Vi abbiamo già parlato delle munizioni che l’americana Steinel Ammo confeziona in calibri obsoleti per carabina. In questa puntata ci occuperemo invece delle cartucce in calibro per pistola e revolver. La filosofia alla base dell’operazione è sempre la stessa, ovvero rendere disponibili caricamenti ormai introvabili.
Le munizioni Steinel Ammo: il 7,65x20 francese
Ci occuperemo in questo articolo delle cartucce in calibro desueto per pistola e revolver, cominciando con la cartuccia 7,65x20 Longue, detta anche 7,65mm MAS o, all’americana .32 French Long.
Nonostante la denominazione più diffusa alluda alla sua nascita francese, la cartuccia fu progettata negli USA nel 1917 ed era studiata per l’uso congiunto con la conversione Pedersen, che permetteva di trasformare sul campo di battaglia il fucile a ripetizione manuale Springfield 1903 in un’arma semiautomatica, pur con gittata e potenza inferiore. La fine del conflitto fece accantonare il promettente progetto e indusse l’esercito statunitense a tentare di piazzare le conversioni Pedersen presso qualche potenza alleata. Nel 1918 fu organizzata a Le Mans, in Francia, una dimostrazione alla quale parteciparono numerosi alti ufficiali, tra i quali il generale Pershing, nel corso della quale la conversione Pedersen dimostrò tutta la sua efficacia, ma alla fine non se ne fece nulla. Solo la sua cartuccia sarebbe stata adottata dalla Francia, per essere impiegata sia nelle pistole SACM 1935 A e MAS 1935S sia nel mitra MAS 38. Va detto che alcune fonti considerano il 7,65 MAS un progetto indipendente della Francia, identico al calibro americano solo per una coincidenza. Sta di fatto che questa cartuccia restò ordinanza della Francia fino agli anni Sessanta del secolo scorso. La cartuccia originale spingeva una palla da 77 grani alla velocità di uscita di 345 metri al secondo, con una energia di 298 joule. Ma veniamo alla cartuccia della Steinel: basata su un bossolo della Starline, spinge una palla in piombo ramata da ben 110 grani alla velocità di uscita di 304 m/s e un’energia di 330 joule.
Il calibro 8mm Nambu, il figlio del J.M. Browning giapponese
Veniamo ora a un'altra munizione militare per pistola, concepita da Kijirō Nambu, ufficiale dell’esercito imperiale nipponico, sicuramente il più influente progettista di armi nel Giappone del ventesimo secolo. Progettò praticamente tutte le armi d’ordinanza dell’esercito giapponese dall’inizio del Novecento alla fine della Seconda guerra mondiale, a partire dalle pistole Tipo 92 e 14 fino al fucile Arisaka 38 e 44 e alle mitragliatrici Tipo 11 e Tipo 99.
La cartuccia 8 Nambu fa il suo debutto nel 1904 assieme alla pistola Tipo A, ed è costruita su un bossolo a collo di bottiglia e base semi-rimmed. Nella versione originale spingeva una palla da 102 grani alla velocità iniziale di 290 metri al secondo, per una energia di 279 joule, una prestazione tipica della cartucce da pistola del tempo. Nella versione riportata in vita da Steinel, la cartuccia spinge una palla completamente blindata da 83 grani alla velocità iniziale di 317 metri al secondo, e un’energia alla bocca di 271 joule. Sicuramente questo caricamento sarà accolto con favore dal mercato degli appassionati statunitensi, poichè negli USA girano ancora tante pistole Nambu, riportate in patria dai soldati alla fine del Secondo conflitto mondiale.
Vecchie glorie dell'Impero britannico
Sul versante delle cartucce per revolver, Steinel propone due calibri destinati ai revolver d’ordinanza dell’impero britannico, il .38/200 e il .455 Webley.
Ma andiamo in ordine cronologico, e non di diametro; la cartuccia .455 Webley fu sviluppata in Inghilterra nel 1891 per il revolver Webley Mk I e rimase in servizio nell’esercito britannico fino al temine della Seconda guerra mondiale, dove fu affiancato da revolver in calibro .38/200. Prodotta da diversi fornitori nel corso degli anni, la cartuccia standard .455 Webley rappresentava perfettamente la teoria balistica del “lento e pesante”. Spingeva infatti una massiccia palla in piombo nudo da 265 grani alla placida velocità di 180/210 metri al secondo, con una energia di circa 290/390 joule. Nel corso degli anni la cartuccia fu sviluppata in diverse varianti tra le quali va citata la “Manstopper” (letteralmente ferma uomini) con una palla a punta e base cava da 218 grani, proibita dalla Convenzione dell’Aja del 1899. Per impiego militare fu quindi approntata anche una versione con palla blindata da 265 grani, prodotta a partire dal 1939 e utilizzata per tutta la durata del Secondo conflitto mondiale. La replica di questa munizione è estremamente fedele all’originale e monta su un bossolo Starline una palla in piombo nudo da 265 grani. La velocità iniziale è di 183 metri al secondo per un’energia di 288 joule.
La cartuccia .38/200 fu sviluppata subito dopo la Prima guerra mondiale, quando lo stato maggiore britannico, solitamente molto cauto in tema di novità, si arrese all’evidenza che revolver grandi e pesanti come il Webley Mk I, pur se efficaci negli scontri a breve distanza, erano ormai obsoleti. Fu deciso quindi di adottare revolver più leggeri e maneggevoli una cartuccia più compatta; fu scelto il .38 Smith & Wesson, un calibro già presente sul mercato da oltre 40 anni e ben collaudato. La cartuccia originale fu dotata di una palla in piombo nudo da 200 grani, relativamente pesante, e camerata nei revolver Webley Mk IV ed Enfield No. 2. Il caricamento Steinel è anche in questo caso molto fedele all’originale: il bossolo della Starline trattiene con una leggera crimpatura la palla in piombo nudo da 200 grani che in canne da 3” ¼ lascia la volata alla velocità di 198 metri al secondo, producendo un’energia di 255 joule.
Il 9 mm Largo: nato in Germania, vissuto in Spagna
Infine, nel catalogo Steinel dedicato alle cartucce obsolete per arma corta troviamo il 9 mm Largo, alias 9mm Bergmann-Bayard, una cartuccia risalente al 1901 molto in anticipo sui suoi tempi.
Camerata nella pistola Bergmann-Mars e sviluppata contemporaneamente ad essa, questa cartuccia era estremamente potente, spingendo la palla da 127 grani alla considerevole velocità di 356 metri al secondo, per un’energia di 521 joule.
Nel 1905 l’esercito spagnolo adottò ufficialmente la pistola Bergmann-Bayard, nel frattempo sottoposta a piccoli ritocchi e a un cambio di suffisso. Il calibro 9 Bergmann-Bayard iniziò a diffondersi velocemente tra le forze armate e di polizia e diversi fabbricanti di armi spagnoli come Star, Campo Giro, Astra e Llama iniziarono a produrre pistole semiautomatiche, ma anche carabine a ripetizione e pistole mitragliatrici in calibro 9 “Largo” che in spagnolo significa “lungo” per distinguerlo dal 9 Luger (9x19). La munizione 9 Largo è rimasta in servizio attivo nell’esercito spagnolo dal 1907 al 1981, anno in cui la Fabrica Nacional de Toledo produsse l’ultimo lotto di cartucce destinate ai militari. La versione prodotta da Steinel è assemblata su un bossolo della Starline con una palla ramata da 124 grani spinta a una velocità iniziale di 335 metri al secondo per un’energia di 453 joule.
Tutte le cartucce per pistola Steinel sono vendute in scatole da 50 colpi. Per il momento queste munizioni sono importate in Italia, ma non è detto che non lo siano in futuro. Magari qualche distributore in cerca di novità potrebbe farci un pensierino.
Nel frattempo, potete visitare i sito dell’azienda per saperne di più: www.steinelammo.com