Una delle più classiche piattaforme d'arma della storia americana moderna è sicuramente quella dell'M-10 − conosciuta anche come MAC-10, MAC-11, M11-A1, e con molti altri nomi a seconda dei produttori e dei modelli avvicendatisi nel corso dei decenni.
Sviluppata tra la fine degli anni '50 e gli anni '60 da Gordon Bailey Ingram, la M-10 nasce come pistola-mitragliatrice nei calibri .45 ACP, 9x19mm e .380 ACP (9 Corto), con ciclo di fuoco ad otturatore aperto, dimensioni veramente ridotte − a suo tempo fu la pistola-mitragliatrice più piccola del mondo, e lo rimase fino all'invenzione del Micro-UZI agli inizi degli anni 1980 − la M-10, o MAC-10 che dir si voglia, era all'epoca basata su concetti e canoni, anche tecnologici e costruttivi, all'avanguardia. Certo, non mancava di problemi − soprattutto un rateo di fuoco troppo elevato che la rendeva difficilmente gestibile a raffica − ma l'uso dell'apposito silenziatore allungato con manicotto termoprotettivo progettato da Ingram stesso con l'appoggio di Mitchell WerBell e degli altri collaboratori della SIONICS e della Military Armament Corporation aiutava a tenerla sotto controllo.
Per anni una delle armi della sua categoria preferite dalle unità per operazioni speciali USA e di molti paesi alleati, divenne popolare anche tra i tiratori sportivi, in quanto ne vennero realizzati letteralmente milioni di esemplari capaci di solo fuoco semi-automatico.
I problemi, tuttavia, iniziarono quando l'arma − esportata in grandi quantità anche in sud America − iniziò ad essere popolare tra trafficanti di droga e guerriglieri: cattiva pubblicità che si aggiunse ai livelli qualitativi scarsi di alcuni dei tanti produttori che continuarono la fabbricazione dell'arma dopo il fallimento della Military Armament Corporation nel 1975 (Cobray, RPB, SWD, Leinad, ed altri ancora). In particolare, all'inizio degli anni '80 il governo USA proibì la distribuzione, la vendita e il possesso sui mercati civili delle armi semi-automatiche ad otturatore aperto; questo causò ulteriori inconvenienti, in quanto le Ingram civili convertite ad otturatore chiuso soffrivano di problemi di Timing. Nel giro di poco più di un ventennio la piattaforma passò dall'essere una delle più glorificate del mondo armiero − complici anche le apparizioni al cinema e in TV, primo fra tutti il film "È una sporca faccenda, tenente Parker!" tra le mani di John Wayne − ad essere una delle più disprezzate, pressoché universalmente ritenuta "arma-spazzatura".
Ovviamente ci fu chi non accettò di vedere una piattaforma con una storia così importante e con tali e tante potenzialità − alto volume di fuoco, compattezza, solidità, versatilità grazie agli accessori moderni − finire nel dimenticatoio a causa di tante scelte tecniche e commerciali sbagliate.
In particolare un'azienda dello Stato americano della Georgia − la MasterPiece Arms, Inc. − si fece rapidamente un nome facendo del progetto di Gordon Ingram il suo Core Business: dopo inizi altalenanti, l'azienda acquisì tecnologie e conoscenze necessarie a produrre le varianti MAC-10 a regola d'arte, ed i suoi ingegneri progettarono un nuovo otturatore ed un nuovo sistema di chiusura − quasi totalmente differenti dallo schema Ingram − che risolvevano i problemi d'affidabilità nel ciclo di fuoco ad otturatore chiuso.
Da anni la MasterPiece Arms vende le sue pistole e carabine semi-automatiche di derivazione MAC-10 sul mercato commerciale USA, con un eccellente successo di vendite. La produzione della MasterPiece Arms è solo semi-automatica e destinata solo ai tiratori civili − alcuni modelli a raffica numerati vengono realizzati in quantità limitatissime solo in via sperimentale, o dietro ordinativo diretto di corpi dello Stato americani − e più recentemente l'azienda ha anche lanciato una carabina semi-automatica di tipo tattico in calibro .223 Remington (la MPAR-556), la relativa versione "pistolona" a canna ultracorta e senza calcio, ed un fucile a ripetizione Bolt-Action calibro .308 Winchester per il tiro a lunga distanza (lo MPA-308BA).
Per lungo tempo, ai tanti affezionati lettori di ALL4SHOOTERS.COM che ci chiedevano della disponibilità in Italia dei modelli della MasterPiece Arms, abbiamo dovuto dare risposta negativa. Oggi fortunatamente la situazione cambia (almeno in parte) grazie alla Tactical73 S.r.l. − azienda con sede a Venaria Reale, in provincia di Torino.
La Tactical73 ha attualmente a catalogo quattro pistole semi-automatiche della MasterPiece Arms: la MPA-10T, caratterizzata da un assetto classico di tipo MAC-10 e dalla cameratura calibro .45 ACP, con canna da sei pollici; la MPA-935SST calibro 9x21mm IMI, con vari accessori tattici di serie, una delle grandi novità della MasterPiece Arms per il 2014; e due varianti della gamma "Mini-Defender", ovvero cloni MAC-10 caratterizzati da dimensioni compatte e canna corta: segnatamente si parla del modello MPA-930T con manetta d'armamento posizionata sul castello superiore, e del modello MPA-930SST, tecnicamente la stessa arma ma con manetta d'armamento posizionata sul lato sinistro e rotaia Picatinny per ottiche di puntamento sul castello superiore. Ambedue sono in calibro 9x21mm IMI.
Tutti i modelli della MasterPiece Arms sono equipaggiabili di accessori alla volata: non si tratta di silenziatori − vietati dalla legge − ma di manicotti che oltre a consentire un più agevole maneggio con due mani hanno l'aspetto esteriore di soppressori di suono e conferiscono alle armi un aspetto deterrente più pronunciato − fondamentale soprattutto nell'uso difensivo, di protezione abitativa, o di servizio da parte delle Guardie Particolari Giurate.
Tutte le pistole della MasterPiece Arms sono inoltre vendute con caricatori in polimero della PRO-MAG, prodotti negli USA.
I prezzi indicativi al pubblico come annunciati dalla Tactical73 S.r.l. sono decisamente interessanti: si parla di circa 615€ per il modello MPA-10T, di poco più di 700€ per il modello MPA-935SST e rispettivamente di circa 615 e 810 Euro per i due modelli "Mini Defender".
L'azienda ha inoltre annunciato l'intenzione di importare, in futuro, anche alcune armi lunghe della stessa MasterPiece Arms. Quali siano però esattamente i modelli, e quando si collochi questo "in futuro", non ci è stato ancora dato di sapere.