Si avvicinano settimane fondamentali per il futuro del nostro mondo e dei nostri diritti in sede europea.
Nel corso del mese di giugno, numerose decisioni importanti verranno prese sia presso il Parlamento Europeo che presso i diversi organismi del Consiglio dell'Unione Europea riguardo le proposte di modifiche restrittive alla direttiva UE sulle armi.
Sebbene la riunione del 24 maggio riguardo ai possibili problemi di sussidiarietà si sia conclusa senza un voto, il comitato JURI del Parlamento Europeo potrebbe votare al riguardo dopo che la proposta sarà uscita dall'IMCO e dunque gli emendamenti saranno chiari. Dopo la vittoria al comitato LIBE, per molti versi sorprendente, ad esprimersi dovrà essere il comitato IMCO prima che il testo vada, tra settembre e ottobre, ad essere discusso e votato dal Plenum dell'Europarlamento. Al riguardo, la relatrice del Dossier presso l'IMCO − la britannica Vicky Ford − ha dichiarato che la decisione del LIBE costituirà un buon punto di partenza per quella dell'IMCO.
Tuttavia, il voto dell'IMCO è stato rimandato a luglio; una notizia buona, perché ciò significherebbe che tutte (o quasi) le votazioni più importanti avrebbero luogo sotto la Presidenza slovacca, che s'insedierà il giorno 1/7 e che è a noi molto favorevole; ma anche una notizia cattiva, perché a giugno si terrà il referendum sulla possibile uscita del Regno Unito dall'Unione Europea.
Se la posizione degli antieuropeisti in Gran Bretagna dovesse avere successo, le istituzioni europee ne uscirebbero indebolite, ma d'altro canto la relatrice Ford, che finora si è comportata bene nei nostri confronti, potrebbe trovarsi in una brutta situazione.
Il Presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, ha già dichiarato al quotidiano francese Le Monde che il Regno Unito "verrebbe punito se lasciasse l'Unione Europea", e ciò potrebbe accadere tramite il sistematico rimpiazzo dei britannici che occupano posizioni di responsabilità in tutte le branche delle istituzioni europee.
Sotto questo punto di vista, non è difficile immaginare che Vicky Ford − finora comportatasi, agli occhi della Commissione, "troppo bene" nei confronti dei legittimi possessori d'armi − potrebbe essere rimossa dal suo incarico di relatore e sostituita con un altro europarlamentare − magari con un relatore decisamente antiarmi.
D'altro canto, si accentua la posizione anti-armi dell'attuale Presidenza olandese dell'UE, che ormai si comporta come un'estensione della Commissione Europea e che potrebbe riuscire, prima della scadenza dei suoi termini, a convincere il GENVAL ad esprimere un parere favorevole ad una serie di restrizioni.
Un documento del GENVAL fatto trapelare da una rivista svedese quale "soluzione di compromesso" includerebbe una serie di restrizioni alle tipologie di armi e caricatori detenibili, e molto altro ancora.
Se il GENVAL dovesse approvare tale documento, difficilmente ciò potrebbe influire sul lavoro del Parlamento Europeo; ma se il Consiglio dell'Unione Europea dovesse approvare il documento del GENVAL e rigettare il parere dell'Europarlamento, il processo d'approvazione (o respingimento) delle restrizioni finirebbe per trascinarsi per lungo tempo.
Se questa prima lettura, infatti, si concludesse senza una posizione comune di Parlamento e Consiglio, si arriverebbe ad un tentativo di compromesso da parte della Commissione − della quale senza dubbio conosciamo le posizioni. Si potrebbe inoltre arrivare ad una seconda lettura, al termine della quale, in caso di un'ulteriore mancanza di posizione comune, si arriverebbe di fronte ad un comitato di conciliazione.
La rete europea FIREARMS UNITED ha recentemente pubblicato un articolo in inglese che descrive nel dettaglio le procedure legislative dell'Unione Europea, descritta anche sul sito del Consiglio dell'Unione Europea. L'articolo descrive una situazione che senza ombra di dubbio, nonostante la mancanza di fondamento delle proposte restrittive − giustificate dai loro sostenitori, in effetti, con una serie articolata di menzogne che si avvitano su se' stesse − presenta numerosi nodi critici che potrebbero essere usati come trappole nei nostri confronti o portare al raggiungimento di soluzioni di compromesso sulla pelle dei legittimi possessori d'armi di tutt'Europa.
Al fine di spingere quanti più Paesi possibile ad evitare di cedere di fronte alle pressioni della Commissione e del Consiglio in sede di GENVAL, la rete di FIREARMS UNITED ha di nuovo lanciato un invito all'azione su scala continentale; estremamente dettagliato e ricco di collegamenti ai documenti più rilevanti, il nuovo invito all'azione di FIREARMS UNITED illustra chiaramente la situazione chiama a raccolta tutti i possessori d'armi d'Europa al fine di esercitare pressione sui loro governi affinché l'opposizione minoritaria in sede GENVAL resista − e possibilmente fare in modo che si allarghi.
Senza una maggioranza qualificata, infatti, sarebbe impossibile per la Presidenza olandese (e dunque per la Commissione) arrivare a trasmettere al Consiglio un parere del GENVAL prima dell'insediamento della nuova Presidenza. Il tempo però è poco, quindi consigliamo a tutti i nostri lettori di attivarsi!
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