Nuove proposte UE: i nostri diritti ancora sotto attacco!

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Nuova minaccia da Bruxelles!
Il "White Paper" è stato emanato in seguito ai risultati - peraltro non positivi, nella realtà, per il fronte antiarmi - del sondaggio proposto nei primi mesi dell'anno

Quando ad aprile l'Unione Europea lanciò il suo sondaggio intitolato "Un approccio comune per ridurre i danni causati dall'uso di armi da fuoco nell'UE a fini criminali", come ricorderete, noi di ALL4SHOOTERS.COM fummo tra i primi ad ipotizzare che le domande − peraltro formulate in maniera palesemente fuorviante − avessero un secondo fine diverso da quello dichiarato: non sondare le opinioni dei cittadini europei, ma indagare su quanto potesse essere forte il potenziale fronte pro-armi in Europa, e contemporaneamente cercare di giustificare − ancora, con risposte strappate grazie a domande poste nel modo "giusto" − una sorta di appoggio o "giustificazione" a direttive più restrittive sul possesso di armi da parte dei comuni cittadini.

Sotto questo punto di vista, possiamo dire che gli esiti del sondaggio si sono rivelati, per gli antiarmi d'Europa, uno schiaffo in faccia molto, molto doloroso: oltre 86mila cittadini di tutt'Europa si sono espressi... e il 92% di loro si è espresso contro ulteriori restrizioni.

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Cecilia Malmström, commissario europeo per gli affari interni: la mente principale dietro ogni proposta UE per la restrizione del diritto alle armi

Tuttavia, noi che siamo del mestiere da tanto tempo abbiamo avuto modo di identificare una costante nel comportamento degli anti-armi italiani, europei, americani, e di tutto il mondo: quando una fetta anche minoritaria li appoggia, loro portano avanti le loro politiche facendosi pubblicamente forti di un "importante appoggio popolare"; quando invece i dati reali danno loro torto, quando la maggioranza della gente si esprime contro di loro, preferiscono fregarsene, ignorando tutto e continuando per la loro strada.

Questa è proprio la via che la Commissione Europea − sicuramente non un'istituzione nota per le sue simpatie in favore del possesso privato di armi e del loro uso a fini sportivi, venatori o difensivi − pare aver deciso di seguire in seguito agli esiti del sondaggio. Da una parte definendo, con le parole del Commissario Europeo per gli Affari Interni Cecilia Malmström "non rappresentativo" il sondaggio, da un'altra diffondendo notizie distorte sui fatti e sul sondaggio stesso, senza tener conto dell'contraria espressa dai comuni cittadini ma riportando in pompa magna quella di molte istituzioni nazionali (ministeri, ONG ed altre) notoriamente anti-armi, la Commissione Europea ha emanato in data 21 ottobre un a comunicazione al Consiglio d'Europa e al Parlamento Europeo concernente "Le armi da fuoco e la sicurezza interna dell'UE: proteggere i cittadini e smantellare il traffico illecito".

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Uno degli aspetti più disastrosi: proposta di divieto di vendita e detenzione privata di TUTTE le armi da fuoco semi-automatiche - lunghe o corte che siano

Ebbene, carissimi affezionati lettori di ALL4SHOOTERS.COM, se pensavate che il Correttivo 204 fosse disastroso, e basato su un'accozzaglia di bugie, il documento della Commissione Europea vi farà accaponare la pelle più del romanzo più riuscito di Stephen King.

Il tutto inizia con una delle più madornali fole che ci sia mai stato dato di leggere:
"Le numerose armi da fuoco che circolano illegalmente provengono spesso da furti o da uno sviamento dal loro ciclo di vita lecito, oppure sono importate illegalmente da paesi terzi o sono armi ottenute dalla trasformazione di altri oggetti. Secondo il Sistema d'informazione Schengen, di quasi mezzo milione di armi da fuoco perdute o rubate nell'UE – in larghissima maggioranza armi da fuoco civili - si sono perse le tracce."

Peccato che anche i bambini sanno che la stragrande maggioranza delle armi da fuoco usate per commettere atti criminali sul territorio europeo sono armi da guerra o comunque di dotazione militare, in gran parte dei paesi dell'ex-cortina di ferro o della ex Jugoslavia, delle quali i governi hanno perso il controllo nei mesi e negli anni seguenti alla caduta del Muro di Berlino.

Insomma, se nel suo documento la Commissione Europea ha ragione nell'indicare gli arsenali governativi cone provenienza di una parte delle armi illegali in circolazione, essa mente nel sostenere che la gran parte delle armi circolanti sul mercato criminale europeo siano di provenienza civile. Le armi usate per scopi criminali nell'Unione Europea provengono nella stragrande maggioranza dei casi dagli arsenali di quegli stessi governi che la Commissione ritiene dovrebbero essere gli unici titolari del diritto assoluto ad averle.

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Con un passo indietro rispetto all'attuale direttiva, il "White Paper" suggerisce di far dichiarare (di nuovo) i caricatori "parte d'arma"

Ancora, nel testo, la Commissione Europea si contraddice in termini da una parte citando le tragedie che hanno visto, negli scorsi anni, tanti innocenti disarmati cadere vittime di pazzoidi armati − Oslo e Utøya nel 2011, Tuusula e Kayhajoki nel 2007 e 2008, contea di Cumbria nel 2010, Winnenden nel 2009, Alphen aan den Rijn e Liegi nel 2011, Tolosa lo scorso anno − mentre dall'altra ammette che:
"Nel primo decennio del XXI secolo sono state 10.000 le vittime di omicidi volontari o colposi da arma da fuoco nei 28 Stati membri dell'UE".

Dunque, nel decennio dal 2000 al 2010, i morti per arma da fuoco, per omicidio o incidente, in tutta l'Unione Europea, ammontano a 1000 l'anno. Tutt'altro che un'emergenza rovinosa, soprattutto se si paragonano i numeri a quelli dei morti causati solo in Italia ogni anno dagli incidenti sul lavoro, o dagli incidenti stradali, o ancora dalle tragedie del mare in cui perde la vita un numero sconosciuto, ma enorme, di disperati che cercano di raggiungere l'Europa per sfuggire da povertà e guerre; emergenze vere, che andrebbero affrontate seriamente, tanto più che il grosso degli omicidi volontari commessi con armi da fuoco nell'UE è come al solito ascrivibile alle grandi organizzazioni criminali, alle quali notoriamente le restrizioni non fanno né caldo, né freddo.

Ancor più di ridicolo la Commissione Europea si ricopre dichiarando che:
"Ogni anno i suicidi con arma da fuoco sono oltre 4000. In media, nell'UE, su 100.000 abitanti vi sono ogni anno 0,24 omicidi e 0,9 suicidi da arma da fuoco."

Dunque la stessa UE ammette la risibilità dei numeri che dovrebbero attestare la pericolosità sociale delle armi da fuoco, peraltro cercando di buttare nel calderone i suicidi, che non possono fare testo, sia perché sono elevatissimi anche nel grosso delle società più disarmate − ne è un esempio il Giappone, dove, ad un tasso di possesso d'armi pari allo 0.6%, corrisponde un tasso di 21.7 suicidi ogni 100.000 abitanti, che rende il suicidio la prima causa di morte per i maschi giapponesi tra i 20 e i 44 anni − sia perché tutti gli studi dimostrano che ad un suicida determinato non è necessario avere accesso ad armi da fuoco per portare avanti il suo insano gesto.

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Nonostante il fatto che i sistemi di controllo biometrico - come questo della ARMATIX - abbiano dimostrato di non funzionare, il "White Paper" della UE vorrebbe renderli obbligatori
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Il possesso privato di munizioni dovrebbe subire forti restrizioni, secondo l'UE, in fatto di quantità

Per affrontare questa falsa emergenza, il "White Paper" della Commissione Europea indica nove punti, uno più disastroso dell'altro:

  1. Messa al bando di tutte le armi semi-automatiche, lunghe e corte, a fuoco centrale o a percussione anulare, a canna liscia o rigata.
  2. Vendita dei caricatori e delle altre "parti" d'arma solo a chi abbia un titolo di licenza, dunque un passo indietro rispetto all'attuale Direttiva 2008/51/CE.
  3. Limitazione del numero dei colpi per caricatori e serbatoi, senza dettagli specifici su quanto essi debbano essere limitati.
  4. Limitazione delle tipologie e delle quantità di munizioni detenibili dai privati cittadini.
  5. Limitazione o messa al bando della vendita su Internet di armi e munizioni.
  6. Messa al bando o limitazione legale del commercio delle armi decorative o da parata.
  7. Limitazioni al commercio delle repliche Soft-Air, un vecchio pallino disarmista.
  8. Imposizione di protezioni biometriche per le armi detenute dai privati cittadini.
  9. Deposito centralizzato delle armi, con impossibilità per i tiratori di detenerle a casa.
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Un'arma cerimoniale: in base allo sciagurato "White Paper" europeo, anche questa tipologia di oggetti inerti dovrebbe essere messa al bando!

Non ci vuole certo un genio per rendersi conto come questo genere di politiche sia asinina e completamente inapplicabile, oltre che del tutto inefficace e lesiva dei diritti dei cittadini onesti. Pare inoltre chiaro come l'indirizzo sia dettato più da un semplice e cieco odio delle armi in quanto tali, come oggetti, che non animato da intenzioni oneste riguardo alla salvaguardia della sicurezza dei cittadini europei.

Non si comprende infatti come potrebbe portare vantaggio alla pubblica sicurezza la messa al bando delle armi cerimoniali o delle Soft-Air − punti su cui, comunque, gli anti-armi in tutto il mondo insistono da tempo, e che in alcuni paesi sono effettivamente in vigore; a testimonianza del fatto che il punto è proprio l'odio e la paura profonda che queste persone nutrono verso le armi e verso ciò che, secondo loro, rappresenterebbero (che cosa?).

Pare inoltre che chi ha stilato questi nove punti sia abbastanza a digiuno di nozioni sulla normativa in vigore in Europa e nei singoli Stati, giacché è già illegale l'acquisto e il commercio On-Line di armi e munizioni, ed è altrettanto illegale l'invio per posta.

Non vogliamo dilungarci troppo sulla proposta di messa al bando delle armi semi-automatiche e sulle limitazioni relative ai caricatori e alle munizioni, che ai criminali (quelli veri) certamente non farebbero né caldo, né freddo, ma danneggerebbero invece, pesantemente, le aziende operanti nel settore e i comuni cittadini, con buona pace del dichiarato intento di "Salvaguardare il mercato legale delle armi da fuoco civili": il mercato legale delle armi da fuoco civili si salvaguarda solo evitando di imporre nuove restrizioni, di qualsiasi tipo, ed anzi rimuovendo quelle in vigore!

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Un vecchio pallino di numerosi paesi europei: forti restrizioni al Softair...

La proposta di centralizzare lo stoccaggio delle armi acquistate dai privati − idea che sicuramente piacerebbe a molti deputati di casa nostra! − ricorda molto le leggi in vigore in Cina, e non c'è modo in cui ciò possa conciliarsi con la tutela della proprietà privata sancita sia dall'Europa stessa che dalle Costituzioni dei Paesi membri.

Infine, un discorso a parte va riservato ai dispositivi biometrici, che dovrebbero permettere l'accesso e l'uso delle armi solo da parte del legittimo proprietario: al di là del fatto che essi possono, in caso di malfunzionamento, inibire l'uso dell'arma del tutto, con conseguenze tragiche in caso di emergenza, al di fuori dei film di 007 essi hanno dimostrato di non funzionare. A titolo di mero esempio, i dispositivi di blocco dell'azienda tedesca ARMATIX − una delle più attive nell'attività di Lobby in Europa e negli USA per l'imposizione legale di tali sistemi, visto che è l'unica a detenere i brevetti! − hanno dimostrato di poter essere estraibili senza danno dall'arma che dovrebbero inertizzare con molta meno fatica di quanto non venga dichiarato dall'azienda stessa. Il suo sistema iP1, che prevede che l'arma sia collegata al tiratore tramite un congegno in forma di orologio, è aggirabile molto facilmente: sottraendo l'arma al proprietario, essa farà comunque fuoco se rimarrà ad una certa distanza da chi porta il dispositivo al polso!

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Il documento UE arriva anche ad ipotizzare il divieto di detenzione a casa per le armi, con obbligatorietà di deposito "centralizzato"

Vogliamo essere molto chiari con i nostri lettori: non c'è motivo di farsi prendere dal panico. Il "White Paper" della Commissione Europea non è una nuova direttiva, non è legge, non è neanche un abbozzo di normativa. Non è niente, almeno per ora, e dubitiamo che in tale forma possa mai essere altro che niente: con grandi nomi attivi nel settore come Beretta, Tanfoglio, Heckler & Koch, Glock, SIG-Sauer, FN, Steyr-Mannlicher, Walther, e tanti, tanti altri, dubitiamo seriamente che l'industria armiera europea potrà mai lasciare che un abominio del genere veda mai la luce.

È tuttavia responsabilità di ogni cittadino onesto e tiratore appassionato difendere il suo Hobby e il suo sport appoggiando le attività di Lobby dell'industria delle armi e delle munizioni. Facciamoci sentire contattando il Commissariato agli Affari Interni dell'UE ed urlando a gran voce il nostro NO! a qualsiasi ipotesi di restrizione dei nostri diritti.

Le leggi prevedono che le istituzioni della Commissione Europea abbiano 15gg. di tempo per rispondere a qualsiasi richiesta o osservazione proveniente dai cittadini europei! È dunque imperativo bombardare Bruxelles di E-Mail e lettere per esprimere tutto il nostro dissenso, e per chiedere formalmente che il "White Paper" sia cestinato in quanto lesivo del diritto dei cittadini onesti, dell'economia europea, e di scarsa o nessuna validità sul piano della pubblica sicurezza!

E ricordate: le istituizioni europee non sono quelle italiane. Il grado di serietà è decisamente più elevato. Se alziamo la voce, tutti, in tutt'Europa, non potremo essere ignorati!