Molti produttori sembra abbiano abbandonato la via dell’originalità progettuale tendando, piuttosto, di proporsi come abili interpreti dei più importanti archetipi armieri.
La conseguenza? Manufatti concettualmente simili tra loro senza alcuna reale novità o, per converso, l’adozione di schemi costruttivi “esotici” che, nei casi più sfortunati, non offrono concrete soluzioni ad alcuna criticità propria del tiro operativo.
Anche Heckler & Koch presenta sul proprio catalogo prodotti concettualmente simili a quelli della concorrenza (USP, P30, P8) ma, intelligentemente, non ha rinunciato all’innovazione indirizzando i maggiori sforzi creativi al raggiungimento della più elevata versatilità funzionale.
I moderni studi sulla dinamica degli scontri a fuoco suggeriscono infatti che le variabili in gioco in fase di combattimento siano molte, disomogenee, difficilmente riconducibili a schemi rigidi e, di conseguenza, tali da porre il binomio arma/operatore nella condizione di essere più efficace in una situazione ma meno in un’altra.
L’obiettivo principale da raggiungere? Arma e addestramento degli operatori orientati alla massima versatilità.
La proposta dei progettisti di Heckler & Koch? Un’arma compatta e leggera, semplice meccanicamente ed al tempo stesso ergonomicamente sofisticata, in grado di ben adattarsi ad ogni utilizzatore, alle manovre di tiro più estreme, alle condizioni più varie.
Il risultato? SFP9, letteralmente “pistola per forze speciali cal.9” nelle versioni standard “SF” o “TR”, con geometria di scatto completamente modificata sulla base di precise specifiche dettate dalla polizia tedesca.
Scriviamo di un’arma semi-automatica in singola azione (6mm di corsa totale del grilletto, reset di 3mm e peso di sgancio pari a 2,5kg circa con 1,4Kg di differenza di peso per passare dalla precorsa allo scatto) a percussore lanciato, costruita con materiali misti metallo/basi polimeriche tecniche, chiusura tipo Browning-Petter modificata, caricatori bifilari da 15 colpi, sicure automatiche multiple, comandi ambidestri, slitta porta accessori tipo MLSTD1913.
Il peso dell’arma scarica con caricatore inserito è pari a circa 710g mentre le dimensioni sono le seguenti: lunghezza totale di 18,6cm, spessore di 3,3cm, altezza di 13,7cm. La distanza tra gli organi di mira è pari a 16,2cm.
La canna, del tipo poligonale, ha una lunghezza di 10,4 cm ed un sistema di stabilizzazione a sei righe destrorse. La camera di scoppio è bi-conica per ottimizzare l’espulsione di gas e relativi residui, marca in modo sistematico i bossoli di risulta e rispetta, per espressa dichiarazione del produttore, la normativa NATO, TR, CIP e SAAMI.
L’impugnatura, in un sol pezzo con il fusto polimerico presso-stampato, è foggiata a costituire una sorta di scheletrato cui fissare, per incastro, le parti fondamentali di contatto con la mano forte del tiratore: guancia destra, guancia sinistra, dorsalino, ognuna di queste riprodotta in differenti misure in modo tale da garantire un totale di ventisette configurazioni anatomiche diverse.
La parte restante del fusto ha un disegno tradizionale ed i comandi di blocco/sblocco carrello e sgancio caricatore sono ambidestri anche se non, nel primo caso, perfettamente speculari.
Il carrello si afferra in modo saldo e, oltre alle classiche fresature di presa anteriori e posteriori sono presenti, vicino all’estremità posteriore, su entrambi i lati, due alette verticali sporgenti grazie alle quali molte operazioni risultano particolarmente confortevoli.
Un esempio? Il controllo di camera piena che tuttavia viene segnalato, visivamente ed anche al tatto, dall’unghia estrattrice e da uno specifico dispositivo posto sul carrello-otturatore.
Ottimo anche il sistema di mira, che si è rivelato performante sia nel tiro meditato che in quello in movimento.
Lo scatto, in singola azione, ha dato ottima prova in tutte le sessioni a fuoco ed è strutturato in modo tale da avere una corsa totale del grilletto pari a 6 mm circa ed uno spazio di reset pari a 3 mm, con un peso di sgancio di circa 2,5 Kg ed un peso di precorsa pari a circa 1,1 Kg.
Benchè la pistola di cui scriviamo armi completamente il percussore lanciato con l’arretramento del carrello, precisiamo che in sede di smontaggio un dispositivo automatico lo disarma senza che sia necessario premere il grilletto.
Le prove a fuoco si sono svolte in un campo di tiro privato all’aperto, in collaborazione con Alessio Carparelli di Tirooperativo.it, con cui abbiamo stabilito un solido e fertile rapporto di collaborazione. La sessione a fuoco si è aperta con una serie di manovre di tiro mirato a 12 e 25 metri e, subito dopo, sono stati eseguiti degli esercizi di tiro rapido con cambi caricatore e simulazione di inceppamenti tipo “missfire”, “stovepipe” e “double-feed”, risolti in modo rapidissimo.
In questa fase è stato apprezzato l’invito realizzato alla bocca di caricamento del serbatoio, che favorisce una manovra intuitiva, a beneficio della rapidità.
Ottima anche la posizione, la dimensione e la durezza della molla del pulsante di sgancio, che non essendo del tipo a pulsante determina la necessità di un addestramento specifico.
L’esercizio successivo, dove abbiamo registrato soddisfacenti risultati, è stato quello basato sull’estrazione da fondina, l’ingaggio rapido di un bersaglio a brevissima distanza e l’allontanamento indietro a 3 metri, finalizzato a valutare l’efficienza della scelta della fondina (custom nella fattispecie) ed il bilanciamento dell’arma.
Siamo passati poi ai tiri dietro copertura alta, media e bassa per verificare l’efficienza ergonomica e la bontà degli organi di mira, risultati sempre efficienti grazie alla forma ed al rapporto proporzionale tra tacca e mirino.
L’impugnatura, che si raggiunge in modo intuitivo e consente una presa particolarmente salda ed efficiente per contrastare il rilevamento, ha permesso di utilizzare l’arma al meglio anche nelle posizioni di tiro più estreme.
Per saggiare le potenzialità della catena di scatto è stata, in ultimo, allestita una postazione per il tiro rapido di 15 colpi consecutivi: il tempo di esecuzione più lungo è stato di 3”,83, quello più veloce di 3”.05; valore medio pari a 3”,48.
Volendo dare un giudizio complessivo a questa pistola potremmo affermare che i suoi maggiori punti di forza siano l’efficienza ergonomica, il disegno del bocchettone di caricamento, le geometrie di scatto come anche la sua fluidità, il sistema di mira ed il comando di sgancio caricatore.
Tra i punti deboli la forma tagliente della scanalatura posta all’interno della guardia del grilletto, che dopo un certo tempo può pizzicare il dito indice o trattenere il tessuto dei guanti e la finitura superficiale delle parti metalliche, caricatori compresi, che nel tempo si è usurata rapidamente.
Nella giusta configurazione ergonomica e con il necessario esercizio l’arma è dunque davvero eccellente dal punto di vista operativo, una delle più performanti fino ad ora provate.