Tra i calibri per armi leggere che sono stati proposti sul mercato nell’ultima decade il .300 AAC Blackout, alias 7,62x35, o ancora .300 BLK (tutte senza punto), è forse uno di quelli che ha avuto maggiore successo commerciale. Non ci interessa in questa sede fare nuovamente una disamina sulla sua genesi ed origine, sul fatto che derivi direttamente dal .300 Whisper od a chi vada effettivamente il merito di aver inventato questa munizione; lo scopo di questo articolo è di dare qualche suggerimento per la ricarica e di riportare alcune considerazioni sui pregi e le peculiarità del .300 BLK.
Il .300 AAC Blackout senza ombra di dubbio nasce come munizione di nicchia, pensata per impieghi specifici e che sfrutta caratteristiche particolari che la rendono più adatta di altre ad impieghi ben precisi. Non è mai stata pensata né per rimpiazzare altri calibri né per diventare munizione d’ordinanza.
Viene concepita come munizione in grado di mantenere caratteristiche balistiche anche su canne molto corte, cosa che altre munizioni non garantiscono, di mantenere un importante potere di arresto ed è in grado di far funzionare correttamente armi semiautomatiche ed automatiche anche nei caricamenti subsonici con e senza impiego di moderatori di suono o silenziatori ove sia permesso usarli. Caratteristica quest’ultima non certo molto diffusa. Requisiti di partenza erano anche la compatibilità con la piattaforma AR15/M4 per quanto riguarda alimentazione (caricatore) e funzionamento (stesso otturatore del 5.56/.223).
Stante questi ultimi requisiti, il bossolo di partenza non poteva che derivare dal 223, per mantenere la compatibilità con l’intero ciclo funzionale dell’arma; le palle usate nei caricamenti sono normali proiettili calibro .30 di cui sono disponibili una marea di pesi e tipologie oltre che usare le normali canne sempre con foratura per il calibro .30 occidentale, seppur con passi di rigatura più corti di quelle classiche. È stata quindi pensata per poter avere la maggiore compatibilità con quanto già presente sul mercato.
Il .300 BLK è una munizione estremamente versatile, che può essere caricata con pesi di palla che vanno dai 110 fino ai 220 grani, impiegando diverse tipologie di palla, coprendo così praticamente ogni possibile esigenza si presenti.
Va sottolineato anche come nel tempo numerose ditte abbiano studiato e commercializzato palle specificamente studiate per questo calibro cercando di sfruttarlo al meglio, tra queste degne di nota sono le Sierra 2121, delle HP flat base con profilo appositamente studiato che tuttora restano le più performanti come precisione, o le Hornady sub-X, una espansiva studiata per affungare e cedere la massima energia anche a regimi subsonici.
Riguardo la ricarica ed i tipi di palla e propellenti è importante sottolineare - cosa da tenere ben a mente con tutti calibri - come possa esserci notevole differenza se si impiega la munizione su un’arma semiautomatica rispetto ad una bolt action.
In questo articolo, parleremo essenzialmente della ricarica del .300 BLK nelle armi semiautomatiche, e quindi escluderemo a priori alcune polveri e tipi di palla che richiederebbero OAL non compatibili con i caricatori AR.
I componenti da usare per la ricarica del .300 BLK
Bossoli
Il bossolo è fondamentalmente un .223 accorciato e ricollettato. Il bossolo del .300 BLK si può tranquillamente ricavare da soli dal .223, operazione che era d’obbligo all’inizio vista la scarsa reperibilità dei bossoli (ricordiamo che sono al 100% compatibili i bossoli del .300 Whisper).
Col tempo, la sempre maggiore disponibilità di caricamenti commerciali e di bossoli da ricarica, e visto il numero di passaggi necessari - che includono operazioni di formatura con die full length, taglio, fresatura e sbavatura del colletto, oltre alla possibile tornitura dello stesso per portarne le pareti allo spessore giusto – la formatura è oggi un’operazione per appassionati. Nei bossoli che abbiamo provato a modificare non abbiamo riscontrato necessità di tornire i colletti con Lapua, Remington, PPU, Geco. Era invece necessario sui Sellier&Bellot, sui Fiocchi e sul surplus ma non è detto che col tempo vi possano essere differenze nelle partite di bossoli prodotti.
Nella ricarica per le armi semiautomatiche si consiglia sempre ed esclusivamente il resizing con dies full length, possibilmente small base (tipo gli RCBS serie AR scatola nera che sono appunto small base), abbiamo inoltre visto come una buona crimpatura sia quasi essenziale ad una corretta combustione del propellente, in questo caso abbiamo visto i risultati più apprezzabili con il die Factory Crimp. Abbiamo anche usato con buona soddisfazione un set di 2 dies full length Redding, tipo 80327.
Gli inneschi da usare sono i classici Small Rifle.
Dal punto di vista del proiettile, si usano palle calibro .30 con diametro .308 (7,82mm), quindi la disponibilità è immensa. Si va dai pesi più leggeri sull’ordine dei 100 grani per palle camiciate o anche di 85 grani per monolitiche di rame, salendo ai 123-124 delle palle che sono state sviluppate appositamente per i caricamenti supersonici del .300 BLK (esempio le sierra 2121) sino alle 147-150 del classico .308 , al di sopra dei 150 grani ci si sposta verso i caricamenti sub sonici, alcuni già con palle da 180 grani, per tanto non è detto che vi siano caricamenti ottimali sui semi auto con pesi intermedi, che richiedono meno polvere ma non garantiscono un funzionamento corretto - sia come subsoniche che come supersoniche sarebbero molto lente quindi prive di ogni senso. Anche considerando che la fascia di 175-190 grani per funzionare correttamente in sub sonico richiede propellenti che da noi sono molto difficili da trovare, sono forse le meno consigliate di tutte. Salendo sulla fascia dei 190-210 grani (ottimo il peso di 200-208) si hanno munizioni subsoniche molto affidabili anche con i propellenti classici europei. Salendo ancora sui 220 230 e anche 240 grani si sconfina un po’ verso il caricamento del .300 Whisper, che era pensato per i bolt action, in questo caso le palle hanno spesso lunghezze tali da non risultare compatibili con i caricatori o dei profili che per non toccare la rigatura richiedono un accorciamento dell’OAL che può risultar pericoloso. Giusto per la cronaca. Abbiamo avuto risultati accettabili ma non ottimali con le Sierra da 220 grani HPBT. Altre palle le abbiamo del tutto escluse.
Un discorso a parte va fatto per palle monolitiche che hanno pesi e lunghezze molto lontane da quelle con nucleo in piombo e camiciatura, benché ve ne siano diverse pensate per il .300 BLK,è bene scegliere con cura e seguire le indicazioni dei produttori.
Altra cosa ancora sono le palle in lega verniciate o ramate. Queste ultime, generalmente di pesi piuttosto elevati, che vanno da 180 a 210 grani, sono impiegabili con ottimi risultati per caricamenti subsonici a basso costo, molto adatti al tiro informale in poligono, e soprattutto sono compatibili con i piatti ed i bersagli metallici dei poligoni. Una palla in lega di questo tipo da 200 grani subsonica ha un’energia molto simile ai caricamenti di calibri da pistola, e ha una emissione sonora molto contenuta.
Le polveri più adatte alla ricarica del .300 Blackout
Il .300 BLK richiede propellenti normalmente utilizzati sui calibri magnum da pistola: si parla quindi di Hogdon 110, Vihtavuori n110, Winchester 296 , RS30 e polveri similari. Purtroppo, non sono distribuite da noi polveri americane appositamente studiate, o che risultano comunque particolarmente adatte a dei caricamenti subsonici con palle di peso intermedio.
Come sempre nella ricarica si raccomanda la massima attenzione e di seguire sempre le indicazioni presenti sui manuali ufficiali onde non correre rischi.
Nelle prove fatte i risultati migliori li abbiamo avuto con la n110 e la RS30, anche polveri Vectan han dato un’ottima prestazione per delle ricariche un pò più economiche.
La H110 e la W296 ci hanno dato parecchia polvere incombusta con le palle leggere, un po’ meno con palle pesanti che riempiendo più il bossolo e lasciando un boiling room minore davano modo di bruciare meglio. Sono tra quelle per le quali raccomandiamo maggiore attenzione, a chi riuscisse a trovarle.
Per avere un’idea indicativa sul tipo di carica che faccia ciclare bene un semiautomatico con questa munizione nelle cariche subsoniche con pesi da 200 -210 grani, con palle camiciate siamo in un range per le dosi di polvere attorno a 9-11 grani che scende a 8-10 per quelle in lega verniciate.
Per i caricamenti supersonici con palle da 124 grani camiciate si parla di dosi che stanno in un range di 15-16 grani di polvere.
Ribadiamo come tali indicazioni siano esclusivamente per inquadrare la tipologia di cartuccia e non le dosi esatte di ricarica, che sono comunque entro questi range. Per i dati precisi rimandiamo ai manuali Hornady, Sierra e Vihtavuori che sono disponibili online, i dati ufficiali della RS svizzera disponibili online anch’essi gratuitamente. Vi sono poi numerosi dati ufficiali sui siti di produttori americani di polveri munizioni e attrezzature da ricarica come Lyman Hogdon etc. In più, va considerato che esistono armi con canne e sistemi di funzionamento ai limiti estremi delle possibilità del calibro (come il SIG MCX “Rattler” con canna da 5.5”). Ad esempio, i sistemi di presa gas delle armi appartenenti alla piattaforma AR camerate in .300 Blackout; purtroppo non tutti i produttori hanno optato per le tipologie di presa gas che consentono il ciclo di funzionamento con tutte le cartucce. Alcuni prodotti - sia nazionali che esteri - montano canne con prese gas di lunghezza “Carbine” su canne da 12, 14 e 16 pollici, oppure “Pistol Standard” su canne da 7,5, 8 e 9 pollici. Purtroppo, questa combinazione non consente il funzionamento con cartucce subsoniche, indipendentemente da come siano caricate. Per garantire il funzionamento, si deve avere la corretta combinazione di prese gas “Pistol” e “Short Pistol”, in rapporto alla lunghezza di canna, in maniera da ottenere un affidabile e sicuro ciclo di funzionamento.
Si ringrazia DR-15 Custom per l’aiuto e il know-how offerto per la stesura di questo articolo.