È stato osservato che durante la corsa all’acquisto di armi e munizioni che ha preceduto il lockdown negli USA, l’unica munizione rimasta sugli scaffali delle armerie è stata la .40 Smith & Wesson. E questo nonostante nella prima metà del 2020 la vendita di munizioni negli Stati Uniti sia aumentata del 92.4%. Il destino del calibro.40 Smith & Wesson ricorda un po’ quello delle pennette lisce, unico formato di pasta a restare sugli scaffali dei supermercati mentre gli italiani accaparravano provviste all'inizio dell'emergenza Covid 19.
Una munizione nata da una sparatoria
Il .40 Smith & Wesson è una creatura tipicamente americana e fu voluta dell’FBI in seguito alla famosa “sparatoria di Miami” avvenuta nel 1986, dove una coppia di malviventi uccise due agenti di polizia e ne ferì gravemente cinque, nonostante i criminali fossero stati raggiunti da molti colpi di arma da fuoco. I federali attribuirono questa catastrofe alla scarsa potenza delle munizioni calibro 9x19 sparate dalle pistole in dotazione agli agenti di polizia e iniziarono a guardarsi intorno per trovare un calibro con un potere d’arresto maggiore. Inizialmente l’FBI decise di adottare la cartuccia 10 mm Auto, concepita nel 1983 da Jeff Cooper per la sua pistola Bren Ten e sviluppata commercialmente dalla svedese Norma, ma presto questa munizione si rivelò eccessivamente potente e stressante, sia per l’arma sia per il tiratore. L’FBI incaricò quindi Federal di sviluppare una versione alleggerita del 10mm Auto, che risultò meno punitiva ma non completamente affidabile. Nel frattempo, Robert Klunk, un ingegnere del reparto ricerca e sviluppo della Winchester Olin, al tempo impegnata in una collaborazione con la Smith & Wesson sperimentò che accorciando il bossolo del 10mm Auto dai 25,2 mm iniziali alla quota di 22 mm era possibile mantenere le prestazioni della cartuccia con un ingombro relativamente ridotto. A differenza del 10mm la nuova cartuccia utilizzava un innesco small pistol anziché large. Questa nuova cartuccia sarebbe passata alla storia come .40 Smith & Wesson.
Video: Il calibro .40 Smith & Wesson
Un esordio promettente, una vita difficile
Il calibro .40 Smith & Wesson e la prima pistola destinata a spararlo, la S&W 4006, furono presentati al pubblico allo SHOT Show nel gennaio del 1990. Nella sua versione originale la cartuccia, prodotta dalla Winchester Olin, montava una palla da JHP da 180 grani spinta a 950 fps, ovvero 290 metri al secondo. Il grande interesse suscitato dal nuovo calibro, grazie all’endorsement più o meno volontario dell’FBI, si trasformò in breve in un grande successo commerciale. Glock mise sul mercato due modelli camerati in .40 Smith & Wesson, il 22 e il 23 che nel 1997 furono ufficialmente adottati dall’agenzia federale americana. In breve, tutti i produttori di pistole ingolositi dal mercato praticamente sconfinato delle forze di polizia, si affrettarono ad aggiungere al loro catalogo delle versioni in calibro .40 Smith & Wesson. Per un breve periodo di tempo lo stesso esercito statunitense, in vista del concorso per l’adozione di una nuova pistola in sostituzione della Beretta M9, prese in esame la possibilità di adottare una pistola in .40 Smith & Wesson.
Ma nel 2014 ecco la notizia che nessuno - forse - si aspettava: l’FBI annunciò che sarebbe ritornata ad utilizzare pistole in calibro 9mm e che avrebbe organizzato una gara per la loro fornitura. Nel 2016 l’appalto fu vinto dalla Glock, con i suoi modelli 17 e 19 in calibro 9 Parabellum ai quali sono stati affiancati anche i modelli sub compatti 26 (con caricatore bifilare) e 43 (con caricatore monofilare).
Come sempre è una questione di budget
Ma perché questo ritorno alle origini? Di ragioni ce ne sono tante, vediamo di elencare le principali.
Innanzitutto, il costo delle munizioni; nemmeno l’FBI ha un budget inesauribile, così come quello di tutti i corpi di polizia locali che hanno adottato il .40 S&W per accodarsi alla decisione del Bureau. Non solo le munizioni in calibro .40 S&W sono più costose rispetto a quelle in calibro 9 mm, ma a causa del rinculo e del rilevamento più avvertibili, addestrare un agente a sparare con questo calibro richiede più tempo per e un maggior numero di munizioni.
E questo è il secondo problema del .40 Smith & Wesson: rispetto al 9mm è decisamente più impegnativo e stressante da gestire, senza offrire in cambio un uguale incremento delle prestazioni. Quando parliamo di prestazioni immaginiamo che i vari corpi di polizia statunitensi possono servirsi di munizioni espansive studiate espressamente per il tiro difensivo. Negli ultimi decenni le prestazioni dei proiettili specifici per difesa sono aumentate in modo esponnziale, per cui oggi una palla espansiva in calibro 9mm è notevolmente più invalidante rispetto a quelle presenti sul mercato trent’anni fa.
L’FBI ha poi condotto test facendo eseguire degli esercizi di tiro ad alcuni agenti operativi, sia con la pistola in calibro 9 Parabellum sia con quella in calibro .40 Smith & Wesson e il risultato, abbastanza scontato, è stato che la maggior parte dei tiratori hanno sparato più velocemente e con maggiore precisione con il calibro 9.
Parliamo ora di capienza del caricatore: a parità di dimensioni, una Glock 17 in calibro 9 Luger ha una capacità del caricatore di 17 colpi contro i 15 della modello 22 in .40 Smith & Wesson. Può sembrare una differenza trascurabile, ma considerando che secondo le statistiche dell’FBI, dal 70% all’80% dei colpi sparati dagli agenti durante un conflitto a fuoco mancano il bersaglio, anche solo due colpi in più possono fare la differenza. Inoltre, se alla più alta scorta di colpi si aggiunge la maggiore probabilità di colpire il bersaglio e il minor tempo necessario a farlo, l’ago della bilancia si inclina decisamente verso il 9.
E ancora, molte delle pistole in calibro .40 Smith & Wesson derivano da modelli in calibro 9x19; questo comporta un rischio di usura precoce e di rotture conseguenti alle sollecitazioni dello sparo. Quindi si avrà una maggiore necessità di cicli di manutenzione, il che significa altri soldi da spendere.
Essenzialmente quindi il .40 Smith & Wesson è stato abbandonato dall’FBI e anche da numerose altre agenzie di sicurezza per una questione di costi, ma sul mercato civile come lo si deve valutare?
La valutazione di un istruttore di tiro operativo
Abbiamo chiesto all’istruttore ed esperto di tiro operativo Biagio De Santis di darci un parere sul .40 Smith & Wesson dal punto di vista difensivo. “Il .40 S&W nasce dalla richiesta dell’FBI per avere una munizione più prestazionale con i vantaggi della potenza del .45 ACP ma con un volume di fuoco maggiore e una controllabilità allo sparo migliore anche da parte di personale non particolarmente addestrato né particolarmente allenato. Al contrario di altre munizioni intermedie, ma di maggior potenza, come il 10 Auto e il .41 Magnum divenne presto un vero best seller tra le cartucce da difesa e per uso di polizia. Sebbene desse il meglio di sé con munizioni ad espansione controllata, anche con munizionamento blindato spesso gli viene riconosciuta una balistica terminale superiore sia al 9x19 che al .45 ACP. Ma gli anni passano e le sempre più deboli tecniche di impugnatura trasmigrate dagli sport del tiro d’azione al tiro di polizia e difesa hanno reso questa munizione poco controllabile e meno precisa per i meno esperti che però sono la maggioranza degli utenti, del resto il .40 S&W è di serie una cartuccia a carica +P. I nuovi proiettili ad espansione controllata con maggior capacità lesive nel più controllabile ed economico calibro 9x19 Parabellum/Luger, hanno portato sia cittadini che molte polizie, FBI in testa all’abbandono del 10x22 alias 40 S&W.
Il .40 Smith & Wesson sul mercato civile
Il .40 Smith & Wesson di per sé è un’eccellente cartuccia, dalla buona precisione intrinseca e molto versatile, grazie alla disponibilità di caricamenti commerciali con palle dal peso compreso tra i 155 e i 200 grani. Per chi ricarica da sé le proprie munizioni il discorso è ancora più ampio, anche se il costo dei componenti è superiore rispetto al 9 Luger o al 9x21. Certo, il fatto che in Italia non sia ammesso l’uso di palle espansive per la difesa personale, riduce notevolmente uno dei pregi di questa cartuccia, ovvero lo spiccato potere di arresto.
Dal punto di vista sportivo, la cartuccia .40 Smith & Wesson ha riscosso un certo successo nel tiro dinamico in cui può competere nella categoria con fattore di potenza “Major”, che consente ai tiratori di ricevere un punteggio più alto per i colpi periferici sui bersagli. Il fattore di potenza è calcolato moltiplicando il peso della palla in grani per la velocità in piedi al secondo e dividendo il risultato per 1000. Abbiamo chiesto al nostro collega Tino Schmidt, campione di tiro dinamico tedesco e redattore della rivista “Caliber” di dirci il suo parere sul calibro .40 Smith & Wesson in base alla sua esperienza di tiratore: La .40 Smith & Wesson è una cartuccia adatta al tiro IPSC nelle divisioni Standard e Classic. È il calibro più piccolo (.400") con il quale si può raggiungere il fattore Major che può darvi un punto più alto per il piazzamento del colpo. Prima che il calibro .40 diventasse popolare, i tiratori devono usare la .45 ACP per raggiungere il fattore Major. A parità di dimensioni del caricatore il .40 S&W offre una capienza di 1 o 2 cartucce in più rispetto al .45 ACP. Questo porta alcuni vantaggi in IPSC in quanto permette di sparare più colpi prima di dover cambiare il caricatore. Questo è il motivo per cui molti tiratori IPSC usano questa munizione, specialmente nella divisione Standard, anche se non è proprio piacevole da sparare, specialmente se si usano cartucce a fattore Major con palle che pesano più di 180 grani.
Un futuro fra luci e ombre
A differenza di altre cartucce intermedie nate verso la fine del secolo scorso, come il .41 Magnum, il .356 TSW, .357 SIG e il 9x22 Fiocchi Major, rimaste prodotti di nicchia e a volte sparite dal mercato in breve tempo, il calibro .40 Smith & Wesson ha conosciuto un successo immediato e duraturo, che tuttavia ha iniziato ad appannarsi più che altro per ragioni economiche e pratiche.
Se nel mondo delle armi da difesa civili e per le forze dell’ordine il .40 Smith & Wesson oggi ha sicuramente perso molto del suo peso, nel settore del tiro dinamico sembra che la sua carriera sia ancora in grado di riservagli delle soddisfazioni.
Ironicamente, il calibro 10mm Auto è ancora oggi in servizio nella squadra di recupero ostaggi dell’FBI, camerata in una versione speciale della pistola mitragliatrice Heckler & Koch MP5 mentre il .40 Smith & Wesson è stato mandato in pensione a soli trent’anni dalla sua nascita. Ma chissà, il mondo delle armi è fatto di cicli e a volte di inversioni di tendenza. Trent'anni fa le pistole con percussore lanciato erano considerate sorpassate, e quelle con il fusto in plastica erano ancora viste come una stranezza che sarebbe durata poco, eppure oggi sono la regola sia nel mondo della forze dell'ordine sia tra i civili. Tutto va avanti, ma a volte qualcosa torna indietro.