La balestra: tecnica, diritto e giurisprudenza  

Storia della balestra

Rievocare la storia della balestra significa, cari amici, tornare indietro nel tempo di migliaia di anni, arrivando ai primi strumenti concepiti dall’uomo per scagliare dardi e frecce a grandissime distanze, che sono collocabili addirittura tre anche quattro secoli prima di Cristo.

 Il primo prototipo di arma in grado di scagliare dardi a lunghissima distanza si ebbe a Siracusa nel 399 a.C. con l’invenzione del Gastraphetes, una balestra molto più grande di quelle che vennero poi concepite ed impiegate successivamente, che veniva poggiata sul ventre dell’utilizzatore. Il funzionamento del Gastraphetes era basato sulla torsione di una sola corda.

Successivamente, nel 340 a.C. si ebbe l’invenzione del Katapeltes. Il funzionamento di quest’arma era basato sulla torsione di due corde che ne aumentavano notevolmente la gittata. Fonti storiche ci dicono che se ne facesse uso già durante le guerre di Filippo il Macedone.

In Cina, invece, abbiamo i primi esemplari di balestre con funzionamento a grilletto. Parliamo di un’epoca che va dal 771 a.C. al 476 a.C. Le balestre cinesi, c.d. manesche, funzionavano con un grilletto che azionava il meccanismo e che permetteva quindi al dardo di essere scagliato con maggior precisione, dato che il balestriere aveva la possibilità di aggiustare il tiro in modo molto migliore rispetto agli utilizzatori del Gastraphetes e del Katapeltes.

La fonte storia più risalente che parla della balestra cinese risale al IV sec. a.C. Addirittura Sun Tzu, celeberrimo stratega militare cinese dedica, nella sua famosa opera l’Arte della Guerra ben due capitoli a questa splendida arma.

Non è da escludere che anche i Romani abbiano concepito e sviluppato una qualche forma di balestra manesca. Interessante è infatti il riferimento di Publio Vegezio Renato, verso al fine del IV Sec. autore della famosa opera Epitome rei militaris in cui, col termine manuballista, indica un’arma in grado di scagliare dardi.

Fonti storiche confermano l’uso della balestra durante importantissimi conflitti quali la battaglia di Hastings (1066). Il Concilio Vaticano, addirittura, nel 1139 vietava l’utilizzo della balestra in caso di conflitti sorti tra eserciti cristiani, rimanendo però salvo l’impiego contro eserciti considerati infedeli.

Aspetti tecnici della balestra moderna

Come ovvio che sia, gli aspetti tecnici e ingegneristici della balestra si sono evoluti con il passare del tempo. Vediamo quali sono gli aspetti tecnici più importanti della balestra moderna.

La balestra è arma in senso improprio. Ne è consentito il trasporto solo con giustificato motivo e non ne è concesso, invece, il porto!

L’arco della balestra, che storicamente veniva costruito con l’utilizzo di materiali quali il legno, l’osso animale ma anche l’acciaio, oggi viene invece progettato e realizzato con l’impiego di materiali estremamente resistenti quali la fibra di carbonio, che certamente non risentono dell’usura come i materiali precedentemente impiegati. In particolare una balestra in fibra id carbonio è in grado di rimanere armata anche per diverse ore senza subire modifiche o comunque danni strutturali.

La corda che viene utilizzata per scagliare i dardi è fatta di filati ad altissima rigidità.  La "corsa" o "corsa/power stroke" (la misura della distanza fra la corda in riposo e il punto di aggancio) della balestra arriva anche a 17" (43.18 cm) e oltre, consentendo grande rendimento rispetto al passato. A differenza dell'arco che immagazzina l'energia muscolare delle braccia e di parte del busto, la balestra immagazzina anche quella delle gambe e del busto completo, permettendo così grandi accumuli di energia. Un arco ha un rendimento maggiore a parità di libbre perché ha un allungo normalmente superiore, da 26" a 32" (66 cm - 81.3 cm): una balestra da 175 libbre (79.4 kg) corrisponde infatti come prestazioni a un arco compound da 55 libbre (31.5 kg) o a un arco ricurvo da 90 (40.5 kg). Il carico massimo delle balestre moderne normalmente oscilla fra 150 (67.5 kg) e 225 libbre (101.3 kg).

Il sistema di sgancio è estremamente raffinato, dotato di sicura, ha uno sforzo normalmente fra le 3 e le 12 libbre (1.35 kg - 5.4 kg). I sistemi di mira possibili normalmente sono due: tacche di miracannocchiale. Il primo consente di avere un oggetto più leggero e meno delicato (urti, sole ecc.); il secondo permette tiri più precisi e di avere una migliore mira in situazioni di scarsa luminosità.

I dardi sono in genere fatti anche questi in fibra di carbonio oppure alluminio. Il diametro è in genere di 0,87cm.

Aspetti giuridici della balestra

Vediamo adesso insieme quali sono gli aspetti giuridici relativi alla regolamentazione della balestra.

Innanzitutto possiamo chiederci se la balestra sia da considerarsi arma in senso proprio oppure improprio. La risposta ci viene, purtroppo in mancanza di precisi riferimenti normativi, dalla giurisprudenza di riferimento.

Interessante è quindi la sentenza della Corte di Cassazione n. 22341 del 2021. Della sentenza appena nominata non ci interessa in questa sede l’analisi dei fatti oggetto di decisione da parte degli Ermellini, ma solo il dispositivo della sentenza che, per completezza espositiva e per chiarezza, riportiamo qui di seguito .

In tema di reati concernenti le armi, deve escludersi che la balestra possa classificarsi tra le armi proprie, per la ragione che tale strumento, di difficile porto e di ardua maneggevolezza, incompatibile con le esigenze ed i costumi del vivere moderno, non ha più da tempo, quale destinazione naturale, quella di recare offesa agli esseri umani, ma piuttosto funzioni ornamentali, di collezione o, talora, sportive; ne consegue che non vi è obbligo di denuncia, e il porto, fuori dell’abitazione e sue pertinenze, al pari di quello delle relative frecce, se ingiustificato è punito non ai sensi dell’art. 699 cod. pen., ma dell’art. 4, comma secondo, della legge 18 aprile 1975 n. 110.

Possiamo quindi a questo punto domandarci se sia possibile portare o trasportare una balestra. La risposta in questo caso è affermativa nel senso del trasporto con giustificato motivo ma negativa nel senso del porto della stessa. In pratica quindi se detengo una balestra la posso trasportare e non portare (quindi non posso averla addosso pronta all’uso). Posso ad esempio trasportarla per partecipare ad una gara sportiva.

Le punte dei dardi a corredo delle balestre dovranno essere esclusivamente a “profilo ogivale ordinario” per il tiro sportivo con le caratteristiche di quelle ufficialmente previste dalle federazioni sportive (sono vietate quelle a lama fissa o retrattile, ad arpione o di altra tipologia).

Altra domanda interessante è quella relativa alla possibilità di andare a caccia con la balestra. La risposta in questo caso è tassativamente negativa. La balestra infatti non rientra nel novero degli strumenti che si possono usare per andare a caccia.

La caccia, lo ricordiamo per chiarezza, è invece consentita con l’arco.

Video: La balestra. Tecnica, diritto e giurisprudenza