Poter osservare il calore emesso dagli oggetti intorno a noi, in questo caso davvero “osservare l’invisibile”, citando un particolarmente azzeccato slogan impiegato da una delle case costruttrici di questi strumenti, è un’esperienza affascinante.
Una volta compreso cosa si sta effettivamente osservando attraverso lo strumento, letteralmente la rappresentazione visiva delle gradazioni di temperatura degli oggetti, si viene presi da una curiosità quasi infantile, di voler vedere “come appare” quanto abbiamo intorno, le pentole sul fuoco, il gatto che passeggia in corridoio, l’acqua che scorre sul terrazzo, il succo di frutta tolto dal frigo e versato in un bicchiere.
Si scoprono cose sconcertanti, come il fatto che il vetro è totalmente opaco al calore, e che al contrario, alcune plastiche opache diventano trasparenti.
È una curiosità che, a distanza ormai di diverse settimane da quando abbiamo ottenuto il visore termico Pulsar Quantum HD 38S in prova grazie alla disponibilità dell’importatore italiano della Pulsar, Adinolfi, ancora non si è affievolita, suscitando sorrisi e scuotimenti di testa da conoscenti e non.
Ovviamente, questo per quanto riguarda l'impiego ludico.
Ma uno strumento come quello in prova nasce per l’impiego venatorio e professionale, per l'osservazione e la localizzazione delle prede, per la sorveglianza perimetrale di installazioni protette o la ricerca di persone in difficoltà in caso di incidenti o calamità, e per una infinità di altri impieghi più o meno ovvi: facendo un esempio non banale, un Ispettore di Polizia ci ha chiesto se con il Quantum HD 38S è possibile stabilire a distanza quale automobile ferma in un parcheggio si è mossa nelle ultime ore. Oppure, se un anonimo capannone in periferia sia impiegato per la coltivazione illegale di canapa indiana.
Le potenzialità e le caratteristiche specifiche dei sistemi optoelettronici per la visione termica (il termine esatto è telecamera termografica) saranno oggetto di un articolo di prossima pubblicazione; l’argomento non solo è di particolare interesse, ma è anche vasto e persino tra gli appassionati sussistono confusioni e dubbi, pari a quelli sulla visione notturna.
Per ora basti sapere che ogni oggetto emette una certa quantità di radiazione infrarossa, la cui lunghezza d’onda è relativa alla temperatura dell’oggetto; e che questa radiazione, che si comporta come la luce, può essere rilevata utilizzando un sensore particolare che come struttura di base è simile al sensore di una fotocamera digitale.
La risoluzione di questo sensore è ovviamente fondamentale per restituire una immagine utilizzabile: è importante sapere che rispetto alla risoluzione di una normale fotocamera digitale (che attualmente si misura in diversi megapixel, cioè milioni di pixel), la risoluzione anche di una eccellente termocamera per impiego militare è pari o inferiore a 640 by 480 pixel, in pratica soli 0.3 megapixel.
Inoltre, solo particolari elementi sono trasparenti alle radiazioni infrarosse medie e lunghe (quelle comprese tra i 3 e i 14 µm, utilizzate dalle termocamere più comuni), come il Germanio e il Silicio, rendendo le lenti e gli obiettivi per questi strumenti estremamente costosi.
Una volta rilevata dal sensore l’immagine può essere visualizzata su di un normale display LCD da un paio di pollici, oppure, come nel caso del visore termico Quantum HD 38S in prova, su di un microschermo OLED osservabile attraverso un oculare identico a quello impiegato nei mirini delle videocamere di qualità.
L’immagine generata dal sensore non è analogica, ma completamente digitale, e come tale può essere registrata: molte termocamere, tra cui lo HD38S, hanno un’uscita video, e alcune addirittura la possibilità di registrare direttamente su schedina di memoria (SD o MicroSD).
Il sensore impiegato dalla termocamera HD 38S è di produzione francese: si tratta di un microbolometro non raffreddato ULIS (gruppo SOFRADIR) con tecnologia al silicio amorfo resistivo da 384 x 288 pixels, con pixel pitch di 25 μm, con ogni probabilità lo UL03262-031.
Anche se Pulsar non diffonde le specifiche relative ai dati di sensibilità e di risoluzione termica, considerando la scheda tecnica del sensore, possiamo affermare che il NETD (Noise Equivalent Temperature Difference) dell’HD 38S è sicuramente migliore di 70 mK con l’obiettivo da F1.2 usato.
È importante sottolineare che il Quantum HD38S offre una frequenza di refresh di 30 Hz, in parole povere visualizza 30 immagini al secondo, con un video fluido e senza effetti “scia” o movimenti a scatto tipici della maggior parte delle termocamere provenienti dagli Stati Uniti, che sono limitate, per motivi legali dovuti all’esportazione di materiale “dual use”, ad una frequenza di refresh di soli 9 Hz.
Per lo stesso motivo, sebbene l’acquisto e il possesso del Quantum HD38S sia libero in Italia, non ne è consentita l’esportazione in Paesi diversi da quelli della Comunità Europea.
La confezione del visore termico monoculare Quantum HD 38S di Pulsar comprende, oltre allo strumento, una bella custodia in Cordura nero, due cartucce per batterie stilo AA, quattro batterie da 1,5V AA al Litio, la tracolla e gli attacchi, il manualetto di istruzioni e il cavetto per la registrazione delle immagini.
Il Quantum HD38S è uno strumento abbastanza compatto e leggero (pesa circa 350g senza batterie), interamente costruito in polimero caricato con fibra di vetro e parzialmente rivestito in gomma antiscivolo.
Solo il corpo dell’obiettivo sporge per alcuni centimetri dalla porzione anteriore dello strumento, con la delicata lente frontale in Germanio protetta da uno sportello incernierato che alla prova sul campo si è dimostrato parecchio robusto ed anche stagno, grazie ad un O ring.
Una piccola slitta Picatinny posta sul lato serve a fissare eventuali accessori Pulsar, come una batteria ricaricabile aggiuntiva ad alta capacità (EPS3 o EPS5) oppure un registratore di immagini e filmati (CVR640 Newton), entrambe disponibili presso l’importatore Adinolfi.
La cinghietta di trasporto si aggancia ad un anello rimovibile che sfrutta uno dei due fori filettati standard da 1/4" per il treppiede.
Sono presenti tre bottoni gommati sul lato superiore dello strumento ed una manopola ruotante a fianco dell’obbiettivo anteriore per il controllo di tutte le funzioni dell’apparecchio, compreso lo spegnimento e l’accensione. La selezione delle funzioni di base (luminosità e contrasto) e quelle dei menu avanzati si ottiene ruotando in entrambe le direzioni la manopola, mentre si conferma premendo la manopola.
L’oculare offre una estrazione pupillare a nostro avviso solo sufficiente, paragonabile a quella di una telecamera digitale di media gamma; anche la pupilla di uscita, potrebbe essere migliorata.
Il display OLED a colori da 640x480 pixel è sfruttato solamente in bianco e nero, ma offre un contrasto ed una qualità dell’immagine eccellente, non confrontabile con la precedente generazione basata su tecnologia LCD-TFT.
A fianco dell’oculare un piccolo LED incassato indica lo stato di accensione e di carica della batteria.
Le quattro batterie stilo AA sono contenute in una cartuccia rimovibile che è ospitata in un vano posto a fianco dell’oculare per l’alimentazione della termocamera; se le due cartucce incluse nella confezione non dovessero bastare è possibile acquistarne di aggiuntive. Ogni cartuccia, a seconda del tipo di batteria usata, offre un’autonomia di 4,5 oppure 5,5 ore, rispettivamente con pile alcaline o al litio.
All’accensione, prima che la termocamera sia pronta per l’utilizzo, passano una quindicina di secondi, durante i quali il display mostra il logo Pulsar; appena il sensore effettua la calibrazione meccanica (segnalata da un click come di scatto di fotocamera), l’immagine termica appare sul display. Da questo momento in poi, ogni volta che l’immagine degrada, si effettuerà la ricalibrazione (che può essere automatica, manuale, e manuale silenziosa).
Premendo il comando a ghiera anteriore è possibile regolare luminosità e contrasto; tenendo premuto per tre secondi si accede ai menu avanzati, in cui è possibile regolare le impostazioni per la correzione dei pixel difettosi, abilitare o meno l’uscita video, la modalità di calibrazione, e le preimpostazioni per uso urbano, in campagna o ‘identificazione’.
Con i comandi posti superiormente si accende e spegne l’apparecchio, lo si può calibrare manualmente (…e se non si sta attenti, è facile premere il pulsante per lo spegnimento), e si può selezionare lo zoom digitale 2x; tenendo premuto per un secondo il pulsante di zoom, si attiva la modalità di inversione (da ‘bianco-caldo’ a ‘nero-caldo’).
La messa a fuoco è abbastanza semplice, la ghiera dell’obbiettivo offre una discreta resistenza alla rotazione e rimane stabile una volta effettuata; abbiamo trovato che il pulsante di zoom 2x è molto più utile di quanto non avessimo pensato poiché consente di effettuare una messa a fuoco fine, ingrandendo la porzione centrale del campo di vista a 4.2x.
Abbiamo provato lo strumento di notte e di giorno, provando a individuare a diverse distanze oggetti, persone ed animali.
Premettendo che il dato dichiarato dal produttore relativo alla distanza massima di rilevazione in condizioni ottimali di 950 m di un oggetto rettangolare di 170x50 cm corrisponde essenzialmente alle dimensioni minime di un oggetto “caldo” per illuminare un singolo pixel a quella distanza – come dire: “si illumina un pixel, perciò sicuramente c’è qualcosa laggiù” -, alla prova dei fatti possiamo dire che la effettiva distanza di utilizzo massima si attesta sui 500 metri.
La qualità del sensore è davvero eccellente, anni luce da quanto era disponibile solo cinque anni fa, con un livello di dettaglio incredibile: si riescono a vedere perfettamente i singoli capelli davanti al viso della persona posta a tre metri di distanza, un piccione in volo a oltre 200 metri in aria (invertendo l’immagine a nero/caldo), le macchie di umidità nel sottoscala. I singoli chiodi nascosti nell’intonaco e nel cartongesso. E molto altro ancora…
Per il cacciatore, il Quantum HD 38S è una rivelazione: le gocce di sangue dell’animale ferito nel sottobosco si possono seguire come se fossero una fila di lucine dell’albero di natale, si possono distinguere animali e persone anche nel fitto, teli camo e reti mimetiche diminuiscono notevolmente di utilità.
E poi, soprattutto all’alba, ci si rende conto che la nebbia diventa praticamente trasparente! E se ad occhio nudo non si vede a tre metri, con il visore termico si possono distinguere animali, alberi e persone a distanze anche considerevoli.
Non possiamo che raccomandare il visore termico Quantum HD 38S di Pulsar, sia per le eccellenti prestazioni dimostrate che per il prezzo suggerito di vendita, davvero concorrenziale con la maggior parte degli strumenti di pari fascia prestazionale. I 30hz di refresh, la risoluzione di 384x288 (contro i 320x240 dei prodotti d’oltreoceano), l’adozione di un eccellente display OLED da 640x480, anche se con un oculare di qualità non eccelsa, e la ricca dotazione ne fanno un prodotto dotato di un rapporto prezzo/qualità davvero difficile da battere.