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Il calibro 9x19mm, noto anche come 9mm "Parabellum", 9 "Luger" o 9 NATO, è di gran lunga la munizione più popolare per impieghi civili e professionali in tutto il mondo. Certo, in Italia resta proibito, ma solo per le armi corte che non siano state "sdoganate" in tale calibro ai tempi del Catalogo Nazionale.
Dal 2011, infatti, il 9 "Para" è legale anche nel nostro Paese per le carabine. Alcuni poligoni di tiro all'aperto e al chiuso, inoltre, hanno iniziato a venderle ai tiratori anche per l'uso sulle pistole calibro 9x21mm IMI, purché esse vengano usate all'interno delle strutture. Vige dunque il divieto di portarle a casa − come per tutte le munizioni acquistate all'interno dei poligoni.
Un cambiamento lento, un processo che speriamo porti alla legalizzazione del 9x19mm anche quì da noi il prima possibile... finché conviene, oseremmo dire!
Il pièce de résistance dell'industria globale delle munizioni, infatti, sta attraversando una fase di mercato che potremmo definire "turbolenta". La domanda non è calata, ma l'offerta sì, non tanto a causa dell'instabilità del valore delle leghe usate nella realizzazione delle munizioni − in particolar modo piombo, rame e ottone − quanto dell'elevatissima richiesta del mercato interno USA.
Mercato che sta assorbendo il grosso della produzione globale destinata alle vendite commerciali in coda all'ondata di "panico" che l'ha travolto ormai quasi due anni fa, dopo la sparatoria della scuola elementare Sandy Hook, e che non accenna a diminuire: nel timore del passaggio di leggi restrittive sull'acquisto e il possesso di armi e munizioni, in America si fa incetta.
A ciò, molti importanti produttori internazionali hanno risposto aumentando i volumi di produzione e lanciando nuove linee di munizionamento in tale calibro, con l'ambizioso obiettivo di rendere caricamenti di fabbrica ad alte prestazioni tanto comuni e a buon mercato da rendere addirittura poco conveniente la ricarica − ad oggi molto diffusa soprattutto tra i tiratori competitivi, sia per una questione di costi (risulta più economico prodursi "da soli" i volumi enormi di munizioni che i tiratori sportivi d'alto livello impiegano) che di preferenze, in quanto la ricarica consente a ciascuno sportivo di realizzare caricamenti Custom in base alle proprie necessità e alle specificità della disciplina in cui compete.
9mm di fabbrica a confronto
I caricamenti MagTech JHP da 115 grani e i più recenti Hornady Steel Match con palla HAP ("Hornady Action Pistol") da 125 grani sono oggi considerati i migliori nel loro campo sia per rapporto qualità/prezzo che per le prestazioni che esprimono, in fatto di ampiezze di rosata e precisioni, con quasi ogni tipo di arma corta.
Se c'è un problema riscontrabile in questi specifici caricamenti, esso è relativo alla disponibilità sul mercato internazionale, che risulta altalenante proprio a causa della citata elevatissima domanda USA.
È proprio per questo motivo che il gruppo tedesco RUAG Ammotec intravede un'importante nicchia di mercato in cui può ben collocarsi il suo nuovo prodotto, il caricamento GECO Hexagon.
Né per il marchio GECO, né per le aziende concorrenti, tuttavia, il compito di sviluppare un caricamento adeguato a conquistare "i cuori e le menti" dei più esigenti tiratori sportivi è mai stato facile, né mai lo sarà... per motivi squisitamente tecnici.
Le munizioni cal.9x19mm da utilizzarsi per il tiro sportivo di alto livello devono potersi adattare − pur continuando ad offrire i risultati sperati − ad una vasta gamma di armi le cui specifiche variano ampiamente a seconda del fatto che siano prodotti di serie o Custom, statunitensi o europei.
A titolo di mero esempio: le canne delle pistole da tiro sportivo cal.9mm "Parabellum" possono presentare un diametro reale che varia dai .355"/9.02mm riscontrato su creazioni tipicamente USA quali le Kart o le Nowlin ai .357"/9.07mm della SIG P210.
Altrettanto variegata è la situazione del passo di rigatura: le pistole cal.9mm prodotte negli USA presentano quasi sempre un passo di 1-16"/406mm, mentre in Europa predomina il passo da 1-10"/250mm.
Ciò di fatto costringe i produttori di munizioni a continui test e controlli incrociati in fase di sviluppo, nel tentativo di raggiungere una sorta di "compromesso ideale".
La radice del nome "Hexagon" è palese ai più, e la scelta di tale denominazione per le nuove munizioni GECO non è incidentale: essa fa in effetti riferimento ai sei intagli che si diramano verso il basso, a partire dalla punta cava da 124 grani.
Dieci misurazioni indipendenti al micrometro su una palla GECO Hexagon hanno consentito di calcolare un diametro reale tra i 9.011 e i 9.014 millimetri, più o meno .355" in termini di diametro di canna.
Le munizioni Hexagon sono prive di metalli pesanti, e l'impiego degli inneschi puliti SINTOX consente anche di ridurre le emissioni di piombo nell'aria circostante all'atto dello sparo.
A supervisionare il settore dei caricamenti per armi corte del marchio GECO c'è nientepopodimeno che Ralf Vanicek, campione pluripremiato nel tiro PPC/1500, che dunque ben comprende le necessità dei tiratori sportivi in fatto di munizioni di precisione. Prima che i primi lotti di GECO Hexagon venissero fatti provare ai giornalisti convenuti all'edizione di quest'anno dell'IWA Shooting Day − il giorno prima dell'apertura ufficiale della fiera di Norimberga, lo scorso mese di marzo − Vanicek ha dunque voluto testare la nuova munizione personalmente.
Polveri, armi, e passi di rigatura
Assieme alle prime munizioni GECO Hexagon pronte di fabbrica, abbiamo ricevuto anche un certo numero di palle Hexagon con cui realizzare caricamenti personalizzati per la nostra prova.
In fatto di polveri, la scelta è caduta sulla veloce Hodgdon Titegroup, sulla più "calma" Vithavuori N330 e sulla più lenta Hodgdon Longshot.
La ricarica è stata effettuata con la maggiore precisione possibile, in modo da mantenere la lunghezza totale delle nostre Hexagon "fatte in casa" quanto più possibile in linea con quella dei proiettili di fabbrica.
La scelta delle armi per la prova è stata invece accuratamente calcolata in base alla necessità di testare le GECO Hexagon su piattaforme con diverse lunghezze di canna, diversi diametri e diversi passi di rigatura − tutte variabili che nel tiro competitivo hanno un peso non indifferente.
La SIG P210-2 presenta una canna da 12 centimetri con un passo di rigatura di 1-10"/250mm ed un diametro di canna piuttosto ampio: .357"/9.07mm.
La 2011 "Hi-Cap Marauder", presentata in anteprima dall'americana STI proprio allo SHOT Show di quest'anno, presenta invece una canna da 127mm (5 pollici) con diametro di .356"/9.04mm e passo di rigatura di 1-16"/406mm.
Lo stesso diametro di canna e lo stesso passo di rigatura sono presenti sulla STI 1911 "Targetmaster", che però presenta una canna da 152mm (6 pollici).
Infine, le SIG P210 "Super Target" e P220 "X-Six" presentano la stessa lunghezza e diametro di canna di cui sopra, ma le loro origini spiccatamente europee con il loro passo di rigatura di 1-10"/250mm.
Il momento della verità
Il test è stato portato avanti in un poligono al chiuso in Germania, realizzando trenta rosate individuali da dieci colpi ciascuna, con bersaglio posto a 25 metri ed arma in morsa.
Sparate dalla STI 1911 "Hi-Cap Marauder", le GECO Hexagon JHP TC da 124 grani hanno realizzato una rosata da 34mm d'ampiezza; a confronto le MagTech JHP da 115 grani, con la stessa arma, hanno ottenuto rosate d'ampiezza variabile dai 31 ai 47.4mm.
Dato che l'ampiezza media delle rosate ottenute con le cinque armi usate per la prova si situa sui 43.8mm, possiamo concludere che le GECO Hexagon abbiano battuto nettamente le munizioni di produzione brasiliana.
La migliore rosata ottenuta con le Hornady Steel Match si è attestata sui 29mm di ampiezza, ed è stata realizzata con la SIG P210 "Super Target; non ci stupisce che ci sia tanta differenza rispetto alla media − nel test con tutt'e cinque le armi, la media dell'ampiezza di rosata con le Hornady si situava sui 40.4mm − dato che la munizione americana è parsa "andare d'accordo" con tutte le armi ad eccezione della STI 1911 "Targetmaster".
Ad eccezione di un singolo colpo caricato con polvere Vihtavuori N330 e sparato con la SIG P210-2, le nostre munizioni ricaricate con palle Hexagon hanno espresso prestazioni in linea con quelle delle loro "sorelle" di fabbrica; un indizio di come gli ingegneri RUAG si siano applicati nella scelta dei propellenti in virtù delle qualità dei proiettili.
Pur essendo state ricaricate per esprimere più o meno gli stessi valori delle munizioni di fabbrica in fatto di velocità, le nostre "artigianali" sono risultate leggermente più lente, dai 10 ai 25 metri/secondo sotto i valori indicati dall'azienda.
Chi voglia ricaricare le proprie munizioni con palle Hexagon per ottenere le stesse prestazioni delle munizioni di fabbrica dovrà dunque prendere in considerazione di aumentare la quantità di propellente usata di circa 0.2 grani − quantità che comunque mantiene i livelli di pressione entro limiti accettabili. Tra le varie polveri utilizzate, le potenzialità migliori pare averle espresse la Hornady Longshot.
In questo periodo di crisi economica, tuttavia, c'è un fattore che − per le palle da ricarica come per le munizioni di fabbrica − non va certamente tralasciato: il prezzo.
Proprio in questo le GECO Hexagon risultano vincenti, con un prezzo consigliato al pubblico per una scatola da 50 colpi che sul mercato europeo è di circa il 15-20% in meno della confezione analoga di 50 colpi di MagTech da 115 grani ed addirittura di circa il 30% in meno rispetto a quanto richiesto per una scatola da cinquanta colpi Hornady Steel Match.
Bisogna tener conto del fatto che nei diversi paesi Europei, il prezzo può variare a causa delle politiche dei distributori nazionali, dei rivenditori al dettaglio, e del peso delle imposte.
Alla fine del 2014 è previsto il lancio delle palle GECO Hexagon da ricarica da noi provate sul mercato commerciale internazionale: per esse non è stato ancora annunciato un prezzo indicativo al pubblico, ma di sicuro saranno queste le più interessanti per il mercato italiano, dato che i tiratori di casa nostra potranno usarle per ricaricare le 9x21mm-IMI qualora la GECO non decidesse di distribuire le Hexagon in caricamenti di fabbrica per il 9mm italico.
Conclusioni
Il battesimo del fuoco delle GECO Hexagon ci ha lasciati soddisfatti; questo nuovo caricamento ha la potenzialità di sfondare in un mercato molto affollato come quello delle munizioni cal.9x19mm, in particolar modo date le prestazioni, di gran lunga superiori alle MagTech e di poco inferiori rispetto a quelle delle Hornady Steel Match, le cui eccellenti palle HAP sono tuttavia sinonimo di un importante sovrapprezzo.
Per ultimo, ma non ultimo, le nuove GECO Hexagon si distinguono dai citati caricamenti Hornady e MagTech per la mancanza totale di metalli pesanti.
Il gruppo RUAG Ammotec ha iniziato ad inviare i primi lotti di GECO Hexagon ad alcuni rivenditori specializzati in Europa agli inizi di maggio.
Attualmente non sappiamo ancora quanto dovremo ancora aspettare in Italia prima di vederle arrivare da noi. L'importazione nell'unico calibro sinora disponibile − il 9x19mm "Parabellum" − sarebbe alquanto riduttiva, dato che in Italia le si potrebbe usare soltanto su armi lunghe, o in subordine anche su armi corte ma solo entro i poligoni di tiro e col divieto assoluto di detenzione a casa.
Finché l'azienda tedesca non distribuirà le Hexagon anche in 9x21mm IMI − o finché il calibro 9 "Parabellum" non sarà liberalizzato anche da noi − i tiratori di pistola italiani non potranno usufruire delle nuove munizioni GECO, a meno di non ricaricarle con le palle che saranno distribuite a partire dall'ultimo trimestre dell'anno.