Presentate allo Shot Show 2016 di Las Vegas le pistole Rex zero 1 sono attualmente prodotte in tre varianti e in tre calibri: la Zero 1 standard è una full size che riassume le caratteristiche della gamma. La variante Combat ha il fusto del modello in prova accoppiato a un carrello accorciato, con canna da 3,85” (98 mm). La variante Compact ha il fusto più corto di un centimetro e il carrello della Combat. Il fusto in lega di alluminio 7075 è prodotto con finitura nero grafite (quella in prova), verde scuro-foliage green e tinta sabbia-flat dark earth. Finitura superficiale unica, di colore nero opaco con trattamento anti-usura, per il carrello in acciaio e la canna da 108 millimetri (4,25 pollici). Oltre ai calibri da nove millimetri, 9x19 in primis e 9x21 per il nostro Paese, le Rex Zero 1 sono prodotte in calibro .40 S&W e in 7,65 Browning (quest'ultima con chiusura labile).
Primo contatto con la Rex Zero 1
La Rex Zero 1 è consegnata in una valigetta in plastica con interno sagomato e chiusura a doppio cursore. Aperta la confezione troviamo la pistola, due caricatori da 15 colpi, un kit di pulizia e il manuale di istruzioni.
La Standard e la Combat hanno una capacità originaria di 18 o 20 colpi (nel calibro 9), ma la Arex realizza caricatori di capacità minore per quei Paesi – come il nostro – che hanno introdotto restrizioni. Questi sono quindi costruiti per contenere 15 colpi, non modificati a posteriori: il caricatore della variante Compact ha 15 colpi di capacità. Per completare il discorso notiamo che il dorso è forato e numerato da 2 a 15, per la verifica visiva dello stato di riempimento. Soletta ed elevatore sono di polimero plastico; buone la finitura, e la facilità di smontaggio – dopo avere asportato la soletta. La veste estetica della pistola, e le sue caratteristiche, richiamano due armi corte note agli appassionati, la P226 della Sig Sauer e la Cz 99S della Zastava (variante con sicura manuale).
La Arex produce per intero l'arma: nel 2012 il costruttore sloveno si è dotato dei macchinari necessari alla costruzione delle canne, al fine di essere autosufficiente e non vincolato a fornitori terzi. Le dimensioni non sono minime, ma trattandosi di pistola da portare in fondina per utilizzo professionale, non è da considersi un difetto. Apprezzabile la costruzione delle guancette, di aspetto essenziale e moderno ma soprattutto alquanto sottili, per non incrementare lo spessore dell'impugnatura, dimensionata sul caricatore bifilare. Sono fissate tramite due coppie di viti torx e si tolgono senza sforzo; quando le rimontate occorre controllare di avere inserito lo svaso al di sotto delle leve della sicura manuale. La costruzione del fusto è di qualità e non si vedono segni di lavorazione, neanche sulle superfici interne. Si notano le guide per il carrello a tutta lunghezza, interrotte unicamente in corrispondenza del vano per il caricatore. Sotto l'impugnatura c'è un incavo con un perno trasversale, dove agganciare un cavetto di sicurezza unito al cinturone dell'operatore.
Comandi a portata di dita
Il pulsante di sgancio del caricatore si trova su entrambi i lati del fusto, è di corrette dimensioni e si aziona facilmente con il pollice o l'indice della mano forte. Il ponticello ha forme abbondanti, il grilletto è liscio e arcuato. Sulla parte alta del fusto troviamo tutti i comandi: la leva per la sicura manuale è ambidestra e deve essere sollevata per inserire la sicura, che disconnette la catena di scatto. Più avanti si trova l'abbatti cane, che ha funzione di comando di chiusura del carrello (hold open). Quando il carrello è in posizione arretrata (aperto) si agisce sulla leva, abbassandola: la prima pressione manda in chiusura il carrello; in condizioni di utilizzo questo provoca l'ingresso della prima munizione del caricatore nella camera di cartuccia.
Azionando ancora il leveraggio il cane si disarma, torna in posizione di riposo, e la pistola è pronta per essere usata in doppia azione. In ogni caso sono attivi i sistemi interni automatici di sicurezza, primo fra tutti quello al percussore. Lo sparo in doppia azione ha una corsa lunga del grilletto e un peso rilevante (il costruttore dichiara 6 kg). Resta la possibilità aggiuntiva – forse eccedente le reali esigenze – di inserire anche la sicura manuale.
Nella parte mediana del fusto è collocata la leva a chiavistello che serve per separare il carrello mentre nella sua porzione anteriore è ricavata una slitta Picatinny (Mil-Std-1913).
Smontaggio e manutenzione
Lo smontaggio ordinario si esegue senza toccare il grilletto; basta far scorrere il carrello fino alla tacca a mezzaluna e ruotare di 90° verso il basso la leva. La costruzione è accurata, e anche qui nessun segno di lavorazione risulta visibile. Il carrello è piuttosto sviluppato in altezza; sul lato sinistro riporta le scritte relative al modello e al calibro, sul lato opposto troviamo la matricola e la dicitura “arex Slovenia”. Il cielo è piatto e reca due fresature a coda di rondine entro le quali sono innestati gli organi di mira. Tacca e mirino sono poco sviluppati in altezza; la faccia rivolta verso il tiratore mostra tre punti di colore bianco.
Subito dietro la finestra di espulsione del bossolo un’appendice rettangolare viene spinta in alto dal fondello della munizione, un indice tattile di arma carica. A carrello rovesciato si vedono il perno della sicura al percussore e la lunga lamina, terminata a uncino, in funzione di estrattore.
Spingendo in avanti il tubo metallico, che supporta e guida la molla principale, questo si disimpegna e può essere rimosso, esponendo la canna rigata a sei principi destrorsi. Tale parte d'arma è ben realizzata: il blocchetto prismatico che contiene la camera di cartuccia mostra il sistema a piani inclinati che consente il movimento oscillante della canna. La rampa di alimentazione è larga e lucidata a specchio, mentre la forma dell'estrattore interno non richiede sagomature o incavi laterali.
L'assemblaggio della pistola è del pari molto semplice, come richiesto da ogni arma per uso professionale; le lunghe guide aiutano il posizionamento del carrello, che una volta arretrato provoca il ritorno in posizione della leva di chiusura. Le uniche parti che è necessario lubrificare (senza esagerare) sono le guide e l'inserto in acciaio sul quale poggiano i piani di movimento della canna; il manuale per l'operatore, 40 pagine in lingua inglese, spiega in dettaglio ogni aspetto costruttivo e di utilizzo della pistola.
La Rex zero 1 al poligono
Approfittando della cortesia di Pierluigi Ferrari (presidente del TSN di Galliate), e della collaborazione di amici tiratori quali Giuseppe Brusotti e Dario Zanoni, abbiamo svolto la prova di questa novità slovena. L'impostazione dell'arma vede una linea di mira piuttosto alta rispetto al braccio del tiratore, ma questo non incrementa il rilevamento durante lo sparo. Le reazioni sono invece contenute, morbide e ben controllabili. Se decidiamo di sparare il primo colpo in doppia azione, dovremo fare i conti con il peso e la corsa lunga del grilletto. In singola lo sgancio è prevedibile e netto, lo sforzo ragionevole (normale per un'arma da difesa); la precorsa di circa 5 mm arretra ulteriormente la posizione del dito sul grilletto, con il rischio di strappare verso il basso. Bastano alcune decine di colpi per capire come impugnare l'arma, e quali movimenti contrastare (o evitare) per rimanere in linea con il bersaglio acquisito dalle mire.
Il reset del gruppo di scatto non è velocissimo come nelle migliori safe-action a percussore parzialmente armato e nelle armi sportive per il tiro dinamico. L'azione sulla leva di decocking, per chiudere il carrello, deve essere decisa, mentre la successiva manovra sullo stesso comando, per abbattere il cane, può essere più dolce e misurato. Comodi l'inserimento e l'esclusione della sicura manuale ambidestra. Apprezzabile la possibilità di eseguire le manipolazioni sulla pistola con detta sicura inserita, che permette di avere il colpo in canna con l'arma in sicurezza (corsa a vuoto del grilletto in singola e doppia azione).
La Rex era già rodata e non ci sono stati malfunzionamenti di alcun tipo. Le munizioni impiegate sono state le Sellier & Bellot e le Fiocchi Top Target, entrambe con proiettile ramato da 124 grani di peso. Buona la precisione nel tiro mirato, anche sui piatti posti a 25 metri. Con minima attenzione siamo riusciti a polverizzare alcuni piattelli (quelli usati nel tiro a volo, da 11 cm) posti sul terrapieno. A tale distanza dovevo coprire il piattello con il mirino; alle distanze minori, tipiche degli ingaggi difensivi, si può contare su una buona istintività della pistola, che torna sul punto mirato in modo rapido, con poco sforzo da parte del tiratore.
Conclusioni
Riprendendo e aggiornando soluzioni note e apprezzate, questa Rex zero 1 dimostra che è ancora possibile produrre armi di buona qualità in Europa, senza ricorrere all'uso esteso dei polimeri, senza importare parti essenziali dall'oriente e senza costringere il cliente a sacrifici economici. Pur indirizzata a un utilizzo professionale, l'arma in prova ha dimostrato una precisione più che buona. Dimenticando la doppia azione e aggiungendo delle mire di tipo regolabile, potrebbe essere impiegata con profitto anche nel tiro ludico e sportivo.