Dopo il placet del Banco di Prova hanno incominciato ad arrivare in Italia le prime armi calibro 5,45x39, la “nuova” ordinanza del blocco orientale adottata a partire dal 1974, ma il problema, fino ad ora, era la reperibilità delle munizioni.
Tutte le cartucce militari ordinarie utilizzano al loro interno un nucleo di ferro dolce, dolce ma sufficiente a farle ricadere nella categoria proibita delle “perforanti”, per cui niente economiche surplus.
Per fortuna la russa Barnaul ha provveduto a commercializzare caricamenti civili in 5,45x39 che utilizzano una normale palla incamiciata con nucleo in piombo, pesante 59,4 grani, che dovrebbe essere spinta sui 2820 piedi al secondo, ossia 860 metri al secondo.
La confezione delle cartucce è di 30 colpi che più o meno occupano lo spazio di venti delle vecchie 7,62x39, dato che anche il bossolo della piccola 5,45 è molto più sottile.
Non ci siamo lasciati sfuggire l’occasione di provare le nuove cartucce utilizzando un AK74 bulgaro nuovo di zecca.
L’arma è leggera e maneggevole e per di più dotata del vistoso freno di bocca che equipaggia gli AK 74 militari, per cui il rinculo è praticamente inesistente: facilissimo effettuare una rapida doppietta colpendo il bersaglio, a patto di premere il grilletto senza troppa forza.
La classificazione pone il limite a cinque colpi del caricatore e le munizioni finiscono quando si comincia prenderci gusto: speriamo in nuove norme più favorevoli…
Attualmente tutte le carabine in questo calibro commercializzate nel nostro Paese sono considerate comuni e non da caccia, dato che il diametro è inferiore ai 5,7 millimetri ed il bossolo è più corto dei fatidici quaranta: più chiaro di così!
Cosa prevedere per questo calibro appena arrivato nel nostro Paese? Riuscirà ad avere la fortuna arrisa al 7,62x39 ed al 5,56x45Nato?