È cominciato tutto con la Glock, nel 1982.
Sì, sì, lo so, è iniziato con la H&K VP70 nel 1970, ma quella non ebbe molto successo, e non fu che con la “meraviglia polimerica” di Gaston Glock che le plastiche fecero un massiccio ingresso nel mondo delle armi corte.
Oggi praticamente ogni produttore ha un modello polimerico a catalogo… se non addirittura solo modelli polimerici.
Molte di queste pistole sono a percussore lanciato: un altro ambito in cui Glock ha segnato la via.
Si è riscontrato che un'arma a percussore lanciato ha uno scatto molto più facile da usare con precisione di un'arma con azione mista, dove si deve sparare il primo colpo in doppia azione e i seguenti in singola.
Se si considera che la maggior parte delle semiauto, a differenza dei revolver, ha una doppia azione penosa, non sorprende che nel caso di tiratori inesperti la precisione del primo colpo lasci molto a desiderare.
Qualcuno ha provato a risolvere il problema dell'azione mista creando semiauto a sola doppia azione, con l'unico risultato di rendere i colpi successivi difficili da piazzare quanto il primo.
La soluzione serviva anche a cercare di limitare i problemi prodotti dal mischiare una singola azione leggera con personale addestrato con un budget ristretto.
Dunque, perché uno dovrebbe prendere in considerazione l'acquisto per difesa di una pistola a sola singola azione in acciaio progettata oltre cent'anni fa?
Per metterla in modo semplice: perché da un punto di vista pratico è una delle pistole migliori mai realizzate.
Prima di tutto, ha una puntabilità eccezionale.
Che sia una questione di angolo dell'impugnatura, come sostenuto da molti, o di forma della stessa (ci sono divergenze tra i sostenitori del backstrap dritto o curvo) o del bilanciamento complessivo dell'arma, o una combinazione di questi tre fattori, una 1911 punterà come il proprio dito indice per la maggior parte dei tiratori, laddove altre armi spesso non lo fanno affatto (ci sono casi famigerati per avere un'impugnatura troppo dritta col risultato che l'arma tende a sparare in basso, particolarmente nelle mani di utilizzatori inesperti).
Questa è una dote importantissima, probabilmente la più importante, dato che offre alte probabilità che il primo colpo vada a bersaglio persino in caso di mira approssimativa.
Secondo, lo scatto della 1911 è il più facile da gestire che abbia mai visto su una pistola semiautomatica: il grilletto non ruota su un perno, ma trasla posteriormente, eliminando una fonte di possibile disturbo della linea di mira, è leggero ed ha una corsa corta, un rilascio netto e costante. Sarà molto più facile tirare con precisione con il peggior scatto 1911 di serie che con la maggior parte delle semiauto ad azione mista o percussore lanciato.
Terzo, l'ergonomia della pistola è praticamente perfetta: tutto è dove dovrebbe essere, e in effetti la maggior parte delle armi moderne prende il posizionamento dei propri comandi da quello della 1911: pulsante di sgancio del caricatore alla radice del ponticello del grilletto, hold open e sicura al fusto tutti controllabili con il pollice.
Quarto, la costruzione interamente in acciaio rende l'arma stabile, cosa che si traduce in una piattaforma di tiro stabile che consente una rapida ripetizione dei colpi. Persino in 45 ACP una 1911 adeguatamente preparata starà sul bersaglio colpo dopo colpo, grazie all'azione ben bilanciata che riporta l'arma in posizione iniziale senza bisogno di correzioni.
Tutte queste qualità rendono questa pistola un'arma estremamente efficace, con cui è facile colpire il bersaglio, e colpire duro.
Ciò non significa che l'arma sia perfetta, perché la 1911 ha due problemi di base. Il primo è la scarsa capacità di munizoni, almeno nel cameramento originale in 45 ACP, che consente di avere 7-8 colpi nel caricatore oltre a quello eventualmente in canna.
Non un grandissimo problema dato che, come abbiamo visto, il progetto dell'arma fa sì che le probabilità di colpire il bersaglio al primo colpo siano elevate, e il 45 ACP è una munizione con un potere d'arresto piuttosto elavato, per una pistola.
Esistono varianti in calibro 9 mm con caricatori capaci di contenere 18 e più cartucce, ma è meglio provare a impugnarle prima, perché la dimensione dell'impugnatura aumenta in modo marcato e potrebbe risultare scomoda per mani di taglia medio-piccola. Il secondo inconveniente è che, trattandosi di un'arma a singola azione con sicura manuale, richiede addestramento per essere usata correttamente.
Anche questo non è chissà quale problema dato che, a differenza di personale di pubblica sicurezza addestrato dallo Stato spesso a budget (molto) ristretto, non abbiamo scuse per non intraprendere un corso serio ed estensivo nell'uso sicuro delle armi se abbiamo in previsione di portarne una per difesa, e con adeguato addestramento ed esercizio azionare la leva della sicura diverrà altrettanto naturale che togliere il dito dal grilletto quanto si smette di fare fuoco: sul bersaglio, via la sicura, via dal bersaglio, in sicura. Questo consente anche di evitare di trovare la sicura inserita “a sorpresa” come capita con certe semiauto ad azione mista e sicura manuale al carrello in cui questa può essere inserita accidentalmente scarrellando.
Sebbene molte armi possiedano, quale più, quale meno, una o più di queste doti, solo la 1911 e pochissime altre le possiedono tutte assieme in così alto grado, ed è l'insieme di queste qualità, piuttosto che una qualsiasi di esse da sola, che rende la 1911 una delle miglior pistole mai concepite, ancora perfettamente all'altezza del compito ai giorni nostri, come lo era cent'anni fa.