Armi e media: come smontare la propaganda anti-armi e vivere felici  

Premesse

Il legame tra armi e media è un connubio indissolubile, spesso caratterizzato da una dialettica complessa e controversa. Da un lato, i media hanno il potere di plasmare l’opinione pubblica, influenzando le percezioni riguardo alle armi e alla violenza. Dall’altro, le armi sono spesso protagoniste di notizie che catturano l’attenzione, generando un circolo vizioso che alimenta il dibattito. Il problema però nasce dal momento in cui c’è chi decide, tout court, di utilizzare i media al fine di plasmare l’opinione pubblica e di far virare il pensiero comune verso  una vera e propria condanna, inappellabile, nei confronti degli utilizzatori ed  appassionati di armi.

L’impatto dei media sulla percezione delle armi

I media, attraverso le notizie, i film, i videogiochi e la pubblicità, contribuiscono a costruire un immaginario collettivo intorno alle armi, che spesso, purtroppo, non corrisponde a verità. 

Questo immaginario, a volte idealizzato e certamente esagerato,  altre volte demonizzato, influenza profondamente le nostre percezioni e le nostre opinioni. Vediamo quindi quali sono alcune tra le modalità comunicative  più gettonate dalla propaganda anti-armi, e vediamo come gli stessi argomenti siano facilmente smontabili.

  • L’effetto normalizzazione: La continua esposizione a scene di violenza armata nei media può portare a una sorta di “normalizzazione” di tali eventi, attenuando il senso di shock e di orrore che dovrebbero suscitare. Anche qui la propaganda anti-armi lavora sottotraccia, sempre facendo passare il binomio “armi uguale violenza”. Gli anti-armi dovrebbero ricordare che sarebbe possibile esporre l’opinione pubblica anche e soprattutto a messaggi positivi connessi alle armi, come l’uso che se ne fa in attività sportive come il tiro a volo o il tiro a segno. Attività sportive regolarissime, come il calcio ed il tennis.
  • L’effetto imitazione: Alcuni studi suggeriscono che l’esposizione a contenuti violenti nei media potrebbe influenzare negativamente il comportamento di alcune persone, soprattutto i giovani, spingendole a compiere atti di violenza. Anche in questo senso la propaganda anti-armi svolge il proprio ruolo, facendo si che si pensi, a livello globale, che l’unica imitazione possibile con l’uso delle armi sia quella del criminale che commette reati, dimenticando, però, come si possano anche invece imitare tanti sportivi che con le armi hanno vinto tantissime competizioni nel loro settore sportivo, portando lustro a loro stessi ed al nostro amato Paese. Ne sono prova i tanti sportivi che, nelle ultime Olimpiadi di Parigi, hanno portato a casa tantissime medaglie nelle discipline in cui si usano le armi.
  • L’effetto agenda-setting: I media, scegliendo quali notizie dare risalto, possono influenzare l’agenda politica e sociale, determinando quali temi sono considerati più importanti e urgenti. Ed anche qui si inserisce la propaganda anti-armi, in quanto spesso e volentieri accade che proprio i social network e quindi i media in generale scelgono di dare risalto a notizie in cui le armi, purtroppo, vengono utilizzare per commettere reati. In tal modo si associa immediatamente l’arma al criminale.

Armi e Media: un rapporto esplosivo

Il legame tra armi e media è un connubio indissolubile, spesso caratterizzato da una dialettica complessa e controversa. Da un lato, i media hanno il potere di plasmare l’opinione pubblica, influenzando le percezioni riguardo alle armi e alla violenza. Dall’altro, le armi sono spesso protagoniste di notizie che catturano l’attenzione, generando un circolo vizioso che alimenta il dibattito.

Le armi come protagoniste delle notizie

Le notizie riguardanti sparatorie di massa, attentati terroristici e altri eventi violenti legati all’uso delle armi hanno un forte impatto sull’opinione pubblica. I media, nel tentativo di fornire un’informazione completa e tempestiva, finiscono spesso per dare ampio spazio a questi eventi, contribuendo ad alimentare la paura e l’insicurezza. Il tutto ovviamente con l’intento di influenzare l’opinione pubblica in senso negativo. Abbiamo infatti elementi come:

  • Il sensazionalismo: La ricerca del sensazionalismo può portare i media a enfatizzare gli aspetti più drammatici e violenti delle notizie, creando un’immagine distorta della realtà e degli utilizzatori delle armi. Facendo quindi passare l’utilizzatore delle armi, sempre, come un potenziale criminale.
  • La polarizzazione: Le notizie sulle armi tendono a polarizzare l’opinione pubblica, dividendo le persone in due schieramenti opposti: da un lato i sostenitori del diritto a portare armi, dall’altro i favorevoli a un maggiore controllo sulle armi.

Alcune riflessioni

Il rapporto tra armi e media è un tema complesso e multiforme, che richiede un approccio critico e consapevole. È fondamentale che i media svolgano il loro ruolo di informatori in modo responsabile, evitando di contribuire alla diffusione di stereotipi legati all’associazione delle armi alla violenza fine a se stessa.  Allo stesso tempo, è necessario promuovere un dibattito pubblico costruttivo e informato, basato sui fatti e non sulle emozioni di pancia, in grado solo di infiammare le piazze o i salotti delle trasmissioni televisive.

È quindi evidente come sia fondamentale che canali informativi sul mondo delle armi come All4shooters si facciano carico, come fanno ogni giorno, di rappresentare quei valori sani che sono a fondamento dell’uso consapevole e legale delle armi, quei valori che sempre dovrebbero ispirare non solo il tiratore o il cacciatore, ma ogni cittadino che sia degno di tale nome.

Valori quali il rispetto dell’altro, la sana competitività, la curiosità, la passione, la voglia di mettersi in gioco, il rispetto della tradizione sono tutti valori che dovrebbero albergare nei cuori di tutti. Il mondo delle armi deve tornare ad essere il luogo ove questi valori possano trasmettersi, consapevolmente, alle nuove generazioni.

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