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Prima di iniziare, è d'obbligo una premessa.
Sappiamo bene che i tiratori sportivi e in generale i possessori legali d'armi da fuoco, in tutto il mondo, sono preoccupati dal fatto che l'implementazione di nuove tecnologie in campo armiero possa essere utilizzata per restringere il diritto alle armi dei comuni cittadini, o per controllarlo costantemente in attesa di una demolizione totale di tale diritto.
È sufficiente guardare al mercato americano e alla reazione di tutt'Europa ai tentativi d'imposizione di misure di controllo biometrico per i possessori d'armi − o anche solo al boicottaggio che negli USA hanno subito alcune compagnie che nel passato hanno inserito Chip RFID nelle guancette dell'impugnatura delle armi da loro prodotte per poter meglio identificare i modelli e i lotti in fase di transito e consegna o per il rientro in manutenzione.
In generale, a nessuno di noi garba molto l'idea che ci possa venir imposto di implementare sulle nostre armi un sistema che permetta, eventualmente, ai governi di impedircene l'uso semplicemente con la pressione di un pulsante.
Ecco, prendete queste considerazioni e mettetele in un cassetto. Ciò che stiamo andando ad esaminare adesso non è nulla di tutto ciò: non può inertizzare a distanza le armi e non è pensato, proprio per le sue caratteristiche, all'impiego sul mercato civile.
Da qualche anno, ormai, numerose Forze Armate in tutto il mondo stanno compiendo una transizione delle loro catene di comando e controllo verso un sistema network-centrico che consenta ai militari sul campo di comunicare meglio tra di loro e con gli ufficiali, e che permetta ai centri C4ISTAR di coordinare le azioni in maniera ottimale per far concludere le operazioni in maniera positiva col minimo delle perdite − anche da fuoco amico.
I risultati positivi che i sistemi network-centrici hanno sinora fruttato in ambito militare hanno attirato l'attenzione di molte organizzazioni di pubblica sicurezza, interessate ad applicarne alcuni concetti all'interno dei "campi di battaglia" delle grandi metropoli, soprattutto del continente americano, ove ogni giorno gli operatori di Polizia devono svolgere ruoli ad altissimo rischio nella tutela dell'ordine pubblico contro elementi criminali sempre più spesso ben organizzati e bene armati; se, come insegnano le esperienze delle forze speciali di Polizia in sud America, è difficile dare la caccia nei dedali delle strade di una città ad una banda di narcotrafficanti, senza un sistema di coordinamento sarebbe molto difficile avere la meglio in breve tempo e con poche vittime − in particolare in una grande città europea o statunitense − contro un commando terroristico come quelli che hanno seminato il terrore a Nairobi a settembre 2013 o a Mumbai nel novembre del 2008.
Per rispondere a queste esigenze, la Beretta Defense Technologies − sezione prodotti professionali della Holding di Gardone Val Trompia − ha collaborato con la Intellitronika S.r.l. di Roma, azienda specializzata nell'applicazione delle tecnologie elettroniche ed informatiche più avanzate al settore della pubblica sicurezza, per la nascita di un programma che ha finalmente visto la luce in occasione dell'edizione 2013 dell'expo MILIPOL, tenutasi a Parigi dal 19 al 22 novembre scorsi.
Denominato I-Protect, il nuovo sistema offerto dalla Beretta si pone come obiettivo proprio quello di fornire ai reparti di pubblica sicurezza una tecnologia che si avvicini il più possibile a quella dei sistemi network-centrici usati dalle Forze Armate, al fine di coordinare meglio le attività degli operatori sul campo, la comunicazione tra gli operatori stessi nonché da e verso le sale operative, e dunque offrire un considerevole vantaggio in fatto di riduzione dei tempi di reazione e di facilitazione dei processi decisionali, in particolar modo nello svolgimento di operazioni ad alto rischio o nell'eventualità di emergenze gravi.
Il sistema I-Protect si basa su tre sottosistemi, interconnessi tra loro ed interoperabili: la scatola nera per il sistema d'arma, denominata per l'appunto I-Protect Black Box; il sistema di controllo dei parametri e della condizione degli operatori, denominato B-Zero; ed il caposaldo, la sala operativa, fissa o mobile, appositamente allestita.
L'applicazione alle armi d'ordinanza del sistema I-Protect avviene tramite l'installazione della I-Protect Black Box sotto il fusto tramite una semplice rotaia Picatinny, come avviene per un qualsiasi laser o per una torcia tattica.
Affinché ciò sia possibile, tuttavia, l'arma d'ordinanza dev'essere stata precedentemente predisposta tramite l'inserimento nel fusto medesimo di una serie di elementi elettronici, realizzati facendo uso delle più moderne tecnologie di miniaturizzazione e dunque senza comportare aumenti di peso, spessore, o altri svantaggi.
La circuitazione comprende un accelerometro che registra i parametri del funzionamento dell'arma quando si fa fuoco, dei sensori che registrano la presenza o meno del caricatore nella sua sede, il numero di colpi rimasti, lo stato della sicura manuale e del percussore, nonché un processore IrDA che si occupa di "comunicare" i dati raccolti alla I-Protect Black Box. A sua volta, essa è in contatto con la centrale operativa.
La I-Protect Black Box svolge una serie di funzioni: fornisce alla sala operativa informazioni sempre aggiornate sullo stato dell'arma in dotazione ad ogni singolo agente; attiva un sistema di registrazione ambientale ogni volta che la pistola viene estratta o usata − in modo da mettere al riparo l'operatore stesso da eventuali contestazioni per uso improprio dell'arma; e ne registra i parametri di funzionamento, non solo limitatamente al numero dei colpi sparati e alle situazioni relative all'impiego: è, ad esempio, in grado di rilevare eventuali anomalie quali un eccessivo attrito delle parti, un surriscaldamento, o molto altro ancora, e di comunicare il tutto alla sala operativa e all'agente stesso, tramite un palmare o uno Smartphone. In questo modo risultano facilitate le operazioni di programmazione della manutenzione ordinaria e straordinaria, e si assicura la perfetta funzionalità di tutte le armi d'ordinanza.
La circuitazione non è progettata per influire direttamente sui meccanismi di funzionamento, e poiché le armi sono strumenti a funzionamento meccanico, finché esse non si baseranno interamente sull'elettronica ciò non sarà possibile: il che significa che la tecnologia I-Protect non è in grado di inertizzare a distanza le armi su cui è installata, né può essere modificata a tal scopo.
Essa però fornisce alle sale operative la posizione esatta delle armi d'ordinanza, assieme a quelle dell'agente. Il che significa che, se ad un operatore venisse sottratta la pistola, la sala operativa non potrebbe impedirne l'uso improprio ma potrebbe localizzarla ed intervenire rapidamente.
Il sottosistema B-Zero, invece, è da integrarsi sull'equipaggiamento personale degli agenti, preferibilmente sotto l'uniforme, o comunque a contatto diretto col corpo.
Il B-Zero sarà disponibile sia come dispositivo elettronico da applicarsi alle dotazioni già esistenti, sia come indumento a se' stante: una maglietta in tessuto traspirante, termoprotettivo e resistente alle fiamme, da indossarsi sotto la camicia o la giacca dell'uniforme o degli indumenti civili nel caso degli operatori che prestino servizio in borghese, già munita di una versione ulteriormente miniaturizzata della "scatola nera" (o "scatola bianca", visto il colore!) che ne costituisce il cuore pulsante.
Il dispositivo B-Zero è in costante contatto con la I-Protect Black Box, e dunque i dati da esso rilevati vengono a loro volta trasmessi costantemente alla centrale operativa e, in caso di necessità, anche agli altri agenti presenti in zona. Ovviamente il B-Zero è munito di sistema di localizzazione, con un livello di precisione elevatissimo, in grado di individuare l'agente che lo porti e di comunicarne la posizione con estrema accuratezza sia in un dedalo di strade urbane che all'interno di un edificio anche molto grande. Ma al suo interno c'è molto di più.
Tra gli elementi che lo compongono, troviamo infatti due sensori che misurano il battito cardiaco e la frequenza respiratoria dell'operatore, ed uno in grado di stabilire in base ad una serie di parametri quale ad esempio la postura corporea − ad esempio se sia in piedi o steso.
Le implicazioni del sottosistema B-Zero sono molteplici, e i vantaggi indubbiamente enormi: la centrale operativa potrà monitorare la posizione di ogni agente all'interno di una zona anche molto ridotta e coordinare gli ordini in modo che le azioni siano sincronizzate al millesimo di secondo in caso di intervento ad alto rischio, come per la cattura di un malvivente pericoloso in fuga o con degli ostaggi.
Soprattutto, il sensore di posizione corporea e di frequenza cardiorespiratoria consentirà alle centrali operative di intervenire immediatamente qualora un agente venisse abbattuto durante un'operazione, magari in un'area isolata, senza aver avuto tempo di chiedere aiuto. Automaticamente, in caso di rilevazione di parametri fuori dalla norma, il sistema invierà alla sala operativa un segnale d'allarme che consentirà di inviare rinforzi e soccorsi sanitari alla posizione rilevata e comunicata da I-Protect.
Ovviamente, tutti gli allarmi che il dispositivo I-Protect è in grado di inviare automaticamente possono essere attivati o disattivati manualmente dall'operatore stesso.
Infine, la sala operativa; come tutti gli operatori di Pubblica Sicurezza ben sanno, le Forze dell'Ordine dispongono, a livello territoriale, di sale operative che svolgono le funzioni relative al comando e controllo, alla gestione delle comunicazione e delle informazioni, compresi gli ordini provenienti dalle gerarchie e l'assegnazione a ciascuna unità degli estremi relativi alle chiamate d'emergenza a cui dare risposta.
Tali sale operative pre-esistenti possono essere riconvertite per integrare le tecnologie relative al sistema I-Protect ad opera di Beretta ed Intellitronika, che verosimilmente potrà occuparsi direttamente della messa in opera o fornire le indicazioni necessarie a terze parti.
In alternativa, sale operative ex-novo possono essere allestite appositamente per gestire i Feed provenienti dai sistemi I-Protect in dotazione al personale sul campo.
Le sale operative in parola possono anche non essere localizzate all'interno di un edificio: il sistema prevede anzi la possibilità di comunicazione con sale operative mobili, organizzate su veicoli speciali.
Questa capacità apre la porta all'implementazione del sistema I-Protect da parte delle unità per operazioni speciali delle Forze dell'Ordine, del tipo noto come SWAT negli Stati Uniti e delle quali le più note esponenti in Europa si chiamano NOCS, GIS, GSG-9, GIGN, SEK, RAID, EKO-KOBRA.
Tali unità, specializzate nelle operazioni di pubblica sicurezza ad alto rischio che vanno dalla cattura di latitanti pericolosi alla risoluzione di incidenti relativi a prese d'ostaggi o attacchi terroristici, sono caratterizzate da un alto livello di mobilità; la decentralizzazione della sala operativa consentirebbe loro dunque di sfruttare al massimo i vantaggi offerti dal sistema I-Protect, ottenendo come risultato un maggiore coordinamento e dunque una superiore incisività nelle operazioni, tanto più preziosa quanto più alta è la posta.
In base a quanto visto sinora, ci sentiamo di affermare che il connubio Beretta Defense Technologies - Intellitronika S.r.l., col sistema I-Protect potrebbe aver lanciato una nuova era nel settore della pubblica sicurezza.
Le Forze dell'Ordine che se ne doteranno − probabilmente per primi alcuni dipartimenti metropolitani degli USA, attorno alle cui necessità lo I-Protect sembra essere stato progettato − vedranno aumentare il livello di coordinamento in azione e dunque l'efficacia degli agenti sul campo, con maggiore tutela per gli operatori e più sicurezza per i cittadini.
Come nota a margine, la Beretta comunica che, sebbene nelle foto che illustrano questo articolo sia presente la pistola Px4-Storm, lo I-Protect può essere implementato su qualsiasi arma offerta dall'azienda... anche su modelli del tutto nuovi, sinora mai visti, che la Beretta sarebbe pronta a lanciare sul mercato in un futuro prossimo a complemento o in sostituzione di alcuni oggi a catalogo.