Il caso
Materia: diritto delle armi e di pubblica sicurezza
Ambito: diligente custodia di armi
Normative di riferimento: artt. 20 e 20bis legge 18 aprile 1975 n. 110, art. 39 tulps
Tizio si vede arrivare in casa le forze dell’ordine chiamate a verificare che le armi da lui possedute siano diligentemente custodite.
I militari, dopo essere stati guidati nella verifica da parte di Tizio, accertavano inizialmente la corretta e diligente custodia delle armi, che venivano custodite in mansarda all’interno di un armadio blindato chiuso a chiave.
I problemi per Tizio iniziano quando gli agenti verificano come una delle armi, al momento del controllo, non fosse all’interno dell’armadio bensì in altro ambiente della casa, un magazzino, chiuso a chiave e il cui accesso allo stesso era consentito solo a Tizio, unico detentore delle chiavi per accedervi.
Secondo i militari, in realtà, l’ambiente tutto era tranne che un magazzino e anzi classificheranno, con i loro verbali, l’ambiente suddetto come “salotto” (!!!) e quindi, a loro dire, perfettamente accessibile ad altri familiari e congiunti conviventi. Questo stato dei fatti e dei luoghi, in sostanza, avrebbe permesso a terzi imperiti e non autorizzati di accedere, anche solo potenzialmente, all’arma di Tizio.
Scatterà quindi il provvedimento di divieto detenzione armi e munizioni, il sequestro di tutte le armi e di tutte le munizioni di Tizio, e il conseguente provvedimento di revoca del porto d’armi a uso venatorio di cui era legittimo titolare.
Nei confronti dei provvedimenti Tizio presenterà delle memorie difensive, che ovviamente non determineranno il ritiro dei provvedimenti. La vicenda, dunque, approderà davanti al TAR Piemonte.
L’accoglimento del ricorso
Il ricorso che Tizio presenterà davanti al TAR verrà accolto. Vediamo quindi insieme come è stato impostato questo ricorso e perché i giudici amministrativi lo hanno reputato legittimo.
Tizio prima di tutto evidenzia come il locale in cui veniva rinvenuta l’arma fosse accessibile solo a lui e a nessun altro in quanto unico detentore delle chiavi di accesso al suddetto ambiente.
Nel proprio ricorso Tizio evidenzia, anche con l’uso di foto, come vi fosse un clamoroso errore nei verbali redatti dagli agenti giunti per il controllo. Infatti, l’ambiente che nei verbali era stato classificato come “salotto” e quindi, come tale, accessibile potenzialmente a tutti, era in realtà un ambiente secondario della casa, adibito prevalentemente alla rimessa di oggetti ingombranti e le cui chiavi erano nella sola ed esclusiva disponibilità di Tizio.
Anche le conviventi di Tizio, la mamma e la nonna, certamente non erano da considerarsi come soggetti rientranti nelle categorie “a rischio” di abuso delle armi. Anche questo elemento avvalora le tesi di Tizio.
Sulla base degli elementi sopra esposti, Tizio vedrà quindi accolto il proprio ricorso e quindi potrà riottenere armi e licenza.
Cosa emerge dalla sentenza
Vediamo un elemento interessante che emerge dalla sentenza.
Sappiamo tutti che le armi vanno custodite nell’interesse della pubblica sicurezza, con ogni diligenza possibile, evitando che terzi imperiti possano impossessarsi di armi.
Dalla lettura di questa sentenza emerge un elemento interessante. E cioè le chiavi della stanza in cui Tizio, in quel momento, deteneva l’arma che poi ha dato adito a tutta la questione.
Il fatto che Tizio si fosse accertato di essere l’unico detentore delle chiavi e che queste chiavi fossero solo nella sua disponibilità ha fatto sì che i giudici considerassero questo comportamento come sintomatico di piena affidabilità da parte sua, proprio in virtù del fatto che, accertandosi di essere l’unico possessore delle chiavi del magazzino, egli in tal modo precludeva e impediva a chiunque altro di accedere a quell’ambiente. In tal modo risultava adottata ogni diligenza del caso, nell’interesse della pubblica sicurezza, come prevede la normativa di riferimento.
Noi di All4shooters consigliamo sempre di riporre le armi in armadi blindati, ancorati a terra e a parete, e di non permettere a nessuno di accedere alle chiavi dell’armadio ove questo abbia serratura meccanica. Inoltre, per evitare questioni e problemi, consigliamo sempre di riporre le armi nell’armadio una volta terminate le operazioni di pulizia e manutenzione. Il rischio di vedersi piombare le forze dell’ordine in casa per effettuare un controllo, nel pieno e legittimo esercizio delle loro funzioni, è alto e per una semplice dimenticanza si rischia di avere problemi la cui risoluzione richiederà energie, tempo e denaro. Meglio stare attenti.