Le armi ad aria compressa sono prodotte in vari calibri. Si parte dal 4,5 mm fino ad arrivare al 9 mm della Benjamin Rogue e Bulldog, passando per l’ultima nata di casa Daystate, la carabina PCP Wolverine che viene prodotta in calibro 7,7 mm.
Tra il 4,5 e il 7,7 della Wolverine si collocano i calibri 5,5 e 6,35. Il 4,5 mm è il più diffuso ed è quello in cui si ha la maggiore scelta in fatto di pesi e forme; per un pallino (detto anche pellet) qualunque sia il suo disegno, il fattore peso rappresenta un elemento cruciale in quanto sulle carabine ad aria compressa, anche una minima variazione in questo senso, produce delle differenze sostanziali tra un piombino e l’altro in termini di balistica esterna e terminale.
Il peso di un pellet calibro 4,5 varia da 0,30 grammi di un Gamo Platinum fino a 0,87 dei JSB Monster; nel calibro 5,5 partiamo da 0,58 grammi dei Prometheus, fino a 1,96 dei Piledriver; In 6,35 si parte da 1,18 grammi dei BSA Pylarm per arrivare ai Beeman Kodiak che sfiorano i 2 grammi, nel recente calibro 7,62 (.30”) abbiamo un pellet della JSB che pesa 2,89 grammi.
Concludiamo la rassegna con i pellet, realizzati dalla Nosler, per la Benjamin Rogue e Bulldog che partono da 5,93 grammi ed arrivano a 11,34.
Per capire quale pallino possa essere maggiormente preciso, si deve procedere alla classica “prova di rosata” che consiste nel tirare 3 o 5 pallini per bersaglio, per poi osservare quale sia la rosa più stretta; ovviamente, per meglio capire il comportamento del pellet in esame, la prova potrà essere svolta su diverse distanze.
I diabolo sono generalmente disegnati con la forma di due coni contrapposti, uno, quello inferiore, è quasi sempre cavo (questa parte viene chiamata “gonna” ed è quella che accoglie la spinta dell’aria al momento dello sparo), la parte restante ha assunto negli anni, e per la maggior parte dei calibri, escludendo i due maggiori, le forme più disparate. Questo tipo di pallino prende il nome dall'antico gioco del diabolo, che consisteva appunto in un pezzo di legno a forma di clessidra che veniva fatto saltare e roteare su uno spago teso tra due bacchette tenute tra le mani.
Oggi possiamo trovare diabolo a punta cava, arrotondata, piatta, pointed (a punta) e molte altre ancora; la cosa importante è che in realtà le forme che consentono un comportamento balistico buono, sono molto poche. In genere risultati significativi si ottengono con pallini a testa piatta fino ad una distanza massima di 15 metri, e con pallini a testa tonda per distanze superiori.
È bene tenere a mente che, se si vogliono effettuare tiri precisi, è necessario che la velocità d’uscita dei pallini non si avvicini al regime trans-sonico, cioè deve rimanere al di sotto dei 290 metri al secondo; oltre questo limite, qualsiasi sia la forma del diabolo si va incontro a fenomeni di destabilizzazione che inducono il piombino a colpire il bersaglio in maniera assolutamente casuale.
Ogni arma ha la sua anima rigata, cioè la sua canna, essa è come un’impronta digitale, quindi non è detto che un pallino che va bene su una debba andar bene anche su un’altra, pur della stessa marca e modello. Per facilitare la ricerca, le case produttrici di pallini più blasonate, indicano un numero di trafilatura, in genere con un’etichetta sul fondo delle scatole, possiamo avere pellet calibro 4,49; 4,50; 4,51; 4,52, ed anche 4,54. Tali indicazioni valgono anche per calibri maggiori. Cosa comporta questa ulteriore possibilità?
Semplice: siamo nelle condizioni di poter esprimere al meglio la precisione della nostra arma; possiamo provare quale sia la trafilatura che meglio calza la nostra canna, e che stringerà di conseguenza la rosata. Se seguendo questo iter non si ottengono dei risultati accettabili, si deve porre l’attenzione su altre due variabili: la pulizia della canna in primis, ed in secondo luogo la costanza velocitaria dell’arma.
Prima di iniziare le prove, la canna deve essere pulita ed in buone condizioni; se abbiamo soddisfatto questo requisito, ma continuiamo a non ottenere risultati significativi, diventa necessario dotarsi di un cronografo per la misurazione della velocità di uscita dei pallini.
Teniamo presente che un arma, per essere precisa, deve rimanere all’interno di un certo delta velocitario; lo scarto medio, su dieci tiri, per un’arma ac in buone condizioni, non deve essere superiore ai 4 o 5 metri al secondo esclusi i risultati estremi (tiro più veloce e tiro più lento). Se anche questa ulteriore prova rivela dei problemi, è necessario pensare ad un intervento di manutenzione straordinaria. In queste condizioni è evidente che anche il pellet di qualità più alta non può rendere, da solo, l’arma precisa.