Per prima cosa, decidete la fascia di prezzo in cui deve collocarsi lo strumento che intendete acquistare, qual è l’uso che dovete fare del vostro cannocchiale. In quella fascia, che avrà un minimo e un massimo, cercate sempre di acquistare il meglio che potete permettervi, perché un buon cannocchiale dura a lungo e un cattivo strumento darà sempre problemi. Altra cosa da stabilire è la fascia oraria in cui utilizzerete principalmente lo strumento. Se cacciate solo di giorno, o usate il cannocchiale al poligono, o se siete semplici escursionisti che il cannocchiale lo usano fuori dal rifugio di montagna, o anche solo fuori dal ristorante in cui avere pranzato, la massima luminosità conferita da una grande e costosa lente frontale non vi serve, mentre i soldi per la stessa lente saranno ben spesi se cacciate all’alba o all’imbrunire.
Osservate il valore della pupilla d’uscita, che trovate nella scheda tecnica dello strumento. La pupilla umana ha un’apertura normale in luce diurna da 2 a 3 millimetri; quindi di giorno le ottiche con una pupilla d’uscita di 3mm andranno bene. Ma la pupilla umana si dilata con il diminuire della luce e nel tardo crepuscolo la pupilla d’uscita ottimale si calcola in 7 millimetri. È il massimo diametro della pupilla umana? Vero, per un ventenne. Ma con l’età la massima dilatazione diminuisce e per un cinquantenne raramente raggiunge i cinque millimetri. Evitiamo quindi di pagare qualcosa che non si utilizza. Infine l’ultimo aspetto da considerare è l’ingrandimento: fisso o variabile? Con l’ingrandimento fisso la meccanica dello strumento è più semplice e anche un cannocchiale di prezzo non elevatissimo può fornire ottimi risultati.
Se invece si sceglie l’ingrandimento variabile (zoom) per la sua versatilità, sarà bene rivolgersi a strumenti di qualità perché piccole imperfezioni della meccanica, specialmente se il reticolo è sul secondo piano focale, possono portare ad errori di collimazione fino a 7 centimetri a 100 metri. Errori di questa portata non ci sono più nei cannocchiali moderni, ma fate attenzione se state comperando uno strumento usato. Se ha più di vent’anni ed è uno zoom, a meno che sia di marca eccelsa scartatelo senza pietà. Tralasciate la correzione di parallasse, a meno che siate tiratori di bench rest o pratichiate il tiro a lunga distanza. Se l’ottica è tarata a 100 metri e il capriolo è a 150 metri, la distanza tra i punti mirati nell’una o nell’altra situazione è di sette millimetri. Dal punto di vista pratico, per il cacciatore, è del tutto ininfluente.
Scegliere l'ottica: ingrandimenti e campo visivo
Stabiliti i parametri di base, i due punti chiave per valutare le prestazioni di uno strumento ottico sono ingrandimenti e campo visivo apparente, che si ottiene moltiplicando il campo visivo reale per gli ingrandimenti. I dati li trovate nella scheda tecnica del cannocchiale.
A caccia, un esteso campo visivo aiuta sempre. Quanto agli ingrandimenti, ricordiamoci che a caccia, con appoggio di fortuna (zaino) e forte ingrandimento il reticolo “balla” e talvolta fa sbagliare il tiro e mancare o ferire l’animale. Chiaro che, per contro, per il tiro di precisione in poligono un elevato ingrandimento può essere utile, specialmente per il bench rest. Restano da trattare le aberrazioni ottiche, oltre al metodo da adottare per il confronto tra ottiche diverse. Quindi esaminiamo i principali difetti di un sistema ottico – sono gli stessi per cannocchiali, binocoli e spektive - e il modo di individuarli al momento della scelta. Potete crearvi una mira ottica, costituita da un foglio di carta bianca in formato A4 con una scacchiera bianca e nera; se proprio volete esagerare cercate una mira ottica di quelle che servono per valutare le prestazioni delle macchine fotografiche. Non vi serve altro e anche della mira ottica si può fare a meno.
Le aberrazioni ottiche: cosa sono e cosa provocano
Le aberrazioni ottiche che possono provocare un decadimento dell’immagine in un sistema ottico sono sette; sei in un cannocchiale terrestre perché qui il coma (difetto di una lente per cui i punti luce di un'immagine appaiono come dischi sfumati a forma di cometa, da cui il nome) è meno importante. Poiché la qualità è correlata al prezzo, gli strumenti più costosi sono i meglio corretti. Il Flare, che in inglese vuol dire fiammata, si riferisce a un effetto luminoso avvertibile in controluce. Un raggio di luce che attraversa le lenti può provocare riflessi anche molto evidenti.
Se avete vostra mira ottica bianca e nera guardatela attraverso lo strumento in condizioni di forte luminosità ambientale: il flare si manifesta in modo avvertibile. Potete essere molto più cattivi: la prova più difficile è quella traguardare un lampione acceso facendo in modo che riempia il campo visivo; anche il minimo flare viene fortemente evidenziato. Il lampione lo fornisce il comune e l’avete già pagato con le tasse
Ovviamente, quanto esposto vale prevalentemente per le ottiche tradizionali diurne; nel momento in cui l’elettronica incontra l’ottica, parliamo di optronica… e qui le cose cambiano, anche se solo parzialmente. Tutti gli strumenti per la visione notturna, siano essi basati su tecnologia termica, digitale o con tubi ad intensificazione d’immagine, hanno caratteristiche e tecnologie diverse da quelle esposte; ma anche un semplice punto rosso è un dispositivo optronico. Vedremo questi dispositivi in dettaglio più avanti, in articoli dedicati.
L’aberrazione Sferica è il difetto di una lente che produce un'immagine non nitida dovuta al fatto che i raggi che attraversano i suoi bordi sono rifratti meno di quelli che passano nella zona centrale. Non tutti i raggi di luce - quindi - sono messi a fuoco sullo stesso piano. Inoltre, la distribuzione della luce può variare in modo rilevante portando a quella caduta di luce ai bordi nota come vignettatura. In condizioni normali e con angolo di campo “normale” l’aberrazione sferica è naturalmente compensata dal fatto che la retina umana non è piana, ed introduce quindi una sua propria aberrazione di segno contrario. Osservate qualunque edificio, monumento o oggetto ricco di dettagli, stando attenti alla definizione.
L’astigmatismo è l'impossibilità di mettere a fuoco le linee verticali e quelle orizzontali su uno stesso piano. L’effetto è una sfasatura della messa a fuoco delle linee orizzontali rispetto a quelle verticali, o viceversa. Potete verificarlo su un’inferriata che abbia bacchette sia orizzontali sia verticali, non sarà difficile individuarne una.
Curvatura di campo: vuol dire che un oggetto piano, perpendicolare all’asse di un sistema ottico, viene riprodotto come una superficie curva. Con le ottiche che presentano questo difetto, la messa a fuoco al centro dell’immagine non assicura la nitidezza ai bordi del campo visivo o viceversa. Si evidenzia cercando di mettere a fuoco una grondaia perpendicolare all’osservatore.
Si parla di Distorsione quando l’immagine differisce geometricamente dall’oggetto reale. Può essere positiva o negativa. Con l’aumento della distorsione, sebbene l’immagine appaia a fuoco su tutto il campo, la dimensione dell’immagine è diversa al centro rispetto alla periferia del campo visivo. Ne deriva, ad esempio, che un quadrato può essere riprodotto con i lati incurvati verso l'esterno (distorsione a barilotto o a botte), o verso l'interno (distorsione a cuscinetto).
Si evidenzia osservando l’inferriata descritta alla voce astigmatismo in modo che riempia buona parte del campo e facendo attenzione alla rettilineità dei segmenti che compongono il perimetro.
L’aberrazione Cromatica è il risultato di una differenza di lunghezza d’onda. I raggi paralleli di luce bianca che provengono da un punto posto all'infinito non sono focalizzati su un unico piano, ma su diversi piani tanto più distanti dalla lente quanto più è elevata la lunghezza d'onda della singola componente dello spettro: la luce blu verrà focalizzata più vicina alla lente di quanto non avvenga per la luce rossa. Il difetto si manifesta, in luce forte, in maniera piuttosto evidente, con frange di colore giallo o blu. Il tipo di correzione può essere acromatico, su due lunghezze d'onda (rosso e blu), o apocromatico su tre le lunghezze d'onda (rosso, blu e verde). Quest’ultimo richiede progettazioni sofisticate e costose.
Ora, un’ultima raccomandazione: non cercate di determinare le aberrazioni in modo assoluto. Osservate in sequenza due strumenti e vi sarà facile percepire le differenze. Quindi scegliete il migliore e paragonatelo al terzo strumento, e così via. Al termine, avrete in mano lo strumento migliore tra quelli esaminati, cioè il migliore nella fascia di prezzo che avrete scelto.