La storia di quest'arma ha inizio nel 1993, quando, con la riorganizzazione dell'Armata Rossa seguita alla fine della Guerra Fredda e al crollo dell'URSS, il Ministero della Difesa russo decise di lanciare il programma "Grach" (Грач) destinato a trovare un rimpiazzo per le armi corte d'ordinanza all'epoca più diffuse presso i corpi dello Stato di Mosca, ovvero la Makarov PM e la Stechkin APS, accomunate dall'impiego di una munizione − il calibro 9x18mm Makarov − di potenza ritenuta troppo scarsa, essendo stata creata per poter essere utilizzata in sicurezza in un'arma a chiusura labile (la Makarov, appunto). Per circa 10 anni, il programma "Grach" vide confrontarsi i prototipi offerti dall'intera industria armiera russa, e concepiti dai più grandi geni armieri del paese: a vincere fu la MR-443 (MP-443 in cirillico) disegnata da Vladimir Yarygin presso lo stabilimento meccanico di Izhevsk, ovvero l'azienda che distribuisce in tutto il mondo i propri prodotti armieri sotto il marchio Baikal. Codificata come 6P35 (6П35) presso l'indice GRAU − che raccoglie tutte le armi ed equipaggiamenti, sia leggeri che pesanti, in adozione presso le FF.AA. russe − la nuova pistola semi-automatica è stata distribuita ai reparti di punta dell'apparato militare e di Polizia di Mosca a partire dal 2003 come PYa, o "Pistola Yaryigin" (in cirillico ПЯ − Пистолет Ярыгина).
La pistola Yaryigin è tecnicamente derivata dalla ceca CZ-75, e si basa dunque sul sistema di ripetizione semi-automatica a corto rinculo di canna Browning come modificato dai fratelli Josef e František Koucký, con in più alcuni accorgimenti di stampo moderno tra cui una compatta rotaia per accessori sotto il fusto − realizzato in polimeri − un cane con cresta a basso profilo ed un caricatore ad elevata capacità, da diciotto colpi. Il calibro scelto è il 9x19mm "Parabellum", d'ordinanza dell'ex-nemica NATO, scelto per la facilità di produzione − numerose aziende russe peraltro già lo producevano, e lo producono, per l'esportazione commerciale − e per le buone doti in fatto di potere d'arresto, nonché per la diffusione globale. Le FF.AA. russe sono tuttavia andate più in la', realizzandone due varianti, denominate 7N21 e 7N31-PBP, caratterizzate da una palla bimetallica relativamente leggera con nucleo e punta penetratrice sporgente in acciaio, che viene propulsa a velocità elevatissime grazie alle altissime pressioni sviluppate all'atto dello sparo: si parla per entrambi i modelli di livelli da +P+ per gli standard occidentali, la differenza tra la 7N21 e la 7N31-PBP si basa essenzialmente sul peso diverso della palla per un impiego con o senza silenziatori. Lo scopo era dotare la nuova arma da fianco, per l'appunto la Yaryigin, della capacità di bucare giubbotti antiproiettile e blindature veicolari leggere.
Allo stato attuale dei fatti, la pistola PYa non ha raggiunto il grado di diffusione previsto, o anche solo sperato, presso le Forze Armate Russe. A frenarne l'acquisizione è stato essenzialmente il prezzo troppo elevato richiesto per unità dalla Baikal − questo non significa che l'arma sia eccessivamente costosa in termini assoluti, ma che costa troppo per l'acquisizione in massa! − e soprattutto il fatto che l'azienda di Izhevsk non sia riuscita ad adottare degli standard qualitativi stabili tra lotto e lotto, arrivando spesso a fornire prodotti realizzati frettolosamente e con componenti a volte non intercambiabili. Attualmente le FF.AA. russe hanno sospeso l'adozione della PYa, e si stanno concentrando sulla ricerca di un'alternativa, che potrebbe essere rappresentata dalla "Strizh", ovvero dalla Arsenal Firearms AF-1 "Strike One" come prodotta dall'azienda gardonese nella sua filiale di Mosca. L'azienda tuttavia ne produce una versione per l'esportazione, per i mercati civili internazionali, nonché per quelle poche persone che, alla luce delle leggi sulle armi attualmente in vigore in Russia, sono titolate all'acquisto di un'arma corta: la MR-446 "Viking" (in cirillico МР-446 'Викинг').
Realizzata con criteri qualitativi superiori rispetto alla variante militare, anche in virtù dei minori quantitativi richiesti, la pistola "Viking" si caratterizza per un caricatore di capacità ridotta − dieci o quindici colpi anziché diciassette − nonché per la diversa mescola del polimero usato nella costruzione del fusto e per l'alleggerimento di canna e carrello al fine di renderla incompatibile con i caricamenti militari 7N21 e 7N31-PBP. La Baikal MR-446 "Viking" è stata pensata per essere impiegata nelle competizioni di tiro dinamico, e al fine di essere inserita nella lista delle armi ufficialmente accettate dalla IPSC − iscrizione avvenuta nel 2003 − è stata dotata di tacca di mira posteriore regolabile, scatto regolabile, e migliorata per ottenere prestazioni in fatto di precisione superiori rispetto a quelle dell'arma originaria. Inoltre ne è stata approntata una versione, denominata MR-446S (in cirillico МР-446С) dove la S sta per "Sport", e che si caratterizza per una canna allungata, 120mm contro i 112,8mm del modello-base.
La pistola "Viking", in entrambe le varianti MR-446 ed MR-446S, è venduta attualmente sui mercati civili nel continente americano (limitatamente al Canada), in Sud Africa, in Asia centrale e centro-orientale, nonché in Australia e Nuova Zelanda, oltre ovviamente ai paesi dell'ex-URSS, soprattutto Russia, Ucraina e Kazakhstan. Il prezzo indicativo al pubblico piuttosto basso, l'equivalente di circa 500€, e la qualità tutto sommato accettabile per gli impieghi civili, di difesa o sicurezza privata, le hanno permesso di guadagnarsi una buona fetta di mercato. In Italia, come nel resto d'Europa, essa non è tuttavia ancora distribuita, così come il grosso delle armi della produzione Baikal. Scriviamo, dunque, questa breve News nella speranza che qualche importatore possa cogliere la palla al balzo e rendere disponibile ai tiratori del nostro Paese − previa opportuna conversione al calibro 9x21 IMI − un modello che, grazie al rapporto qualità-prezzo, potrebbe sicuramente arrivare a riscuotere anche da noi un buon successo commerciale.