Le pistole semiautomatiche Heckler & Koch che portano la scritta “Tactical” indicano varianti dotate di canna allungata, che fuoriesce di poco dal carrello, con l'ultima porzione della volata filettata.
Unica eccezione la Mark 23, versione civile dell'analogo modello militare, così costruita ab origine nel solo calibro .45 ACP. Importata da T.F.C. di Villa Carcina (Bs), l’HK 45 Tactical deriva dalla HK 45, e, come questa, è disponibile come full size con impugnatura e carrello di maggiori dimensioni e caricatore da 10 colpi (come il modello in prova). La canna è da 130 mm, contro i 113 mm del modello standard.
Le due varianti Compact (mod. HK 45C/HK 45C Tactical) presentano il fusto e il carrello accorciati e portano una canna da 99-116 mm. Per tale motivo il caricatore della Compact è da 8 colpi di capacità, incrementabile a 10 colpi sostituendolo con uno con fondello maggiorato. Il fusto in polimero è prodotto con finitura nera, verde scuro, e tinta desert (RAL 8000). Due buone notizie, prima di addentrarci nella prova della pistola: la classificazione come “arma a uso sportivo” (codice Bnp 12_01529s3), e il prezzo di mercato inferiore a 900 euro.
L'ultima “tattica” di Heckler & Koch
L'HK45 è consegnata entro un contenitore a valigetta in materiale plastico, con interno in gommapiuma piramidale e chiusura doppia a scatto. Aperta la confezione troviamo la pistola, due caricatori da 10 colpi, il manuale (in lingua tedesca e inglese), una rosata di prova e una piccola busta in plastica contenente un dorsalino di ricambio, alcune guarnizioni o-ring per la canna e un attrezzo metallico.
La veste estetica della pistola richiama e si avvicina ai recenti modelli made in Oberndorf, come le P30 – piuttosto che riprendere le linee tese, essenziali e marziali delle USP.
Non sono presenti raffinatezze quali le mire rialzate e regolabili che troviamo sulla USP Tactical, qui sostituite da una tacca con punti luminescenti, inserita nel carrello su fresatura a coda di rondine, e da un mirino standard.
Anche il sistema a molla per ridurre il rinculo dell'arma è di tipo semplificato, ma secondo il costruttore mantiene una buona efficacia. Una delle correzioni, rispetto agli illustri modelli di derivazione, si trova nelle proporzioni dell'impugnatura. Forse consci del fatto che la HK 45 non nasce come arma militare o da forze speciali (pur prestandosi allo scopo), i progettisti hanno considerato che i normali utilizzatori hanno mani di taglia media, o comunque sono addestrati e assuefatti alla tipica pistola bifilare in calibro 9.
Da tali considerazioni è scaturita un’impugnatura sottile ed ergonomica, che alloggia un magazzino largo quanto un comune bifilare 9 Luger (o 9x21 mm), a costo di rinunciare a due colpi di capacità. L'adattamento alle diverse “taglie” si ottiene sostituendo il dorsalino.
L'intero telaio, nel nostro esemplare di colore RAL 8000, impiega in modo estensivo il polimero plastico. Le guide, per esempio, sono spezzoni metallici annegati nel telaio; la cresta del cane è in plastica, come pure le leve (tranne quelle di smontaggio) e il grilletto. L'uso del metallo è ridotto al minimo; di qui un peso piuma di soli 208 grammi sulla nostra bilancia elettronica.
Diverso l'approccio costruttivo del carrello in acciaio (567 grammi rilevati) con ottime lavorazioni interne, lucidatura accurata di alcune parti e finitura superficiale nera opaca. La testa del carrello fortemente angolata e gli intagli di presa anteriori sono aggiunte che slanciano e movimentano la vista laterale. Derivata dalla USP Tactical la sagomatura della guardia del grilletto, e mutuato dalla serie P30 il sistema di sgancio del caricatore, ben integrato nel telaio da un punto di vista estetico e funzionale.
Parti essenziali e accessorie
I caricatori in dotazione hanno il corpo in metallo, forato sul dorso, con numerazione da 2 a 10 per la verifica visiva dello stato di riempimento. Le uniche scritte presenti riguardano il calibro “45” e “Made in Germany”; la soletta, ampia e sagomata, e l'elevatore sono di polimero plastico di colore nero. Al di sotto della soletta viene riportata la dicitura del modello di pistola “HK45” alla quale sono dedicati. Sotto al dorsalino troviamo il passaggio dove agganciare un cavetto di sicurezza da unire al cinturone dell'operatore. Nella porzione anteriore del fusto è ricavata una slitta porta accessori in standard Picatinny (Mil-Std-1913), all'interno della quale troviamo una targhetta metallica recante il numero di matricola, replicato sulle altre parti dell'arma.
In piccoli riquadri del fusto si vede il punzone Cip N e l'indicazione del costruttore; il lato sinistro del carrello ospita la numerazione, i punzoni di prova e le scritte “HK 45” e “.45 Auto”. I marchi sono replicati sulla camera di cartuccia – sul lato visibile attraverso la finestra di espulsione ad arma chiusa. Del livello costruttivo abbiamo già detto; aggiungo che - guardando la parte alta dell'arma - si potrebbe pensare a una pistola di costo più elevato, tanta è la precisione degli accoppiamenti, la finitura delle parti sottoposte ad attrito e della canna, realizzata in modo ineccepibile. La filettatura anteriore può ospitare un compensatore, o meglio un riduttore di suono, che ben si accompagna alle velocità alla bocca tipiche del calibro .45 Acp. Queste varianti sono indicate con il suffisso “SD” = Schalldampfer in alcuni cataloghi H&K.
Tale opzione è esclusa dal nostro impianto normativo, che vieta tali dispositivi accessori; quello che vedete (a scanso di equivoci) è un simulacro per giocattoli softair incluso a puro scopo illustrativo, non utilizzabile con le armi da fuoco. La parte alta del fusto ospita tutti i comandi: la leva per la sicura manuale è collocabile su entrambi i lati e deve essere sollevata per inserire la sicura, che blocca la catena di scatto. Lo stesso comando, quando viene abbassato, abbatte il cane. In ogni caso sono attivi i sistemi interni automatici di sicurezza, primo fra tutti quello al percussore. Doppio il leveraggio con funzione di comando di chiusura del carrello (hold open).
Il perno a traversino serve anche da fermo per il guidamolla, e deve essere rimosso per lo smontaggio di campagna della pistola; una serie di dentini ingaggiano l'identica leva posta sulla destra del carrello. Il grilletto in polimero è lungo e arcuato, la sua appendice inferiore scorre in uno svaso interno alla guardia. Rimane da esaminare il sistema di sgancio del caricatore, di tipo ambidestro, che può essere abbassato con il pollice o l'indice della mano forte (anche usando entrambe le dita): per la sua collocazione richiede una minima assuefazione, rispetto al tipico pulsante circolare-ovale che siamo abituati a trovare su armi di questo tipo. Di complessa fattura l'asta guidamolla (di tipo lungo a spire piatte), il cui blocchetto posteriore s’inserisce nel piano inclinato del blocco sotto canna.
Sono i componenti che attuano la traslazione a corto rinculo, e insieme al risalto superiore della camera di cartuccia assicurano il ritorno in chiusura stabile, secondo lo schema Browning modificato. Lungo l'asta guidamolla un buffer cilindrico in nylon aiuta a ridurre il rinculo. Impossibile parlare della canna senza tessere un minimo elogio al costruttore; robustezza a tutta prova, nonostante l'ampia foratura calibro .45, rampa di alimentazione ampia e lucidata, interno che sembra lappato a mano… tanto che il termine “a specchio” non rende l'idea. Buona esecuzione del blocco prismatico e delle piste inferiori di movimentazione; anello e guarnizione o-ring per evitare giochi parassiti ad arma in condizione di sparo.
Quattro guarnizioni di ricambio sono incluse, ma si trovano in ferramenta per pochi centesimi. Sopra al carrello troviamo tacca e mirino, entrambi con riferimenti luminescenti che dovrebbero aiutare in condizioni di luce scarsa. La tacca, registrabile in deriva, è di tipo combat, con un canale asimmetrico di acquisizione che lascia aria ai lati del mirino. Lungo e robusto l'estrattore, con un grosso perno elastico e una molla di carico; la parte alta è verniciata in rosso: quando sporge dal profilo del carrello serve da avviso di colpo in canna.
Sistema di scatto e smontaggio
Lo sparo in doppia azione ha una corsa lunga del grilletto e un peso rilevante (il costruttore dichiara 50 Newton-5,1 Kg forza), mentre lo sparo in singola azione richiede una trazione di circa 2 Kg. Due le modalità di porto tipiche della HK45: inserito il caricatore con le munizioni, si scarrella e si aziona verso il basso la leva della sicura, il cane si posiziona in mezza monta (pronto per la doppia azione) e si può procedere con o senza sicura manuale inserita. Ovvero si sposta la leva della sicura verso l'alto e si arma la pistola in condizione uno (pronta per la singola azione) – potendo in tal modo contare su un peso minore dello scatto anche per il primo colpo.
Lo smontaggio ordinario si esegue senza toccare il grilletto: ad arma scarica – verificare sempre – si toglie il caricatore e si fa scorrere il carrello fino alla tacca rettangolare. A questo punto si estrae la leva posta sul lato sinistro (l'altra rimane in sede) e si può avanzare il carrello fino a separarlo dal fusto. Si sgancia dal dente il complesso molla-guidamolla-buffer e si accede alla canna; qui occorre una minima trazione, per vincere la resistenza della guarnizione in gomma di accoppiamento alla boccola anteriore. L'assemblaggio della pistola è semplice, come richiesto da ogni arma per uso professionale; due pagine del manuale spiegano la procedura, comunque intuitiva, e consigliano una pulizia completa ogni 1000 colpi sparati (oppure una volta l'anno). La pulizia e la manutenzione ordinaria si compiono senza intralci, con l'aiuto di un kit elementare e un prodotto detergente e lubrificante.
Preparazione e prova al poligono
Per adattare l'impugnatura alla mano del tiratore serve un cacciaspine di piccolo diametro; in pochi minuti abbiamo sfilato il dorso contrassegnato “S” e montato quello “M” - che sembra offrire una presa più piena. Approfittando della cortesia di Pierangelo Ferrari (presidente del Tsn di Galliate, NO), e della collaborazione di amici tiratori quali Dario Zanoni, abbiamo svolto il test sfruttando le munizioni commerciali Magtech e Sellier & Bellot da 230 grani, importate e fornite da T.F.C. e le Fiocchi FMJ del medesimo peso di palla. La HK 45 ha reazioni vivaci e impenna discretamente; il rinculo non è elevato e si scarica sul palmo della mano in modo uniforme.
Buona la visibilità delle mire, anche nel tunnel di tiro dove la luce non è ottimale. La corsa dello scatto è lunga e plastica, anche dopo lo stop intermedio; nel tiro mirato occorre fare attenzione, e mantenere l'arma in linea mentre si ultima la trazione del grilletto, pena uno strappo quasi sicuro e la perdita del centro del bersaglio.
Dopo un centinaio di colpi si capisce come dovrà essere gestito lo scatto. La pistola non era stata rodata, ma solo nei primi cinque colpi abbiamo registrato una parziale espulsione del bossolo e una mancata alimentazione; in seguito tutto ha funzionato al meglio, fino al termine del test.
Alle distanze tipiche d’impiego per un'arma corta da fianco (10-12 metri) la HK45 ha evidenziato una precisione più che buona con tutte le munizioni sparate, la cui scelta non appare vincolante, bensì dettata da motivi di reperibilità o di gusti personali.
L'allestimento tattico, unito alla classificazione come arma sportiva, potrebbe risultare allettante per molti appassionati che desiderano un'alternativa al popolare calibro 9. Il prezzo rappresenta un altro fattore di scelta: se le altre Heckler & Koch Tactical calibro .45 richiedevano un robusto investimento, questa appare misurata e competitiva, anche rispetto ad altri modelli dello stesso costruttore come la recente SFP-9. Safe shooting a tutti.