I fatti
Materia: diritto delle armi e di pubblica sicurezza
Ambito: detenzione abusiva di arma da fuoco e prescrizione del reato
Normative di riferimento: Art. 697 codice penale
Tizio viene condannato in primo grado per il reato di detenzione abusiva di un fucile cal. 12 e di un numero imprecisato di cartucce, e la pena applicata è quella di 8 mesi di reclusione e la multa di euro 2.200,00.
Tizio non ci sta e decide di appellare la sentenza che lo vedeva condannato. A quel punto la pena viene riconsiderata e quindi ricalcolata, anche sulla dichiarazione di prescrizione del reato di detenzione abusiva di arma da fuoco.
La sentenza viene appellata davanti la Corte di Cassazione, e le motivazioni addotte contro la decisione sono molteplici. Vediamole insieme.
I motivi del ricorso per Cassazione
Col primo motivo Tizio lamenta la illogicità della sentenza che lo condanna, in quanto il reato sarebbe già dovuto essere prescritto addirittura prima della dichiarazione avvenuta in appello. In particolare, stando alla difesa addotta dal ricorrente, il calcolo relativo all’intervenuta prescrizione sarebbe dovuto iniziare da ben dieci anni prima, data di acquisto del suddetto fucile oggetto della controversia.
L’altro motivo addotto da Tizio riguarda la perizia svolta dal consulente tecnico di parte, il quale ha affermato, con dovizia di particolari di natura tecnica ed ingegneristica, come l’arma fosse ormai non più in grado di funzione e quindi di essere impiegata secondo la sua naturale destinazione finale, e cioè l’offesa alla persona che, lo ricordiamo in questa sede, è uno degli elementi scriminanti sulla base del quale un certo oggetto può essere classificato come arma.
Il rigetto del ricorso
Tizio, nonostante l’articolazione del suo ricorso per Cassazione, vedrà lo stesso rifiutato dagli Ermellini. Vediamo quindi come i giudici hanno ragionato per arrivare alla loro decisione.
La cosa più importante che emerge dalle motivazioni addotte per il rigetto è la constatazione della qualificazione giuridica del reato di detenzione abusiva di armi: lo stesso reato è infatti reato permanente. Infatti il reato di detenzione abusiva di armi va ad assorbire tutti gli episodi detentivi abusivi successivi e, possiamo dire per chiarire il concetto, la permanenza in essere del suddetto reato viene meno dal momento in cui o si denuncia il possesso dell’arma stessa ai competenti uffici di Pubblica Sicurezza o altrimenti viene meno la concreta disponibilità dell’arma stessa.
Nel caso di specie il delitto di cui all’art. 697 codice penale contestato a Tizio ha smesso la propria permanenza in essere dal momento in cui è avvenuto il sequestro da parte delle Forze dell’ordine.
Quindi a questo punto il reato non può essere dichiarato prescritto.
La sentenza di condanna viene quindi confermata, con ulteriore condanna alle spese processuali.
Video: Detenzione illegale di armi e prescrizione
Corrado Maria Petrucci
Esperto in Diritto delle Armi e della Caccia
Responsabile rubrica legale All4shooters.com / All4hunters.com
email: legalall4shooters@gmail.com