Cosa prevede esattamente l’emendamento?
Il 22 dicembre è stato approvato in Commissione Bilancio alla Camera dei deputati l’emendamento che autorizza le regioni di provvedere al “controllo della specie di fauna selvatica” anche in quelle zone che, per legge, sono interdette alla caccia, come le aree urbane e le aree protette. La ratio di una norma del genere è semplice. Sono troppe, ormai, le notizie riguardanti incidenti stradali e problematiche varie relative al numero di cinghiali ormai cresciuto in modo esponenziale. La pubblica sicurezza è, quindi, il bene giuridico di primario interesse che deve necessariamente, e con ogni mezzo, trovare garanzia.
Leggendo il testo notiamo come le regioni, sentito l’ISPRA, potranno attivare dei piani di controllo numerico mediante abbattimento e cattura. Queste attività, proseguendo nella lettura, non costituiscono attività venatoria.
Altro punto saliente dell’emendamento è quello che prevede l’obbligo di adozione, entro quattro anni dall’entrata in vigore della normativa, di un Piano straordinario per la gestione ed il contenimento della fauna selvatica, di durata quinquennale, in grado di costituire e rappresentare, di fatto, lo strumento programmatico, di coordinamento e di attuazione dell’attività di gestione e contenimento numerico alla presenza della fauna selvatica nel territorio nazionale mediante abbattimento e cattura.
L’analisi dell’On. Maria Cristina Caretta
L’On. Caretta così ha commentato l’approvazione dell’emendamento.
“Chi inneggia al Far West non capisce che è stata attuata una norma di buon senso, richiesta dal Paese, e con una legittimità politica confermata nella scorsa legislatura”
“L’emergenza cinghiali è esattamente quello che è, e cioè una emergenza gravissima con gravissime ripercussioni sulla incolumità dei cittadini e sulla tenuta delle attività agricole.
Pariamo di danni, per il solo comparto agricolo, stimati in 200 milioni di euro l’anno, che impattano su centinaia di famiglie, aziende e indotto. Registriamo un incidente ogni 48 ore e ancora c’è chi nega l’esistenza di un drammatico tema di pubblica sicurezza. Persino l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), nel 2021, ha chiesto agli Stati membri di attivarsi per ridurre il numero di capi. Attualmente abbiamo due milioni e mezzo di cinghiali a spasso per l’Italia, totalmente fuori controllo e a fronte di una situazione simile dispiace che i colleghi di opposizione abbiano deciso di mettere da parte anche il minimo barlume di onestà intellettuale riguardo al provvedimento approvato in manovra questa mattina. Ricordo che la soluzione prospettata dagli amici della sinistra, l’anno scorso, era lo stanziamento di mezzo milione di euro per sterilizzare i cinghiali, una follia antiscientifica”.
“Chi parla di spari e guerriglie nelle città contro i cinghiali – prosegue l’onorevole – forse non ha mai studiato minimamente il funzionamento dell’attività di contenimento della fauna selvatica, che si compone di cattura ed abbattimento. Per chi parla di fauna protetta è invece opportuno ricordare che anche Federparchi ha specificato che non ci sono problemi relativi a questa dato che la legge modificata è la n. 157/1992 e non la n. 394/1991. Chi parla di calpestare le risorse del pianeta forse non sa, o fa finta di non sapere, che la sovrabbondanza è tra le prime cause di distruzione e rovina della biodiversità. Questi “simpatici” sapientoni studino prima di seminare panico e disinformazione.”
Modifiche al testo della 157 del 1992 (Legge quadro sulla Caccia)
Vediamo ora, in maniera un poco più tecnica, quali modifiche verranno apportate al testo della 157 del 1992 che è la legge quadro che in Italia regola l’attività venatoria.
Nel testo della legge bilancio, la cui approvazione dovrebbe avvenire per la fine dell’anno in corso, leggiamo all’art. 1, commi 292 – septesdecies – 292 – undevcies figura il testo sul contenimento della fauna selvatica.
Le novità salienti sono due.
- L’art. 19 è sostituito da un nuovo articolo che disciplina il controllo della fauna selvatica;
- È aggiunto l’art. 19-ter che disciplina il Piano straordinario per la gestione ed il contenimento della fauna selvatica
Il nuovo articolo 19, che si concentra prevalentemente sui cinghiali, stabilisce che le regioni e le provincie autonome di Trento e Bolzano provvedono al controllo delle specie di fauna selvatica anche nelle zone vietate alla caccia, comprese le aree protette e le aree urbane anche nei giorni di silenzio venatorio e nei periodi di divieto.
Proseguendo nella lettura, “qualora i suddetti metodi si rivelino inefficaci, le regioni e le province autonome possono autorizzare, sentito l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, piani di controllo numerico mediante abbattimento o cattura”.
I pianI sono attuati dai cacciatori iscritti agli ambiti territoriali di caccia, o nei comprensori alpini delle aree interessate solo previa frequenza di corsi di formazione autorizzati dagli organi competenti a livello regionale e sono coordinati dagli agenti della Polizia provinciale o regionale.
Purché muniti di licenza di caccia, i conduttori dei fondi ed i proprietari di questi ultimi possono collaborare con le autorità deputate per il controllo e la gestione della fauna selvatica. Anche i conduttori e proprietari di fondi sono chiamati a seguire obbligatoriamente i corsi di formazione.
Gli animali uccisi, previo parere positivo del controllo igienico sanitario, possono essere impiegati per il consumo alimentare.
Per i danni causati da ungulati il Fondo per il funzionamento del comitato faunistico è incrementato di 500mila euro e a tal fine all'articolo 152, comma 3 le parole 400 milioni sono sostituite da 399,500 milioni.
Corrado Maria Petrucci
Esperto in Diritto delle Armi e della Caccia
Responsabile rubrica legale All4shooters.com / All4hunters.com
email: legalall4shooters@gmail.com