UTG è il marchio di Leapers, un’azienda del Michigan che dal 1992 ha incominciato a realizzare prodotti per la caccia, il tiro e l’outdoors, facendo realizzare i propri prodotti in Cina sotto l’attenta supervisione e le stringenti specifiche Usa. Dal 2009 i prodotti UTG sono realizzati nel Michigan, in uno stabilimento che è stato ben presto nella necessità di espandersi per via del crescente riscontro di mercato e la cui espansione è avvenuta nel 2011 nell’incredibile tempo di due settimane. Dotato di macchinari allo stato dell’arte, il nuovo stabilimento ha l’obiettivo di fornire prodotti con un elevato rapporto qualità/prezzo.
Il cannocchiale Accushot 3-12x44 mi è giunto in una confezione completa che contiene, oltre allo strumento, gli attacchi da 30 millimetri, una chiave Allen e la batteria per l’illuminazione del reticolo. Non c’è l’utilissima vite di ricambio che avevo trovato su altri prodotti dello stesso costruttore.
Gli attacchi sono tutt’altro che dozzinali; sono molto leggeri, in alluminio, ulteriormente alleggeriti da u sulla parte superiore da una fresatura passante, sono alti il minimo indispensabile per poter montare anche un cannocchiale con lente frontale da 56 millimetri ed hanno all’interno due semianelli di fibra che evitano di segnare l’ottica. Una discreta fessura alla base consente la visione delle mire metalliche.
Ci vuole un bel po’ di pratica, ma con la fessura e il semplice mirino si riesce a concentrare i colpi in modo più che dignitoso. Gli attacchi si stringono a mano sulla slitta con una chiavetta disposta alla base, munita di due fori a misura della chiave Allen fornita per un fissaggio solidissimo. Il fissaggio dell’ottica agli attacchi avviene per mezzo di quattro viti a testa esagonale. Attacchi quindi completi e validi. Il corpo del cannocchiale è riempito con azoto in funzione anti-appannamento.
Oculare e obiettivo sono coperti da appositi tappi ribaltabili; quello sull’obiettivo prolunga ancora un po’ la funzione di paraluce. Sulla parte superiore dell’oculare c'è il coperchio a vite del vano batterie e l'interruttore a pulsante per l’illuminazione del reticolo e la scelta del colore. Il pulsante di sinistra attiva il reticolo verde e quello di destra il reticolo rosso; la pressione contemporanea di entrambi i pulsanti fa accendere il reticolo bianco, dopo di che ulteriori pressioni consentono di variare il colore.
Non ho provato tutte le 36 possibili sfumature anche perché occorre conseguire una certa pratica, ma certamente è possibile scegliere colore e livello di luminosità del reticolo per adeguarsi ad ogni condizione di luce e ad ogni possibile sfondo. Dietro il selettore dell’ingrandimento, questa volta sufficientemente morbido nell’azionamento, e coperto dal manicotto del copri-oculare, troviamo l’anello per la messa a fuoco del reticolo. Il fatto che la ghiera sia coperta dal manicotto non ha importanza, perché la messa a fuoco per la propria vista si effettua una sola volta.
Il reticolo è un po’ spesso ed è posto sul secondo piano focale. Il fatto che sia un po’ spesso aiuta nel tiro di caccia all’imbrunire o un luce scarsa, anche se la possibilità di illuminarlo scegliendo il colore che meglio si stagli sullo sfondo risolve molti problemi. Invece la disposizione sul secondo piano focale significa che la dimensione del reticolo rimane sempre la stessa al variare dell’ingrandimento, il che vanifica in buona parte l’utilità del Mil-Dot per la stima delle distanze.
Ma nei tiri meditati è possibile abituarsi all’uso del reticolo con un preciso rapporto d’ingrandimento; effettuala la stima si porterà l’ottica all’ingrandimento preferito per il tiro.
D’altra parte, nel tiro di caccia da effettuarsi con estrema rapidità l’ingrandimento non è mai troppo elevato e le distanze non sono mai troppo elevate; una regolazione della parallasse e dell’azzeramento a 100 metri è pressoché universale, senza contare che la maggior parte dei cacciatori di montagna utilizza un telemetro per una stima veloce e accurata delle distanze.
Il reticolo Mil-Dot è comunque quasi uno standard negli Stati Uniti, per cui la sua scelta è commercialmente corretta. Il reticolo sul secondo piano focale è più macchinoso meccanicamente per quanto riguarda le regolazioni in altezza e deriva; viene in soccorso uno speciale giunto sferico che semplifica notevolmente le interazioni tra il tubo esterno e quello interno e consente di raggiungere un’ottima precisione. Rispetto ai più vecchi modelli di UTG.
La regolazione è stata migliorata per ottenere dei click nettamente avvertibili, anche sul terreno di caccia, senza dover necessariamente prestare una speciale attenzione. Quello che mi piace è il sistema di regolazione delle torrette senza che queste abbiano i coperchi svitabili, che in luce scarsa possono essere persi irrimediabilmente.
Qui la torretta è bloccata o sbloccata da un anello alla sua base, che consente di effettuare la regolazione e di bloccarla sulla posizione raggiunta; chi ha provato a veder cadere a terra un coperchietto, magari nell’erba, apprezzerà senz’altro la soluzione.
Per ottenere lo zero, occorre allentare la vite a brugola posta sulla testa della torretta. In questo modo essa si disconnette dall’ingranaggio di regolazione e può essere portata sulla posizione di zero. Riavvitare la brugola fissa quella posizione e se l’ingranaggio di regolazione è bloccato dalla ghiera l’operazione è facilitata.
Le lenti hanno un trattamento multistrato di buona qualità che consente un’elevata trasmissione della luce. Certo non raggiungono i record Zeiss nella trasmissione della luce, ma occorre considerare che questo cannocchiale costa da 10 a 15 volte meno di un’ottica premium di grande marca, per cui il rapporto qualità/prezzo è davvero eccellente. Comunque. Il tiro all’imbrunire non presenta problemi; l’ottica è sufficientemente luminosa anche al massimo ingrandimento. Se riuscite a vedere l’animale, potete tirargli senza problemi.
All’esame delle caratteristiche ottiche, sempre semplificato su un cannocchiale da fucile, i controlli non sono poi molti. Ad esempio, il coma è del tutto ininfluente su uno strumento non dedicato all’osservazione stellare. Il cannocchiale è esente da aberrazione cromatica sia al centro sia ai bordi del campo visivo e non presenta astigmatismo; l’aberrazione sferica è inesistente (probabilmente è perfettamente compensata dalla curvatura della retina) e il flare è totalmente eliminato dall’arretramento della lente frontale, che ottiene l’effetto di un paraluce.
Non ho rilevato distorsione a barilotto né a cuscinetto nell’ambito degli ingrandimenti dello strumento. La pupilla d’uscita è perfettamente circolare; la correzione di parallasse spazia tra i 10 metri e l’infinito ed è sufficientemente dura da evitare ogni spostamento involontario. Manca l’ultima indicazione, cioè il prezzo, che è di 173 Euro nel listino UTG Europe, attacchi compresi, anche se da bravi americani lì è indicato come 172,99. Per la minima differenza e per il fatto che a cambiare è solo l’ultima cifra, forse indicare i decimali non valeva lo sforzo, ma le abitudini sono dure a morire. Che dire in conclusione? Lo strumento è robusto, otticamente buono. L’illuminazione multicolore del reticolo aiuta sicuramente in condizioni di caccia, oltre ad essere una manna per i daltonici. Effettivamente lo strumento è un po’ lungo, ma nel catalogo Leapers ne è presente una versione corta, che costa 9 Euro in più.
