Come dovreste sapere, negli ultimi anni l'UE ha intrapreso una crociata contro le munizioni al piombo, e un paio di settimane fa il Comitato REACH ha deciso la bozza di regolamento della Commissione che modifica l'allegato XVII del REACH vietando l'uso e il trasporto di munizioni al piombo all'interno o entro 100 metri dalle zone umide. Ciò significa che 7 milioni di cacciatori europei si trovano ora ad affrontare (molto) gravi problemi legali e che l'intero settore della caccia e del tiro ne risentirà - abbiamo affrontato qui la questione.”
Molti gruppi e associazioni stanno in realtà reagendo contro quella che definiscono "una violazione dei diritti fondamentali". Tra questi, la Federazione Europea per la Caccia e la Conservazione (FACE). Abbiamo chiesto al segretario generale di FACE, il dottor David Scallan, di spiegare la questione.
Perché c'è la necessità di eliminare gradualmente i pallini di piombo dalle zone umide?
"L'eliminazione graduale dell'uso dei pallini di piombo per la caccia nelle zone umide è un obiettivo ben giustificato e di lunga data, in linea con l'accordo africano-euroasiatico sugli uccelli acquatici migratori (AEWA). Impedisce alle anatre e alle oche di ingerire accidentalmente pallini di piombo durante la ricerca di graniglia (piccoli sassi) per aiutare a digerire il cibo. È importante sottolineare che 23 Stati membri dispongono di leggi praticabili e comprensibili. Gli Stati membri che ne sono privi sono l'Irlanda, la Romania, la Polonia, Malta e la Slovenia. Va notato, tuttavia, che a Malta ci sono pochissime zone umide e che la caccia alle anatre in Slovenia non è molto diffusa".
Quali sono i problemi principali?
In primo luogo, la definizione di zona umida: la Commissione propone di utilizzare la definizione completa di Ramsar di "zona umida", che comprende aree estese di terreno senza acqua visibile, come le torbiere. Questa definizione ambigua rappresenterà un problema per i cacciatori e i funzionari preposti all'applicazione della legge nel decidere quali sono le zone torbose (comprese molte zone di foresta asciutta) e dove tali torbiere si trovino. La definizione include anche le pozzanghere temporanee provocate dalle piogge, il che renderà impossibile ai cacciatori sapere se sono in violazione del regolamento o meno - soprattutto perché la definizione cambia con le condizioni meteorologiche. Sarebbe pratico, proporzionato e comprensibile per i cacciatori e gli agenti di polizia e vigilanza venatoria definire le zone umide come aree con acqua visibile con una dimensione minima di 3 metri.
In secondo luogo, il divieto di possesso: nella proposta sono incluse le zone cuscinetto, entro 100 metri dalle zone umide, all'interno delle quali è vietato l'uso e il trasporto di pallini di piombo. Pertanto, chiunque sia in possesso di pallini di piombo entro 100 metri a una pozza d’acqua sarà ritenuto colpevole di aver sparato in una zona umida. Considerando che la definizione di zona umida dipende da condizioni meteorologiche imprevedibili, ciò implica che i cacciatori potrebbero essere considerati colpevoli senza rendersi conto che stanno attraversando una zona umida mentre trasportano pallini di piombo. Si tratta chiaramente di una violazione del diritto internazionale ed europeo in materia di diritti umani, compresa la Convenzione sui diritti umani e la Carta dei diritti fondamentali dell'UE. La restrizione proposta in materia di possesso dovrebbe essere limitata ai cacciatori che sparano deliberatamente pallini di piombo da un fucile da caccia nelle o attorno alle zone umide.
Al terzo punto, le conseguenze sul tiro al piattello agonistico a livello internazionale: "Sarebbe praticamente impossibile per le competizioni internazionali di tiro al piattello olimpiche e non olimpiche in qualsiasi paese dell’Unione Europea. Già una sola spruzzata di di pioggia significherebbe che l'uso delle munizioni al piombo non è consentito, e si tratta di gare in cui si sparano esclusivamente pallini di piombo. Inoltre, si stima che oltre 600 poligoni di tiro abbiano una presenza permanente di acqua nelle loro vicinanze. Non è stata effettuata alcuna valutazione dell'impatto di questa legge sul tiro al piattello.
Infine, il periodo di transizione: senza alcuna logica socioeconomica, la Commissione ha proposto un periodo di transizione molto più breve (24 mesi) di quello proposto dall'Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) nel suo parere, che è stato di 36 mesi. È necessario un periodo di transizione adeguato, che dovrebbe essere di almeno 36 mesi dopo il parere dell'ECHA e di 60 mesi per i paesi che non hanno alcune restrizioni in vigore".
La legge è ancora in fase di sviluppo: a che punto siamo?
"La proposta della Commissione è ora al Parlamento europeo, che ha il potere di respingerla, perché va oltre le competenze di esecuzione conferite nell'atto legislativo di base e non rispetta il principio di proporzionalità. Se si avvia un processo di opposizione, la proposta con sarà discussa dalla commissione per l'ambiente e dal Parlamento europeo. È probabile che i membri del Parlamento europeo prenderanno la questione molto seriamente, a causa delle sue conseguenze indesiderate che causano una confusione totale e incertezza giuridica per molti cittadini dell'UE. Ci aspettiamo che molti eurodeputati chiedano che il dossier sia rinviato al Comitato REACH per ulteriori lavori. Ci sono soluzioni semplici per rendere questo lavoro fattibile, come spiegato in questo video: https://www.face.eu/2020/08/phasing-out-lead-gunshot-over-wetlands-why-the-ec-proposal-is-unworkable/ "
ESSF: "Una proposta "che va ben oltre le competenze dell'UE"
Le stesse opinioni sono condivise da altre organizzazioni e associazioni, come l'European Shooting Sports Forum (ESSF), una piattaforma informale in cui i rappresentanti degli organismi internazionali attivi a livello europeo nei settori del tiro sportivo, della caccia, del collezionismo di armi da fuoco, del commercio e dell'industria mantengono un dialogo aperto per discutere questioni di interesse comune, in particolare gli aspetti ambientali, giuridici, politici e socioeconomici di tali attività.
"Pochi sono contrari alla graduale eliminazione dei pallini di piombo per la caccia nelle zone umide, ma l'attuale proposta crea troppi problemi irrisolvibili, viola i diritti umani fondamentali e non funziona nella pratica", sostiene Marta Gomez dell’ EFFS.
"Questa è la prima volta che l'UE regolerà direttamente i 10 milioni di cacciatori e tiratori sportivi europei con una legge che viola i principi della certezza del diritto, della presunzione di innocenza e della proporzionalità". La proposta va ben oltre le competenze dell'UE. Se adottata, creerebbe gravi problemi legati alla conformità normativa e all'applicazione della legge a livello nazionale", aggiunge.
"Riteniamo che i deputati al Parlamento europeo abbiano una decisione semplice: Rifiutare la proposta e rimetterla al Comitato REACH", conclude Gomez.