La Repubblica Ceca si oppone alla direttiva europea antiarmi

La repubblica Ceca si è rivolta alla Corte di Giustizia Europea per opporsi alla recente direttiva sulle armi dell'Unione Europea. 

Corte Europea di Giustizia
La Repubblica Ceca ha deciso di impugnare la direttiva europea di fronte alla Corte di Giustizia Europea.

Il ministro dell'interno ceco Milan Chovanec ha infatti intentato azione legale chiedendo che la direttiva sia abolita.

Secondo il ministro Chovanec “L'Unione europea ha agito ben oltre le sue competenze nello stilare la direttiva. Si tratta di una inaccettabile punizione di massa nei confronti dei cittadini onesti che detengono armi legalmente.

Il ministro Chovanec considera la causa legale l'unico modo possibile per proteggere il suo Paese dall'impatto della direttiva europea. Una direttiva che, a suo parere, può minacciare la sicurezza interna della nazione facendo passare le armi dal mercato legale a quello clandestino. Come la maggioranza delle associazioni pro armi e di collezionisti, il governo ceco ha sempre considerato la direttiva europea troppo restrittiva e inutile, se non addirittura controproducente. “Datemi le prove di un singolo attacco terroristico in Europa che sia stato commesso con armi legalmente detenute”...ha dichiarato Chovanec al Parlamento... “Noi non vogliamo disarmare i nostri cittadini proprio nel momento in cui il livello di sicurezza in Europa è al livello più basso”.

La stretta della direttiva europea sulle armi

HERA fucile semiautomatico
La principale causa di frizione tra la Repubblica Ceca e l'Unione Europea è la limitazione della capacità dei caricatori.

Le linee guida della direttiva europea prevedono una limitazione nella capacità dei caricatori e anche in questo la Repubblica Ceca è in disaccordo.

Secondo la direttiva europea i cittadini non potranno possedere pistole semiautomatiche con caricatore di capacità maggiore di 20 colpi (lasciando comunque ai singoli stati la possibilità di ridurre ulteriormente questa capacità) e carabine semiauto con caricatore di capienza superiore a 10 colpi. Qui trovate un riepilogo.

Tutto questo mentre a fine giugno del 2017 il Parlamento ceco ha approvato un emendamento della costituzione che permette ai legali detentori di armi di partecipare attivamente alla difesa del Paese.

Pistola CZ
La Repubblica Ceca considera una priorità la difesa dei diritti dei suoi cittadini armati.

La Repubblica Ceca è infatti impegnata a difendere i diritti costituzionali del suo popolo, in particolare quello dei cittadini onesti di possedere armi.

Il nuove emendamento statuisce che i cittadini hanno il diritto di possedere armi per la difesa delle loro vite e della loro proprietà. E soprattutto deve essere consentito loro di usare le armi per contribuire alla difesa del Paese in situazioni di emergenza, come nel caso di un attacco terroristico. La Repubblica Ceca è il primo paese ad avere sancito questo diritto nella propria costituzione, ed è anche il primo paese a considerare i propri cittadini armati come una risorsa anziché una minaccia. 

La direttiva europea mette al bando alcune delle armi più popolari nella Repubblica Ceca, dove 300 mila dei suoi 10,5 milioni di abitanti sono legali detentori di armi e dove risultano denunciate 800 mila armi lunghe e corte semiautomatiche. C'è anche da considerare il fattore economico: nel 2106 le aziende ceche come la CZ hanno esportato armi da fuoco per un totale di 120 milioni di Euro. Seguiremo da vicino gli sviluppi di questa controversia, sperando che la Repubblica Ceca non rimanga l'unico paese a opporsi alla direttiva europea sulle armi.


Il commento di all4shooters.com

Con questa azione presso la Corte di Giustizia Europea la Repubblica Ceca ancora una volta dimostra il suo sostegno al possesso legale di armi. Altri paesi europei, compresa purtroppo l'Italia, non prendono nemmeno in considerazione l'idea di mettere in discussione la direttiva europea.

Un paese come il nostro, dove il settore delle armi sportive e munizioni muove 4,5 miliardi di euro l'anno e offre un lavoro qualificato a più di 100 mila addetti, ci si aspetterebbe che i diritti dei tiratori e i posti di lavoro del comparto venissero difesi con maggiore decisione. Ma forse ci aspettiamo troppo.

12/08/2017

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