani che viaggiano a circa 260 m/s con approssimativamente 213 Joules di energia, più o meno come una 7,65 Browning. La maggior parte delle munizioni in commercio in questo calibro sono però caricamenti da tiro al bersaglio, che non offrono granché in fatto di Stopping Power; questo, nel corso degli anni, ha fatto sì che tra gli appassionati il revolver Nagant 1895 fosse conosciuto come un’arma da fianco antiquata e decisamente sotto-potenziata rispetto alle necessità. Quello che pochi sanno è che il munizionamento militare impiegava palle di circa 100 grani per circa 335 m/s, equivalenti in quanto a potenza al .32-20 o al .32-H&R Magnum. Le poche cartucce militari d’epoca ancora reperibili sul mercato sono considerate roba da collezionisti.


Scheda Tecnica

ProduttoriNagant, Pieper, Arsenali di Tula, Izhevsk e Sestroryetsk
ModelloM1895

Numero di catalogo

2790
Calibro7,62mm Nagant
Funzionamentorevolver a tamburo avanzante, non basculante, con telaio chiuso
Lunghezza della canna115 mm
Capacità tamburo7 colpi
Scattoa singola azione e mista, a cane esterno a rimbalzo
Organi di miratacca fissa e mirino su coda di rondine per la regolazione in deriva
Materialiacciaio
Dimensionilunghezza totale 235 mm
Peso a vuoto 750 g

Gallerie fotografiche