Non si può dire che il curriculum di Theresa Marie Vail non sia di tutto rispetto: Miss Kansas in carica, piazzatasi tra le prime dieci classificate all'ultima edizione di Miss America col titolo di "America's Choice", attualmente studia chimica all'Università del Kansas, presso la quale sta anche apprendendo la lingua cinese. Theresa Vail è inoltre in servizio presso la Guardia Nazionale del Kansas, nella divisione medica.
Theresa Vail è tuttavia molto più che un soldato ed una reginetta di bellezza: è una 23enne che brilla per simpatia e soprattutto per intelligenza e perspicacia, e pratica assiduamente la caccia, il tiro con l'arco e le discipline di tiro con le armi da fuoco − sport di cui si è fatta portabandiera tra le donne d'America, tanto da meritarsi, in occasione della sessione plenaria del World Forum on Shooting Activities del 2014 tenutasi a Norimberga a margine dell'expo IWA, il premio "Vito Genco" come ambasciatrice globale delle discipline di tiro.
In tale occasione, noi di ALL4SHOOTERS.COM abbiamo avuto il piacere e l'onore di scambiare quattro chiacchiere con lei e di farci un'idea sulle sue (chiarissime) opinioni riguardanti il diritto alle armi.
"Sono stata iniziata a queste discipline da piccola, ma nel crescere ho potuto rendermi conto di quanta sicurezza ed indipendenza esse mi avessero dato."
Questa breve frase riassume da sola la filosofia di Theresa Vail, che ha comunque approfondito con noi la situazione del rapporto tra donne ed armi negli Stati Uniti: un rapporto di amore ed odio, che contrappone quelle donne che s'impratichiscono nel maneggio e nell'uso delle armi per la caccia e per la difesa personale o delle loro famiglie a quelle che invece, non possedendone, vengono facilmente influenzate e manipolate dlala propaganda anti-armi che vorrebbe far passare questi meri strumenti − tutti, o almeno tutti quelli che non siano appannaggio esclusivo di chi indossa una divisa − quasi come incarnazioni del male da rimuovere a tutti i costi.
"Sono le persone ad essere malvagie: le armi sono indifferenti."
Un plurilaureato non avrebbe potuto esprimere meglio il concetto, che poi è lo stesso che tutti noi, appassionati e collezionisti in Italia come all'estero, cerchiamo di far entrare in testa a persone in posizioni più o meno decisionali, tutte apparentemente accomunate da una condizione di cecità e sordità selettiva sull'argomento, quando non proprio di manifesta ostilità.
Eppure, se una donna giovane come Theresa Vail − decisamente una ragazza normale, nonostante il suo Background − ha potuto avvicinarcisi e diventarne maestra, senza mai farsi del male e senza far del male a nessuno, non c'è motivo per cui anche nel nostro Paese e in generale in Europa il punto di vista femminile riguardo alla questione "armi" non possa (o debba) cambiare. In particolare in un paese come l'Italia − dove il "femminicidio" è diventato la nuova emergenza nazionale secondo i Mass Media, e dove fior di associazioni e personalità si mobilitano in difesa delle donne − pare fuori dal mondo che quelle stesse donne vittime di atti di violenza e Stalking possano affermare il loro diritto a difendersi, quasi che la loro condizione debba essere sempre e comunque vista sotto un'ottica paternalistica che, nel volerle "tutelare", le mantenga comunque in una posizione d'inferiorità.
Thank you, miss Vail. La sua opera è coraggiosa ed illuminante, e merita tutto il nostro supporto!