All'inizio degli anni '70, mentre dalla parte opposta dell'Atlantico si registrava il timido inizio della tendenza, da parte delle Forze dell'Ordine, a sostituire i revolver come armi da fianco d'ordinanza con le pistole semi-automatiche (soprattutto Colt 1911-A1 e Browning High-Power), in Francia si faceva l'opposto: oltralpe, la Police Nationale rimpiazzava le pistole semi-automatiche calibro 7.65 Browning, 7.65 MAS Longue e 9 Parabellum di produzione locale e tedesca − alcune delle quali erano in dotazione sin da prima della Seconda Guerra Mondiale! − con dei revolver di grosso calibro in doppia azione, di produzione locale. Fu questo l'inizio della leggenda dei revolver MANURHIN; l'azienda alsaziana lanciò sul mercato i suoi primi modelli − gli ormai celebri MR73 − appunto nel 1973; l'elevatissima qualità dei prodotti, le lavorazioni eccellenti e le innegabili doti di gittata e precisione portarono ad un successo commerciale immediato e, probabilmente, insperato.
I revolver della MANURHIN rimasero in linea per quasi un ventennio, con una pletora di varianti pensate e prodotte sia per le forze di sicurezza francesi che per l'export, ad impiego tanto civile quanto di Polizia: oltre alla Police e alla Gendarmerie, i revolver MANURHIN furono forniti all'unità anti-terrorismo EKO COBRA del Ministero degli Interni austriaco, e alle forze dell'ordine di una decina di paesi dell'Africa francofona. Fino agli anni '90 inoltrati, l'azienda produsse varianti della gamma in diverse lunghezze di canna, in versioni adattate per l'impiego da parte di tiratori mancini, con Design più o meno modernizzate, ed in una serie di calibri più o meno comuni per questo genere d'arma, dal .357 Magnum al 9x19mm Parabellum, dal .22 Long Rifle al .32 Smith & Wesson Long. Sebbene l'azienda MANURHIN abbia chiuso da tempo dopo numerosi passaggi di proprietà, vittima della crisi, più o meno pilotata, del settore armiero francese, la sua linea di revolver è tutto fuorché morta: la Chapuis Armes, azienda ben nota per le sue realizzazioni in fatto di fucili da caccia, ha infatti ereditato il Know-How e i progetti, i macchinari, e il marchio commerciale MANURHIN.
Attualmente, la Chapuis Armes produce i revolver MANURHIN tramite la "Manufacture MATCH", una sua filiale. Sono tre i modelli-base realizzati attualmente dalla Chapuis Armes sulla base degli originali progetti MANURHIN: il classico MR-73 in calibro .38 Special e .357 Magnum, interamente in acciaio brunito, nelle versioni "Gendarmerie" con canna da tre e quattro pollici e "Sport" con canne da cinque e sei pollici; gli MR-32 e MR-38 "Match" con canna da cinque o sei pollici per il tiro al bersaglio, in calibro .38 Special e .32 Smith & Wesson Long; e lo MR-88, in acciaio con finitura inox e disponibile in assetto per tiratori destrimani o mancini, nei calibro .38 Special e .357 Magnum, con canne da tre, quattro, cinque e sei pollici − riedizione, quest'ultimo, del revolver RMR o "Ruger-Manurhin", realizzato dall'azienda francese per la Police Nationale dal 1981 al 1984, in base ad una Joint Venture con la statunitense Ruger che avrebbe dovuto portare ad un risparmio nei costi di produzione per unità.
Attualmente, la produzione dei revolver MANURHIN da parte della società Chapuis procede su scala ridotta, con lotti realizzati quasi solo dietro ordinazione. I prezzi indicativi al pubblico sono variabili, e comunque livellati sulla fascia alta per questo genere di prodotto: si passa dai circa 900€ di media per le varianti della versione MR-88 agli oltre 1600/1700€ richiesti per i modelli MR-73, MR-38 ed MR-32. Va tuttavia tenuto presente che si tratta di realizzazioni d'altissimo livello, paragonabili più ai Korth che agli Smith & Wesson − tanto per dire − e che le tirature limitate non consentono un abbattimento deciso dei prezzi, in particolare dato che questi modelli sono resi disponibili quasi solo sul mercato francese, che per via delle leggi in vigore risulta anche più contratto di quello italiano. Si tratta, dunque, di armi che − oltre a dare le loro buone soddisfazioni al poligono! − farebbero la gioia di qualsiasi collezionista, anche in Italia... se fossero reperibili. I revolver della serie MANURHIN, infatti, non risultano importati in Italia, neppure dal distributore ufficiale della Chapuis Armes (l'armeria Bersaglio Mobile di Reggio Emilia). Per chi, tuttavia, volesse lanciarsi nell'impresa di tentare un'importazione individuale − tenendo presente le lungaggini burocratiche e le norme di legge al riguardo! − l'operazione potrebbe non essere impossibile: pur non essendo classificate in base alle normative post-2011, numerose versioni dei revolver MANURHIN risultano iscritte al Catalogo Nazionale delle Armi Comuni da Sparo, che fa fede anche se "estinto".