Al Parlamento, al Consiglio e alla Commissione Europea si continua a parlare in questi giorni di restrizioni al possesso e all'uso legittimo di armi da parte dei cittadini d'Europa.
Dopo l'ultimo vergognoso tentativo di far passare le restrizioni "d'urgenza" e senza modifiche sull'onda lunga degli attentati di Bruxelles, una speranza per i tiratori europei arriva proprio da meno ce lo si aspetterebbe: dalla Gran Bretagna.
È infatti inglese Vicky Ford, la presidentessa del Comitato IMCO, che il giorno 29 marzo ha pubblicato una bozza del suo documento di lavoro riguardante la proposta della Commissione Europea.
Diciamolo subito: il documento contiene luci e ombre; da una parte, se gli emendamenti proposti da Vicky Ford fossero adottati, la messa al bando delle armi di categoria B7 sarebbe scongiurato, ma resterebbe quello delle armi demilitarizzate; non vi sarebbero restrizioni sulle repliche e migliorerebbe la situazione sulle demilitarizzate, ma i collezionisti continuerebbero a rientrare nello scopo della direttiva; e infine, alcune parole riguardanti la modifica di armi e munizioni e di loro parti potrebbero essere interpretate dai Paesi più restrittivi in modo da limitare o proibire l'autoricarica delle munizioni.
Non rappresenta, insomma, la perfezione per quanto riguarda la nostra comunità, ma senz'altro è un punto di partenza migliore di quanto ci si sarebbe potuti aspettare.
Conoscendo le leggi in vigore nel Regno Unito riguardo alle armi, sapendo che il governo britannico è uno dei principali Sponsor dell'inasprimento di tali restrizioni a livello europeo, e soprattutto nella consapevolezza che sia Vicky Ford che gli altri membri dell'Europarlamento sono stati, e sono, sottoposti ad un'enorme pressione da parte della Commissione Europea e del Consiglio Europeo, il documento in parola è un compromesso tra le richieste dittatoriali dell'UE e la necessità di tutelare gli onesti tiratori di ventotto Paesi.
Trattandosi di una bozza, vi è ancora spazio di manovra: spetta alla comunità dei tiratori esercitare una pressione gentile ed educata ma insistente sugli europarlamentari, per fare in modo che esso sia modificato in meglio ma non in peggio − come invece già le istituzioni europee auspicano e come probabilmente sarà richiesto in occasione della riunione GENVAL dell'11 aprile prossimo.
In fatto di cattive notizie, invece, c'è da puntare il dito sulla risposta data il giorno 31 marzo dalla polacca Elżbieta Bieńkowska − Commissario UE al mercato interno − ad un'interrogazione dell'Europarlamento proprio con riguardo alle proposte restrittive sulle armi.
Oltre a continuare a sostenere le proposte restrittive con le solite menzogne preconfezionate fatte di dati falsi su omicidi e armi rubate, la commissaria Bieńkowska ha dichiarato che la Commissione Europea ha redatto la sua proposta di stampo dittatoriale dopo aver consultato alcune associazioni come la FESAC (della quale non riesce neppure a scrivere correttamente il nome), la FACE, e persino FIREARMS UNITED − ovviamente omettendo il fatto che le opinioni degli Stakeholders sono state sistematicamente ignorate in favore delle volontà restrittive, mentre FIREARMS UNITED, con un post sulla sua pagina Facebook, ha dichiarato che, pur essendo stata invitata, non ha partecipato agli studi della Commissione Europea, e che le sue opinioni veicolate in altri modi sono state ignorate.
Insomma: continua il circo delle bugie e delle falsità che la Commissione Europea propala come oro colato al fine di difendere l'indifendibile.
Da parte francese − uno dei governi che, come abbiamo già detto in passato, più vorrebbe il passaggio delle restrizioni in sede europea − si deve sottolineare l'incontro, avvenuto il giorno 31 marzo, tra il Ministro dell'Interno francese Bernard Cazeneuve e Thierry Coste, presidente del Comité Guillaume Tell che rappresenta (o dovrebbe rappresentare) gli interessi della comunità dei possessori d'armi e delle armerie di Francia.
Al termine di tale incontro, il Ministero dell'Interno francese ha emesso un comunicato-stampa nel quale − nonostante le dichiarazioni pubbliche del Comité Guillaume Tell nell'immediata vigilia dell'incontro − si dichiara che tale organizzazione si sarebbe detto d'accordo a lavorare col Ministero dell'Interno su una piattaforma comune di punti relativi alla modifica della direttiva europea, tra cui figura la proibizione delle armi semi-automatiche "particolarmente pericolose costruite a partire da armi a raffica", ovvero delle armi demilitarizzate.
È dunque ovvio a tutti, sia in Francia che nel resto d'Europa, come nonostante il suo nome il Comité Guillaume Tell abbia tradito il mandato dei suoi sostenitori, preferendo vendersi a chi vorrebbe disarmare i cittadini europei con la tecnica dei mille piccoli tagli.
La responsabilità di tutto ciò, secondo i nostri contatti in Francia, deve imputarsi anche alla FFTir (equivalente francese della nostra UITS) e al suo presidente Philippe Crochard, che hanno permesso che in tale posizione rimanesse una persona come Thierry Coste, che rappresenta gli interessi dei distributori che servono l'Amministrazione statale e le federazioni che hanno la delega al rilascio delle licenze di caccia e altre autorizzazioni, e che come tali non hanno alcun interesse ad opporsi ai Diktat del Ministero dell'Interno francese.
Dal canto suo, Bernard Cazeneuve sta mettendo in pratica la tattica del Divide et Impera che già qualche mese fa Alain Alexis della Commissione Europea aveva tentato senza successo: spaccare il fronte dell'opposizione "chetando" alcune frange del nostro mondo nella speranza che, pur di vedersi tutelate, esse si rivelino disposte a cessare la lotta e a sacrificare tutti gli altri.
La nostra speranza è che non solo i nostri amici d'Oltralpe, ma anche tutti i tiratori d'Europa, vogliano mettere in atto una strategia di protesta che metta di fronte i signori Coste, Crochard e Cazeneuve alle loro responsabilità, e che soprattutto costringa chi dovrebbe rappresentare gli interessi dei cittadini onesti a farlo senza piegarsi passivamente alla volontà dei politici burocrati e disarmisti, costi quel che costi.
In conclusione: chi si aspettava una virata decisiva dovrà aspettare e restare sulle spine ancora un bel po' di tempo: il documento di Vicky Ford all'IMCO sarà discusso ed eventualmente emendato nei prossimi mesi, e il voto finale al comitato è previsto per giugno, anche se potrebbe essere rimandato a settembre. La decisione definitiva del Plenum dell'Europarlamento è tendenzialmente fissata per l'autunno − senza ulteriori indicazioni. Nel frattempo il fronte disarmista continua la sua campagna di pressione, e non possiamo illuderci neanche per un secondo che si accontenteranno di nulla di meno dell'approvazione della proposta di modifica della direttiva nella sua forma più deteriore e restrittiva.
È dunque necessario mantenere alta la guardia: le associazioni che si battono per la difesa dei nostri diritti lo stanno facendo e nell'arco delle prossime settimane o dei prossimi mesi potrebbero mettere in atto iniziative di mobilitazione a cui si dovrà dare una pronta risposta e una massima adesione.
Nel frattempo, noi di all4shooters.com continueremo ovviamente a tenervi informati.
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