La notizia arriva ancora una volta dalla rete europea FIREARMS UNITED, che ha lanciato l'allarme nel corso del fine-settimana: la Commissione Giuridica del Parlamento Europeo (JURI) si riunirà il prossimo martedì 24 maggio − e al punto 24 dell'ordine del giorno vi è un parere sulla proposta di modifica restrittiva alla direttiva UE sulle armi.
A differenza della commissione LIBE che si è espressa il 9 maggio, e dell'IMCO che si esprimerà il 27 giugno, la commissione JURI non si esprimerà sul merito della proposta: essa dovrà infatti stabilire se, in base all'articolo 5 del Trattato sull'Unione Europea, la proposta di modifica della direttiva non sia in violazione del principio di sussidiarietà.
Tale principio, a cui rimandano molti articoli del Trattato sull'Unione Europea e del Trattato sul Funzionamento dell'UE, è regolamentato dal Protocollo sull'Applicazione dei Principi di Sussidiarietà e Proporzionalità, e in soldoni stabilisce quando e come l'UE sia autorizzata e legittimata a legiferare, e quando invece gli ambiti non siano invece da lasciare alla legislazione dei singoli Stati Membri.
In base al meccanismo di controllo della sussidiarietà, e in luogo dei parlamenti nazionali, la commissione JURI potrebbe decidere che la proposta di modifica della direttiva europea non viola il principio di sussidiarietà; in tal caso la discussione andrebbe avanti all'IMCO.
Se invece la commissione JURI dovesse decidere che il principio di sussidiarietà è stato violato, si potrebbe esprimere in due modi: col cosiddetto "Cartellino giallo", che bloccherebbe temporaneamente l'Iter del provvedimento finché esso non sia stato modificato in modo da non costituire più una violazione; oppure col cosiddetto "Cartellino arancione", che di fatto ucciderebbe la proposta, il cui Iter sarebbe definitivamente bloccato in quanto la discussione presso il Parlamento Europeo e il Consiglio dell'Unione Europea non potrebbe più proseguire.
Al riguardo c'è da tener conto del fatto che la Commissione JURI annovera tra i suoi membri molti europarlamentari che sono amici del nostro mondo, ma anche tanti nemici giurati dei legittimi possessori d'armi e strenui sostenitori delle restrizioni.
Inoltre, nei mesi passati, molti parlamenti europei hanno rifiutato di esprimersi al riguardo − o peggio ancora, hanno sostenuto che la proposta di modifica della direttiva europea sulle armi non viola il principio di sussidiarietà. Ciò, ovviamente, a causa del sostegno più o meno aperto che numerosi governi nazionali continuano a dare a tali proposte restrittive, al fine di poterle applicare sui loro territori e stringere ancor di più le maglie del controllo sui cittadini onesti con la scusa del "Ce lo chiede l'Europa", senza doversene assumere la responsabilità politica di fronte ai loro elettori.
Tale concomitanza di fattori rende quantomeno incerto l'esito del voto al comitato JURI.
A tal proposito, con un appello sulla sua pagina Facebook (scaricabile quì) e − più dettagliato ancora − sul suo sito Internet in inglese (scaricabile quì) la rete FIREARMS UNITED incita tutti coloro che hanno a cuore il tema del legittimo possesso di armi per impieghi venatori, sportivi, collezionistici e difensivi in Europa ad attivarsi contattando per E-Mail tutti gli europarlamentari che fanno parte del comitato JURI, al fine di sensibilizzarli sul tema ed informarli che in effetti la proposta di modifica della direttiva UE sulle armi viola il principio di sussidiarietà e come tale dev'essere sanzionata. FIREARMS UNITED indica, sul suo sito e sulla sua pagina Facebook, numerosi motivi circostanziati che dovrebbero far propendere per tale giudizio e validi spunti per le vostre E-Mail agli europarlamentari dello JURI.
Come sempre, sono validi i soliti suggerimenti: siate chiari e inequivocabili nei riferimenti ma concisi nel testo, scrivete in italiano agli europarlamentari italiani e in inglese a quelli stranieri, niente mail "copia-e-incolla" a tutti per evitare che siano ignorate... ma soprattutto siate educati − niente insulti o minacce!
La battaglia per la difesa dei nostri diritti dalle tentazioni disarmiste della Commissione Europea, di numerosi elementi del Consiglio dell'UE e dei governi nazionali che li spalleggiano è ancora tutta nelle nostre mani. E a differenza di quanto in questi giorni alcuni operatori del settore scrivono sulle loro pagine Facebook − evidentemente fraintendendo l'importanza del voto al LIBE! − non è affatto conclusa!
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