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Se ne parla da ormai quasi due anni, e sono in tanti ad essersi stufati di aspettare. Ma l'attesa sta per finire: salvo intoppi, il mercato italiano dovrebbe essere il primo, a fine settembre, a ricevere la pistola semiautomatica AF-1 Strike One prodotta dalla Arsenal Firearms, che tanto ha attirato l'attenzione su di sé nel corso delle ultime due edizioni dell'IWA di Norimberga, nonché dello SHOT Show 2013 di Las Vegas.
Al di là della ridda di voci − spesso diffuse ad arte o da utenti disinformati o poco competenti − che hanno seguito le prime uscite di quest'arma nelle fiere di settore, che cos'è veramente? E si tratta davvero di un prodotto così innovativo? Da subito il pubblico mondiale ha chiesto a gran voce una prova indipendente delle caratteristiche tecniche e delle prestazioni di quest'arma, e adesso è arrivata: a livello mondiale, ALL4SHOOTERS.COM è la prima realtà editoriale – e lo resterà ancora per un po'! – ad essere stata autorizzata a provare l'arma alle sue condizioni.
Certo, qualcuno potrà dire che, avendo già scritto della Strike One ed avendone vantato in lungo e in largo i pregi, forse “non siamo così indipendenti”. Non siamo così stupidi, sappiamo che c'è chi sparla di noi, e di quest'arma. Ma ad ALL4SHOOTERS.COM ci vantiamo, almeno, di sapere di cosa parliamo. Se sosteniamo il progetto della Strike One è perché, a differenza di molti che l'hanno vista da subito col paraocchi come “un'altra pistola polimerica”, noi abbiamo avuto modo di comprenderne subito il dirompente potenziale innovativo, dato da una serie di accorgimenti tecnici finora scarsamente utilizzati nelle armi da fianco – e in quasi nessuna di quelle più diffusamente rintracciabili sul mercato. Ma procediamo con ordine.
La Arsenal Firearms è stata fondata circa due anni e mezzo fa da Nicola Bandini, esperto armiero ben noto per la sua carriera di giornalista del settore su alcune delle più importanti pubblicazioni italiane, con l'appoggio di Dimitry Streshinsky, il titolare del famoso Miniature Arsenal di San Pietroburgo. Ad oggi, l'ombrello della Arsenal Firearms copre anche una fabbrica a Mosca, dove la AF-1 “Strike One” sarà prodotta per i mercati istituzionali locali con la denominazione di Strizh, e l'italianissimo marchio Zanotti 1625, noto come uno dei più antichi (12 generazioni!) produttori di fucili fini al mondo. Sin da subito, l'attività della Arsenal Firearms si è caratterizzata per la ricerca di soluzioni innovative, ed è anche questo il motivo per cui sinora l'arma non è stata distribuita nonostante le anticipazioni dei mesi passati. L'azienda, dopo aver sollevato un tale polverone, ha infatti deciso di non affrettare i tempi per non essere sorpresa in alcun modo con le “braghe calate”, né da un punto di vista tecnico e qualitativo – dopo tanto clamore, immettere sul mercato un prodotto difettoso a qualsiasi livello sarebbe stata un'autentica sconfitta – né da un punto di vista quantitativo: dati i livelli di ordinativi già piazzati, a fronte di un mercato internazionale (soprattutto USA) che ultimamente pare essere impazzito, l'azienda non vuole ritrovarsi i magazzini vuoti dopo i primi lotti, e si è presa del tempo per poter disporre sia di buone quantità di armi già pronte all'immissione sul mercato che di semilavorati, materiali ed altre tecnologie per poterne produrre speditamente di altre. Possono sembrare, ancora una volta, chiacchiere propagandistiche e un po' pretenziose, ma ci è bastata una visita agli stabilimenti della Arsenal Firearms a Gardone Val Trompia per verificare come le cose stiano effettivamente così!
Parlando della Strike One, non si può non menzionare il concetto di “evoluzione”. Come già accennato, l'arma nasce per surclassare potenzialmente qualsiasi altra piattaforma concepita per il tiro sportivo, la difesa o il servizio, e le potenzialità ci sono tutte.
Se a prima vista essa sembra solo “un'altra polimerica”, è perché le parti che ne caratterizzano l'aspetto esterno sono più o meno standardizzate: si parla pur sempre di un carrello metallico e di un fusto polimerico. Ma anche qui, non tutto è come sembra.
I carrelli delle Arsenal Firearms AF-1 Strike One sono infatti ricavati dal pieno a partire da un Billet (lingotto solido) di acciaio multilegato “numero 36”, le cui caratteristiche principali a livello di composizione sono un segreto industriale.
L'acciaio viene fornito in forma di lunghe sbarre da una prestigiosa acciaieria al 100% italiana, e i lingotti solidi vengono tagliati con macchinari di precisione alla giusta misura prima di essere posti all'interno di una macchina a controllo numerico di produzione svizzera, alimentata a Pallet e capace di lavorare su cinque assi: si passa dal lingotto al carrello quasi finito – al netto delle finiture e quant'altro – nell'arco di novanta minuti, e il macchinario in questione, uno dei più avanzati oggi a disposizione dell'industria armiera italiana, è in grado di lavorare senza supervisione diretta.
I fusti, invece, sono realizzati in quello che l'azienda definisce “supertecnopolimero”: la lega sintetica impiegata per la loro produzione non è, infatti, rinforzata solo con fibre di vetro e fibre di carbonio, ma anche con elastomeri, che le garantiscono una particolare resistenza alle condizioni di temperatura ambientale più estreme.
Di fatto, i fusti delle Strike One – modellati in base ai più moderni canoni d'ergonomia e muniti di rotaia MIL-STD-1913 “Picatinny” per il montaggio di accessori tattici – contengono tre volte più tecnologia – e valore monetario! – rispetto a quelli delle Glock, e sono esponenzialmente più solidi, come confermato dai test a norma militare effettuati in Russia, ove la Arsenal Firearms gestisce il già citato stabilimento per la produzione di modelli destinati alle Forze Armate e di Polizia del governo di Mosca. In alternativa, la Arsenal Firearms offrirà anche fusti in lega d'alluminio ERGAL-55, per i tiratori più “tradizionalisti”, lavorati dal pieno per asportazione di truciolo ed elettroerosione. Il peso aggiuntivo dell'ERGAL renderà le Strike One così fornite particolarmente adatte all'impiego nelle competizioni di tiro in ambito IPSC. Resta il fatto che i fusti polimerici – per i quali, nulla osta all'impiego sia sportivo che competitivo o tattico-operativo! – sono tutti muniti di guide rinforzate in metallo per il carrello, realizzate in MIM (microfusione) e quasi interamente rifinite con lavorazioni aggiuntive per migliorare ulteriormente i livelli qualitativi e di resistenza.
Le canne delle pistole semi-automatiche Arsenal Firearms AF-1 Strike One sono realizzate tramite rotomartellatura a freddo a partire da barre d'acciaio 36NCD4; impiegano rigature a sei principi destrorsi, con passo di 1:10, e perni torniti dal pieno.
Le minuterie dell'arma sono realizzate in parte per lavorazione dal pieno – in particolare per quanto riguarda i grilletti – ed in parte per microfusione: è il caso del pulsante ambidestro di sgancio del grilletto, della leva dello Hold-Open, e di altre piccole componenti. Le mire metalliche di fabbrica, incassate negli intagli superiori del carrello ricavati nel corso della lavorazione della componente medesima, sono munite di riferimenti bianchi per l'allineamento rapido.
Il caricatore è realizzato in lamiera d'acciaio macchinata interamente dal pieno, ed impiega un elevatore polimerico, una molla realizzata per microfusione e un Pad in polimero. La capacità è di diciotto colpi nell'unico calibro in cui la Strike One sarà inizialmente distribuita, ovvero il 9mm (9x19mm “Parabellum” e 9x21mm IMI). Per il futuro sono previste camerature opzionali. Caratteristica principale dei caricatori della Strike One è l'impiego di rampe d'alimentazione integrali, riminiscenti della Colt 1911 originale – non della M1911-A1 – che garantiscono un processo d'alimentazione affidabile in qualsiasi condizione e qualsiasi sia la posizione da cui si fa fuoco, anche ad arma capovolta.
Il bello viene, tuttavia, quando si dà un'occhiata ad altri particolari, ad iniziare dalla catena di scatto. La Arsenal Firearms AF-1 Strike One impiega infatti una barra di trasferimento del tutto peculiare, ed uno scatto privo di sicure manuali, tuttavia estremamente leggero, estremamente rapido, ed estremamente sicuro.
È tutto merito della concezione in due parti della barra di scatto, che l'inventore, Nicola Bandini, definisce “roto-traslante”. Si può esemplificare come uno scatto con barra a due stadi; il primo stadio, rotante, è realizzato in tranciato fine, tirato a specchio e cromato duro per evitare ruvidità che possano inficiare la precisione; essa, nel suo breve percorso, disinserisce il sistema di sicura interno e il blocco fisico del grilletto che si trova all'interno della guardia, e va ad ingaggiare la seconda parte della barra. Questa, a movimento traslante, è realizzata per microfusione, e va ad operare lo sgancio del percussore lanciato interno, la cui parte posteriore in condizioni normali sporge leggerissimamente – in stile Walther o Caracal, per intenderci – da una sede sulla parte posteriore del carrello ed è colorata per fungere da riferimento visivo e tattile della presenza del colpo in canna e/o del percussore armato.
Il sistema di chiusura, tuttavia, rappresenta l'autentico punto di svolta che distingue nettamente la Arsenal Firearms AF-1 Strike One è il sistema di chiusura, il cui cuore è il blocchetto realizzato per microfusione. Tecnicamente parlando, la Strike One si basa su una chiusura geometrica stabile con un elemento mobile di chiusura a quattro tenoni – due inferiori e due superiori, simili al Box Lock di una doppietta o di un Express. L'elemento di chiusura transla verticalmente grazie ad uno spino passante, e viene sbloccato dal corto rinculo di canna all'atto dello sparo; esso è inoltre dotato di una pista inclinata fresata, che consente un movimento calcolato senza limite di fine corsa.
A ciò deve aggiungersi il fatto che la canna è vincolata, tramite uno spino passante, direttamente al fusto in posizione frontale rispetto alla posizione del grilletto, anziché sopra di essa come accade nella maggior parte delle pistole. Il nottolino di bloccaggio è lavorato in modo da consentire un solo principio di libertà alla canna in fase di ciclo di riarmo: essa può effettuare solo un moto retrogrado di pochi millimetri assieme al carrello, restando altrimenti ferma. Tale assetto comporta una serie di vantaggi rispetto alle armi più direttamente concorrenti, ad iniziare da un asse della canna estremamente basso – soli 12 millimetri di distanza dall'impugnatura – per proseguire con un rilevamento decisamente contenuto all'atto dello sparo, con un angolo di soli 10 gradi. Un ciclo completo di fuoco viene effettuato dall'arma in un tempo decisamente breve, 0.046 millisecondi cronometrati in laboratorio, e ciò, in congiunzione con la stabilità dell'arma, rende la “trike One capace di esprimere un volume di fuoco teorico estremamente elevato per un'arma corta: tiratori del livello di preparazione di Bruno La Bruna sono stati in grado di sparare 800 colpi in un minuto con quest'arma, cosa che la rende ideale sia per l'impiego di servizio che per le competizioni di tiro rapido.
A questo punto, chiunque abbia anche solo una vaga idea dei principi di funzionamento generali delle armi da fuoco avrà capito che la Arsenal Firearms AF-1 Strike One non è un clone della Glock – che opera tramite sistema Browning con percussore lanciato in doppia azione alleggerita – e di sicuro non è un clone di nessuna altra arma da fianco oggi presente sul mercato, polimerica o meno. E non è male, per un'arma il cui prezzo indicativo al pubblico in Italia dovrebbe aggirarsi sui 700€ (si, avete capito bene: SETTECENTO EURO).
Ciò detto, vediamo come si è comportata al tiro!
Avevamo maneggiato la pistola semiautomatica AF-1 Strike One della Arsenal Firearms un paio di volte in precedenza, in occasione dei saloni internazionali di settore degli ultimi due anni – SHOT Show ed IWA in particolare. In quelle occasioni, abbiamo avuto la possibilità di esaminare l’arma da vicino e giocarci un po’, con tutti i limiti che le armi in fiera di solito devono rispettare, compreso il fatto che, sebbene si dovrebbe trattare di armi pienamente funzionanti con solo il percussore rimosso, le armi che abbiamo visto erano principalmente prototipi.
Per il nostro Test, la Arsenal Firearms ci ha messo a disposizione, in un poligono di tiro privato al coperto da 25 metri, due esemplari di pre-produzione della pistola Strike One in calibro nove millimetri, assieme ad una quantità quasi illimitata di munizioni con palla da 124 grani FMJ, una grande quantità di bersagli e tutto il tempo necessario per una approfondita prova a fuoco. Le due pistole "Strike One" che il produttore ci ha affidato sono le prime armi in assoluto ad essere ufficialmente provate a fuoco da una testata giornalistica, e noi, di ALL4SHOOTERS.COM, siamo onorati di essere i primi a poter offrire ai nostri lettori in esclusiva ed anteprima mondiale la prima recensione completa di queste interessanti pistole.
Come abbiamo detto, avuto modo di esaminare – assieme a tutti i nostri colleghi della stampa e del web – molti prototipi disattivati della pistola Strike One, e le impressioni che abbiamo avuto maneggiando questi esemplari non sono cambiate nella sostanza una volta che abbiamo avuto tra le mani la pistola in configurazione finale. Il design dell’arma non è cambiata se non in alcuni dettagli, la "Strike One" è una pistola “full size” apparentemente piuttosto ingombrante, e il carrello squadrato e caratterizzato da una specie di “gobba” è molto particolare e personale, rendendo la pistola immediatamente riconoscibile anche impugnata.
Il carrello presenta una finestra di espulsione intelligentemente sagomata con un angolo a 45°, che garantisce un ampio spazio per espellere affidabilmente il bossolo spento e allo stesso tempo offrendo una robusta sezione trasversale all’altezza della finestra a causa della luce di espulsione in realtà addirittura più piccola rispetto ad altri progetti sul mercato. Le grandi e molto comode fresature di presa sono posizionate sia sull’estremità anteriore e posteriore del carrello permettono una presa salda nelle operazioni di cameramento di una cartuccia o nell'esecuzione di una routine per la risoluzione di un inceppamento (immediate action).
L’estremità posteriore del percussore, se armato, sporge dalla parte posteriore della piastra di copertura posteriore in acciaio del carrello, che funge anche da base per la tacca di mira posteriore, realizzato in un unico pezzo. Il telaio polimerico è piuttosto elaborato e offre una presa affidabile e rassicurante, grazie all’impugnatura connotata da un intricato pattern "3D", con una minigonna integrale all’imboccatura del vano per il caricatore per migliorare il cambio rapido. La guardia del grilletto è ampia e arrotondata, e il pulsante di sgancio caricatore completamente ambidestro è facilmente raggiungibile, così come la leva di hold open per mantenere in apertura il carrello.
Afferrare il carrello per arretrarlo richiede poco sforzo, e il movimento del carrello nelle sue guide a tutta lunghezza è molto fluido. A causa dell’innovativo sistema di chiusura a blocco cadente della Strike One, la larghezza del carrello è piuttosto elevata, essendo più largo della maggior parte delle pistole semiautomatiche concorrenti che impiegano il classico disegno Browning/Petter o variazioni dello stesso, e allo stesso tempo, è molto più basso. Questo si traduce in una impugnatura della mano molto più in alto e più vicina alla linea della canna (il produttore dichiara un’altezza della canna sulla mano di soli 12 mm!) rispetto a qualsiasi altra pistola semiautomatica “full size” di grosso calibro, per impiego come pistola d’ordinanza o da servizio.
Prendendo confidenza con la Strike One prima di passare ai test a fuoco, maneggiando il carrello, provando lo sgancio del caricatore e il cambio rapido del caricatore effettuando prove di scatto in bianco per familiarizzarci con le peculiarità dello scatto, e provando diverse posizioni e impugnature, abbiamo notato l'angolo perfetto dell’impugnatura, e il modo incredibilmente naturale con cui tacca e mirino si allineano sul bersaglio non appena portiamo l’arma in linea. Il dito indice, durante un esercizio di estrazione veloce simulato, se non collocato all'interno del ponticello e lasciato lungo il carrello, si allinea perfettamente al bersaglio in maniera sorprendentemente accurata. Più che con qualsiasi altra pistola che abbiamo provato. Colpiti da questo fatto, abbiamo provato a fare un test che non andrebbe mai fatto… sparando ad occhi chiusi. Ma di questo ne parliamo più avanti.
Riempire il caricatore, prodotto da Mec-Gar, è abbastanza agevole; solo le ultime due cartucce delle 17 che il caricatore contiene sono leggermente più difficili da far entrare. Il caricatore entra nella pistola senza alcuna fatica e si blocca positivamente al suo posto; chiudiamo il carrello su un caricatore pieno camerando la prima cartuccia e siamo pronti a sparare.
Le mire fisse si allineano rapidamente e con naturalezza sul bersaglio; tacca e mirino sono dotati di puntini dipinti di bianco per aumentare la visibilità dei riferimenti di mira ed in generale questa configurazione ci è piaciuta molto. Siccome la tacca di mira posteriore è macchinata in un unico pezzo con la piastra di copertura posteriore del carrello, è ovviamente non regolabile, quindi tutte le regolazioni sono eseguite sul mirino anteriore montato sul carrello a coda di rondine, che offre una gamma molto ampia di regolazione. Ci è piaciuta molto questa configurazione anche perché mantiene la tacca posteriore sempre perfettamente centrata con il carrello, facilitando la mira veloce. In un test precedente con scatti in bianco, con un esemplare di pre-produzione con meccanica interamente cromata a spessore, avevamo rilevato uno scatto leggermente inferiore, con un po’ di filature che affliggevano uno scatto altrimenti decente; le armi di pre-produzione con un numero di serie nettamente superiore provate oggi, armi molto più vicine alla produzione effettiva di serie, hanno invece evidenziato un funzionamento impeccabile.
Dopo aver tirato un intero caricatore, ci siamo abituati al peculiare tipo di scatto e al suo peso percepibilmente più leggero rispetto alla media - a causa della maggiore superficie del grilletto stesso - e abbiamo cominciato a stringere le rosate, la Strike One ha esibito una eccellente precisione, a 10 e 15 metri le nostre rosate di dieci colpi ciascuna rientravano in un diametro di meno di quattro e cinque centimetri rispettivamente, impugnando la pistola con due mani e a fuoco lento - un tiro ogni secondo o giù di lì.
Siamo sicuri che un tiratore migliore di noi sarebbe senza dubbio riuscito a sfruttare l'enorme potenziale della pistola, con rosate ben più strette.
Premendo lo sgancio caricatore, quest’ultimo cade per gravità senza attriti, addirittura se l’arma non è perfettamente a “piombo”, facilitando il cambio caricatore.
La nostra mano si avvolge comodamente intorno all’impugnatura della pistola, e ognuno dei pochi controlli che la pistola ha – il grilletto, la leva di hold open del carrello, e lo sgancio caricatore brevettato completamente ambidestro - sono ergonomicamente e convenientemente posizionati sull’arma per essere facilmente raggiungibili in ogni situazione in caso di necessità - e non in mezzo quando non devono essere usati!
Il rinculo è mite, mai secco, e il rilevamento di volata è estremamente controllabile; il recupero della linea di mira è immediato. Nel nostro test (è evidente nei video), la nostra presa sull’impugnatura dell’arma non è mai tesa, la pistola è tenuta saldamente, ma in modo rilassato, consentendo alla pistola di rinculare liberamente. Nessun malfunzionamento di sorta, nemmeno di proposito tenendo la pistola con una sola mano e con forza appena sufficiente a tenere l’arma e sparare tranquillamente. Ammettiamo di aver cercando di causare un corto rinculo e creare un FTE… non ci siamo riusciti mantenendo le condizioni di sicurezza.
Le routine in velocità sono un piacere, il cambio del caricatore è veramente veloce e la leva hold open del carrello è abbastanza ben posizionata, l’imboccatura svasata del vano caricatore consente prestazioni da race gun IPSC, guidando il caricatore nell’arma in un modo nettamente migliore rispetto alla maggior parte delle pistole da servizio che abbiamo testato fino ad ora. È possibile sparare con una velocità elevatissima, il rateo di tiro teorico (tenendo conto dei tempi di ciclo completo di sparo) è leggermente superiore a 1300 colpi al minuto, il che significa che più di venti colpi potrebbero essere sparati per secondo, grazie al particolare disegno della chiusura e alla rapidità del movimento del carrello.
Con l'aiuto di un istruttore certificato, per verificare e controllare i nostri movimenti e assicurare la sicurezza in ogni caso, abbiamo provato a tirare con la Strike One due colpi tenendo gli occhi chiusi, puntando la pistola in direzione del bersaglio. I risultati sono sorprendenti, il nostro primo test ha messo due colpi perfettamente in piano con il centro di massa del bersaglio, ma leggermente a sinistra in un rosata di 8 cm a 7 metri. Incoraggiati da questo risultato, abbiamo effettuato altre prove, sempre con gli occhi coperti, riuscendo a mettere cinque colpi su cinque sul bersaglio, in una rosata di 22 cm! Un esperimento non convenzionale per confermare l’eccellente design e ingegneria ergonomica della pistola, che in realtà fa sentire l’arma al tiratore come fosse un'estensione del proprio corpo.
In conclusione, il nostro parere sulla pistola semiautomatica AF-1 Strike One della Arsenal Firearms è assolutamente positivo: un’arma particolarmente piacevole con cui tirare, oltre che estremamente performante. Dal punto di vista del design, la pistola ha un carattere forte e molto serio, con una interfaccia ergonomica e particolarmente ben bilanciata nella mano; tutte le procedure operative standard sono eseguite in modo intuitivo come se fossero mesi se non anni che impieghiamo la Strike One, e il feedback al tiro, in termini di rinculo e rilevamento alla volata, sono eccellenti, soprattutto per quanto riguarda il recupero della linea di mira e del bersaglio durante gli esercizi di tiro a fuoco rapido. La nostra unica lamentela potrebbe essere relativa alle dimensioni e ingombri della pistola, che è più lunga rispetto alla maggioranza delle semiauto in calibro 9 mm, anche a causa della lunghezza della canna interamente martellata a freddo da ben 5”, che senza dubbio potrebbe limitare il porto occulto di quest’arma – cosa che passa in secondo piano considerando che la destinazione d’uso di quest’arma è nel porto con fondina esterna e di servizio, e poi, sicuramente una versione 'Compact' è in lavorazione...
SCHEDA TECNICA
Produttore | Arsenal Firearms S.r.l - Via X Giornate 14 25063 Magno di Gardone Val Trompia (BS) – Italia |
Modello | AF-1 Strike One |
Tipologia | Pistola semi-automatica |
Calibro | 9x19mm "Parabellum", 9x21mm IMI, .40 Smith & Wesson, .357 SIG |
Chiusura | Chiusura geometrica stabile con elemento mobile a quattro tenoni ed un solo principio di libertà di movimento della canna |
Canna | 128mm |
Alimentazione | Caricatore bifilare a presentazione singola della capacità di 17+1 colpi |
Scatto | Singola azione con barra di trasferimento "roto-traslante" a due parti |
Sicure | Automatica al percussore, automatica al grilletto |
Organi di mira | Tacche di mira fisse intercambiabili con modelli Aftermarket fissi o regolabili - predisposizione per puntatori tipo "Micro-Dot" |
Materiali e finiture | Canna e carrello in acciaio, fusto in polimero o ERGAL |
Lunghezza totale | 210mm |
Altre dimensioni | Altezza totale 143mm, larghezza totale 33mm |
Peso a vuoto | 750 g. (fusto in polimero) - 890 g. (fusto in ERGAL) |