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Che differenza c’è tra “Skorpion” e “Scorpion”? Ovviamente la pronuncia è la stessa e nella scrittura l’unica differenza è nella consonante C al posto della K. Elementare. Ma nonostante la similitudine del nome, la CZ Skorpion e la CZ Scorpion sono due armi completamente diverse.
La faccenda sarebbe forse più chiara se si utilizzassero i nomi per esteso: la vecchia Skorpion, quella tristemente nota in Italia per i sanguinosi eventi degli Anni di Piombo, si chiama CZ 61 Skorpion, mentre la più moderna realizzazione è denominata “CZ Scorpion Evo 3”.
Ma di cosa si tratta? Chiarito il mistero del nome, cerchiamo di andare a vedere.
Siamo davanti ad un’arma che può svolgere il ruolo di PDW, ossia Personal Defence Weapon, una via di mezzo tra una semplice pistola ed una pistola mitragliatrice.
Da quest’ultima categoria derivano dimensioni abbastanza cospicue anche se ben inferiori a quelle tipiche della specie (41 centimetri di lunghezza e poco più di due chili e mezzo di peso), nonché la possibilità di essere alimentata con caricatori ad alta capacità, mentre delle armi corte, in effetti, rimane ben poco.
Della Scorpion Evo esiste sia la versione automatica (EVO 3 A1) sia quella semiautomatica destinata ai mercati civili (EVO 3 S1): la prima prevede fuoco a colpo singolo nonché a raffica limitata a tre colpi e raffica libera, mentre, ovviamente, quella civile è strettamente semiauto e non esiste possibilità di trasformazione dei meccanismi di sparo.
L’arma esaminata, inutile dirlo, è la versione semi-auto commercializzata anche in Italia e approvata, mediante classificazione, dal Banco di Prova. A proposito: nel bailamme nato dopo la soppressione del famigerato Catalogo, la nostra CZ EVO risulta classificata ben tre volte, ai numeri 20, 378 e 440 del 2013!
Una caratteristica dell’arma è il suo calciolo che può essere esteso, ripiegato o rimosso; quando è esteso la lunghezza sale a 66 centimetri e la CZ EVO diventa un’arma da spalla: le dimensioni del calciolo permettono una comoda imbracciata e la fruizione dei congegni di mira, cosa che non si può dire di tante altre PDW.
La ditta costruttrice è la famosa Česká Zbrojovka di Uherský Brod (CZ-UB), nota al grande pubblico per numerose armi di successo, ma le radici della nostra arma non sono ceche bensì slovacche, altra zona che negli anni ha dato i natali a vari geni armieri.
Di questa origine rimane solo una piccola traccia: sul lato destro del fusto polimerico si nota la scritta “designed by Laugo”, dove Laugo, forse il progettista, è appunto il nome utilizzato della ditta slovacca che ha messo a punto i prototipi, la ZVS, prima di cedere i progetti alla CZ.
A parte la caratteristica di sparare ad otturatore chiuso e di essere dotata di un cane interno, la struttura meccanica della CZ EVO è molto classica, simile a quella di un normale mitra della seconda generazione, con un otturatore posizionato posteriormente alla canna e che fa a meno del sistema “telescopico”, considerato utile per diminuire scuotimenti durante il tiro a raffica. Pensandoci bene ci hanno sempre detto che un’arma moderna a chiusura labile dotata di un otturatore di discreta massa deve per forza avere un otturatore fortemente telescopico, eppure negli ultimi anni è stato un fiorire di PDW dotate di masse mobili poste tutte dietro la camera di scoppio, come ad esempio l’HK USC, la cui struttura, con solo una piccola massa aggettante anteriore, ritroviamo sul nostro CZ EVO: evidentemente basta poco per rendere l’arma controllabile e fruibile anche nel tiro a raffica senza inutili complicazioni.
Molto moderne anche le metodiche costruttive che vedono il castello formato da due semplici gusci uniti mediante ben sette bulloncini e relativi dadi. I due gusci sono realizzati in un materiale polimetrico estremamente duro, almeno esternamente.
Il materiale è infatti talmente duro che ci sono rimasti dubbi sulla struttura interna dei due gusci, là dove scorre l’otturatore, che potrebbe essere anche formata da una sottile lamina metallica su cui è stato colato il resto del materiale sintetico: la presenza di strani segni circolari che sembrano di giunzione e la piastrina metallica recante il numero di matricola che emerge dal polimero sembrerebbero avvalorare questa tesi, ma non siamo stati in grado di dare una risposta definitiva che avrebbe richiesto l’incisione della superficie, operazione ovviamente fuori luogo sull'esemplare messoci a disposizione dalla ditta Legion Italia di Carrara.
Le lavorazioni dell’otturatore sono molto buone, con piani dritti e spigoli netti; la faccia a contatto con il fondello presenta una sede ribassata, la testa del lungo e robusto estrattore e un foro passante di cui ci sfugge l’utilità.
Inferiormente sporge la testa del pistone di blocco del percussore stesso: la sicurezza passiva è stata tenuta in grande considerazione dai progettisti e l’arma è infatti dotata di blocco al percussore che si elimina solo premendo il grilletto, quando una lunga leva si solleva poco prima dello sgancio del cane.
Per quanto riguarda le sicure della CZ EVO, oltre quella automatica al percussore, troviamo una leva manuale a due posizioni posta a portata di pollice e ambidestra. Le due posizioni sono Fuoco e Sicura e in questo caso viene bloccato anche il moto dell’otturatore.
Unico problema, almeno per chi scrive, è che il doppio comando risulta comodo su un lato ma quasi fastidioso sull’altro: ad esempio, per tiratori destrimani, la leva a destra, quando nella posizione di fuoco, va a strusciare contro il dito indice che aziona il grilletto e supponiamo che il contrario avvenga per tiratori mancini.
A parte la finestra di espulsione, posta sul fianco destro, la CZ EVO è completamente ambidestra e tutti i comandi sono duplicati sui due lati; tra l’altro tutte le leve di comando sono presenti nel blocco rimovibile inferiore di cui diremo tra poco, esclusa la manetta di azionamento dell’otturatore, unica ma facilmente reversibile.
Gli organi di mira sono montati sulla lunga slitta Picatinny che si trova sul lato superiore del castello: una classica diottra regolabile in alzo e deriva ed un altrettanto classico mirino a palo, protetti da robuste ali laterali e prodotti dall’italiana LPA sono la dotazione standard, ma dato che sono montati sulla slitta sono rimovibili e sostituibili o integrabili con una marea di prodotti.
Per agganciare la cinghia di trasporto troviamo un attacco anteriore di nuovo presente sui due lati, cui è fissato un grosso anello metallico per l’aggancio vero e proprio: la somiglianza con la sicura di una bomba a mano fa venire strani pensieri la prima volta che si osserva quest’arma, mentre posteriormente è presente un’asola solo sul lato sinistro.
Un esame particolare lo merita il calcio di questa pistola un po’ cresciuta. Come accennato all’inizio è allungabile, ripiegabile e rimovibile: vediamo come.
Innanzitutto la calciatura è realizzata in materiale sintetico: la parte a vista contiene al suo interno una seconda componente che è solidale al calciolo. Davanti a quest’ultimo è presente una leva, simile a quella che si trova sugli M4 in calibro .223 Remington, premendo la quale è possibile allungare a piacere la calciatura che viene poi fissata a scatto.
Agendo invece sul grosso pulsante semicilindrico posto alla radice del calcio sul lato sinistro è possibile svincolare la pala dal fusto e ruotarla verso destra fino ad una posizione di fermo. Quando è ripiegata la pala va a posizionarsi sotto la finestra di espulsione, non interferendo con il funzionamento dell’arma, ed in questa posizione scopre un altro pulsante che permette, una volta premuto, di sfilare l’intero calcio dal fusto, riducendo drasticamente l’ingombro trasversale della CZ EVO.
Lo smontaggio dell’arma è quanto mai semplice: con il selettore nella posizione di fuoco si arretra la manetta di armamento e la si blocca in posizione sollevandola, dopodiché si può sfilare il perno posto sotto la piastrina dotata di “anello di bomba a mano” e a questo punto si può abbassare e sfilare l’intero sottoguardia-pozzetto del caricatore che ospita tutti i meccanismi di sparo, la sicura e le leve dell’hold open, che così saranno facilmente ispezionabili e pulibili senza problema.
Infilando un dito nel vano lasciato dalla rimozione del gruppo inferiore si sposta ancora un po’ indietro l’otturatore e lo si sfila dal di sotto, mettendo così a nudo tutte le parti che necessitino di manutenzione: all’inizio si può avere un po’ di timore a comprimere ulteriormente la molla di recupero del pesante otturatore e si teme che questo schizzi via chissà dove, ma la sua estrazione risulta agevole e non pericolosa; la molla di recupero, poi, è stabilmente fissata all’otturatore stesso e posteriormente presenta un ammortizzatore in materiale polimerico.
Come sul citato USP l’otturatore ha sezione rettangolare e viene ad essere guidato nel suo moto dalle pareti del fusto superiore e dal gruppo ponticello inferiore. L’otturatore ha i fianchi completamente lisci, ma per evitare accumulo di fecce e detriti sui fianchi del fusto sono ricavati degli appositi solchi.
La manetta, che non è reciprocante, rimane all’interno del guscio polimerico, così come la canna, fissata posteriormente ad un grosso blocco metallico trattenuto tra le due valve del fusto; per rimuovere la canna servono attrezzi particolari e tutto sommato non vale la pena neanche provarci.
In volata la canna termina con un compensatore a gabbia di uccello, facilmente rimovibile ancorché dotato di un fermo a lamina che lo tiene in posizione: così facendo è possibile montare sulla CZ EVO altri compensatori e freni di bocca o, ove consentito, moderatori di suono.
L’impugnatura della CZ EVO è molto comoda e di altezza notevole; è infilata mediante un incastro a rotaia al fusto e viene fissata da un ulteriore bulloncino passante: il manuale indica la possibilità di avvicinarla o allontanarla di alcuni millimetri dalla guardia del grilletto, consentendo di meglio adattare l’arma alle mani dell’operatore.
Con l’arma vengono forniti due caricatori in polimero traslucido capaci di venti colpi. La presentazione è doppia alternata e pertanto il loro riempimento è oltremodo agevole, così come risultano comode le operazioni di inserimento ed estrazione dall’arma.
In conclusione la CZ Scorpion EVO è un’arma moderna ed ergonomica, che già ha avuto un discreto successo, soprattutto nella versione militare.
CZ Scorpion EVO S1
Scheda Tecnica
Costruttore | Česká Zbrojovka di Uherský Brod (CZ-UB), Repubblica Ceca, www.cz-usa.com |
Modello | EVO Scorpion S1 |
Tipo | Pistola semiautomatica |
Calibro | 9x21 IMI |
Funzionamento | Semiautomatico - chiusura a massa |
Canna | 196 mm |
Sistema di percussione | Cane interno |
Alimentazione | Serbatoio bifilare da 20 colpi |
Congegno di scatto | Azione singola |
Calciatura | Regolabile in lunghezza- ripiegabile – rimovibile |
Mire | Slitta Picatinny – diottra e mirino rimovibili LPA |
Congegni di sicurezza | Manuale a leva ambidestra; sicura automatica al percussore |
Peso | 2.700 g |
Lunghezza | 410 mm con calcio rimosso o ripiegato; 660 mm a calcio totalmente esteso |
Materiali | acciaio al carbonio per canna e otturatore; fusto e sottoguardia in tecnopolimero |
Finitura | Nera opaca |